I sindacati in provincia di Ravenna studiano come intercettare eventuali situazioni di disagio. Cgil: «Nessuno si è rivolto a noi, fenomeno ridotto»
«Quello che stiamo vedendo – spiega Andrea Albicini della Uil – è un aumento di assunzioni dirette da parte dei pubblici esercizi della ristorazione: invece di appoggiarsi a servizi esterni che forniscono i rider, stanno aggiungendo personale per questo compito». In un periodo in cui il servizio a domicilio è stato l’unica attività per molti, la scelta di diversi imprenditori è stata quella di avere il proprio fattorino: «Nella maggior parte dei casi parliamo di part-time con contratti atipici per meno di 50 ore settimanali soprattutto concentrate nelle serate del weekend. In media lavorano per 6-7 euro netti all’ora». In questi scenari vengono applicati di solito i contratti dei pubblici esercizi sottoscritti da Confcommercio e Confesercenti. «In alcuni casi è la ditta che mette a disposizione il mezzo oppure sono previsti rimborsi chilometrici per chi usa il proprio motorino».
Albicini ha avuto modo di incontrare 5-6 lavoratori di questa categoria, solo un paio erano al servizio delle note app: «Non ci sono molti occupati e quindi è difficile che si formi un fronte comune per rivolgersi ai sindacati».
Anche Ada Assirelli della Cgil descrive uno scenario simile a quello delineato dal collega: «Nessuno si è mai rivolto a noi. Penso che sia legato alla scarsa consistenza del fenomeno nel nostro territorio così per quei pochi che lo fanno si tratta davvero di un secondo lavoro per arrotondare e le distorsioni del settore si avvertono meno».
Insomma Ravenna non è Bologna o Palermo dove i sindacati sono arrivati fino ai tribunali del lavoro con sentenze a favore dei rider. La sindacalista è convinta che si tratti di poca consistenza del fenomeno anche per via del profilo del lavoratore: «Parliamo soprattutto di giovani che sanno informarsi e come entrare in contatto con i sindacati attraverso vari canali, non si tratta dell’immigrato che lavora nei campi in condizioni di semi schiavitù e quelli se non li raggiunge il sindacato non arriveranno mai ai nostri uffici». È la vecchia storia di Maometto e della montagna, che secondo Assirelli bisognerebbe sperimentare anche con i rider: «Si potrebbe tentare di uscire la sera e passare dai ristoranti che hanno il servizio per lasciare materiale informativo a chi fa le consegne. In modo che abbiamo un contatto in più nel caso vogliano rivolgersi per assistenza».