Il caro energia non riguarda solo le bollette, ma si manifesta anche in termini di aumento dei prezzi del gasolio. Un problema che sta mettendo in ginocchio in particolare il settore dell’autotrasporto. Per rendere meglio l’idea, abbiamo raccolto la testimonianza di Roberto De Donato, titolare della Quick di Ravenna, che si occupa di distribuzione di prodotti alimentari con 13 mezzi. Ricevute alla mano, ci mostra come in novembre abbia speso oltre 33mila euro di gasolio, contro i 20mila circa che pagava in media nel 2020.
«Mediamente ora ho un costo fisso di gasolio che è di 10-12mila euro in più al mese – conferma –, una spesa che per il 50 percento ricade sui nostri committenti, a cui applichiamo questa sorta di clausola per il caro gasolio. Non deve stupire quindi, a catena, l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari anche sugli scaffali, per il consumatore finale».
Clausola che lascia comunque una piccola azienda come la Quick in gravi difficoltà: «Ho dei contratti da rispettare, non posso ridurre i mezzi, nonostante l’aumento dei costi».
Piuttosto, l’imprenditore fa appello al Governo, come tanti suoi colleghi. «È arrivato il momento di contribuire davvero alla vitalità delle aziende, invece che dare soldi direttamente alle persone per non lavorare (il riferimento naturalmente è al reddito di cittadinanza, ndr). Spesso è difficile trovare dipendenti proprio perché la gente ora preferisce lavorare in nero, continuando a percepire i sussidi. È arrivato quindi il momento di aiutare le persone tramite le aziende, sostenerle per fare in modo che possano assumere ed essere loro a dare con il lavoro sostegno e nuovo benessere alla collettività».