venerdì
04 Luglio 2025

È morto Roberto Vianello: ha scritto la storia del basket ravennate

Lo storico presidente aveva 76 anni. I funerali giovedì 20 marzo

Basket Ravenna Vianello

Lutto nel mondo dello sport ravennate. È morto ieri (domenica 16 marzo) a 76 anni Roberto Vianello, lo storico presidente del Basket Ravenna, oggi impegnato nel campionato di serie B nazionale ma che negli anni scorsi aveva portato a un passo dalla serie A1.

Broker assicurativo di origini veneziane, ha scritto le pagine più importanti della storia della società ravennate. Lascia la moglie Marina, le figlie Alessandra e Natalia e il fratello Luca.

Il feretro sarà esposto alla camera mortuaria da domani mattina (martedì 18 marzo) mentre i funerali sono stati fissati per giovedì 20 marzo, alle ore 15, alla chiesa di Santa Maria in Porto.

«Roberto, da presidente, ha sempre guidato il nostro club con passione, dedizione ed impegno costante – si legge in una nota del Basket Ravenna -, riuscendo a regalare ben più di una soddisfazione alla città di Ravenna. “Innanzitutto divertiamoci” era il suo motto, parole che campeggiavano in uno striscione esposto al Palasport. Credeva fermamente nella crescita del basket a livello locale, e si è sempre impegnato con l’obiettivo di creare un ambiente sano, riuscendo a trasmettere i propri valori sportivi a tutti quelli che hanno avuto il privilegio di lavorare con lui, e che oggi ne piangono la scomparsa».
«Ci stringiamo con dolore alla famiglia e alla società Ravenna Basket Piero Manetti per la perdita di Roberto Vianello – scrive in una nota inviata alla stampa il sindaco facente funzioni Fabio Sbaraglia -. La generosità e la passione con cui ha saputo ricostruire e radicare in città una cultura cestistica restano patrimonio inestimabile di tutta la comunità. Negli anni della sua presidenza, il Ravenna basket ha conseguito risultati sportivi importanti ma soprattutto attratto tantissime persone e tantissime famiglie al palazzetto e sui campi di pallacanestro, alimentando una passione che ha sempre avuto come punti fermi i valori più alti della sportività e del rispetto».

Il tour europeo di Kat Von D farà tappa anche a Cervia

Si tratta dell’unica data italiana insieme a quella di Milano della tatuatrice e musicista americana
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Il tour europeo di Kat Von D farà tappa anche in provincia, con una data al Rock Planet di Pinarella sabato 7 giugno (unica data italiana insieme a Milano). L’artista statunitense, consciuta principalmente come tatuatrice e beauty icon, da qualche anno porta avanti un proprio progetto musicale alternative rock.

La prevendita dei biglietti è già disponibile su Ticketnation e, oltre all’ingresso singolo, è disponibile uno speciale pacchetto vip con meet and greet e foto.

Il riuscito omaggio a Tondelli di cinque artisti romagnoli “solitari” e “ribelli”

A Lugo una bella mostra che è anche un inno agli “sconfitti” di una generazione
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Solitari, sconfitti, distaccati, ribelli è il sottotitolo della bella mostra appena inaugurata alle Pescherie della Rocca di Lugo che presenta una selezione di opere di cinque artisti romagnoli. Vittorio D’Augusta, Piero Dosi, Danilo Melandri, Claudio Montini e Gio Urbinati sono inseriti nel castello dei destini incrociati come artisti schivi, evitanti o non inseriti nel sistema dell’arte.

