Mercato immobiliare: nel primo semestre 2021 compravendite in crescita del 51,3%

Presentate le analisi e previsioni del settore provinciale secondo il sindacato. Si registra una ripresa dei prezzi medi

2Le compravendite immobiliari in provincia di Ravenna nel primo semestre 2021 sono state il 51,3 percento in più rispetto allo stesso periodo del 2020, contrassegnato dal primo lockdown pandemico. La crescita percentuale degli scambi è stata del 46,7 in città e del 55,6 negli altri comuni non capoluogo. I dati sono stati presentati stamani, 19 novembre, a Palazzo Rasponi a Ravenna in occasione dell’annuale pubblicazione del Rapporto del mercato immobiliare realizzato dal sindacato provinciale Fimaa e da Confcommercio.

Stefano Stanzani, docente all’Università di Bologna, ha fatto notare che se prudenzialmente nel terzo e quarto trimestre dell’anno 2021 si scambiassero tante abitazioni quante ne furono scambiate nella seconda parte del 2019, gli scambi residenziali 2021 in città risulterebbero 2.524 (contro i 2.181 dello scorso anno; +15,7%), mentre nei comuni minori si arriverebbe a poco oltre le 2.900 compravendite (ben 443 in più di quelle 2020; +17,8%). Se così fosse l’indice degli scambi rispetto al 2011, base dell’analisi, risulterebbe del 17,2% più alto per i comuni minori della provincia e del +13,4% nel comune Capoluogo, stabilendo il nuovo record.

1Il 2020, contrariamente alle attese, in base ai dati dell’Osservatorio Immobiliare delle Agenzie delle Entrate, ha visto registrare per l’intera provincia 4.663 scambi di abitazioni, con un calo percentuale sull’anno precedente limitato al -1,7% (-0,5% nel comune capoluogo e -2,7% nei comuni minori della provincia). Alle diminuzioni percentuali tra il 2019 ed il 2020 che si riscontrano nelle macroaree Alta Pianura del Lamone (-8,8%), Bassa Romagna (-0,9%) e Ravenna capoluogo (-0,5%), rappresentative della maggiore concentrazione degli scambi (circa l’85% del totale), si contrappone la crescita delle macroaree Collina del Senio e del Lamone (+10,8%) e Cervia (+1,6%).

Il dato favorevole delle quantità scambiate nel 2020 non si riflette in aumenti tendenziali dei prezzi medi di vendita che sono risultati in riduzione dell’1,1% nel Comune Capoluogo, del 2,8% nella Macroarea della Collina del Senio e Lamone, dello 0,6% nel cervese e dello 0,4% nella Bassa Romagna.

3Per il 2021, in base ai dati preliminari raccolti dalla rilevazione, si registra invece una ripresa dei prezzi medi: +2,3% nel capoluogo ed oltre il 3% nei comuni minori della Provincia rispetto al 2020: in tal modo, i prezzi del 2021 risulterebbero superiori ai dati registrati nel 2004 del 13% in città e di oltre il 9% nei comuni minori della Provincia (rispetto al 2011, anno del picco massimo rilevato, l’indice 2021 risulta rispettivamente -4,8% e -5,4%).

Il mercato delle locazioni continua ad avere una domanda di alloggi nettamente superiore alla disponibilità immesse sul mercato e questo influisce sui canoni di locazione. Lo stesso dicasi per gli studenti che con la nuova facoltà di medicina, sono una presenza importante nella nostra città, ma anche loro e le loro famiglie si scontrano con la carenza di alloggi.

Il settore commerciale quello che ha più sofferto la crisi pandemica sta dando piccoli segnali di ripresa, anche se ancora lenta. In particolare, la parte food con la possibilità di “occupare” spazi pubblici, strade e piazze, ha ridato vita a tutto il centro storico, con ottimi risultati in numero di clienti.

5«Oggi possiamo confermare – ha detto Pierluigi Fabbri, presidente Fimaa Ravenna – che si è ripartiti per una nuova fase molto dinamica e stimolante, una sorta di rinascita emotiva che allarga gli orizzonti e rimette in luce delle positività che sembravano scomparse, auspichiamo che il trend possa protrarsi nel medio periodo, visti i presupposti. Alla luce di questi dati non si può che prendere atto che il settore immobiliare sia, ancora una volta, il motore trainante di questa attuale ripresa che auspichiamo si protragga ancora per parecchi anni a venire, questo ci spinge inoltre ad evidenziare che mettere mano in questo momento alla fiscalità sugli immobili sarebbe sicuramente inopportuno e fuori luogo, comprensivamente all’annunciata riforma del Catasto che se fatta ci auguriamo porti solo a cambiamenti positivi, abbandonando la tassazione sui patrimoni e lasciando quella sulle effettive rendite prodotte e tangibili».

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