L’economia ravennate regge il colpo, nonostante uno scenario globale in netto peggioramento: dall’aumento delle barriere tariffarie e non tariffarie che pesa sulle prospettive degli scambi, agli ostacoli al libero commercio internazionale che non provengono soltanto dalla politica commerciale americana, ma interessano la maggior parte dei paesi (nei primi otto mesi del 2025 le misure protezionistiche varate nel mondo sono ai massimi) fino all’indice di incertezza delle politiche economiche a livello globale resta su livelli elevatissimi.
Queste le riflessioni emerse il 27 ottobre scorso, nell’ambito della riunione del Tavolo sulle opportunità economiche e occupazionali. La riunione, che ha visto la presenza del presidente della Camera di Commercio Giorgio Guberti, della presidente della Provincia di Ravenna Valentina Palli, del direttore del Centro Studi di Unioncamere Emilia Romagna Guido Caselli e dei vertici di Istituzioni, associazioni di categoria, organizzazioni sindacali, Autorità portuale e Forze dell’Ordin è stata l’occasione per presentare i dati raccolti dall’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio di Ferrara Ravenna.
Secondo gli ultimi scenari delineati da Prometeia (Ottobre 2025) la crescita del valore aggiunto in provincia registrerà un incremento pari a +0,4% nel 2025 (+0,4% stimato anche per il 2024), per poi accelerare di poco nel 2026, a +1%. Valore aggiunto provinciale, dunque, che già da tempo ha segnato il sorpasso dei livelli del 2019 (11,4 miliardi) e la tendenza alla crescita continuerà anche quest’anno, con il superamento della soglia di 12 miliardi, tra i valori massimi della serie storica.
Per l’industria manifatturiera prosegue la fase di rallentamento, iniziata nel 2023. La produzione industriale ravennate, nel secondo trimestre del 2025, secondo l’indagine congiunturale del sistema camerale, ha registrato una flessione del -0,6%, dopo la tenuta del primo trimestre, mentre prosegue il trend in discesa a livello regionale (-1,4%), in atto da tempo. In contrazione più accentuata il settore artigiano (-5,3%). Un segnale positivo proviene degli ordini esteri che segnano un +3,4%, trainati dalle imprese più grandi. Le previsioni per il prossimo trimestre restano orientate alla massima prudenza. La dinamica del comparto delle costruzioni si mantiene positiva (+1,8%); il trend favorevole si è riscontrato per il settimo trimestre consecutivo, ma la velocità risulta in ridimensionamento, causato dalla revisione dei bonus e dall’alto costo dei finanziamenti, lasciandosi alle spalle la forte crescita del biennio 2021-2022. Per l’industria delle costruzioni della regione Emilia-Romagna prosegue l’andamento negativo del volume d’affari (-3,5%). In provincia di Ravenna inizia però il declino per l’artigianato dell’edilizia, sospendendo la corsa positiva (-0,3%), mentre per le imprese più strutturate (con almeno 10 dipendenti) si registra un aumento nel volume d’affari (+3,3%). Le previsioni relative al valore aggiunto del settore indicano un peggioramento nel 2026, con un calo stimato.
Le vendite al dettaglio, nella primavera 2025, hanno mostrato una lieve ripresa in termini nominali (+1,5%); tuttavia, considerando l’andamento dell’inflazione al consumo che ha ripreso a salire con l’inizio dell’anno ed ha avuto un nuovo ritorno di fiamma, il processo inflazionistico è divenuto una componente determinante a sostegno del comportamento del valore delle vendite correnti, tanto da spingerne l’effettiva tendenza in termini reali del venduto. Il segno positivo ha interessato tutte le tipologie merceologiche analizzate, ma si accentuano i diversi comportamenti dei consumatori: il dettaglio organizzato (+2,4%), spinto dalla ricerca della convenienza da parte dei compratori, e la distribuzione alimentare (+2,6%) sono i comparti più performanti ma entra in gioco anche la spinta dei prezzi dei generi alimentari, più colpiti dall’inflazione e che suggerisce si sia avuto un andamento delle vendite in termini reali più modesto. Di contro, l’andamento più rallentato proviene dagli esercizi non alimentari (+1%).
Per quanto riguarda il commercio internazionale, i dati di fonte Istat confermano la ripresa dell’export delle imprese ravennati, grazie alla loro capacità di reagire e di riposizionarsi, in attesa dei prossimi contraccolpi per l’effetto dei dazi USA. Per il primo semestre del 2025, hanno infatti messo in evidenza, un ulteriore incremento tendenziale del +4,2%, rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, dopo il +4,5% conseguito nel trimestre di apertura d’anno e vari trimestri precedenti di negatività; crescita più intensa al confronto con l’Italia (+2,1%) ed in controtendenza rispetto al calo della regione (-1,4%). Inoltre, in ambito regionale risulta fra i pochi risultati positivi. I contributi positivi maggiori alla crescita tendenziale dell’export provinciale derivano dall’aumento delle vendite di prodotti importanti del “made in Italy”, come ad esempio prodotti agricoli (+32%) ed alimentari (+29,2%).
Continua in crescita l’andamento dell’export verso l’Europa ed in particolare verso i Paesi UE, grazie alla ripresa della corsa del commercio verso Germania, Spagna e Francia. Per gli USA, terzo partner commerciale delle imprese esportatrici ravennati (con quota a 6,7%), nel periodo in esame l’export ha perso ulteriore slancio in termini di variazione percentuale (-26,5%); arrivano negli States prevalentemente macchinari, apparecchiature e prodotti chimici.
