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«Ampliamento discarica e inceneritore: Ravenna sarà la rifiutopoli della regione»

Il consigliere comunale Ancisi (Lpr) ricorda che la provincia è ultima in Emilia-Romagna per percentuali di differenziata (nel 2017 una delle due in calo rispetto al 2016) e teme conseguenze

Ravenna diventerà la rifiutopoli della regione. Lancia l’allarme Alvaro Ancisi, consigliere comunale di Lpr. Ultima tra le nove province dell’Emilia-Romagna per percentuale di raccolta differenziata (54,8 percento nel 2017, in calo dello 0,4 rispetto all’anno precedente, contro la media regionale di 64,3 che cresce del 2,5 trascinata dal picco di Parma con 77,6) e sito di una delle tre discariche operative in regione, due circostanze che portano il decano dell’opposizione a una previsione tutt’altro che rosea per il territorio: «Ovvio che quanti più rifiuti indifferenziati non saranno più discaricati o inceneriti nelle altre province, tanto più Ravenna consoliderà e rafforzerà la qualifica di Rifiutopoli, meritata grazie alle politiche degli ultimi tre decenni che hanno sacrificato l’aria vitale e l’ambiente naturale a presunti vantaggi economici pubblici, in realtà largamente privati».

La discarica di via Romea Nord per rifiuti solidi urbani e per rifiuti speciali assimilati resta in vita insieme soltanto a quelle di Carpi e di Imola: «Di quest’ultima, ormai satura, il Tar ha bloccato il progetto di sopraelevazione, mentre la nuova sindaca non vuol nemmeno sentirne parlare. Ravenna rischia così di servire da sola mezza regione. Tanto che Hera sta portando avanti di gran carriera il nono ampliamento della nostra discarica, pari a 12mila metri quadrati, su un’area complessiva dell’impianto pari a 110 ettari tra il canale Cerba, che la separa dall’oasi naturalistica di Punta Alberete, e via Guiccioli». Accanto alla discarica l’inceneritore di rifiuti urbani indifferenziati: «Tra gli otto esistenti in regione sarà il solo, insieme a quello di Piacenza, a non essere chiuso, alla faccia della pianificazione regionale 2019 e del programma di mandato del sindaco De Pascale, che ne prevedono la cessazione. È un impianto arcaico, che non soddisfa le tecniche più avanzate sulle emissioni in atmosfera, contribuendo alla mal aria che si respira nell’ampio raggio intorno, città e dintorni compresi. Esso pure, tra breve, a servizio di mezza regione?».

Veduta aerea della discarica di via Romea Nord a Ravenna e inceneritore

Di fronte a questo scenario il decano dell’opposizione ritiene che la tematica vada affrontata quanto prima in consiglio comunale: «Al fine di anticiparla, chiedo al sindaco, anche nella sua veste di presidente della Provincia, titolare delle funzioni autorizzative sul trattamento dei rifiuti, se intende operare al fine che la raccolta differenziata dei rifiuti nella provincia sia in linea, per volume e qualità, con la prospettiva di raggiungere i livelli previsti dal Piano regionale dei rifiuti entro il 2020; l’inceneritore dei rifiuti indifferenziati di via Romea Nord sia chiuso a breve termine e con tempistica certa; la discarica dei rifiuti di via Romea Nord cessi la sua esistenza in tempi brevi, fin d’ora definiti, evitandone l’incomprensibile (stando alle direttive del Piano regionale) ulteriore ampliamento».