Tozzi: «Progetti eolici per centinaia di milioni di euro bloccati dalla burocrazia»

L’azienda di Mezzano in attesa da 14 anni delle autorizzazioni per il parco offshore di Cerano di Brindisi: «Conflitti tra ministeri»

Andrea Tozzi

Andrea Tozzi, amministratore delegato di Tozzi Green

Da quattordici anni la Tozzi Green di Mezzano, una delle principali aziende italiane nel settore Fer (fonti di energia rinnovabile) con oltre cinquecento occupati in varie parti del mondo, sta lavorando per realizzare un parco eolico offshore nelle acque antistanti la centrale elettrica a carbone Federico II a Cerano di Brindisi.

«Abbiamo progetti eolici fermi in diverse regioni italiane per centinaia di milioni di euro di investimenti – lamenta Andrea Tozzi, amministratore delegato di Tozzi Green –. Malgrado i progetti abbiano ricevuto tutte le autorizzazioni dal ministero dell’Ambiente e siano in aree prive di vincoli diretti, sono bloccati per conflitti di pareri con il ministero dei Beni Culturali e le Regioni. È un problema che accomuna tutti gli operatori del settore che, come noi, stanno crescendo e investendo in tutto il mondo e hanno progetti bloccati in Italia da decenni».

L’investimento in Puglia ha una potenza complessiva di 108 MW (circa un sesto di quella del progetto Agnes in arrivo a Ravenna): 36 torri alte 85 metri a una distanza tra 4 e 7 km dalla costa meridionale brindisina, di fronte a un tratto lungo undici km. Il lungo iter della proposta Tozzi ha trovato ampio spazio nelle cronache locali pugliesi e sui media nazionali.

Nel 2017 la giunta della Regione aveva deliberato un parere sfavorevole, più che altro un atto politico dato che non si tratta di una posizione vincolante dal punto di vista autorizzativo. Dubbi erano stati espressi anche dai Comuni e da associazioni ambientaliste. La società ravennate, durante la fase Via (valutazione di impatto ambientale), aveva evidenziato che l’impatto visivo delle pale dalla costa, a suo dire, sarebbe limitato e non vi sarebbero pericoli per le piante di posidonia oceanica. Era stato anche presentato uno studio per realizzare un allevamento di pesci all’interno del parco eolico marino. Esattamente un anno fa il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso della Tozzi.

Il gruppo di Mezzano opera su tutte le fonti: idroelettrico, eolico, fotovoltaico, biomassa e biogas. Negli ultimi 30 anni ha sviluppato e costruito impianti di energie rinnovabili per 700 MW di cui 465 di maxi-eolici: «L’ultimo lo abbiamo terminato due anni fa. Altri progetti sono in fase di sviluppo negli uffici di vari enti. Ci contraddistingue la capacità di integrare in modo completo quella che definiamo l’intera filiera del settore, ossia, sviluppo, costruzione e manutenzione».

Secondo i dati di Anie-Confindustria, nel 2019 la nuova potenza eolica installata in Italia è stata 413 MW, un terzo del totale nazionale da rinnovabili (la classifica è guidata dal fotovoltaico con 737 MW). Il manager ravennate sottolinea il ritardo del settore: «Da diversi anni la nuova potenza installata cresce troppo lentamente: nel 2019 è stata 50MW superiore a quella installata nel 2018, il 4 percento. Dovremmo correre, invece stiamo camminando piano. Il problema, ahimè, come avviene per tanti altri settori economici, risiede in un contesto regolamentare e normativo incerto, lento e lontano dalle reali necessità del settore per potersi sviluppare».

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