Fiom: «Salari troppo bassi, Marcegaglia mercifica i diritti dei lavoratori»

La categoria della Cgil commenta la sconfitta nel referendum sul contratto aziendale che lega il premio di produttività ai giorni di malattia: «A livello nazionale i sindacati sono uniti sul tema della sicurezza, a Ravenna Fim e Uil rispondo ad altre logiche»

Marcegaglia Ravenna Aerea«I livelli dei salari dei metalmeccanici sono assolutamente troppo bassi e, quindi, la maggior parte dei lavoratori ha scelto l’aumento del premio seppur vincolato a infortunio e malattia, proposta dell’azienda che mercifica i diritti dei lavoratori». Così il direttivo della Fiom-Cgil legge il risultato del referendum tra gli 863 lavoratori Marcegaglia dello stabilimento di Ravenna, chiamati a decidere se accettare l’ipotesi di contratto aziendale sottoscritto dall’azienda con Uil e Cisl. Cgil aveva invitato i lavoratori a bocciare la proposta perché esclude il premio di risultato di 625 euro annui per gli occupati che faranno più di dieci giorni di malattia, mentre finora era determinato esclusivamente in base alla produttività.

«Il ruolo del sindacato – si legge in una nota della Fiom – dovrebbe essere quello di tracciare un percorso di crescita ed emancipazione dei lavoratori, slegandolo da ogni tipo di ricatto che le imprese oggi giocano nei loro confronti. Il ruolo del sindacato dovrebbe essere quello di contrattare il modo con cui legare i premi ai risultati economici dell’impresa e alle prestazioni dei lavoratori salvaguardando, però, la loro sicurezza e la loro salute e non, invece, aumentare il premio legandolo tutto alla malattia».

La Fiom afferma di aver chiesto un avviso comune tra sindacati e impresa, con un impegno a cancellare definitivamente il premio legato all’infortunio nella prossima contrattazione: «L’azienda si è rifiutata, rivelando il proprio volto ricattatorio e ideologico».

Poi critiche agli altri sindacati che hanno sottoscritto l’accordo: «A livello nazionale Fim, Fiom e Uilm sono unite nel mobilitarsi sul tema della sicurezza del lavoro e per affermare in maniera forte che le risorse utilizzate su salute e sicurezza sono un investimento per il futuro e non invece, come molte imprese non dicono ma pensano, un costo. Evidentemente a Ravenna Fim e Uilm rispondono ad altre logiche».

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