Prosegue il trend negativo per i negozi storici del centro di Ravenna. Nei prossimi giorni su altre tre vetrine con vari decenni di storia si abbasserà per sempre la saracinesca.
Il primo spazio vuoto in ordine di tempo è stato lasciato da Q, negozio di calzature e abbigliamento di via Gordini che ha chiuso il 12 dicembre. «Sono aperta dal 2002 e ho deciso di cambiare lavoro – racconta la titolare Chiara Caldironi –. Dopo 23 anni so che mi mancherà tutto questo, ma negli ultimi nove ho gestito l’attività da sola e non è semplice andare avanti senza mai potersi concedere una pausa». Anche per via della posizione strategica, tra il Teatro Alighieri e la Tomba di Dante, il flusso di clienti non è mai mancato, pure nei periodi più difficili. «Le vendite sono sempre andate bene e anche la liquidazione ha avuto ottimi risultati – prosegue Caldironi -. Ho chiuso qualche giorno prima rispetto al previsto perché la merce è praticamente terminata».
Secondo la titolare di Q, il progressivo svuotamento del centro storico non è legato alla questione dei parcheggi, ma al cambiamento delle abitudini di consumo: «È un fenomeno nazionale. Personalmente renderei tutto pedonale, quindi non credo che il problema sia il parcheggio. Piuttosto, i giovani acquistano sempre più online e non sono più abituati ai negozi fisici; spesso, quando entrano, faticano persino a salutare».
A pochi passi di distanza chiuderà anche la Drogheria San Domenico, attiva in via Mentana dal 1987, dopo lo spostamento dalla sede originaria di via Cavour. «Dopo 44 anni di lavoro è arrivato il momento di riposare – sono le parole di Cristina Casadio, prima socia e poi titolare dal 2017 –. Sono cresciuta tra le vie del centro e mi addolora dover chiudere. Mi sarebbe piaciuto che l’attività restasse in famiglia, ma nel giro di poco tempo ho perso sia mio marito che mia nipote». La drogheria, specializzata in spezie, aromi, prodotti sfusi e di nicchia, si è distinta a lungo per la ricerca della qualità anche all’estero. «Prima chi mi ha preceduto e poi io personalmente abbiamo sempre selezionato prodotti particolari dalla Francia, dalla Germania e dall’Inghilterra. Ma tra i giovani il concetto di drogheria si è perso, e di conseguenza c’è anche poco interesse per rilevarla».
L’attività cesserà il 14 dicembre, infatti, senza aver ricevuto proposte concrete, ma con molti attestati di stima: «Una cliente di Vicenza mi ha appena inviato una lettera splendida, con tanto di foto – sottolinea Casadio -. La clientela è dispiaciuta, e anche a me mancherà molto il rapporto costruito in tutti questi anni».
Il 18 gennaio calerà il sipario anche su Al Cappuccetto Rosso, storico negozio di abbigliamento per bambini sotto i portici di via Diaz, attivo dal 1963. «A 70 anni sento che è il momento giusto per fermarmi – spiega Daniela Errani, subentrata nel 1981 alla precedente titolare –. Siamo tuttora un punto di riferimento per tanti genitori, ma le nostre energie non sono più quelle di un tempo, e un negozio per bambini richiede molta dedizione». Un certo interesse per rilevare l’attività c’è stato, ma l’affitto elevato e il centro storico poco valorizzato rappresenterebbero un ostacolo per i possibili acquirenti: «A differenza di altri mondi, quello dell’infanzia è poco percorso dalla compravendita online – continua Errani –. Il problema è che oggi non è semplice gestire un negozio in un centro storico sempre più vuoto: come si può notare, le attività a gestione familiare lasciano spazio alle catene». Sul tema, la commerciante esprime anche critiche verso associazioni di categoria e amministrazione comunale: «Il centro sta pian piano morendo. Lo abbiamo segnalato più volte, ma sembra non interessare a chi dovrebbe occuparsene. La gente cerca comodità, e senza parcheggi è difficile venire in centro a fare acquisti».



