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Fattura elettronica, Confagricoltura chiede una sanatoria di un anno

Convegno a Ravenna dedicato alle nuove misure di fiscalità. Emergono problemi per gli acquisti dagli agricoltori esonerati

«È necessaria una sanatoria di un anno per l’emissione tardiva delle fatture elettroniche, applicabile anche nel caso di eventuali errori o dati indicati non correttamente». È la richiesta che arriva dal presidente di Confagricoltura Ravenna, Andrea Betti, durante il convegno fiscale dell’associazione che si è tenuto il 25 gennaio in città.

Sul tema fatturazione telematica, al centro del dibattito, è intervenuto l’esperto tributarista e pubblicista per il Gruppo Sole 24 Ore, Gian Paolo Tosoni: «La fattura elettronica rappresenta una rivoluzione sotto il profilo amministrativo, ma dalle prime mosse sembra che le imprese, comprese quelle agricole, abbiano reagito positivamente. La prova è superata anche dalla Agenzia delle Entrate. Tuttavia, molti operatori non riescono a emettere la auto fattura per gli acquisti presso gli agricoltori esonerati. Sembrano invece collaudate le procedure per le cooperative agricole che emettono la fattura per conto dei soci conferenti».

All’incontro organizzato dalle sedi di Ravenna, Ferrara, Forlì-Cesena e Rimini, il responsabile fiscale di Confagricoltura, Nicola Caputo, ha fatto il punto sulle novità 2019: la proroga per la rivalutazione dei terreni e partecipazioni; sgravi fiscali quando intervengono variazioni societarie (si esclude l’imposta di registro ad aliquota piena nel caso di conferimento di aziende agricole in società semplici e nella successiva cessione delle quote sociali); l’equiparazione dei coadiuvanti al titolare dell’impresa agricola (si superano le difficoltà interpretative incontrate in sede di applicazione dell’Imu, di acquisto dei terreni agricoli e altro, tramite il pieno riconoscimento e parità di trattamento dei componenti il nucleo familiare nella gestione e conduzione dell’azienda). Mentre per i tartufi freschi è stata ulteriormente ribassata l’Iva che in due anni passa così dal 22% al 5%; si prevede l’esonero degli adempimenti Iva a favore dei raccoglitori occasionali dei “prodotti non legnosi” e dei raccoglitori occasionali di piante officinali spontanee, che nell’anno solare precedente abbiano realizzato un volume d’affari non superiore a 7mila euro; inoltre, viene confermata la proroga della detrazione per le spese sostenute nella “sistemazione a verde”, il cosiddetto “bonus verde”.

Tra le nuove misure non fiscali che più interessano il territorio, lo stanziamento di 5 milioni di euro (2 milioni quest’anno e 3 il prossimo), per istituire il catasto delle produzioni frutticole nazionali “attraverso una ricognizione a livello aziendale delle superfici coltivate, distinte a livello delle principali cultivar”. Una misura che Confagricoltura aveva indicato tra le priorità delle filiere frutticole, «perché la perfetta conoscenza delle informazioni sulle superfici e sul potenziale produttivo del comparto frutticolo può contribuire ad una migliore pianificazione delle produzioni ed equilibrio di mercato». Soprattutto ci auguriamo che sia una spinta al rilancio di uno dei comparti strategici dell’agricoltura regionale da troppo tempo in sofferenza.