Con il nuovo anno scatta a la stretta sugli affitti turistici brevi, sempre più diffusi anche nei centri cittadini a discapito del mercato di locazione tradizionale. A partire da gennaio infatti, i titolari di strutture ricettive alberghiere e extralberghiere (comprese quelle gestite da privati) sono tenuti a dotarsi del Cin (Codice Identificativo Nazionale) rilasciato dal Ministero del Turismo dopo l’assegnazione del Cir (Codice Identificativo di Riferimento). Il codice è strettamente collegato alla categoria catastale delle singole unità immobiliari e comporta una serie di obblighi e forme da rispettare.
Senza il Cin non sarà infatti possibile pubblicare la propria offerta sulle Ota (Online Travel Agency) come Booking o AirBnb. Il codice andrà inoltre esposto in tutte pubblicazioni, pubblicità, attività promozionali svolte e dovrà essere affisso anche all’esterno della struttura ricettiva. «È evidente che con questa norma l’intento del legislatore è quello di contrastare il fenomeno del sommerso, – commenta Paolo Giulianini, vice direttore di Confcommercio Ravenna – il Cin infatti sarà tracciato anche sul 730 dei privati, così come dare risposta alla levata di scudi di molti sindaci delle principali città turistiche, che vorrebbero arginare il fenomeno degli affitti brevi. Nel tempo si è affermata una cultura diversa di far turismo, anche a Ravenna molti privati si sono affacciati al mondo dell’ospitalità riconvertendo i propri immobili, creando un’alternativa al mercato degli affitti ad uso abitativo, più rischioso nel caso di insolvenze da parte dei locatari. Per questo è importante che le persone siano correttamente informate sui nuovi obblighi».
La normativa prevede anche che nei locali, ad eccezione di quelli che utilizzano solo energia elettrica per riscaldamento e produzione di acqua calda, vengano installati dispositivi per la rilevazione del monossido di carbonio e del gas combustibile. Inoltre, le strutture dovranno essere dotate di uno o più estintori con le modalità definite dal legislatore. Il mancato rispetto di questi obblighi porterà a multe salate, da 800 a 8.000 euro in caso di mancato ottenimento del Cin; da 500 a 5000 euro in caso di mancata esposizione del Cin; da 600 a 6000 nel caso di assenza di uno o più requisiti di sicurezza.
Dai dati di Federalberghi e del Ministero del Turismo è emerso che a livello nazionale le strutture alberghiere che al 3 gennaio non avevano provveduto a dotarsi del Cin a erano 4.064, contro le 5.944 del 12 dicembre. L’adeguamento sta ormai interessando quasi tutta la categoria considerando che gli alberghi prettamente stagionali sono ancora chiusi e che potrebbero non avere ancora definito la procedura. Non si hanno ancora analoghi dati per il settore dell’extra ricettivo. Nel ravennate sono più di 1000 le strutture registrate sulla piattaforma Air BnB, di queste oltre un centinaio si trovano in centro storico nel centro storico.
«In questi giorni gli uffici di Confcommercio Ravenna stanno riscontrando maggiori richieste dei privati che non avendo ancora provveduto ad adeguarsi alla normativa, si rivolgono a noi per tutte le pratiche connesse – sottolinea Giulianini – non solo per ottenere il Cin, ma anche per regolarizzazione dei loro immobili da adibire ad affitti turistici. Di solito in questi casi verifichiamo anche che siano rispettati gli obblighi di comunicazione delle generalità dei clienti alla questura tramite il portale “Alloggiati web”, che siano correttamente gestite le comunicazioni inerenti l’imposta di soggiorno per cui, a fine mese ricordo scade il termine per l’inoltro del Modello 21 e che sia stata effettuata la trasmissione annuale al Me. Visto l’enorme clamore di alcuni casi di cronaca che hanno riportato episodi di avvelenamento di monossido che purtroppo si sono registrati a fine anno, non escludo che vi siano più puntali controlli sul rispetto dei requisiti di sicurezza per cui invito vivamente gli operatori del settore ad attivare tutte le procedure del caso. I nostri uffici sono a disposizione per una corretta informazione sulle norme vigenti».