domenica
14 Settembre 2025
Faenza

Risiko bancario: Ifis compra Illimity in crisi, circa 140 lavoratori in bilico

Gli occupati della società Abilio, controllata dall'istituto di credito acquisito, attendono di sapere il loro destino

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I destini professionali di circa 130-140 lavoratori di Faenza, occupati per la società finanziaria Abilio, sono nelle mani di Banca Ifis. È a rischio il posto di lavoro per una cinquantina di persone negli uffici al centro commerciale Le Cicogne.

Ifis, che nel 2024 contava duemila dipendenti e 570 milioni di fatturato, ha il controllo di Abilio da poche settimane. Si è conclusa, infatti, l’offerta pubblica di acquisto e scambio (Opas) lanciata da Ifis su Illimity, la banca fondata nel 2018 dall’ex ministro Corrado Passera che nel 2022 costituì Abilio dove confluirono i lavoratori della faentina It Auction, acquisita da Illimity nel 2020. Ora Ifis controlla il 92,5 percento di Illimity.

Già prima dell’Opas, Illimity stava smantellando Abilio che allo scorso maggio contava un totale di 177 dipendenti (il 40 percento under 33; oltre alla sede faentina, ci sono una trentina di occupati a Milano e una dozzina tra Sicilia, Sardegna e Toscana). «Secondo i piani dell’azienda ci sono in totale una settantina di persone in eccesso – spiega Francesco Bassi del sindacato Uilca –. Non ci è mai stato detto esattamente in quali sedi, possiamo fare una proporzione e ipotizzare che siano una cinquantina a Faenza. Non è noto se la riduzione del personale di Abilio fosse contestuale all’offerta di Ifis, ma immaginiamo che Illimity verrà incorporata per fusione e si vorrà proseguire sulla strada dei tagli».

La vicenda racconta quanto possano essere repentini i cambi di vento del mercato che fanno e disfano le fortune delle aziende e dei suoi lavoratori. It Auction nacque nel 2011 – fondata da Renato Ciccarelli che ora non è più nel team – come casa d’aste online, nel 2015 liquidò beni per un valore complessivo di circa 30 milioni di euro e ne fatturò oltre 2,5 e nel 2016 aveva 40 occupati. La startup era specializzata nella gestione e commercializzazione di beni immobili e strumentali provenienti da procedure concorsuali ed esecuzioni immobiliari attraverso il proprio network di piattaforme/aste online. Il mondo della finanza fiutò l’affare e nel 2020, come già ricordato, la banca guidata da Passera sottoscrisse un accordo per l’acquisizione del 70 percento del capitale per un controvalore di 10,5 milioni di euro. «Per chi c’era dall’inizio è stata sicuramente una bella scalata – riconosce il sindacalista –. Essere inquadrati con un contratto del settore creditizio è stato un salto di qualità».

Ma ora quel contratto è uno dei motivi che minacciano la sopravvivenza di Abilio: «L’azienda ha detto esplicitamente che la concorrenza applica il contratto del commercio che ha costi inferiori». L’odierna Abilio è, di fatto, quella che era It Auction e ora paga una crisi che è più di Illimity piuttosto che di Abilio. Per la creatura di Passera le cose hanno cominciato a mettersi male quando la crescita dei tassi d’interesse ha reso meno remunerativo il business degli operatori nel settore dei crediti deteriorati (noti anche come Npl), come appunto è Illimity. In più, come ricostruiva il quotidiano Il Foglio, sul mercato sono rimasti ormai solo i crediti più problematici e di difficile e dispendioso recupero. A questo si è aggiunta una normativa della vigilanza europea che ha imposto alle banche che hanno in pancia gli Npl un maggiore assorbimento di capitale. Risultato, mentre gli istituti di credito tradizionali sono diventati sempre più solidi grazie al fatto di essersi liberati di crediti cattivi e di avere visto lievitare i pro tti con i tassi d’interesse elevati, Illimity Bank ha cominciato a soffrire. «Nei colloqui con i vertici di Abilio e di Illimity – lamenta Bassi – abbiamo trovato sempre un atteggiamento di chiusura, una scarsa considerazione dei lavoratori e la mancanza di un vero piano industriale di rilancio. Questo ci fa pensare che i 70 tagli fossero solo i primi verso la completa chiusura. Ora dovremo parlare con i nuovi dirigenti».

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