Anche a Ravenna il food delivery “made in Romagna”: «Ai rider 4,50 euro a consegna»

L’esperienza di Foodstation: «Puntiamo sulla qualità, facendo selezione anche tra i ristoranti»

Foodstation

Lo staff di Foodstation festeggia il quarto compleanno, pochi giorni fa

Tra colossi come Deliveroo e Just Eat, è sbarcato da poche settimane a Ravenna anche Foodstation, servizio di food delivery “made in Romagna”, che vuole differenziarsi rispetto alla concorrenza puntando tutto sulla qualità. Ce lo conferma Luca Lo Iacono, fondatore di questa startup cesenate nata quattro anni fa, quando il delivery in Romagna praticamente non esisteva, fatta eccezione per i portapizze. «L’idea era quella di cominciare a promuovere questo servizio, differenziandoci già allora dai competitor attivi nelle grandi città e che basano tutto sui grandi numeri, per cercare di puntare sulla qualità».

«Il delivery – continua Lo Iacono – è spesso associato al cibo veloce ed economico, mentre la nostra idea è quella di promuovere anche le cene gourmet a domicilio, ponendo una grande attenzione al cliente ma anche al rapporto con ristoratori e rider».

Partiti con 5 ristoranti a Cesena, ora Foodstation può costare su una rete di quasi 200 locali in Romagna – da poco anche appunto a Ravenna città (al momento unico centro servito in provincia) – sei persone al lavoro in ufficio e una quarantina di rider. «Con loro c’è un rapporto diretto, li conosciamo tutti personalmente, se ci sono problemi se ne parla. E i nostri sono tutti in auto, per maggiore sicurezza ed evitare di farli lavorare in condizioni poco favorevoli. Anzi, c’è un rider che a Cesena vuole usare il motorino, ma quando c’è maltempo lo rimuoviamo dal turno…».

Trasparenza totale, anche per quanto riguarda i pagamenti dei ragazzi, quasi tutti studenti in cerca di un lavoretto, inquadrati come collaboratori occasionali. Anche perché variano proprio a seconda della loro disponibilità. «Noi preferiamo pagare i rider a consegna. Nell’ordine è esplicitato un costo di trasporto elevato rispetto alla concorrenza, di 4,50 euro, che vanno però tutti al rider. Se consideriamo una consegna ogni mezz’ora, parliamo di una tariffa oraria di 9 euro».

Il guadagno di Foodstation arriva tutto quindi dalla percentuale sugli ordini, attorno al 25. «I ristoratori così non hanno costi fissi e il nostro compito è quello di promuovere i loro locali, per avvantaggiare anche noi stessi. Si crea una sinergia molto stretta. Cerchiamo di avere sempre un contatto diretto, con un numero dedicato o chat on line a cui rispondiamo in tempo reale».

A differenza di altre piattaforme, Foodstation non lavora con i fattorini dei locali. «Proprio per offrire un servizio di qualità – continua Lo Iacono –: i nostri rider sono puntuali, gentili, efficienti. Allo stesso modo facciamo anche selezione tra i locali, possono aderire alla nostra rete solo quelli che lavorano bene, in particolare come modi e come tempi, a partire anche dal packaging, che gradiamo sia compostabile, per esempio».

La pandemia, inevitabilmente, ha favorito la crescita dell’azienda cesenate. «Da quando abbiamo avviato il servizio siamo stati in crescita più o meno costante. Certo, il lockdown ha impennato questa crescita: nel 2020 il nostro fatturato è praticamente raddoppiato. Ovviamente anche noi speriamo però di poter tornare presto alla normalità, a potersi godere una cena fuori al ristorante. Il lockdown crediamo abbia comunque “normalizzato” questa abitudine di farsi portare il cibo a casa, che crediamo ovviamente possa proseguire anche in futuro».

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