mercoledì
02 Luglio 2025
lutto in cucina

È morto Silverio Cineri, 50 anni ai fornelli fra estro e professionalità

Faentino, 70 anni, fu il primo chef stellato in provincia di Ravenna. Il ricordo dell'amico gastronomo Franco Chiarini

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Silverio Cineri Chef
Il cuoco Silverio Cineri in un ironico ritratto di alcuni anni fa

È scomparso recentemente lo chef faentino Silverio Cineri, fra i più innovativi e apprezzati cuochi di Romagna degli ultimi 50 anni. Classe 1952 aveva ottenuto la prima stella Michelin conferita in provincia di Ravenna. Fra i tanti locali che lo hanno visto ai fornelli, la mitica “La Frasca” di Gianfranco Bolognesi, il suo “Amici miei” e l’ultimo “Silverio” a Faenza che aveva chiuso i battenti qualche anno fa.
Ecco un ricordo dell’amico gastronomo Franco Chiarini con cui Cineri aveva condiviso dal 2009 il progetto regionale di “ChefToChef”.

«Silverio, una vita in cucina.
In cucina solo il lavoro costante ti porta alla creatività, alla innovazione permanente.
E nella semplicità del gesto e della “regola del tre” (tre ingredienti nel piatto bastano a creare ineffabili equilibri) riusciva a spaziare dalle cucine medievali alla nostra storia romagnola, dalla tradizione artusiana alle indelebili creazioni di una personale avanguardia gastronomica. Aveva precorso i tempi del passato e del futuro.
Aveva iniziato a lavorare con la passione dello scout e giovanissimo con a fianco il Dinì, una vera cuoca romagnola alla Frasca, aveva bruciato le tappe della sua cucina ed era subito andato oltre con le faraone alle vongole e il capocollo al vino rosso e scalogno.
Era un intellettuale appassionato di libri antichi che conosceva a fondo.
Era astemio ma capiva come pochi altri di vini e distillati.
Era un cultore della grafica e autore di libri importanti e divertenti.
Era sceneggiatore e attore di avventure francesi.
Era sapiente nella scelta delle ceramiche della sua Faenza.
Era un insegnante a tanti occhi sgranati.
Era uno dei pochi grandi ristoratori che faceva dei menù un tramite culturale.
Era amico di chiunque lo avvicinasse se voleva essergli amico».

Franco Chiarini

 

 

 

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