Negozi chiusi nei centri commerciali, la rabbia di Legacoop: «Concorrenza sleale»

Il divieto sarà in vigore nei weekend. Anche la Conad polemica: «Ci dicano almeno perché possiamo vendere il pane ma non la carta igienica»

New Esterno Bricofer MaiolicheMonta la protesta dei rappresentanti di categoria contro la chiusura imposta dal nuovo Dpcm ai negozi dei centri commerciali nel weekend, considerata una sorta di concorrenza sleale. Per fare un esempio concreto a Ravenna, Unieuro dovrà restare chiuso il sabato e la domenica fino a dopo l’Epifania, mentre la Comet o Mediaworld (non essendo all’interno di un centro commerciale), potranno restare aperti.

«La chiusura provoca una grave distorsione della concorrenza – sottolinea il presidente di Legacoop Romagna, il ravennate Giovanni Monti –, tanto più pesante nei mesi di dicembre e gennaio in cui si moltiplicano le festività, con conseguente moltiplicazione delle chiusure, e nei quali vi è maggiore propensione all’acquisto. Non si capisce – aggiunge – per quale ragione si attui questa discriminazione tra negozi delle stesse tipologie a seconda che siano situati dentro o fuori centri e gallerie commerciali. Il rischio concreto è quello di indurre alla chiusura tali attività con gravi contraccolpi sull’economia e sull’occupazione».

Sulla stessa lunghezza d’onda Luca Panzavolta, amministratore delegato del gruppo Cia-Conad, che aggiunge un ulteriore elemento di analisi. «Chiediamo di spiegarci – si legge in una nota inviata alla stampa – per quale motivo tra negozi della stessa tipologia non si possano vendere tutti gli articoli a disposizione dei clienti a seconda che i punti vendita siano all’interno o all’esterno dei centri commerciali. Non ci pare che questa disposizione francamente aiuti a difenderci meglio dalla pandemia. Anzi, genera una moltiplicazione delle presenze all’interno dei punti vendita creando disagi, malumori, inutili discussioni e — udite udite — aumento del rischio di assembramento. Se qualcuno rispondesse a questo quesito noi saremo in grado a nostra volta di spiegarlo ai tanti clienti che già provati, come tutti, dagli eventi di questo complicatissimo periodo, vedono solo aumentare i disagi e chiedono correttamente conto, esasperati, ai nostri operatori, a loro volta esausti, che sono costretti a spiegare il DPCM o l’ordinanza di turno che impedisce loro di acquistare insieme al pane o al latte, anche pannolini o carta igienica».

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