Gli edifici del futuro produrranno energia, a Faenza studiano i nuovi materiali

Ricerca per realizzare prodotti più innovativi, efficientamento dei consumi e rigenerazione urbana. L’ingegnere Luca Laghi (Certimac): «Sfide di lungo periodo con finanziamenti pubblici e servizi sul mercato delle imprese»

Imm 3Fino a un certo punto nella storia dell’edilizia si è preso come dato di fatto che gli edifici fossero divoratori di energia, poi si è cominciato a volerli a consumo energetico quasi zero e ora l’ambizione è che producano più energia di quanta ne consumano in modo che possano immettere il surplus nella rete oppure a beneficio collettivo di coloro che sono nelle vicinanze. In questo percorso, un ruolo importante lo rivestono i materiali da costruzione e lo sviluppo di questi è il campo di cui si occupano al Tecnopolo di Ravenna nella sede di Faenza che sorge nel parco scientifico tecnologico Torricelli di via Granarolo.

L’ingegner Luca Laghi è il direttore tecnico di Certimac, organismo di ricerca tra i promotori del Tecnopolo in provincia (una sede anche a Ravenna, entrambe in gestione a Cifla) in partnership con Enea, Cnr e Romagna Tech. «Abbiamo due macro tipologie di attività che partono da una competenza di lungo corso nel settore costruzioni – spiega Laghi –. Da un lato ci sono le sfide di medio-lungo periodo nella sperimentazione per fare passi avanti nell’innovazione, sviluppate attraverso progetti di ricerca principalmente sostenuti da finanziamenti pubblici a vari livelli. Dall’altro lato, offriamo servizi sul mercato per soddisfare bisogni specifici di imprese in materia di innovazione prodotto, ingegnerizzazione, verifiche di conformità, certificazioni e consulenze energetiche».

Imm 2Il metodo prevede tre livelli di intervento. Si parte dalla ricerca a scala di materiale per realizzare componenti innovativi e dare risposte al crescente interesse per le tematiche di efficienza, durabilità, sicurezza e salubrità dei materiali e del loro ciclo di vita. Poi si passa alla scala di edificio/infrastruttura valutandone il livello di efficientamento energetico, in ambito sia civile che industriale. E infine il tema di più ampio respiro che è la rigenerazione urbana da pensare non solo su scala del singolo edificio ma di quartiere, distretto e oltre.

Se la parola d’ordine è efficienza, questa si concretizza solo in coppia con una economia che possa essere definita circolare: «Riutilizzare i materiali innanzitutto significa mettere un freno al consumo di materia prima vergine che nel settore costruzioni è quasi sempre da estrarre dal suolo e quindi porta, nel lungo periodo, ad alterare l’ambiente circostante e gli ecosistemi. E poi c’è il risvolto a valle del processo: ridurre più possibile il conferimento in discarica, da tenere solo come “ultima spiaggia”».

Imm 1In conclusione Laghi ci segnala alcuni progetti portati avanti sul territorio negli ultimi anni. Ravenna Green Port, concluso nel 2020: «Siamo stati coordinatori del progetto che ha visto alcune iniziative volte a realizzare piccoli dimostratori ed interventi pilota per l’efficientamento energetico dell’area Portuale. Il progetto Dare, tutt’ora in corso: «Sotto il coordinamento del Comune di Ravenna, noi ci occupiamo di coordinare un’azione di sensibilizzazione e coinvolgimento dei cittadini con tema principale la riqualificazione energetica e la qualità dell’aria degli edifici esistenti».

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