sabato
14 Giugno 2025
l'osservatorio

Effetto alluvione, il valore aggiunto dell’economia ravennate in frenata

Nel 2023 registrato un +0,4 percento, inferiore alle medie regionale e nazionale. «Mettere l'impresa al centro»

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Pil Economia Industria

Nel 2023 il valore aggiunto ravennate è aumentato dello 0,4 percento rispetto al 2022 (chiuso a +3,5), in misura inferiore (a causa dei tragici eventi alluvionali dello scorso mese di maggio) sia alla media italiana (+0,7), sia al dato riferito all’Emilia-Romagna (+0,9).

Lo ha reso noto l’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio di Ferrara e Ravenna.

È il fronte internazionale, però, a preoccupare di più la Camera di commercio e il sistema delle imprese, con i significativi rischi al ribasso derivanti, in particolare, dalla crisi in Medio Oriente e dall’irrigidimento delle condizioni di finanziamento. Tra le principali preoccupazioni dell’ente di viale Farini, nonostante la vivace dinamica dei servizi (+2,3% nel 2023 e +1,1% nel 2024), l’indebolimento del ciclo manifatturiero, che contribuisce a ridurre le prospettive di crescita del commercio internazionale e le quotazioni delle materie prime e dei prodotti energetici. In valore assoluto e al netto dell’inflazione, già nel 2022 Ravenna aveva segnato il superamento dei livelli del 2019 (con 11,2 miliardi); la tendenza alla crescita, anche se molto più rallentata, continua nel 2023 (11,3 miliardi) e dovrebbe proseguire anche quest’anno, con il raggiungimento della soglia di 11,4 miliardi.

«Per ridare lavoro a chi lo ha perso e ai tanti giovani che lo cercano – ha detto il presidente della Camera di commercio, Giorgio Guberti – bisogna mettere l’impresa al centro di qualsiasi azione riformatrice, semplificando il quadro normativo e fiscale e lavorando con determinazione per combattere le inutili incrostazioni burocratiche che frenano i nostri imprenditori. Il modello di sviluppo nel quale crede la Camera di commercio è quello fatto di imprenditorialità diffusa, distretti, filiere, reti, territorio in cui le opportunità, della modernizzazione e delle nuove tecnologie, siano patrimonio di tutti. Per dare slancio alla crescita, rallentata a causa dei tragici eventi alluvionali dello scorso mese di maggio, sarebbe inoltre fondamentale rendere operativa la Zona Logistica Semplificata nella nostra regione, attraverso l’emanazione da parte del Governo dei decreti attuativi oramai non più rinviabili, e perseguire l’approfondimento dei fondali del porto di Ravenna fino a 14,5 metri, dopo che, anche grazie al forte impegno dell’Autorità Portuale, è stata annunciata la conclusione anticipata della prima tranche dei lavori».

I dati nel dettaglio

Nel 2023, considerato il rallentamento del commercio mondiale connesso alle disfunzioni delle catene internazionali di produzione, l’export ravennate è stimato in calo, al netto dell’inflazione, del -10,6 percento, valore confermato dai dati registrati da Istat nei primi nove mesi dell’anno (-8,5, dopo il -5,8 a giugno scorso). Nel 2024, le cose dovrebbero migliorare con un valore esportato, al netto dell’inflazione, in forte ripresa (stimato al +2,1 percento). E, sotto la pressione del contenimento di domanda interna e commercio mondiale, nonché dell’inflazione ancora anomala, è calato anche il valore aggiunto prodotto dall’industria ravennate, che subisce una flessione del -2,6 percento; nel 2024 riuscirà appena a tornare in terreno positivo (+0,5).

Concluso il capitolo dei “superbonus”, il valore aggiunto reale delle costruzioni registra una crescita rallentata nel 2023 (+3,7 percento), che contribuisce allo sviluppo complessivo, ma non più con una dinamica eccezionale come quella del 2022. La tendenza positiva si invertirà decisamente nel 2024 con lo scadere delle misure di sostegno adottate, conducendo il settore in recessione (-1,9 percento).

Nel 2023, la fase di recessione dell’attività nell’industria e un deciso rallentamento della dinamica dei consumi, insieme all’aumento delle diseguaglianze, ha ridotto decisamente il ritmo di crescita del valore aggiunto nei servizi (+2,3 percento). Nel 2024 la contenuta crescita dei consumi permetterà al valore aggiunto dei servizi di continuare a crescere ma più lentamente (+1,1 percento).

Per il valore aggiunto dell’agricoltura, dopo la crescita stimata per il 2022 (+3,1 percento), un risultato molto in recessione si prospetta per l’anno da poco conclusosi (-7,5 percento), dopo l’effetto degli eventi meteo negativi che hanno colpito particolarmente la provincia di Ravenna (alluvione, grandine, tromba d’aria), che si sono accompagnati alle difficoltà che il settore sta da tempo registrando. Nel 2024 il recupero sarà difficile e proseguirà il trend negativo con una flessione del -2,7 percento.

Le indicazioni che emergono dall’indagine congiunturale tra le imprese manifatturiere da 1 a 500 addetti, vanno nella stessa direzione: per il complesso dell’industria manifatturiera ravennate, nel terzo trimestre del 2023, il volume della produzione realizza un tendenziale +3,5 percento; ma è l’andamento in frenata degli ordini il segnale più evidente del peggioramento dell’attività e si registrano valori già in ambito negativo (-0,2 percento per gli ordini complessivi). Maggior deterioramento si rileva per la componente estera (-2,6 percento, rispetto all’analogo trimestre del 2022). Più in affanno l’artigianato manifatturiero, sia sul fronte dei volumi produttivi (-2,4), sia per i risultati del processo di acquisizione degli ordini (-2,1). Soffre anche il comparto delle costruzioni, con il fatturato che prosegue il trend in discesa (-2,1 percento) e ben lontano dal risultato medio del 2022 (oltre +5 percento). Per il commercio al dettaglio, le vendite risultano in moderato recupero (+2,7 percento), diffuso tra tutte le tipologie analizzate, tenendo conto degli effetti inflattivi in graduale rientro.

Infine, cresce la richiesta di cassa integrazione da parte delle imprese, segno di come gli eventi climatici catastrofici ed il clima di incertezza sul fronte economico abbiano avuto ripercussioni negative sui livelli di attività.

Per quanto riguarda il credito, a settembre il valore complessivo dei prestiti concessi al confronto con il dato dello stesso periodo dell’anno precedente, per il secondo trimestre consecutivo, risulta in calo (-4 percento), con trend in peggioramento; calano i prestiti bancari alle imprese (-6,7 percento), in particolare nel comparto manifatturiero (-7,1 rispetto al 2022) e in quello dei servizi (-8,7), con pesanti conseguenze disincentivanti per gli investimenti.

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