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Bando periferie congelato, il sindaco chiama i cittadini in darsena per la protesta

FOTO AEREE 2009. DARSENA CITTA'

Il decreto Milleproroghe ha bloccato gli stanziamenti che comprendono anche i 12 milioni di euro per la riqualificazione del quartiere sull’acqua a Ravenna, De Pascale promuove la petizione che chiede al Governo di intervenire

I finanziamenti statali del bando periferie che comprendono i 12 milioni per il progetto di riqualificazione della Darsena di città a Ravenna sono bloccati in attesa di un decreto ad hoc del governo e il sindaco Michele de Pascale invita tutti i cittadini mercoledì 3 ottobre alle 18.30 sulle banchine del Candiano «per chiedere tutti insieme a Governo e Parlamento di sbloccare gli stanziamenti rispettando gli impegni presi il 18 dicembre 2017 attraverso la sottoscrizione con i sindaci delle convenzioni e ristabilendo così la fiducia tra cittadini e istituzioni». Nell’occasione sarà possibile firmare una petizione che verrà indirizzata a Governo e Parlamento (si può firmare la petizione anche online).

«Investire nelle periferie – dichiara il sindaco De Pascale – significa investire nel futuro delle nostre città e delle comunità. Si tratta di progetti di importanza fondamentale: strutture sportive, contenitori culturali, parchi e tanti altri interventi per la qualità della vita e la sicurezza di intere aree urbane. Nel nostro caso il finanziamento ci serve per dare vita ad un quartiere più bello e vivo. Tanti interventi importanti per la socialità e la vivibilità, per una Darsena collegata e sicura e per un Candiano più pulito: la realizzazione della passeggiata sul lungocanale, il pontile di accesso all’acqua, la riqualificazione di edifici, il prolungamento del sottopasso della stazione, il collegamento con il mare e il trasporto passeggeri, il potenziamento del punto di accesso alla città di Piazza Aldo Moro, il nuovo sistema di videosorveglianza, la realizzazione dell’infrastruttura fognaria. Siamo fiduciosi che nel Governo e nel Parlamento siano presenti sensibilità attente al benessere e alla prosperità delle nostre periferie e dei cittadini che le amano e le vivono ogni giorno. A loro vogliamo rivolgerci per chiedergli di ripensarci e sbloccare fondi indispensabili per tutti i ravennati».

L’appello del sindaco è stato già accolto con favore da alcuni dei privati coinvolti nel progetto Ravenna in Darsena. «Si era finalmente tracciato un percorso concreto per la riqualificazione della Darsena di città – dichiara Paolo Monduzzi, presidente di Naviga in Darsena – sostenuto anche da un’azione di Governo che aveva messo a disposizione fondi per importanti opere infrastrutturali e non solo; questo aveva permesso il coinvolgimento dei privati per incentivare lo sviluppo economico del comparto, e fra questi, molti nostri associati che hanno già investito importanti risorse. Il dietrofront del Governo sul Bando periferie e la rottura di questo contratto in maniera immotivata e improvvisa crea un danno, oltre a chi ha investito, all’intera nostra comunità».

«Importanti investimenti – commenta Franco Gardini promotore del progetto di collegamento tra la Darsena e il mare con la motonave Stella Polare – sono stati fatti sapendo di poter contare sull’aiuto finanziario del Governo. Il servizio ha avuto un notevole riscontro mediatico e di partecipazione, alleggerendo il traffico sulle strade, promuovendo uno stile di vita sano ed ecologico e portando riqualificazione in Darsena. Attualmente abbiamo molte richieste per poter continuare il lavoro anche nel periodo invernale. Ribadisco che a fronte del notevole impegno economico sostenuto contavo di aver già ricevuto il contributo promesso».

«È veramente demotivante e sorprendente – commenta Daniele Baldini titolare del progetto AreaT – l’iniziativa di stoppare i benefici che il bando periferie avrebbe prodotto alla nostra città e al comparto Darsena in particolare così bisognoso di entusiasmo e di interventi. Il mio progetto è in uno stato molto avanzato, ma al di là di condurre i lavori di cantiere e di attivare l’iniziativa con le proprie forze, il luogo avrebbe la necessità di un beneficio comune e di attenzioni politiche per la sua serenità e attività. Forse a Roma non se ne preoccupano molto, ma non si fa così».