«Per turismo e costruzioni esaurito il rimbalzo, priorità i temi energetici»

Le valutazioni sul 2023 di Bozzi (Confindustria Romagna): «speriamo sia l’anno buono per l’eolico offshore, le rinnovabili meritano la stessa urgenza indirizzata alle fonti tradizionali»

Rimini, 23/11/2021; Assemblea Confindustria Romagna ©Riccardo Gallini/GRPhoto

Roberto Bozzi, presidente Confindustria Romagna

Come sarà il 2023 per l’economia del territorio? Ecco le valutazioni e previsiono di Roberto Bozzi, presidente di Confindustria Romagna.

In base agli ultimi aggiornamenti da vostri studi e previsioni, che numeri vi aspettate per i principali indicatori eco- nomici su base provinciale?
«Stiamo raccogliendo proprio in questi giorni i dati relativi al secondo semestre, ma aumenta il rischio di stagnazione: nonostante il prezzo del gas stia scendendo e il caro energia sia mitigato dagli interventi del Governo, ci sono i segnali di una frenata generalizzata; ci attendiamo che l’inflazione ancora alta frenerà i consumi, mentre il rialzo dei tassi si sta accentuando e peserà sui bilanci».

Quali sono gli interventi o investimenti pubblici più attesi per il 2023 che potrebbero avere maggiore ricaduta positiva sul territorio?
«Tutti quelli che riguardano il distretto energetico e portuale: il rigassificatore, il progetto dell’hub, la ripresa delle estrazioni, la captazione e stoccaggio di CO2 e tutti gli interventi previsti dal Pnrr. Il 2023 sarà il vero banco di prova per il nuovo esecutivo».

Ci sono progetti particolarmente significativi da imprese private ravennati che arriveranno a una realizzazione nel 2023?
«Purtroppo i tempi di realizzazione dei progetti privati non dipendono solo dai privati: speriamo, per citare quello più atteso, che sia l’anno decisivo per l’eolico offshore di Agnes. Occorre accelerare con decisione sulle fonti rinnovabili, innalzarle allo stesso carattere d’urgenza con cui sono state affrontate le fonti tradizionali nel decreto gas release».

Per quale settore economico si prospetta un anno più favorevole e per quale settore invece ci saranno più difficoltà?
«Gli indicatori sono al ribasso, anche riguardo la domanda; il turismo, esaurito il rimbalzo, potrebbe spingere meno in inverno, come già le costruzioni in estate. Non sarà un anno semplice per nessuno».

Quali casi o temi concreti vorreste che fossero in cima all’agenda della politica locale e nazionale per quest’anno? In altre parole, di cosa dovrebbe occuparsi con urgenza chi governa?
«A rischio di risultare monotematico: l’energia in tutte le sue forme e declinazioni. Dalle comunità energetiche alle infrastrutture necessarie, fino agli aspetti tecnologici e logistici. C’è tanta carne al fuoco, ora occorre una grande dose di concretezza e priorità cristalline per non perdersi e riuscire a scaricare a terra il tutto, perché è un tema trasversale da cui a cascata dipendono tutti gli altri».

In chiusura una rapida occhiata al passato, per avere un inquadramento di quello di partenza. Il 2022 appena concluso, come è stato per l’economia ravennate? Ci sono stati risultati inaspettati in positivo e/o in negativo?
«Ci sono state più luci che ombre: siamo abituati alla combattività del tessuto produttivo, ma visto l’inanellarsi si congiunture avverse, dalla pandemia alla guerra, la tenuta è stata sorprendente. Anche nel 2022 si è riusciti a guardare avanti, senza arroccarsi in difesa: abbiamo visto l’avvio di nuovi impianti come Orion e Alma Petroli, importanti acquisizioni come Marcegaglia e Gruppo Martini, alleanze strategiche come Rosetti Marino e Sgr, solo per citare alcuni investimenti. Il porto ha segnato un anno record. E le aziende, anche nell’emergenza, non hanno mai perso di vista l’orizzonte della sostenibilità ambientale, economica e sociale, hanno proseguito il rapporto con le scuole del territorio e il campus universitario, hanno aiutato collaboratori per fronteggiare il caro-bollette con premialità anche importanti».

Stime economiche: Valore aggiunto in provincia in crescita solo dello 0,1%

Per le stime del Centro Studi di Unioncamere Emilia-Romagna per l’anno prossi- mo, a causa del deteriorarsi degli scenari economici, il valore aggiunto in provincia di Ravenna nel 2023 dovrebbe crescere dello 0,1 percento. Il tasso di disoccupazione si dovrebbe attestare al 4,8 percento (5,1 in Emilia-Romagna e 8,4 in Italia).

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