
La recente riorganizzazione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha declassato l’Ufficio di Ravenna dalla prima alla terza fascia, assegnandole di fatto un livello non adeguato ai volumi di traffico e ai tempi di risposta che richiede la movimentazione delle merci e dei passeggeri al porto. Nel nord dell’Adriatico sono di primo livello le dogane di Trieste, Venezia e Ancona, scali diretti concorrenti di quello di Ravenna.
È una situazione peggiorativa rispetto a quella attuale, che presenta già segni di crisi, presa nonostante l’ufficio generi un gettito erariale di due miliardi l’anno in dazi e Iva. Il provvedimento non è una norma di legge e può ancora essere modificato, ma richiede un intervento politico.
De Pascale annuncia anche la consapevolezza della Regione nei confronti del ruolo strategico del porto di Ravenna, promettendo un intervento immediato. «Ci uniamo alle tante voci di protesta e alle preoccupazioni degli operatori del settore per chiedere un immediato intervento politico volto a correggere questa decisione. – conclude il presidente -. Il declassamento di Ravenna contrasta con gli sforzi fatti negli anni per potenziare lo scalo attraverso il Progetto Hub, la Zona Logistica Semplificata (Zls) e altre iniziative infrastrutturali fondamentali per la competitività del territorio. Sollecitiamo dunque il Governo a rivedere subito il provvedimento per restituire al porto di Ravenna la centralità che merita».