sabato
30 Agosto 2025
INTERVISTA

L’assessore al Turismo: «Diciamo no al modello “mordi e fuggi” e guardiamo ai flussi dall’Europa dell’est»

Il bilancio provvisorio di fine estate. Boom di strutture extra alberghiere: «Servono controlli sulle regolarità»

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Da quando la città di Ravenna è governata dalla giunta Barattoni, dalla metà di giugno, la delega al Turismo è passata dall’assessore uscente Giacomo Costantini a Fabio Sbaraglia, al suo secondo mandato. Lo abbiamo intervistato: un bilancio di fine stagione e uno sguardo alla programmazione futura.

Assessore, a livello nazionale il tema centrale del turismo estivo è stato il presunto calo di affluenza sulle spiagge. I dati Istat di giugno, gli ultimi ufficialmente disponibili al momento, dicono che Ravenna era partita bene. Può darci qualche ulteriore dato o stima del resto della stagione?
«È ancora presto per tirare le somme, ma la sensazione sul comparto balneare è che dopo un giugno positivo, l’andamento di luglio abbia probabilmente risentito dei numerosi weekend di maltempo. Con tendenze parzialmente diverse per i due lidi più a sud che beneficiano di una più forte presenza alberghiera. Gli altri lidi vivono una fruizione soprattutto escursionistica che tende a concentrarsi di intensità nei fine settimana e l’incidenza del meteo in questi casi può essere importante. Il periodo di ferragosto e il finale di stagione sembrano in ripresa».

Presenze a parte, quello che emerge anche da dati ufficiali nazionali, è il calo dei consumi delle famiglie, dovuto al calo del potere d’acquisto. L’effetto è arrivato anche sulle spiagge ravennati? Gli operatori si lamentano per il calo dei fatturati, ma è colpa anche dell’aumento dei prezzi?
«Negli anni il potere di acquisto degli stipendi medi in Italia è calato drasticamente e la spesa turistica certamente è portata a risentirne. Non mi sento di puntare il dito sulla categoria balneare: il modello delle spiagge ravennati continua ad essere vario e offre proposte per tutte le tasche. Anzi, l’investimento degli operatori nella programmazione e sulle strutture è un aspetto che mi sento di sottolineare positivamente, tanto più apprezzabile nel contesto di grave incertezza dettato dalla Bolkestein. Semmai la questione sta forse nel fatto che la vacanza in se stessa è diventata più dispendiosa nel suo complesso, e questo porta gli italiani a fare delle scelte, innanzitutto di durata dei soggiorni».

A Ravenna l’obiettivo delle varie amministrazioni comunali è sempre stato quello, almeno a parole, di incrementare il turismo in ogni maniera: da qualche anno è emerso il problema del cosiddetto iperturismo, o overtourism, e dei danni indiretti che porta sul territorio. Tra cui anche, spesso, lavoratori precari e sottopagati. Da assessore al tema, come si pone in questo dibattito? Quanto può crescere ancora Ravenna? E come?
«Quello da cui dobbiamo allontanarci è il modello “mordi e fuggi”, che porta pochissimo al territorio in termini di valore e impatta nel modo peggiore sull’economia e sulla vivibilità delle città. È importante che i luoghi mantengano un’identità forte, anche a beneficio dei visitatori, d’altra parte quando visitiamo altre città quello che apprezziamo e cerchiamo è il loro tessuto più autentico, quello che ci fa pensare “qui ci vivrei!”. La sfida più interessante deve essere quella di portare il visitatore a considerarsi per il suo periodo di permanenza un cittadino temporaneo di Ravenna, ma per fare questo occorre promuovere un turismo più lento e consapevole, non si può promuovere un territorio così ricco e complesso con formule da 24 ore o addirittura meno. “Footprints” (progetto europeo che lancia Ravenna come città pilota per il turismo sostenibile, ndr) rappresenta in un investimento importante su questo fronte».

A questo proposito, come valuta l’investimento fatto in questi anni sul settore delle crociere, considerato il più impattante in questo senso?
«Fare dello scalo di Ravenna un homeport, dove i viaggi iniziano e terminano, certamente sta già rappresentando un fattore positivo, incentivando le possibilità di pernottamenti in città: l’85 percento dei movimenti passeggeri oggi è in homeport. Ma ci sono anche ricadute positive in termini occupazionali sul territorio».

Quale sarà la strategia del suo mandato? Dove si può migliorare nell’offerta turistica?
«Certamente vorrei strutturare una comunicazione del nostro territorio, basata su un documento strategico di indirizzo, con cui programmare nel medio periodo con costanza e progettualità un piano di promozione turistica che metta in rete tutta la ricchezza e la varietà di esperienze che Ravenna, la sua costa e le sue aree naturalistiche possono offrire, incentivando modelli di turismo più lenti e immersivi e al contempo a potenziare anche l’attrattività turistica delle iniziative culturali che sul territorio si promuovono. Sicuramente sul piano dei collegamenti c’è tanto da fare, il completamento della stazione marittima sarà senza dubbio un intervento destinato a pesare positivamente ma sarà importante, insieme ad Apt, collegare questa infrastruttura ai flussi internazionali che viaggiano sugli aeroporti della Regione».

In generale nel territorio c’è un tema legato all’offerta di posti letto. Come si pone sul tema della diffusione indiscriminata di affitti turistici?
«Il settore extralberghiero in questi anni è sicuramente quello che ha mostrato maggiore dinamicità anche a Ravenna. Ovviamente portando con sé anche potenziali criticità. Da questo punto di vista le nuove normative più stringenti sono positive, ma credo occorra anche un’intensa azione di controllo su tutte quelle strutture che di fatto esercitano senza autorizzazioni e senza trasparenza: inquinano il mercato abitativo e falsificano i numeri sulle presenze, creando un danno a tutto il settore».

La visita del Re d’Inghilterra in aprile ha avuto effetti sui flussi turistici inglesi? Quali sono i mercati italiani ed esteri su cui puntate?
«La visita dei Reali ha acceso un interesse per la città che ha naturalmente vissuto un momento di picco nel mese di maggio ma che mostra dati in crescita in particolare su luglio. Certamente anche l’apertura della tratta Londra-Rimini da parte di British Ariways è un segnale importante. In generale, oltre alla necessità di consolidare il mercato domestico, guardiamo con interesse ai mercati europei, dove accanto a quelli più consueti come quello francofono e in parte quello francese, seguiamo con grande attenzione la crescita di aree dell’Europa orientale come la Polonia dove la capacità di spesa e di mobilità è notevolmente aumentata negli ultimi anni. Infine sul versante croceristico vediamo una crescita di interesse da parte del pubblico statunitense».

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