domenica
29 Giugno 2025
Fisco

Bonus edilizia, stop a cessione crediti: il timore delle associazioni del settore

Confindustria, Confartigianato e Cna criticano il decreto legge Meloni che blocca il meccanismo per i nuovi interventi

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Pratica EdiliziaPer tutte le agevolazioni fiscali in edilizia, sia superbonus 110 sia altri bonus ordinari, non è più possibile avere lo sconto in fattura o la cessione del credito: da oggi, 17 febbraio, è ammesso solo l’utilizzo diretto della detrazione da parte del beneficiario da esercitare in dichiarazione dei redditi. È l’effetto di un decreto legge approvato dal governo Meloni ieri.

Sono molte le critiche che arriva da più parti, anche a livello locale. Per Confartigianato della provincia di Ravenna è un provvedimento incomprensibile nel merito e nel metodo che metterà in crisi ed in difficoltà tutta la filiera casa. «Siamo allibiti – dice Cna Ravenna –. La situazione è drammatica per molte imprese e cittadini con crediti da cedere: il sistema è da migliorare ma è sbagliato cancellarlo». Il segmento romagnolo dell’associazione nazionale dei costruttori edili (Ance) che fa capo a Confindustria condivide gli allarmi sugli impatti economici e sociali di un provvedimento improvviso e non concertato.

Per i rappresentanti di imprese e artigiani il rischio è il blocco di centinaia di cantieri, fallimenti di centinaia di imprese, perdita di migliaia di posti di lavoro, avvio di contenziosi con condomini e cittadini.

Ance si augura  che ci possano essere risoluzioni per la cessione dei crediti maturati nel passato e nei cantieri in corso, come emerge dalle dichiarazioni dei rappresentanti del Governo «dopo l’emanazione del decreto più veloce della storia della Repubblica».

Con norma di carattere transitorio, è stato previsto che l’opzione per lo sconto in fattura o la cessione del credito resta possibile solo nei casi in cui l’intervento sia iniziato prima della data di entrata in vigore del Dl. Nello stesso decreto-legge è stato introdotto il divieto per tutte le pubbliche amministrazioni di acquistare crediti di imposta scaturiti dalle opzioni di cessione.

«Riteniamo si tratti di un provvedimento incomprensibile nel merito e nel metodo – è la denuncia di Tiziano Samorè, segretario provinciale di Confartigianato – che metterà in crisi ed in difficoltà tutta la filiera casa: imprese edili, impiantisti, serramentisti, professionisti e, ovviamente, anche i cittadini. Il Governo smentisce sé stesso e, soprattutto, smentisce la concertazione con le Parti Sociali e l’interlocuzione con il mondo della rappresentanza d’impresa azzerando, di fatto, buona parte delle commesse sottoscritte, o che stavano per essere sottoscritte».

Per Cna siamo di fronte a una tempesta perfetta che si sta abbattendo sul settore dell’edilizia e relativo indotto: «Nei mesi scorsi la Cna era intervenuta direttamente con un accordo con la banca Bcc in base al quale l’Associazione tramite la propria società di servizi ha acquistato da Bcc un plafond molto significativo di crediti da bonus edilizi già validati, presenti nel cassetto fiscale della Banca da destinare alle proprie imprese associate. Il plafond si era esaurito in brevissimo tempo».

Restano in vigore le sole detrazioni fiscali che però necessitano, visti gli importi degli interventi edilizi, di una grande capienza fiscale che corrisponde normalmente ai ceti più abbienti, escludendo quindi da questa possibilità tantissimi cittadini.

Solo la Cna di Ravenna ha attualmente in gestione circa due milioni di crediti fiscali di privati che hanno in corso interventi edilizi e che faticano a trovare istituti o banche che li acquistino ai quali si aggiungono altri 4 milioni delle aziende che avevano in corso le procedure per nuovi lavori con sconti in fattura o cessione. «A livello nazionale si stima che i crediti fiscali incagliati derivanti da bonus siano 15 miliardi, circa 25mila imprese a rischio fallimento».

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