giovedì
03 Luglio 2025
agricoltura

Cia Romagna contro l’ordinanza anti caldo estremo: «Misure troppo rigide e penalizzanti per le imprese»

Il presidente Misirocchi: «Salute e produttività non sono in contrapposizione, queste direttive creano disagio anche ai lavoratori». L'associazione di categoria mette sul tavolo altre opzioni

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Fa discutere l’ordinanza contro il lavoro in condizioni di caldo estremo, recentemente emanata dalla regione e attiva a partire oggi, 2 luglio. Dopo la lettera di soddisfazione dei sindacati, a rispondere è Cia Emilia-Romagna, l’associazione di categoria a tutela del lavoro agricolo: «Salute e sicurezza dei lavoratori sono centrali – afferma Danilo Misirocchi, presidente di Cia Romagna – ma nel settore agricolo esistono già strumenti efficaci allo scopo, come i protocolli nazionali abbinati alle buone pratiche applicate dalle aziende».

La misura infatti è estesa al comparto edilizio, ai piazzali logistici, al florovivaismo e all’agricoltura, con stop imposti nelle fasce orarie e nelle giornate più calde: «Il nostro settore necessita di strumenti compatibili con la natura stagionale delle attività – continua Misirocchi – Alcune colture possono essere raccolte solo col caldo. Le sementiere, ad esempio non si possono lavorare al mattino con la rugiada, né alla sera con l’aria che si fa umida. Dopo tutte le calamità affrontate negli ultimi anni, questo rappresenterebbe un ulteriore rischio per gli agricoltori di perdita di una parte di raccolti per la sospensione del lavoro».

Secondo quanto riportato dall’associazione di categoria, tra gli agricoltori c’è chi sta pensando di chiedere un rimborso danni e che molti tra gli stessi dipendenti agricoli non condividerebbero l’imposizione di questi fermi, in quanto non disposti a fare due volte il viaggio per raggiungere il posto di lavoro o aspettare ore per poter riprendere l’attività.

Durante l’incontro dello scorso 18 giugno con l’assessore regionale al Lavoro Giovanni Paglia, Cia ha presentato un pacchetto di proposte alternative, tra cui l’avvio di un protocollo regionale condiviso con parti sociali, istituzioni e tecnici della sicurezza, la promozione di modelli organizzativi flessibili (come l’anticipo dell’orario o turnazioni); incentivi e supporti per dotazioni tecniche e protezione dei lavoratori; formazione e campagne informative multilingua e attivazione di sostegni al reddito.

«Salute e produttività non sono in contrapposizione Salute e produttività non sono in contrapposizione – conclude Stefano Francia, presidente Cia regionale –  ma devono procedere insieme, con buon senso e rispetto reciproco».

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