Cna: «I 25 miliardi del Cura Italia devono essere solo l’inizio del sostegno»

Il direttore e il presidente dell’associazione di categoria commentano il decreto del Governo per aiutare famiglie e imprese nella crisi coronavirus. La richiesta per i sindaci è di evitare di scaricare sulle aziende eventuali penali o sanzioni per ritardi negli appalti

Imprese assetate di liquidità«I 25 miliardi messi in campo dal Governo con il decreto Cura Italia rappresentano un’indispensabile misura per sostenere famiglie, lavoratori e imprese, ma, a nostro giudizio, non saranno comunque sufficienti». Lo ha dichiarato il direttore della Cna di Ravenna, Massimo Mazzavillani. Che aggiunge: «I segmenti economici che rischiano di più sono quelli più diffusi: lavoro autonomo e piccole imprese, la spina dorsale della nostra economia».

Cna chiede che gli interventi a favore delle imprese vengano indirizzati con maggiore incisività a favore del lavoro autonomo, delle attività di minore dimensione e delle filiere – turismo, trasporti, ristorazione, cinema e cultura – che più di altre stanno già subendo il blocco totale delle attività  e degli incassi. «Non possiamo che considerare il decreto come l’inizio di misure più durature e robuste che diano maggiore liquidità alle imprese a partire dalla riduzione dei carichi fiscali e contributivi innalzando la soglia dei due milioni di ricavi per la sospensione dei pagamenti».

Mazzavillani sottolinea che l’associazione di categoria si è attivata anche nei confronti delle istituzioni locali affinché mettano in campo tutte le possibili misure per il sostegno delle imprese attraverso la predisposizione di tutti i necessari accorgimenti, anche ricorrendo alla rivisitazione dei propri bilanci di esercizio.

Pierpaolo Burioli, presidente della Cna di Ravenna: «Abbiamo anche affrontato il delicato tema degli appalti pubblici chiedendo a tutti i sindaci del nostro territorio provinciale di monitorare attentamente tutte le questioni collegate ai possibili slittamenti dei tempi di consegna dei lavori a seguito dello stato emergenziale a cui tutti siamo soggetti, evitando quindi di scaricare sulle imprese eventuali penali o regimi sanzionatori contrattualmente previsti».

Il presidente auspica un intervento dell’Ue: «Mai come in questo momento, è necessario che l’Europa, di fronte ad un dramma comune a tutti gli Stati membri, sappia costruire risposte di grande respiro sul piano delle risorse, della ricerca e delle regole a partire dall’immediata sospensione del Patto di Stabilità, per proteggere e rilanciare il nostro continente. Serve una sorta di piano Marshall europeo che, facendo tesoro delle esperienze passate, sia capace di mobilitare investimenti pubblici e privati. È un banco di prova che può rafforzare la fiducia e il ruolo dell’Unione Europea o decretare la fine del sogno dei padri fondatori se dovessero prevalere gli egoismi e le chiusure».

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