martedì
24 Giugno 2025
Confesercenti

Il 2,56 percento delle aziende del commercio alluvionate a Faenza non riaprirà

Le statistiche della Confesercenti Faenza per capire l'impatto delle due alluvioni sul tessuto commerciale cittadino: «Corso Garibaldi rischia la desertificazione»

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Faenza Alluvione 1
Faenza, 22 maggio

Il 2,56 percento delle aziende del commercio che sono state alluvionate a Faenza non riaprirà l’attività e un altro 2,56 percento chiuderà almeno un punto vendita, avendone altri. I dati arrivano a quasi cinque settimane dal secondo e più grave evento alluvionale del 16 maggio e sono stime della Confesercenti faentina – essa stessa colpita nelle sedi di via Bettisi a Faenza e via Garavini a Castel Bolognese – che prova a fare le prime considerazioni del violento impatto sul tessuto economico del settore commerciale e turistico. Le imprese maggiormente colpite sono nell’area compresa tra via Renaccio/via Lapi e corso Garibaldi con profondi segni anche in corso Saffi.

L’associazione di categoria sta assistendo le aziende per la ricognizione dei danni, le comunicazioni agli enti, le casse integrazioni e le domande di sospensione o trasferimento delle attività e riesce a fare una prima statistica. Fatto 100 il numero di imprese complessivamente colpite dagli eventi, il 20,5 percento riaprirà, ma non si conoscono le tempistiche, che sono molto variabili in base alla gravità dei danni subiti. Il 2,56 percento procederà a trasferirsi temporaneamente in attesa che l’immobile torni fruibile. Quasi il 36 percento delle imprese coinvolte ha fatto ricorso o sta ricorrendo alla cassa integrazione, confermando le conseguenze anche occupazionali.

Venturi Chiara
Chiara Venturi

«L’impatto è visibile a occhio nudo – dichiara la Direttrice di Confesercenti Faenza, Chiara Venturi – con un grave deperimento del tessuto commerciale in corso Garibaldi che rischia la desertificazione. Saranno necessari molti anni per ricostruire il centro commerciale naturale come lo conoscevamo. Come durante l’emergenza Covid, si riconosce il valore del commercio di vicinato solo quando ci sono estreme condizioni emergenziali».

L’associazione sviluppa anche considerazioni sulle dinamiche del mercato immobiliare: «Sicuramente ci saranno ripercussioni anche nell’ambito residenziale e abitativo e ci preoccupa la tenuta sociale laddove, nelle aree a rischio desertificazione commerciale, verrà meno anche il presidio del territorio e la funzione sociale che garantisce il commercio. Lavoreremo incessantemente con tutte le Istituzioni per sostenere al meglio le imprese e la tenuta dei tessuti commerciali». Conforta l’Associazione la ripresa del mercato ambulante che si riconferma punto strategico di aggregazione e servizio in tutti i Comuni dell’Unione della Romagna Faentina.

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