Il sindacato critica il sistema di esternalizzazioni che crea differenze fra lavoratori che si trovano fianco a fianco ma con inquadramenti diversi perché assunti con ditte esterne
«Innanzitutto – scrivono il sindacato e la sigla di categoria – riteniamo sproporzionato il provvedimento adottato dall’azienda rispetto all’accaduto e confidiamo che il lavoratore possa presto tornare al suo posto di lavoro». Secondo i dettagli pubblicati dal quotidiano i fatti risalgono a settembre scorso: l’azienda lamenta un danno subito di 120 euro, la difesa sottolinea che invece il danno reale sarebbe molto inferiore visto che qualora i pasti non vengano consumati, il lavoratore riceve una cifra quasi equivalente in busta paga.
Ma per i sindacati la questione più importante riguarda le dinamiche presenti nel mercato del lavoro: «In Marcegaglia, come in altre importanti realtà produttive, sono sempre più frequenti le esternalizzazioni e l’affidamento dei lavori in appalto. Succede così, che in un unico sito produttivo siano impegnati lavoratori di differenti ditte e questi lavoratori usufruiscano di condizioni molto diverse tra loro. La possibilità o meno di usufruire della mensa è sintomatico delle insopportabili differenze di trattamento in essere».
Cgil e Fiom ritengono che si debba avviare un confronto approfondito affinché i lavoratori impegnati in un medesimo sito produttivo godano degli stessi diritti: «Il diffuso ricorso agli appalti esterni permette alle aziende di sgravarsi di costi e responsabilità scaricandoli sui lavoratori in termini di salute e sicurezza ma anche trattamenti economici. Su queste problematiche si deve aprire una seria riflessione, con le aziende committenti, sulle condizioni a cui vengono esternalizzati o dati in appalto parti importanti dei loro processi produttivi».