«In provincia 400 sfratti bloccati dal Governo: disagio per chi affitta»

Parla il presidente Asppi, sindacato che assiste i piccoli proprietari di case. Ora apre una nuova sede, la seconda Ravenna, in via Maggiore

Asspi Via Maggiore Ravenna

Associazionismo e volontariato sono alle origini dell’Asppi, l’associazione sindacale piccoli proprietari immobiliari, che nasce dalla necessità di rappresentare gli interessi di chi affitta un appartamento avuto in eredità o frutto del proprio lavoro, di investimenti. L’associazione a Ravenna prende vita nel 1980: in provincia si aggiunge a quella di Faenza (già attiva da diversi anni) e in regione alla capostipite di Bologna, attiva dal 1948. Ora nel capoluogo provinciale oltre agli uffici in viale Galilei si aggiungono quelli in via Maggiore 74. Inaugurazione l’8 aprile alle 11. Con l’architetto Roberto Scaini, presidente del sindacato ravennate, facciamo alcune considerazioni.

Perché un’altra sede a Ravenna?
«Oltre ad essere un sindacato con compiti anche istituzionali e quindi per tutti i cittadini nel delicato settore della casa e dell’abitare, Asppi offre servizi legati alla locazione e alle pratiche fiscali. La sede di viale Galilei si è rivelata ormai insufficiente, così, anche per essere più vicini ai cittadini apriamo una filiale dall’altra parte della città. Non tanto per allargare il business, che non è il nostro obiettivo perché in Asppi si punta al pareggio di bilancio, ma per dare maggior comodità ad associati e cittadini».

Che genere di servizi offre Asppi?
«Diversi consulenti ci danno una mano: sono avvocati, notai, geometri, architetti, amministratori di condominio, fiscalisti, immobiliaristi. Gratuitamente per gli associati. Se dalla consulenza nasce una pratica onerosa il rapporto è tra associato e professionista».

Come si svolge l’attività sindacale?
«Siamo sempre in trincea perché governi ed enti locali vedono la casa come un salvadanaio da cui attingere facilmente. E oggi la situazione è sempre più difficile. Un tempo si investiva nella casa anche perché era un bene che di anno in anno si rivalutava. Oggi non è così. Il patrimonio immobiliare si sta svalutando ed è sempre più complicato gestirlo, per cui occorre tutelarsi in qualche maniera».

Quindi consiglia di orientarsi verso altri settori per investire?
«No, il mio consiglio è di puntare ancora sul mattone, ma su una casa di nuova concezione, di qualità, dal punto di vista funzionale, estetico, strutturale ed energetico».

A livello locale come vanno le cose?
«Abbiamo un confronto periodico con le istituzioni. Col presidente provinciale Silvio Piraccini abbiamo incontrato sindaco, vicesindaco ed assessori. Stiamo verificando se presentare osservazioni al Pug e proporre varianti al piano urbanistico. Ma oggi è soprattutto il fronte degli sfratti a preoccuparci. Parliamo di oltre 400 provvedimenti da eseguire in provincia ora sospesi. Una situazione creata dal governo che ha bloccato tutti gli sfratti, indipendentemente che si trattasse di casi morosi incolpevoli o no. Inoltre, a Ravenna Asppi è in prima linea per ridefinire una tassazione locale sugli immobili meno pesante».

E sul piano nazionale?
A molti sfugge, ma è grazie al lavoro di associazioni come Asppi che si sono ottenuti molti risultati, basta ricordare il superamento dell’equo canone con i contratti concordati e la conquista della “cedolare secca”, la tassa fissa sugli affitti. È in discussione anche il tema della riforma del Catasto. Attenzione: occorre evitare che per questa via si realizzi un aumento indiscriminato della pressione fiscale sulla casa, che anzi andrebbe alleggerita, a cominciare dall’azzeramento dell’Imu per quegli immobili, negozi ma non solo, che hanno perso ogni valore commerciale e non si riesce più né a vendere, né ad affittare».

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