«Il governo Meloni ha alimentato false speranze negli imprenditori balneari per due anni e ora si scoprono le bugie: le gare per le concessioni demaniali si faranno con l’aggravante di un disegno di legge confuso con aspetti controversi». È il commento di Andrea Corsini, assessore regionale al Turismo dell’Emilia Romagna, dopo il decreto del governo che prevede una proroga fino al 30 settembre 2027 della scadenza delle concessioni delle spiagge agli stabilimenti balneari.
Corsini chiede che il decreto venga modificato e migliorato: «Per esempio scarica sui sindaci la responsabilità di applicare o meno la proroga delle concessioni al 2027 aprendo a infiniti contenziosi, per non parlare della discrezionalità, sempre sulle spalle dei primi cittadini, di imporre al vecchio concessionario le demolizioni delle strutture pre-esistenti a sue spese in caso di nuova assegnazione e l’assist offerto ai grandi capitali».
C’è poi la questione degli indennizzi da riconoscere da chi vince la gara a chi aveva la concessione fino alla gara: «È sparito il valore aziendale, che era uno dei punti fermi del decreto Draghi. Senza contare il criterio incomprensibile e pericoloso che prevede la possibilità di aumentare l’indennizzo da parte degli offerenti, dando la possibilità a chi ha più capitali di avvantaggiarsi mettendo ancora più a rischio migliaia di imprese a conduzione familiare che operano in Riviera».
L’assessore ritiene che in sede di gara debbano essere tenute in considerazione quelle concessioni che sono gestite da chi possiede già un albergo o campeggio o villaggio turistico, «va cioè valorizzata l’integrazione già esistente fra ricettività e servizi di spiaggia».
La Regione Emilia-Romagna aveva avviato un lavoro per definire delle linee guida, con i sindaci e i rappresentanti delle associazioni di categoria e dei sindacati: «Andiramo avanti. Consegneremo al governo il nostro documento e magari questa volta qualcuno a Roma capirà che non si può fare sempre e solo campagna elettorale, ma che, per il bene comune, occorre mettere da parte le ideologie».
Anche Legacoop, cui aderiscono le cooperative di bagnini della Romagna, ha un giudizio negativo in linea con l’opinione di Corsini: «Uno dei principali punti di preoccupazione riguarda la riduzione pressoché totale degli indennizzi, senza considerare il reale valore commerciale dell’impresa, come già previsto dal Decreto Draghi. Ciò pregiudica lo sviluppo del settore, perché svilisce totalmente l’attività nel suo complesso, passata e futura. Allo stesso tempo non sono considerati minimamente gli investimenti collettivi a valenza pubblica, come il servizio di salvamento o la duna invernale, che rappresentano una caratteristica tipica e fondante del nostro modello turistico e delle nostre comunità. L’unica notizia positiva riguarda la premialità per chi ricava il proprio reddito principale dalle attività sulle concessioni».