Pare che il genius loci abbia favorito per loro una sorta di solitudine romantica per una insofferenza alle mode, al mercato e l’apprezzamento da parte di una cerchia di amici e collezionisti. La mostra, curata da Gian Ruggero Manzoni con Rodolfo Gasparelli e Massimiliano Fabbri, è anche un omaggio a Pier Vittorio Tondelli di cui quest’anno ricorre il quarto decennale della pubblicazione di Rimini, un romanzo che riprende l’aura di dissesto di Altri libertini contestualizzati in una Rimini al limite del collasso. Chi ha frequentato la città costiera negli anni ‘80 può condividere il ricordo di quel senso di precarietà priva di orizzonti di cui si nutrono le pagine: nonostante la raccolta di racconti sia stata criticata, a distanza di tempo resiste nel ricordo quel contesto corale di personaggi reali – marginali e creativi, disperati e incatenati al denaro, soli e disponibili a incontri fugaci – che lasciavano dietro a sé tracce di preservativi, sbornie, musica e divertimenti matti e disperatissimi. Un inno agli sconfitti di quella generazione dopo la saracinesca chiusa sulle speranze del decennio precedente. Alla fine gli artisti presenti – appartenenti alla generazione dello scrittore – condividono con i personaggi di Tondelli il retroterra culturale e l’insofferenza all’edonismo imperante degli anni ‘80. Tutti, in misura diversa, si sono opposti a un sistema – sociale, economico, artistico – che ritenevano sbagliato e hanno continuato a lavorare senza perdere l’occasione di dare un forte senso esistenziale alla propria creatività. Il primo in ordine è il riminese Vittorio D’Augusta, ben conosciuto nell’ambito artistico nazionale grazie a mostre continuative supportate da impianti critici di rilievo. Il motivo per cui viene inserito fra i solitari si spiega con la linea creativa autonoma dell’artista che ha poco concesso alle tendenze e al mercato.

Dagli esperimenti di arte povera degli anni ‘70 alle successive prove di arte informale e astratta, D’Augusta è rimasto fedele a se stesso e a un’arte libera di sperimentare senza rispondere ad alcuna aspettativa. Alla Rocca sono presenti opere in cui l’astrazione è cifra di libertà creativa assieme a una serie di prove figurative che seguono una linea espressionista di effetto.

Un altro artista ben inserito nel contesto mercantile è stato il ceramista riminese Gio Urbinati che per molti anni ha accompagnato la sua rivendicata pratica artigianale al lavoro artistico vero e proprio. Collaboratore per anni di progetti al fianco di Tonino Guerra, intellettuale e sceneggiatore mai dimenticato, Urbinati incarna una sorta di faber sperimentatore che per creare poteva utilizzare la terra del proprio giardino, seguendo il processo di cottura ceramica a occhio. Figure mitologiche e frutti, uccelli dal doppio significato iconografico e semantico, cattedrali ornate di rametti: potremmo dire che una fantasia scatenata e una forte ironia risultano le chiavi di accesso al suo lavoro. Piero Dosi è un artista molto amato in Romagna, a cui Lugo, sua città natale, ha dedicato qualche anno fa una ricca retrospettiva. La violenza espressiva che caratterizza il suo linguaggio è presente fin dai primi autoritratti degli anni ‘70-’80 in cui l’artista utilizza uno stile iperrealista: è la ferocia nella descrizione, gli strappi, le lacune orride nel tessuto imitativo del reale, che esprimono la forte carica eversiva del lavoro.

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Qui in mostra sono alcuni autoritratti più tardi, in cui lo stile si riappropria di una libertà fluida di pennello, sempre ricco di salti volutamente inappropriati, assieme ad alcuni disegni, appartenenti a quella sorta di diario lirico intimo che l’artista ha sedimentato come luogo di confronto con se stesso per tutta la vita. Poco conosciuto è Danilo Melandri, scultore, disegnatore e ceramista nato a Fognano, che appartiene a quella linea di creatività professionale collocata ai margini dei territori, sia per le caratteristiche umane dell’artista – schivo, sensibile –, sia per le contingenze di una poetica votata solo a essere fedele a se stessi. Attraverso la raccolta di scarti di rottamazioni, Melandri non si ferma alla ricreazione di sculture che inglobano parti recuperate o la vita passata degli oggetti: mediante un’onnivora attenzione alla storia dell’arte, alle tecniche, a tutto ciò che per lui costituisce fonte di conoscenza, crea opere che manifestano una grande capacità introspettiva e un’ottima mano. In particolare i disegni, interpuntati da scritte quasi invisibili che restituiscono dati personali e intimi, supportano una qualità ideativa rara e coinvolgente.

