Il Gruppo ravennate arriverà a 32 persone in organico, di cui due fisse H24 sulla nave al largo di Punta Marina. Il presidente: «Le nuove banchine del porto sono più alte, per alcune operazioni non basta più una sola persona»
L’entrata in funzione del rigassificatore al largo di Punta Marina dall’inizio di aprile ha comportato un aumento di lavoro per i servizi tecnico-nautici del porto di Ravenna (pilotaggio, ormeggio e rimorchio). Per queste operazioni Snam pagherà circa 20-30 milioni di euro all’anno a operatori del territorio (la concessione di permanenza dell’impianto è di 25 anni).
Il gruppo Ormeggiatori ha avviato le procedure istituzionali per il bando di assunzione che porterà un aumento dell’organico dalle 28 persone attuali a 32: «Al momento sono in corso le valutazioni delle domande inviate alla capitaneria di porto – spiega il 54enne Alberto Antonelli, ormeggiatore dal 1998 e presidente del gruppo ravennate da un anno –. Da poche settimane abbiamo avuto due pensionamenti e quindi siamo scesi a 26 persone. Per restare a 28 abbiamo fatto due assunzioni a tempo determinato».
Fino a quando non sarà completata la diga al largo a protezione della nave rigassificatrice, opera da 200milioni di euro prevista per la fine del 2026, la gestione della nave richiederà un impegno maggiore perché in caso di condizioni meteo particolarmente avverse la nave deve essere sganciata dalla piattaforma fino al ritorno delle condizioni ottimali.
«Per i primi due anni è prevista una dislocazione di uomini e mezzi particolare che dovrebbe essere rivista con il completamento della diga. Sul rigassificatore sono presenti fissi due ormeggiatori e un pilota e nelle acque circostanti alla piattaforma sono in stand-by 4 rimorchiatori con 5-6 persone a bordo per ognuno. Tutto questo H24 tutto l’anno».
Poi c’è il personale che interviene per le operazioni di ormeggio e disormeggio delle navi gasiere che arrivano per scaricare il Gnl (è previsto un massimo di 36 navi all’anno): «Ogni volta usciamo dal porto con due barche e otto ormeggiatori in totale per l’ormeggio. L’opera- zione contraria invece richiede una barca con 6-7 persone».
Oltre all’ampliamento dell’organico, è stato necessario fare altrettanto anche con la flotta. La barca Terzo Sirotti aveva già le dotazioni necessarie, ma una non è sufficiente: «Avevamo già i progetti elaborati e ci siamo messi sul mercato per trovarne una. Verrà costruita in un cantiere navale di Pisa, costerà 850mila euro e sarà pronta fra 18 mesi. Nel frattempo abbiamo noleggiato un’imbarcazione alternativa da Caroforte, in Sardegna. Ovviamente tutto questo ha richiesto la stesura di un nuovo business plan e la discussione di mutui con le banche».
Le statistiche dell’attività 2024 degli ormeggiatori dicono che sono state eseguite 7.666 operazioni (3.833 navi, visto che ognuna richiede l’ormeggio e il disormeggio): «Il numero delle operazioni è cresciuto del 13,5 percento rispetto al 2023, ma il fatturato è rimasto tale. Questo si spiega perché il costo dell’operazione varia in base al tonnellaggio della nave, quindi significa che le navi arrivate in porto erano mediamente più piccole, probabilmente anche per le limitazioni di alcuni terminal alle prese con i lavori di approfondimento dei fondali e rifacimento delle banchine».
I lavori dell’hub portuale hanno modificato la conformazione di alcuni terminal, rendendo più complesse le attività degli ormeggiatori: «In alcune banchine ora l’altezza dall’acqua è di 3,5 metri, significa che per alcune operazioni in cui bastava una persona ora ne servono due. Dovremo ragionare su questi aspetti per riorganizzare i servizi».