Nonostante la scarsità di piogge, da inizio marzo il Canale emiliano-romagnolo (Cer) inizierà a distribuire acqua all’agricoltura della Romagna per dare inizio alla stagione irrigua. Lo comunica il presidente del Cer, Nicola Dalmonte, facendo alcune riflessioni sul contesto attuale: «La siccità sta diventando un fatto strutturale, a causa dei cambiamenti climatici in corso e quindi dobbiamo attrezzarci di conseguenza.
Quella che più preoccupa è la situazione del Po, da cui il Cer preleva acqua per l’irrigazione, «che si presenta come a Ferragosto». Il Po è in stato di “magra invernale” con una diminuzione del 25% sulle portate mensili di gennaio: da qui la necessità di rinnovare l’impianto per renderlo funzionale, compatibilmente anche con gli altri usi e naturalmente secondo le ultimissime prescrizioni normative.
Lo scenario è poco rassicurante ed è quello che si prefigura anche per le prossime settimane, se non inizierà a piovere, ma il Cer si sta comunque attrezzando per tempo grazie ai lavori di completamento dell’impianto principale sul fiume Po e del rivestimento del primo tratto del canale.
Secondo il report settimanale, durante il mese di gennaio la situazione di siccità fuori stagione sta interessando tutte le regioni del bacino padano e ciò che maggiormente preoccupa è la pesante mancanza di riserve di neve sulle Alpi e dell’acqua ad oggi invasata nei Grandi Laghi del Nord a partire dal Lago Maggiore. Soffrono anche tutti gli altri corsi d’acqua e torrenti dell’Emilia Romagna, in particolare il Savio ed il Nure che da settimane sono ben al di sotto la soglia critica. Il totale della riserva idrica invasata nei bacini naturali o artificiali e sotto forma di manto nevoso è infatti ancora diminuito rispetto alla settimana scorsa (-5.2%) ed oggi risulta inferiore alla media del periodo 2006-2020 (-51%).
«Stiamo lavorando al rifacimento del rivestimento in calcestruzzo nel tratto iniziale dell’adduttore – segnala l’ingegnere Marco Menetti, direttore dell’Area tecnica –, operazione essenziale per mantenere le portate progettuali in transito, oltre al completamento e ammodernamento dell’impianto principale sul Po, Palantone, con l’installazione di 4 nuove idrovore per una portata aggiuntiva pari al 30% dell’esistente, in modo da fare fronte alle future esigenze».