A distanza di poco più di un anno dalla mostra che a Cotignola ha ricordato il lavoro complessivo di Claudio Montini, artista di Bagnacavallo di cui fino a questo evento era conosciuta solamente l’attività di grafico, vengono qui ripresentate alcune delle sue realizzazioni pittoriche. Creati in solitudine dopo la disillusione per il difficile rapporto col mercato dell’arte, i dipinti di Montini testimoniano una fantasia che si nutre del mondo dell’infanzia, della storia dell’arte – da Turner a Courbet, da Botero a Friedrich – e di infiniti innesti dall’iconografia musicale, dai fumetti e delle riviste degli anni ‘80. Un immaginario promiscuo come quello della rete prima di internet, condiviso da un’intera generazione, la stessa di Tondelli.

“Altri libertini. Solitari, sconfitti, distaccati, ribelli” Lugo, Pescherie della Rocca – fino al 30 giugno 2025 
orari: gio-ve 15.30-18.30; sa-do 10-12 e 15.30-18.30

La stagione si apre con un sold out: in oltre 500 alla Corsa della Bonifica

Gli appuntamenti proseguono sabato 22 con l’inaugurazione della rassegna “Storie di fiume”

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La stagione degli eventi in natura di Trail Romagna si è aperta con il sold out della Corsa della Bonifica e di Dante: Nella giornata di domenica 16, oltre cinquecento partecipanti hanno affrontato i due percorsi che si snodavano dal Camping Classe Village di Lido di Dante tra le pinete di Classe e Ramazzotti con il suggestivo passaggio nella Riserva Naturale Integrale della Foce del Bevano, aperta eccezionalmente per la gara. La corsa è stata quindi l’occasione per apprezzare le bellezze naturali del territorio, non solo per chi lo abita, ma anche per i tanti turisti sportivi che hanno partecipato alla manifestazione (oltre il 50 percento degli iscritti totali). 

I primi atleti a tagliare il traguardo della 21 km off road sono stati Enrico Bartolotti e Giorgia Bonci, coppia della società Liferunner.

Il calendario di Trail Romagna prosegue sabato 22 marzo, nella Giornata Mondiale dell’Acqua, con l’inaugurazione della rassegna “Storie di fiume” (qui il programma approfondito).

La rinascita dell’Accademia di Belle Arti «Più spazi e collaborazioni per crescere»

Dal corso di mosaico a quello sempre più apprezzato sulle Nuove tecnologie: oggi sono duecento gli iscritti da tutta Italia.
La direttrice Babini: «Le accademie sono gli ultimi custodi dell’identità, del patrimonio e del futuro dei territori»

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Se l’Università a Ravenna può considerarsi una novità di “appena” trent’anni, l’alta formazione in città vanta una storia di quasi due secoli, testimoniata dall’Accademia di Belle Arti. Il percorso della scuola però non è sempre stato lineare: dalla fondazione nel 1829 all’acquisizione di un patrimonio artistico capace di dare vita alla Pinacoteca Comunale (oggi Museo d’Arte della città), al trasferimento nel 1998 dalla storica sede della Loggetta Lombardesca (occupata dal 1971) a quella attuale nel complesso dell’ex “Albe Steiner” di via delle Industrie 76. Di seguito un periodo buio per l’istituzione, segnato da un importante calo delle iscrizioni e da un senso di abbandono e distacco anche da parte degli stessi cittadini ravennati. Nel 2001 prende il via il progetto sperimentale “Mosaico: tecnica ed espressività”, articolato su una base triennale e una specializzazione biennale, accompagnato da un lavoro di rilancio e promozione, riordino delle offerte formative, che ha preso pieno fermento una quindicina di anni fa, intorno al 2008, fino al cambio del coordinamento didattico del 2014 e all’inaugurazione della seconda sede in piazza Kennedy nel 2021 (oltre duemila metri quadrati condivisi con l’istituto Superiore di Studi Musicali Giuseppe Verdi, altra realtà storica per l’alta formazione in città). Un ulteriore tassello per la valorizzazione dell’istituzione è stato aggiunto nel 2023, con la statizzazione che ha interessato cinque accademie storiche del Paese, tra cui appunto quella di Ravenna, che risulta l’unica accademia d’arte statale in Romagna.

