Tra i temi da sempre discussi e mai risolti del turismo a Marina di Ravenna c’è sicuramente quello della sua capacità ricettiva. Negli anni hanno chiuso alberghi storici, sono tramontati progetti faraonici (vedi ex Xenos) e il tema resta oggetto di speculazione politica. Per questo motivo abbiamo parlato con quattro titolari di alberghi a conduzione familiare, i quali ci hanno fornito uno spaccato delle dinamiche attuali, criticità e prospettive.
Tramontata l’epoca delle lunghe villeggiature in famiglia e del modello “Ibiza” dedicato alla vita notturna, il lido è ormai da tempo in una fase di stallo con un futuro ancora da delineare. Tanto che gli albergatori faticano a parlare di turismo balneare e preferiscono il termine pendolarismo, spesso legato al fine settimana. Consuelo Rossini, titolare da 30 anni dell’hotel Oasis di via Bernardini (zona Marinara) sottolinea questa trasformazione: «All’inizio Marina di Ravenna era un lido dove venivano le famiglie, facendo ferie anche di una ventina di giorni. Poi è andata sempre più calando ed ora le prenotazioni sono prettamente nel weekend».
È d’accordo anche Laura Sillato, titolare del vicino hotel Alba (viale Nazioni) dal 2016, che cerca di dare una spiegazione al calo di giornate prenotate: «Quello che noi abbiamo visto l’anno scorso è stato proprio eclatante: abbiamo avuto molte domande per una singola notte, il sabato. Non so se sia dovuto a una minore capacità di spesa degli italiani, che sono il nostro pubblico principale, o se si tratta di un minor appeal della località». Questa tendenza, secondo Rossini, è anche frutto di un incremento di potere degli stabilimenti balneari, i quali nel corso degli anni hanno offerto sempre più un servizio di ristorazione e vita notturna, erodendo così il centro di Marina. «Il mondo della notte una volta era dedicato alle discoteche e ciò invogliava le persone a tornare in albergo dopo la giornata in spiaggia, cambiarsi e uscire in un secondo momento. La mancanza di questi passaggi frequenti ha limitato non solo noi ma anche le attività commerciali del centro, che stanno diminuendo».
Un punto di vista diverso (considerata anche la posizione a ridosso della spiaggia) è quello di Marco Savini dell’Hotel Riviera, in zona Rivaverde, gestito dalla famiglia dal 1973. Il titolare punta il dito sulle limitazioni di orari e musica nei bagni da parte dell’Amministrazione: «La battaglia che portò avanti Matteucci ci diede un’ulteriore mazzata riducendo il turismo legato al divertimento. Chiudere i bagni di sera non è la giusta soluzione per risolvere il problema della sicurezza. Ormai è tardi, la maggior parte dei giovani ha cambiato le mete delle proprie vacanze e non si torna più indietro».
Daniele Tiano, con un’esperienza decennale nel settore e titolare dell’Albergo Maddalena (sempre sul lungomare di viale delle Nazioni) da circa un anno, considera gli eventi come una soluzione interessante alla mancanza di turismo durante la settimana: «L’Amministrazione dovrebbe puntare a creare eventi musicali e attrazioni di spessore durante la settimana con una sorta di festival di 3-4 giorni. Sono contento che quest’anno la Notte Rosa si sia anticipata a giugno perché nel primo o secondo fine settimana di luglio si lavora ugualmente».
Altra annosa questione è l’alloggio di sempre più persone in appartamenti affittati, dicono tanti albergatori, senza regolamentazioni adeguate. «Noi a differenza di bed and breakfast o appartamenti – sottolinea la titolare dell’Oasis – dobbiamo sottostare a regole ferree e disporre di licenze assurde che portano impegno e investimenti. Capisco che chi compra un appartamento deve avere la possibilità di affittarlo come meglio crede, però dall’altra parte bisogna iniziare a equiparare le due strutture perché altrimenti le attività alberghiere piccole come le nostre diventano veramente insostenibili».
A remare contro, raccontano, anche la lentezza nel rilascio delle autorizzazioni e le risposte negative a progetti di miglioramento. «Abbiamo investito tanto, investiremo ancora e continuiamo a investire – dice Savini -. Tuttavia, questa spinta propulsiva si scontra spesso con una burocrazia farraginosa e una mancanza di supporto concreto. Non chiediamo soldi, chiediamo permessi». Tra quelli auspicati da Rossini dell’Oasis, per esempio, c’è l’eliminazione del vincolo alberghiero per poter progettare nuovi tipi di alloggi: «Siamo arrivati al punto che alberghi come i nostri non hanno quasi più senso di esistere perché sono limitati a essere gestiti da una famiglia dato che una grande impresa non viene a prendere un albergo di 20 camere».
«Mi auguro che il prossimo sindaco ci dia più ascolto perché le scelte fatte in questi anni mi lasciano allibito – prosegue Savini del Riviera -. Il senso unico sul lungomare mi sembra una follia perché si incentiva a fare uscire il turista invece che farlo entrare. Per non parlare della raccolta differenziata e della tassa di soggiorno. Durante una riunione con Federalberghi ci era stato promesso che sarebbe stata reinvestita nel turismo, ma non ho visto miglioramenti».
Trasporti e pulizia delle strade sono temi sollevati anche da Tiano del Maddalena: «Nei festivi e nel fine settimana gli autobus dovrebbero circolare come durante la settimana. Sì, c’è il bus navetta, però secondo me si potrebbero incrementare i trasporti da Ravenna al mare. Poi sicuramente un po’ di attenzione in più alle rotonde e alle strade che da Ravenna portano al mare perché talvolta sono veramente inguardabili sia per le buche che per le erbacce. Per il turista è importante vedere il luogo dove alloggia in ordine».
Sulla stessa falsariga dei colleghi albergatori è Laura Sillato dell’Hotel Alba, che vede anche i privati come corresponsabili della perdita di appeal di Marina di Ravenna: «Oltre a un problema di decoro urbano non adatto a una località turistica, sono assenti anche le infrastrutture. Non esiste una piazza del centro all’altezza e da anni si parla di una riqualificazione dell’ex mercato del pesce ma non si muove nulla. Non mi sento però di addossare le colpe solo all’Amministrazione: a Marinara i privati propongono affitti esagerati costringendo le attività a chiudere, il Park Hotel non riapre e l’area dell’ex discoteca Xenos è una vera e propria ferita aperta nel cuore di Marina».
E così, forse un po’ paradossalmente, oggi gli alberghi di Marina restano aperti per la maggior parte anche in inverno perché lavorano sempre di più con il settore industriale, facendo pacchetti di accoglienza dedicati alle aziende del porto, del settore petrolifero ed energetico, vera e propria ancora di salvezza per gli imprenditori dell’accoglienza.