Chiuso dal 2015, il Marepineta riaprirà come condhotel: appartamenti e camere

Approvato il permesso di costruire in deroga, per la prima volta nel comune di Ravenna si applica la legge regionale del 2019 che consente di vendere una parte degli alberghi come residenziale per riqualificare la parte ricettiva

Mare Pineta 3Marina di Ravenna avrà un nuovo albergo. Per la precisione si tratta della riapertura di una struttura avviata alla fine degli anni Ottanta e chiusa dal 2015, il Marepineta al 215 di viale delle Nazioni. La rinascita avverrà con la cosiddetta formula del condhotel: in buona sostanza un’ala dell’immobile (49 camere in totale) verrà trasformata in appartamenti poi venduti sul mercato e una parte del ricavato servirà per riqualificare la parte che resterà alberghiera con un miglioramento dello standard qualitativo. A portare avanti l’intervento sarà un immobiliarista privato che ha presentato un’offerta d’acquisto della palazzina alla Fondazione San Rocco, attuale proprietaria.

Il ricorso alla formula condhotel (definito dalla legge regionale 3/2019) è una novità per il comune di Ravenna. Nella seduta del 25 ottobre scorso, il consiglio comunale ha approvato un permesso di costruire in deroga “per opere di ristrutturazione edilizia ricostruttiva di struttura ricettiva esistente non dismettibile, con applicazione degli incentivi premianti previsti per la realizzazione di edificio da destinare a condhotel”.La normativa regionale stabilisce che si può destinare a residenziale al massimo il 40 percento delle unità immobiliari e minimo il 60 percento deve restare albergo o residenza turistico alberghiera (Rta).

Mare Pineta 5L’assessora all’Urbanistica e Rigenerazione urbana, Federica Del Conte, ha illustrato la delibera prima del voto: «È previsto il rilascio del permesso in deroga in quanto è riconosciuto il pubblico interesse dell’intervento di rifunzionalizzazione della struttura ricettiva destinato a incrementare l’offerta turistica della località balneare». La delibera è stata approvata all’unanimità dai 24 consiglieri presenti (8 assenti).

Prima della chiusura, la struttura era utilizzata anche come residenza per anziani. Un uso promiscuo finito sotto la lente di ingrandimento della procura che, dopo il suicidio di un anziano a marzo 2015, aveva aperto un’inchiesta e disposto anche il sequestro da settembre 2015 ma l’albergo era già stato chiuso con la fine della stagione estiva. La struttura è stata poi dissequestrata. La Fondazione San Rocco, come noto, faceva capo a don Ugo Salvatori, morto nell’agosto del 2020.

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