Con il Pitesai possono ripartire le trivelle: «Dobbiamo aumentare produzione di gas»

Contrari gli ambientalisti, soddisfatti sindaco, sindacati e Confindustria: «Rendiamoci meno dipendenti dalle importazioni»

RocaPossono ripartire le trivelle in Italia dopo tre anni di moratoria. L’11 febbraio, il Ministero alla Transizione Energetica ha approvato infatti il Piano della transizione energetica sostenibile delle aree idonee (Pitesai), la mappa delle zone in cui è consentito lo svolgimento delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi, sia in mare che a terra.

Tra queste anche naturalmente l’hub di Ravenna, con una cinquantina di aziende interessate e 4mila dipendenti stimati. Tra i vincoli principali del nuovo Piano, quello di considerare solo le richieste arrivate dopo il 2010 (perché ritenute compatibili con i criteri attuali di valutazione d’impatto ambientale) e quello di limitare le attività al gas escludendo il petrolio (nel Ravennate, come noto, c’è solo gas).

L’approvazione è stata contestata in tutta Italia (e anche a Ravenna) da manifestazioni ambientaliste, ma salutata con soddisfazione dal sindaco Michele de Pascale in primis, che ha auspicato un aumento della produzione di gas, e da Franco Nanni di Roca, che rappresenta le aziende del comparto: «Non è ancora la soluzione – ha dichiarato – ma il piano ci dà la possibilità di lavorare». «Dopo anni di incertezze – è il commento di Confindustria Romagna –, ora c’è quantomeno un quadro chiaro e definito in cui potersi muovere e pianificare il futuro di un settore vitale per l’economia del territorio romagnolo e nazionale. Ora, accanto all’auspicato revamping dei pozzi autorizzati nel breve termine, si può ragionare nel medio e lungo termine su nuove autorizzazioni, per renderci energeticamente meno dipendenti dalle importazioni e impostare una strategia composita e lungimirante che davvero ci guidi nella transizione energetica».

Soddisfazione anche dai sindacati, con la Cgil che invita a portare avanti a Ravenna un serio progetto di transizione ecologica, che possa vedere fianco a fianco l’eolico, il fotovoltaico, l’idrogeno e la produzione di gas.

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