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In provincia 65 startup con un giro d’affari di 16 milioni di euro

Una su cinque è nata nel 2022, una su tre ha sede nel capoluogo, sei su cento hanno titolari stranieri: la fotografia della Camera di Commercio

Sono 65 le startup innovative in provincia di Ravenna, muovono complessivamente un giro d’affari di circa 16 milioni di euro, pari a 260mila euro per azienda, con un capitale sociale medio di 72mila euro. 26 hanno sede legale nella città capoluogo, 18 a Faenza, 4 a Lugo, 6 ad Alfonsine, 5 a Cervia e 1 nei Comuni di Brisighella, Castelbolognese, Fusignano, Massalombarda, Riolo Terme e Russi. Sono 12 quelle nate corso del 2022 e per circa il 14% sono guidate da ragazze e ragazzi con meno di 35 anni. Il 69 percento sono attive, in particolare, nella produzione di software, nella consulenza informatica, nella ricerca e sviluppo, nei servizi informativi ed in altre professioni tecniche e scientifiche, ma a proteggere il genio innovativo ravennate sui mercati internazionali sono soprattutto le startup depositarie di brevetti oppure quelle titolari di software registrato, che costituiscono il 23% della consistenza complessiva delle startup innovative a fine 2022. Il 18,5% di esse, invece, è a prevalenza femminile nei posti di comando ed il 6,2% del totale sono imprese a titolarità straniera. È quanto emerge da una recente indagine condotta dall’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio di Ravenna sui dati del Registro imprese.

Possono ottenere lo status di startup, le società di capitali costituite da meno di cinque anni, con fatturato annuo inferiore a cinque milioni di euro, non quotate ed in possesso di determinati indicatori relativi all’innovazione tecnologica previsti dalla normativa nazionale vigente. Possono essere organizzate anche in forma cooperativa e devono avere come oggetto sociale, esclusivo o prevalente, lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico.  I vantaggi sono molteplici: minori oneri per la costituzione, rapporti di lavoro subordinato di più semplice attuazione, credito di imposta per ricerca e sviluppo, incentivi all’investimento, raccolta diffusa di capitali di rischio tramite portali online.

«La provincia di Ravenna – ha sottolineato Giorgio Guberti, commissario straordinario della Camera di commercio – ha tutte le carte in regola per diventare un “territorio delle startup”: beneficia di una forte specializzazione manifatturiera, poggia su un sistema avanzato della ricerca di base e applicata, vanta una elevata attrattività turistica ed istituzioni educative di livello, ha un costo competitivo dei servizi e delle facilities, gode di un’alta qualità della vita e di un sistema del welfare diffuso. Valorizzare le risorse e le competenze dei territori è un impegno necessario che qualsiasi progetto di sviluppo deve assumere come prioritario, facendo della creazione d’impresa e del consolidamento delle imprese esistenti un importante fattore di crescita. Quel che serve è un contesto favorevole all’imprenditorialità: chi ha “intenzione imprenditoriale”, infatti, ha bisogno di servizi, di esempi, di modelli di riferimento e di approvazione sociale (una visione positiva della funzione dell’imprenditore). Fare impresa non è solo e principalmente un fenomeno economico: è un fatto culturale che si alimenta di motivazioni e valori, come la ricerca dell’indipendenza professionale, il desiderio di incidere sulla realtà economica e sociale, l’orientamento al merito, la promozione del cambiamento».