Il circolo Pd del porto: «Serve una legge contro concorrenza sleale e lavoro nero»

Se ne è parlato in un tavolo di confronto. In arrivo la firma per il rinnovo del protocollo sulla sicurezza

Gru NotteSarà firmato nei prossimi giorni il rinnovo del Protocollo d’intesa per la pianificazione degli interventi sulla sicurezza del lavoro nel porto di Ravenna. Uno «strumento efficace – si legge in una nota del circolo Pd del Porto di Ravenna – per aumentare il livello di sicurezza e pianificare i relativi interventi a scopo precauzionale e preventivo». Il cui ritardo del rinnovo sta causando «non poche preoccupazioni agli operatori portuali», assicura il segretario del circolo, nonché direttore della Compagnia Portuale, Denis Di Martino.

Sul tema della sicurezza, e non solo, si è svolto nelle scorse settimane un tavolo di confronto organizzato dallo stesso circolo Dem del Porto, a cui erano presenti le principali associazioni datoriali e sindacali, oltre che gli enti e le associazioni rappresentative del mondo portuale.

«Le posizioni emerse – commenta il segretario Di Martino – indicano, che esistono due macro modelli di portualità. Il primo – basato su una concorrenza al ribasso, per attrarre clienti, praticando tariffe inferiori, speculando su formazione, sicurezza e rispetto dei contratti di lavoro – presenta potenziali incrementi di traffico nel breve periodo, a discapito delle regole in cui noi fortemente crediamo e che pensiamo debbano stare alla base di ogni forma di lavoro. Il secondo – continua la nota – è un modello di porto caratterizzato dall’erogazione di un servizio di qualità, saldamente legato al rispetto di quelle normative, che mettono seri limiti a speculazione e lavoro irregolare. Il tipo di sviluppo che noi proponiamo per il porto di Ravenna, basato sulla tutela della legalità e sull’efficienza e la specificità del lavoro portuale che siamo in grado di offrire. Un lavoro che sia in grado di generare un valore aggiunto nei confronti dei propri clienti, in termini di servizi e nei confronti del proprio territorio, in termini di ricchezza generata. Chiaramente, l’organizzazione dello scalo ravennate dev’essere in grado di adeguarsi alle esigenze, date dalle situazioni e congiunture economiche del momento, rispondendo positivamente e in maniera tempestiva alle reali necessità del mercato».

«Oltretutto – continua la nota del circolo Pd del Porto – pensiamo che in un momento di grandi trasformazioni e cambiamenti che il nostro porto sta affrontando o affronterà a breve sia importante avere ben presente il sentiero da percorrere evidenziando le differenze fra i due modelli di cui parliamo e crediamo che tutto il partito, non solo il nostro circolo, debba schierarsi chiaramente e senza tentennamenti. Rileviamo la necessità di una maggiore e più incisiva pianificazione del lavoro da parte degli Enti pubblici e di controlli effettuati dagli Organismi competenti. Il Governo del Paese, ancora oggi, non è stato in grado di mettere ordine in un fittissimo sottobosco di leggi, leggine e regolamenti, spesso contrastanti fra loro, che favoriscono di fatto l’insorgere del lavoro nero, della concorrenza sleale. Riteniamo pertanto necessario un intervento legislativo a livello nazionale che possa uniformare i sistemi portuali nazionali e limitare le svariate interpretazioni, a volte al limite del fantasioso, che di fatto favoriscono situazioni di concorrenza impropria».

«Ci teniamo a precisare – conclude la nota -, che le riflessioni fatte, devono intendersi non solo nei confronti delle “attività prettamente portuali”, ma anche verso quelle ferroviarie e di autotrasporto, che sono parte integrante del sistema logistico e portuale ravennate. Si può concludere dicendo che, per quanto emerso dalle discussioni fatte in ambito del Tavolo, le esigenze più sentite dagli operatori sono legate a una visione “regolata” del mondo del lavoro, all’erogazione di un servizio di qualità, a controlli seri e puntuali ed alla collaborazione di tutte le parti coinvolte, al fine di “fare sistema” e ragionare come un unico corpo. La necessità più sentita oggi da parte del Tavolo di confronto istituito in seno al Circolo Pd è poter diffondere una cultura del lavoro portuale, tramite dibattiti, pubblicazioni, social media, che possa contribuire fattivamente allo sviluppo dello scalo ravennate in termini positivi».

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