Secondo i dati più recenti dell’Inps analizzati dal centro studi Cisl Romagna, in occasione della Festa della Mamma, il tasso di attività delle donne nelle tre province romagnole è costantemente inferiore rispetto a quello degli uomini. Considerando le ore retribuite in Romagna nel 2022, su un totale di 83.135.092 ore, solo 36.810.380 sono di lavoro femminile.
Tra le principali sfide che le madri devono affrontare c’è la difficoltà nel trovare soluzioni di cura affidabili per i propri figli, soprattutto nei primi anni di vita. I dati della disponibilità di strutture pubbliche, come asili nido e servizi di assistenza all’infanzia, mostrano scenari disomogenei nelle tre province romagnole: secondo i dati del 2020 di Openpolis, Ravenna conta 52 posti autorizzati ogni 100 bambini, la provincia di Forlì-Cesena 30,97, mentre Rimini risulta fanalino di coda con soli 27 posti ogni 100 bambini.
«Inoltre la disparità di genere persiste nel mondo del lavoro, con molte donne che si trovano ad affrontare discriminazioni salariali e difficoltà nel progredire nella propria carriera, specialmente dopo la maternità. Questo fenomeno contribuisce ad alimentare un circolo vizioso in cui le donne spesso rinunciano a opportunità di lavoro o a ruoli di maggior responsabilità per dedicarsi alla famiglia, accentuando ulteriormente il divario di genere».
Per il segretario generale Cisl Romagna, Francesco Marinelli, serve un maggiore investimento da parte delle istituzioni pubbliche nella creazione di strutture di cura per l’infanzia, come asili nido e centri per l’assistenza ai bambini, con l’obiettivo di garantire un accesso equo e universale a questi servizi. Questo potrebbe alleviare il carico sulle mamme lavoratrici, permettendo loro di conciliare più facilmente lavoro e famiglia. «Inoltre, è importante promuovere politiche aziendali di armonizzazione, come flessibilità degli orari, lavoro da remoto e congedi parentali retribuiti, che consentano ad entrambi i genitori di gestire le responsabilità familiari senza gravare esclusivamente sulle donne e compromettere la propria carriera lavorativa».