Oggi l’Accademia di Belle Arti di Ravenna conta 200 iscritti da tutta Italia, con un’affluenza raddoppiata a seguito della statizzazione. Allo storico triennio in Mosaico si sono aggiunti oggi altri tre corsi: Arti Visive-Pittura, Design del Gioiello e il più apprezzato dai giovani studenti: Nuove tecnologie dell’arte, con approfondimenti su fotografia digitale, computer grafica e video editing fino allo studio dell’inglese per la comunicazione artistica. Alla formazione triennale, equipollente a una laurea di primo grado, segue il diploma biennale di secondo livello in Decorazione Mosaico, che corrisponde a una laurea magistrale.

È inoltre disponibile un programma di Erasmus con convenzioni europee ed extraeuropee. «Al termine del primo ciclo dei nuovi trienni vorremmo implementare i relativi corsi di approfondimento biennale» spiega Paola Babini, docente di tecniche pittoriche all’Accademia di Bologna e direttrice dal 2023 dell’Accademia di Ravenna. Oltre al triennio di Nuove Tecnologie, sono particolarmente apprezzati dagli studenti i percorsi più di nicchia come Design del Gioiello (che spazia dal disegno tecnico e professionale allo studio del brand e all’ecodesign) e Mosaico, nato per tutelare la forma d’arte più identitaria e rappresentativa di Ravenna. «L’alta specificità dei corsi ci permette di attrarre studenti anche da fuori regione – continua Babini – per noi è fondamentale affiancare all’offerta formativa una forte connessione con il territorio, valorizzando il patrimonio artistico unico della città, con i suoi otto monumenti musivi riconosciuti dall’Unesco. Al tempo stesso, vogliamo creare nuove opportunità lavorative per gli studenti, favorendo l’integrazione con il tessuto sociale e imprenditoriale locale. Crediamo fermamente che il patrimonio generi cultura e la cultura produca economia». In questa direzione negli ultimi anni sono stati stretti i contatti con le associazioni di categoria e le piccole imprese cittadine, con uno sguardo rivolto anche a una collaborazione più stretta con l’università.

Importanti anche i lavori organizzati in sinergia con gli enti del territorio: dalla promozione dei lavori dei ragazzi con mostre e eventi dedicati alla tradizionale collaborazione con la Biennale del Mosaico (il curatore dell’edizione 2025 sarà appunto uno dei docenti dell’accademia, Daniele Torcellini), fino ai lavori di arte pubblica (tra gli ultimi, lo stemma a mosaico per la scuola di polizia e il progetto in essere con il Comune di Cervia per la realizzazione di una land art al Parco Naturale). «Percepiamo l’Accademia come una realtà in continuo fermento – sottolinea la direttrice -. guardando al futuro il desiderio più grande sarebbe quello dell’ampliamento degli spazi che, considerata la vocazione naturale dell’Accademia alla produzione di opere, finiscono per non bastare mai, e una rete di collegamenti e servizi più strutturata nell’interesse di studenti e professori. L’inaugurazione della seconda sede in pieno centro è stato un tassello importantissimo per la nostra offerta formativa, ma per noi è importante valorizzare anche la sede principale, dove è custodita la vera ricchezza dei laboratori». Camminando tra le aule di via delle Industrie infatti si percepisce chiaramente lo spirito eclettico della scuola, dal rapporto diretto, rispettoso ma allo stesso tempo informale tra docenti e studenti, alla libertà di fruizione degli spazi, che al di fuori delle ore di lezione possono essere usati come aule studio o come aree di laboratorio per perfezionare le proprie opere. Dai manichini vestiti con lattine di bibite riadattate a gonna e top, tappi e reti di plastica si passa velocemente ai mosaici contemporanei che affollano le pareti, fino a gessi, cartoni musivi, vecchie pubblicità e spazi con macchinari dedicati alla stampa di litografie, all’incisione e alla trasformazione dei materiali. «Le accademie d’arte sono le ultime custodi dell’identità, del patrimonio e del futuro dei territori in cui si trovano. Il nostro patrimonio si divide tra contemporaneità, contribuendo alla formazione di tante giovani menti e alla produzione di nuove forme d’arte, alle collezioni custodite dai nostri archivi e dalla nostra gipsoteca, oggi ospitata dal Mar, che rappresenta una testimonianza importantissima per la città – conclude Babini -. Se in passato l’Accademia è stata in qualche modo dimenticata dagli stessi ravennati, per il futuro ci auguriamo la giusta valorizzazione di un patrimonio di grande pregio e in continua evoluzione, stringendo il rapporto con gli stessi cittadini e invitandoli a scoprire i nostri spazi e le nostre iniziative, che non si limitano alla sola formazione».

