Fiumi, canali di scolo e strade devastati dall’acqua dell’alluvione o dalle frane, che vanno riparati prima dell’autunno, anticipando il ritorno delle precipitazioni. La Regione Emilia-Romagna ha fatto l’elenco degli interventi più urgenti e il conto arriva a 5.885 (i cui costi sono stimati per oltre 1,8 miliardi di euro) di cui 1.518 in provincia di Ravenna per 450 milioni di euro. Per la provincia ravennate, 140 sono già terminati (per 1,96 milioni di euro), 875 sono in corso (per 211 milioni), 465 ancora da attivare (per 230 milioni), mentre i restanti 38 (7 milioni) sono in fase di valutazione. In totale l’ultima stima dei danni in regione è di 8,8 miliardi.
Sempre in riferimento al quadro provinciale, la quota di interventi in capo ai Comuni ammonta complessivamente a quasi 158 milioni di euro: circa 940mila euro per opere già svolte; oltre 27 milioni per attività in corso e 130 milioni per opere da attivare. Importante il valore dell’investimento necessario per risolvere l’isolamento o importanti criticità di accesso a centri abitati: sono previsti 303 interventi sulla viabilità comunale per più di 9,6 milioni. Allo stesso fine, se ne aggiungono altri 67 sulle strade provinciali per circa 31 milioni di euro.
Ci sono poi gli interventi trasversali che ricadono in più province. Uno tra Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini (per 8 milioni 800mila euro) e uno tra Ravenna e Forlì-Cesena (600mila euro), da attivare.
«Non possiamo correre il rischio di arrivare all’autunno senza aver completato gli interventi di somma urgenza – ha sottolineato, nel corso di una conferenza stampa, Irene Priolo, vicepresidente della Regione con delega alla Protezione civile –. Serve agire celermente, nei prossimi mesi, per arrivare preparati all’autunno: confidiamo nel fatto che il Governo stanzi al più presto le risorse necessarie per interventi che, entro l’autunno, mettano in sicurezza territorio e popolazione, anche grazie al lavoro e al confronto avviato al tavolo con gli Enti locali al quale abbiamo presentato, come richiesto, la prima stima dei danni. Senza le risorse il rischio è che si blocchi tutto. Noi siamo pronti con le opere urgenti, condivise con i territori: le porteremo all’attenzione del Dipartimento nazionale di Protezione civile, col quale stiamo operando fin dal primo istante, come peraltro dovuto in uno stato di emergenza nazionale».