Se ne è parlato in un tavolo di confronto. In arrivo la firma per il rinnovo del protocollo sulla sicurezza
Sul tema della sicurezza, e non solo, si è svolto nelle scorse settimane un tavolo di confronto organizzato dallo stesso circolo Dem del Porto, a cui erano presenti le principali associazioni datoriali e sindacali, oltre che gli enti e le associazioni rappresentative del mondo portuale.
«Le posizioni emerse – commenta il segretario Di Martino – indicano, che esistono due macro modelli di portualità. Il primo – basato su una concorrenza al ribasso, per attrarre clienti, praticando tariffe inferiori, speculando su formazione, sicurezza e rispetto dei contratti di lavoro – presenta potenziali incrementi di traffico nel breve periodo, a discapito delle regole in cui noi fortemente crediamo e che pensiamo debbano stare alla base di ogni forma di lavoro. Il secondo – continua la nota – è un modello di porto caratterizzato dall’erogazione di un servizio di qualità, saldamente legato al rispetto di quelle normative, che mettono seri limiti a speculazione e lavoro irregolare. Il tipo di sviluppo che noi proponiamo per il porto di Ravenna, basato sulla tutela della legalità e sull’efficienza e la specificità del lavoro portuale che siamo in grado di offrire. Un lavoro che sia in grado di generare un valore aggiunto nei confronti dei propri clienti, in termini di servizi e nei confronti del proprio territorio, in termini di ricchezza generata. Chiaramente, l’organizzazione dello scalo ravennate dev’essere in grado di adeguarsi alle esigenze, date dalle situazioni e congiunture economiche del momento, rispondendo positivamente e in maniera tempestiva alle reali necessità del mercato».
«Oltretutto – continua la nota del circolo Pd del Porto – pensiamo che in un momento di grandi trasformazioni e cambiamenti che il nostro porto sta affrontando o affronterà a breve sia importante avere ben presente il sentiero da percorrere evidenziando le differenze fra i due modelli di cui parliamo e crediamo che tutto il partito, non solo il nostro circolo, debba schierarsi chiaramente e senza tentennamenti. Rileviamo la necessità di una maggiore e più incisiva pianificazione del lavoro da parte degli Enti pubblici e di controlli effettuati dagli Organismi competenti. Il Governo del Paese, ancora oggi, non è stato in grado di mettere ordine in un fittissimo sottobosco di leggi, leggine e regolamenti, spesso contrastanti fra loro, che favoriscono di fatto l’insorgere del lavoro nero, della concorrenza sleale. Riteniamo pertanto necessario un intervento legislativo a livello nazionale che possa uniformare i sistemi portuali nazionali e limitare le svariate interpretazioni, a volte al limite del fantasioso, che di fatto favoriscono situazioni di concorrenza impropria».
«Ci teniamo a precisare – conclude la nota -, che le riflessioni fatte, devono intendersi non solo nei confronti delle “attività prettamente portuali”, ma anche verso quelle ferroviarie e di autotrasporto, che sono parte integrante del sistema logistico e portuale ravennate. Si può concludere dicendo che, per quanto emerso dalle discussioni fatte in ambito del Tavolo, le esigenze più sentite dagli operatori sono legate a una visione “regolata” del mondo del lavoro, all’erogazione di un servizio di qualità, a controlli seri e puntuali ed alla collaborazione di tutte le parti coinvolte, al fine di “fare sistema” e ragionare come un unico corpo. La necessità più sentita oggi da parte del Tavolo di confronto istituito in seno al Circolo Pd è poter diffondere una cultura del lavoro portuale, tramite dibattiti, pubblicazioni, social media, che possa contribuire fattivamente allo sviluppo dello scalo ravennate in termini positivi».