A2, la Consar Ravenna chiude al terzo posto. Ora i playoff contro Siena

A Macerata arriva la 20esima vittoria su 26 partite, nessuno ha fatto meglio. Prevendite dal 19 marzo per i quarti di finale degli spareggi promozione

Tifosi Consar Ravenna

La Consar Ravenna chiude la regular season del campionato di A2 di volley maschile vincendo 3-2 in casa di Macerata e ottenendo così la 20esima vittoria su 26 partite. Nessuno ha fatto meglio, nemmeno le due squadre di testa, Brescia e Prata, con quest’ultima che ha chiuso al primo posto grazie alla differenza set. Ravenna invece migliora il quarto posto dell’anno scorso chiudendo sul gradino più basso del podio.

I playoff promozione partiranno già domenica 23 marzo (ore 18) con gara 1 al Pala Costa contro Siena, che ha chiuso al sesto posto grazie anche a una serie finale di otto vittorie consecutive. Gli altri quarti di finale saranno Brescia-Saturnia e Cuneo-Aversa. Già in semifinale invece la capolista Prata.

Info biglietteria. Per gli abbonati della Consar è prevista la prelazione mercoledì 19 dalle 17 alle 19 alla biglietteria del Pala Costa. Nella stessa giornata di mercoledì, alle 20, apre la prevendita dei biglietti per tutti i tifosi direttamente sul sito ufficiale della società: www.portoroburcosta2030.it

«Una crepa lunga chilometri e profonda fino a 2 metri lungo l’argine del Lamone»

Il comitato degli alluvionati di Villanova di Bagnacavallo ha informato le autorità competenti

Dopo la piena di venerdì, i cittadini di Villanova di Bagnacavallo lanciano l’allarme per una crepa che si è formata sull’argine del fiume Lamone, lato Villanova. «Una crepa lunga chilometri e, in alcuni tratti, profonda quasi due metri», si legge nella denuncia pubblicata sui social.

Il comitato degli alluvionati ha già informato le autorità competenti «con la speranza che si intervenga al più presto per evitare una catastrofe alla prossima pioggia».

«Per troppi anni abbiamo dimenticato la gestione ordinaria del territorio»

Il capo della Protezione Civile: «Le opere idrauliche vanno gestite»

Tavolo Incontro

«Un territorio per definizione può essere sicuro ma può anche non esserlo. Ci sono situazioni che vanno analizzate di volta in volta, i rischi sono tanti. Il nostro territorio nazionale per il 94% è a rischio idrogeologico e la regione Emilia-Romagna è uno di questi territori». Lo ha detto il capo della Protezione Civile, Fabio Ciciliano, al termine dell’incontro con il presidente della Regione, Michele de Pascale, nella sede della Protezione civile a Bologna, rispondendo a chi gli chiedeva se il territorio dell’Emilia-Romagna, con i cambiamenti climatici, fosse sicuro per i cittadini per abitarci.

