martedì
19 Agosto 2025
Agricoltura

Campagna cereali: troppe piogge, la raccolta delle Cab è calata del 24,5 percento

Per le sette Cooperative agricole braccianti in provincia le rese scendono da 6,52 a 4,92 tonnellate/ha: «I costi di produzione non sono coperti dai prezzi di mercato»

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La campagna 2025 di raccolta cereali (grano duro, tenero e orzo) delle sette Cooperative agricole braccianti (Cab) della provincia di Ravenna segna un calo del 24,5 percento rispetto all’anno scorso. Le rese scendono da 6,52 a 4,92 tonnellate per ettaro. Le cause del fenomeno, secondo Promosagri che riunisce le sette Cab, sono da individuare nelle piogge eccezionali e persistenti del periodo invernale e primaverile con complicazioni e ritardi nelle semine e conseguenti stravolgimento dei piani colturali e riduzione significativa delle superfici dedicate.

Le Cab, aderenti a Legacoop Romagna, hanno coltivato 2.672 ettari complessivi contro i 3.519 dello scorso anno, a seguito del disimpegno delle superfici a favore di altre colture, laddove le condizioni dei terreni lo hanno consentito.

In particolare:

  • 1.240 ettari sono stati dedicati a frumento tenero, con una produzione di 4,69 tonnellate per ettaro;
  • 1.331 ettari a frumento duro, con una produzione di 5,09;
  • 101 ettari a orzo, per 5,63 ton/ha.

In totale nel 2025 le Cab hanno prodotto:

  • 5.816 tonnellate di grano tenero;
  • 6.775 di grano duro;
  • 569 di orzo.

Dal 1974 le Cooperative braccianti monitorano le proprie produzioni cerealicole: i dati mostrano come i progressi tecnici abbiano migliorato le rese fino all’impatto crescente dei cambiamenti climatici, che negli ultimi anni hanno compromesso praticabilità, fertilità e struttura dei terreni.

«Per l’ennesimo anno i costi di produzione non sono coperti dai prezzi di mercato – sottolinea Stefano Patrizi, presidente di Promosagri –. Una condizione inaccettabile per chi ha a cuore la sostenibilità e la sovranità alimentare del Paese e dell’Europa. Occorrono nuovi interventi politici che diano potere negoziale agli agricoltori e alle loro organizzazioni sui mercati internazionali».

Nonostante le difficoltà, la qualità dei cereali resta molto elevata: «Alto contenuto proteico e ottimo peso specifico, risultato dell’impegno di tecnici e lavoratori che hanno saputo valorizzare al massimo i terreni coltivabili».

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