«L’ennesima proroga delle scadenze è inaccettabile, ma confidiamo che sia la giustizia a bocciarla. Almeno è stato tolto l’indennizzo del valore aziendale ai concessionari uscenti e c’è l’obbligo per chi subentra di assumere i dipendenti della ditta precedente». Sono difetti e pregi del recente decreto sulle concessioni balneari secondo il punto di vista di Nicoletta Zampriolo, referente regionale per il comitato nazionale Mare Libero, una realtà nata da alcuni mesi per sostenere una campagna a favore della fruibilità del mare. «Nella nostra visione la spiaggia deve essere libera e naturale. È un bene del demanio, le concessioni devono essere qualcosa di limitato».
Zampriolo non ha dubbi nelle critiche al provvedimento del governo Meloni: «La concessione prevede che a fine stagione tutte le strutture vengano tolte. Ma non è così. E ci preoccupa sentir dire che i bandi di gara dovranno premiare la destagionalizzazione. Come si può conciliare questo con una situazione in cui la spiaggia dovrebbe essere sgombra?».
Mare Libero accoglie con soddisfazione la cancellazione dell’indennizzo aziendale: «I bagnini stanno già tentando di reintrodurla con qualche modifica, ma davvero non se ne capisce il motivo. Ogni bagnino ha firmato una concessione che chiariva durata e modalità e non prevedeva indennizzi. Quella concessione è stata addirittura prorogata vent’anni, e ora lo Stato dovrebbe pure pagare un indennizzo?». Secondo la bozza del decreto, il concessionario subentrante dovrà indennizzare la quota non ammortizzata di investimenti fatti negli ultimi cinque anni: «Se il periodo comprendesse anche il tempo da ora al 2027 un concessionario di oggi potrebbe decidere di investire cifre ingenti adesso: nel migliore dei casi per lui non si presenterà nessuno a contendergli la concessione a causa dell’elevato importo dell’indennizzo da sborsare, nel caso peggiore se dovesse perdere la concessione avrà comunque tutto rimborsato».
Ora tocca ai Comuni emanare i bandi di gara: «Abbiamo chiesto un incontro con tutti i Comuni per fornire le nostre osservazioni. Ci sembra che in tutto il dibattito sia sempre mancato l’ascolto di una parte importante: i cittadini che sono proprietari delle spiagge in quanto beni demaniali. Non si possono ascoltare solo le associazioni di categoria».
Perché però prendersela con azioni e critiche contro gli imprenditori? Non è lo Stato che sta venendo meno ai suoi compiti? «Chi governa ha illuso i bagnini. Ma chiunque avesse voglia di leggersi le norme poteva capire benissimo che le gare erano inevitabili. La nostra critica coinvolge anche un terzo fronte: dove sono le forze dell’ordine e le procure che dovrebbero far rispettare la legge? Una concessione scaduta non è un’opinione».