«Con il presidente de Pascale ragionavamo sul fatto che la pianura è tale perché sono state fatte opere idrauliche – ha aggiunto Ciciliano – che come tutte le opere fatte dall’uomo vanno gestite». Per Ciciliano ci si deve muovere verso «la gestione delle emergenze» e in parallelo «verso la gestione ordinaria del territorio».

«Per troppi anni abbiamo dimenticato di fare una gestione ordinaria dei nostri territori. Se lo faremo – conclude Ciciliano – il futuro che i nostri territori riserveranno ai nostri figli sarà sicuramente migliore e più sicuro». (fonte Ansa.it)

«Rifiuti e topi nel cortile delle case popolari di via Eraclea»

Ancisi (Lista per Ravenna) chiede l’intervento urgente di Hera

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«Da diversi giorni l’immondizia si sovrappone su bidoni strapieni di sacchetti di umido. Sono stati avvistati anche topi che pasteggiano». La segnalazione arriva dai palazzi delle casa popolari di via Eraclea, zona darsena di Ravenna, numeri civici dal 27 al 39. A girarla ai giornali il decano dell’opposizione Alvaro Ancisi di Lista per Ravenna (candidato sindaco anche per la Lega).

Viene denunciato un «grave degrado per la mancata raccolta dei rifiuti collocati nell’area cortilizia» e ci si chiede «se Hera può giustificare questa mancanza vista la spesa che ogni cittadino sostiene per il lavoro che non viene svolto con regolarità».

Ancisi chiede «che si provveda con urgenza a rimuovere questa situazione avvilente e gravemente infestante».

Satira sul calcio con Gli Autogol: «Su Youtube era un gioco, ora il nostro lavoro»

All’Alighieri le imitazioni che hanno reso celebre il trio. «Che bello quando abbiamo giocato a calcio con Zanetti»

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Il trio con l’ex allenatore della Juventus Massimiliano Allegri

Vero e proprio fenomeno social di questi anni, il trio di satira calcistica de Gli Autogol sarà al teatro Alighieri di Ravenna lunedì 17 marzo alle 21 con lo show Calcio Spettacolo. Il trio comico, nato nel 2008, è diventato popolare grazie a imitazioni e parodie sullo sport, diventate dei tormentoni tra gli appassionati di tutta Italia. I numeri delle loro pagine social parlano chiaro: più di otto milioni di fan sommando il seguito su Instagram, Facebook, Youtube e Tiktok, stabilendosi tra i video creator e web influencer più seguiti d’Italia. In carriera, non solo attività social ma anche tanta radio e tv.

Ne abbiamo parlato con Alessandro Iraci – imitatore tra i tanti di Buffon e Chiellini – che compone il trio comico insieme a Michele Negroni e Alessandro “Rollo” Trolli.

Come sta andando il tour?
«Siamo molto contenti di come è venuto lo spettacolo e il tour è partito alla grande. Abbiamo avuto un’ottima risposta dalle città in cui siamo stati, anche a Ravenna. Tra l’altro in settimana non è sempre facile attrarre pubblico perché ci sono tanti impegni ma stiamo riuscendo nel nostro intento di portare tante famiglie nei teatri».

Il vostro impatto a teatro è differente rispetto a quello via video o radio in cui siete più abituati?
«Noi siamo nati a teatro. Nel 2008 abbiamo cominciato al teatro di Pavia ed è proprio lì che ci siamo conosciuti professionalmente. Per noi è sicuramente una bella emozione tornare sul palco. Nell’ultimo periodo ci mancava quel rapporto col pubblico che hai soltanto a teatro. Sui social hai uno schermo che fa da barriera e leggere i commenti o vedere i like non è come percepire la risata che ti arriva addosso da una platea distante pochi metri».

Sono passati più di dieci anni dai primi video su Youtube, ma quando vi siete accorti veramente di aver successo?
«Il nostro è stato un successo molto più graduale rispetto ad altri che magari hanno avuto il classico boom virale. Noi abbiamo iniziato su Youtube, i primi commenti positivi ci hanno fatto accorgere che le cose stavano andando bene, ma lo spartiacque fu quando nel 2014 ci contattò Radio 105. Da lì in poi da un semplice divertimento è diventato il nostro lavoro che ci ha permesso di dedicare sempre più tempo e attenzione ai contenuti».

