La Regione aggiorna la stima dei danni causati dall’alluvione: 8,8 miliardi di euro

La nuova cifra è stata comunicata al governo Meloni a Roma nella riunione del Tavolo permanente tra esecutivo e enti locali. Il presidente Bonaccini chiede nuovamente la nomina del commissario alla ricostruzione prima possibile. E serve anche personale: almeno 70 unità tra progettisti e direttori dei lavori per interventi urgenti di ripristino

Emergenza alluvioni in Emilia-Romagna. Esondazione del fiume Montone ed allagamento del quartiere Romiti a ForlìLa Regione Emilia-Romagna ha aggiornato la stima dei danni causati dalle alluvioni di maggio e ora il conto, ancora provvisorio, arriva a 8,8 miliardi di euro. Il rendiconto, richiesto dal governo Meloni, è stato presentato oggi, 15 giugno, a Roma a Palazzo Chigi al primo incontro del Tavolo permanente fra l’esecutivo e gli enti locali coordinato dal ministro alla Protezione civile, Nello Musumeci. Della delegazione della Regione faceva parte anche Michele de Pascale, sindaco e presidente della Provincia di Ravenna e presidente dell’Unione province italiane.

Quasi la metà dei danni riguarda fiumi, strade e infrastrutture pubbliche: oltre 4,3 miliardi di euro. Di questi, 1.8 miliardi per le spese già sostenute e primi interventi urgenti attuati con immediatezza (oltre 6.300 quelli previsti o già in cantiere) e 2,4 miliardi per ulteriori 3.145 interventi di ripristino dei danni.

I danneggiamenti a privati registrano una prima stima di 2,1 miliardi: oltre 70.300 gli edifici certamente coinvolti dal maltempo (di cui 1.890 da frane). Un conteggio ancora provvisorio, dato che è ancora in corso il perfezionamento delle analisi dei tiranti idraulici delle aree allagate.

Per quanto riguarda le imprese, quelle potenzialmente danneggiate sono 14.200 per un totale di 1,2 miliardi di euro (una stima anche questa che sarà perfezionata non appena verrà ultimato il conteggio dei danni delle aziende presenti sui territori collinari e montani). Una somma che non contempla tuttavia né il ripristino delle scorte né la perdita di fatturato correlata all’evento.

Infine, il comparto agricolo, tra i più colpiti: le imprese danneggiate e coinvolte sono 12mila per 1,1 miliardi di danni tra la stima di perdite di produzione, i ripristini fondiari, i terreni persi e gli animali coinvolti dall’alluvione.

Al Governo è stata fatta richiesta anche del fabbisogno di nuovo personale per far fronte all’emergenza: almeno 70 unità tra progettisti e direttori dei lavori per interventi urgenti di ripristino di opere idrauliche, altre 80 per interventi contro il dissesto idrogeologico e il ripristino della mobilità a supporto di comuni e province.

«Il tema delle risorse e dei tempi delle coperture è cruciale – ha detto il presidente della Regione, Stefano Bonaccini –. Diversi sindaci ci segnalano che i funzionari fermano le ruspe perché non hanno copertura finanziaria. I primi 230 milioni di euro messi a disposizione li abbiamo già spesi. E anche sui rimborsi, vanno garantite subito famiglie e aziende: abbiamo avviato d’intesa con la Protezione civile nazionale il percorso per fare arrivare rapidamente i primi cinquemila euro a chi ha avuto danni nelle case, con un primo acconto di tremila già entro metà luglio, ma ora sono necessari oltre 500 milioni per le imprese per i primi acconti da 20mila euro».

Bonaccini sostiene che dalla ricognizione di tutti gli interventi realizzati in questi anni per il contrasto al dissesto idrogeologico emerge che la Regione Emilia-Romagna ha programmato e realizzato opere molto più della media nazionale e che l’evento di maggio non ha precedenti e che tutti i modelli sono superati e che ora è necessario aggiornarli. Alla luce di questo Bonaccini è tornato a chiedere che il governo decida in fretta chi nominare come commissario alla ricostruzione.

Il ministro Musumeci ha assicurato la massima attenzione da parte del governo e la disponibilità, dopo una verifica del Piano, a fornire gradualmente le risorse che si renderanno necessarie, dando priorità ai primi interventi finalizzati alla messa in sicurezza dei fiumi maggiormente compromessi e al ripristino dei collegamenti viari con i centri abitati rimasti isolati.

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