Carlo Savini è il nuovo responsabile di cardiochirurgia al Maria Cecilia Hospital

La struttura del gruppo Gvm affida la direzione di una unità operativa fondamentale al professore bolognese con esperienze oltreoceano

Prof Carlo Savini MCHL’ospedale privato Maria Cecilia Hospital di Cotignola, struttura del gruppo Gvm accreditata con il sistema sanitario nazionale, ha un nuovo responsabile di cardiochirurgia: è il professor Carlo Savini, cardiochirurgo bolognese, con una formazione che parte dall’Università di Bologna per approdare ad esperienze in Europa e oltreoceano.

«È un passaggio storico per Maria Cecilia Hospital – si legge in una scritta diffusa dall’ospedale di alta specialità –. Con l’ingresso di Savini, una figura professionale di alto livello che contribuisce all’eccellenza dell’intero dipartimento, si vede riconosciuta quale sede di una cattedra dell’Università di Bologna. Un sodalizio che potenzia la continua spinta della struttura di Cotignola verso gli ambiti della ricerca scientifica, della didattica e della formazione dei giovani medici e, al contempo, realizza i programmi di sviluppo dell’Alma Mater bolognese sul territorio romagnolo».

Maria Cecilia Hospital«Credo che la mia esperienza formativa e professionale possa apportare valore alla già straordinaria competenza dimostrata più volte da chirurghi, medici e sanitari del team di Cardiochirurgia di Maria Cecilia Hospital – dichiara il professore –. Le patologie cardiovascolari sono le più frequenti al mondo dopo le oncologiche e si manifestano spesso in maniera improvvisa. Le potenziali situazioni di emergenza-urgenza che affrontiamo in ambito cardiochirurgico richiedono il saper prendere decisioni rapide ed efficaci. Serve una mente aperta e credo che le esperienze pregresse di ognuno siano un valore aggiunto nell’affrontare casi sempre più complessi, individuando il trattamento più adeguato per il singolo paziente».

Tra i campi di maggiore specializzazione del nuovo responsabile figurano la chirurgia delle valvole, eseguita con approccio mininvasivo, prediligendo, in particolare per la valvola mitrale, le tecniche di riparazione. «Oggi la riparazione della valvola mitrale riguarda quasi il 50% dei trattamenti cardiochirurgici – scrive ancora la clinica – e le attuali linee guida dei percorsi cardiologici e cardiochirurgici richiedono che i pazienti affetti da malattia della mitrale vengano riferiti in centri ad alta esperienza per la chirurgia riparativa mitralica, i quali devono rispondere ai requisiti di alta probabilità di riparazione (>98%) e bassi tassi di mortalità/complicanze (<1%)».

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