A proposito dello slittamento di posizione del mercato statunitense provocato dai recenti dazi, l’Ente camerale ha segnalato che sono state 276 le imprese ravennati che hanno esportato nel 2024 verso gli Stati Uniti per 476 milioni di euro. Considerando una percentuale media di dazi al 15%, potrebbero determinare un calo delle esportazioni ravennati attorno ai 71 milioni di euro, 47 milioni considerando l’elasticità della domanda per ciascun prodotto. Per quanto riguarda invece l’intensità di esportazione su questo mercato, sono 90 le imprese ravennati che esportano più del 50% del proprio export verso il mercato americano, di queste 67 esportano più del 90%. L’export delle 90 imprese vale 150 milioni. Ma l’impatto diventa più significativo se rapportato al fatturato: per 127 imprese esportatrici negli USA il mercato americano vale meno dell’1% del proprio fatturato complessivo (estero e interno). Per 38 vale una quota tra il 10 e il 25% del fatturato, per 17 vale oltre il 25%. Le 38 esportano per 86 milioni, le 17 per 156 milioni.
I dati di fonte regionale relativi al turismo, nei primi otto mesi del 2025, comprendendo anche i numeri dell’alta stagione di luglio e agosto, rispetto all’analogo periodo del 2024, delineano un quadro positivo per Ravenna che è tra le province che crescono di più in Emilia-Romagna: i turisti sono aumentati del 7,8% ed i pernottamenti del 5,1%. Molto significativo l’incremento dei turisti stranieri, l’11,8%, ma anche i nostri connazionali hanno tenuto testa, in crescita del +6,8 rispetto nei primi otto mesi del 2024. Buona anche la performance dei pernottamenti: +8,2% per gli stranieri e +4,3% per gli italiani.Nei primi sei mesi del 2025, le ore di cassa integrazione sono aumentate del +18,8%, rispetto allo stesso periodo del 2024; l’aumento è stato però determinato solo dalla componente straordinaria.
Secondo il sistema Excelsior, persiste un’elevata difficoltà di reperimento di personale per le imprese, segnalata nel 46,6% dei casi, con punte per operai specializzati e tecnici della distribuzione commerciale. Per Prometeia, se l’occupazione quest’anno registrerà un incremento rallentato del +0,9% rispetto al livello del 2024, il tasso di disoccupazione provinciale è previsto in aumento (4,7%, dal 4,1% del 2024), a causa di una crescita delle forze di lavoro superiore a quella degli occupati. A fine settembre dell’anno corrente, la movimentazione anagrafica al Registro delle Imprese fa registrare un saldo positivo; come prima analisi, da gennaio a settembre 2025, le cessazioni non d’ufficio (1.412) sono inferiori alle nuove aperture (1.485): la movimentazione tra iscrizioni e cancellazioni volontarie, nei nove mesi, genera un saldo positivo, anche se contenuto, pari a +73 unità, in lieve rallentamento rispetto al saldo già positivo del gennaio-settembre 2024 (era +89). Questo quadro demografico è stato determinato, da una parte, dalle iscrizioni che sono scese a quota 1.485, registrando una flessione rispetto allo stesso periodo del 2024 (-3,9%). Sul fronte opposto anche le cessazioni volontarie sono calate, assestandosi a 1.412 unità ed hanno segnato un decremento nei confronti del gennaio-settembre del 2024 (-3% la diminuzione in termini relativi).
«La vocazione imprenditoriale della provincia di Ravenna – ha sottolineato Guberti – impone la necessità di valorizzare l’impresa, le sue esigenze e le sue potenzialità come punto di riferimento per le politiche di sviluppo e crescita territoriale in termini di infrastrutture, turismo, innovazione, urbanistica. Anche in tale prospettivail tema infrastrutturale è centrale, è elemento fondamentale di competitività e sviluppo. Alcune priorità legate ai collegamenti stradali non sono più procrastinabili, mi riferisco alla messa in sicurezza della Romea, che ha il triste primato di essere la Statale con il più alto numero di morti in Italia per chilometro, e della statale SS16, anch’essa recentemente funestata da diversi incidenti mortali». Nel corso dell’assemblea, Guberti ha espresso la volontà di scrivere a Trenitalia Tper e Rete Ferroviaria Italiana per evidenziare una situazione di disagio ferroviario non ulteriormente tollerabile: «Continuiamo, inoltre, ad assistere a disservizi quotidiani nel trasporto ferroviario locale, in particolare sulla linea Ferrara-Ravenna. La tratta Bologna-Ravenna non è da meno, è stata classificata tra le 11 peggiori d’Italia e la peggiore in Emilia-Romagna nel rapporto Pendolaria di Legambiente del 2024 a causa di ritardi, cancellazioni e sovraffollamento. Non ci può essere alcuna programmazione efficace senza gli adeguati collegamenti in grado di liberare tutte le risorse positive e le capacità di impatto allargato che possono scaturire dalla presenza, in particolare, del porto di Ravenna, dell’aeroporto di Bologna e degli importanti hub e snodi di trasporto intermodale che hanno sede nel territorio ravennate, con relative concentrazioni di traffico di persone e di merci».
In conclusione, le riflessioni della presidente di provincia Palli sul delicato panorama internazionale contemporaneo: «Ringrazio la Camera di Commercio per questo importante momento di confronto e condivisione. In un periodo storico di profondo sconforto, con il contesto internazionale intriso di guerre e misure protezionistiche, riteniamo che costruire una visione di futuro che al contrario valuta le sfide e le opportunità analizzandole con fiducia e speranza, sia il modo migliore per governare i processi economici. Una società che sa pensare unita è una società più forte e in grado di competere. Le nuove sfide, in particolare quelle del governo delle tecnologie e dell’inverno demografico pretendono da noi capacità di visione e risposte nuove. In questo contesto l’economia ravennate ha tutte le carte in regola per competere ed essere portatrice di nuove virtuose modalità».