In futuro pensate di proseguire con parodie sul calcio o cercherete di ampliare la vostra comicità verso altri mondi?
«Da qualche mese ci stiamo già approcciando ad altri mondi. Una volta al mese creiamo un contenuto che non è calcistico per un pubblico più generalista. Gli ultimi che sono andati fortissimo sono l’imitazione di Mammucari e Sanremo. Quindi sì, la voglia di andare oltre al calcio c’è, ma lo vediamo come un processo graduale perché a noi piace il calcio e ci piace parlarne in maniera ironica e differente».

Quali sono le parodie di cui siete più soddisfatti? A quali imitazioni siete più legati e quali invece funzionano di più?
«Vedo che a teatro ci sono dei personaggi a cui la nostra community rimane molto affezionata. Faccio l’esempio di Federico Buffa, un personaggio che non facevamo da tanti anni: lo stiamo rifacendo a teatro e riscuote grande successo. Stesso discorso vale per Guido Meda le cui telecronache sono sempre molto apprezzate. Ovviamente dopo che si fanno per tanto tempo, si crea una sorta di legami con le imitazioni di certi personaggi, ma dopo un po’ c’è la necessità di cambiare per evitare di annoiare il pubblico».

Alcuni però sono evergreen…
«Sì, in effetti tanti ci accompagnano dagli albori della nostra vita professionale. Conte, Allegri e Ibra sono personaggi che volenti o nolenti sono sempre sulla cresta dell’onda e che siamo costretti a portare avanti».

Ci sono stati giocatori, allenatori o in generale personaggi che si sono sentiti offesi dalle vostre parodie? O chi invece vi ha dato dei feedback positivi?
«Diciamo che quasi nessun calciatore si è offeso. Magari qualche allenatore o addetto ai lavori ha avuto da ridire dato che forse si è toccato una sfera un po’ più professionale. Ma è assolutamente una percentuale minima rispetto a chi si è complimentato. Devo dire che il rapporto è ottimo con tutti, anche con chi non ha preso bene certe parodie poi ci siamo incontrati e abbiamo chiarito facendogli notare che si tratta di semplice satira».

Da qualche anno coinvolgete calciatori “veri” dentro ai vostri video. C’è qualche aneddoto da raccontare su questi personaggi che da fuori sembrano intoccabili?
«Portare personaggi “reali” all’interno dei nostri video è sempre stato un obiettivo. Siamo stati i primi a farlo in Italia e quindi è un bel motivo di vanto per noi. Abbiamo anche tanti aneddoti. Sicuramente uno dei personaggi con cui abbiamo legato maggiormente è Javier Zanetti. Nel 2019 facemmo un contenuto che andò molto bene e ricordo che qualche settimana dopo la bandiera dell’Inter ci contattò per andare a casa sua per festeggiare il compleanno del figlio. Quando arrivammo lì c’erano Samuel e Cambiasso e ci mettemmo con loro a guardare il Milan in tv. Per me era già una grande cosa ma come se non bastasse ci chiese come potersi sdebitare. Io senza esitare gli dissi: “Vabbè Javier, andiamo a giocare a calcio insieme”. Lui si illuminò e venne a giocare con noi e i nostri amici. Era contento come un bambino. Questo è stato un momento che da interista porterò sempre nel cuore perché è il sogno di tutti giocare di fianco al proprio idolo che per anni si è tifato in Tv».

«Migliaia di persone che la pensano diversamente ma che hanno una casa comune»

La parlamentare del Pd Ouidad Bakkali in piazza a Roma «per l’Europa»

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C’era anche la parlamentare ravennate Ouidad Bakkali ieri (sabato 15 marzo) in piazza a Roma “per l’Europa” alla manifestazione promossa dai sindaci di 14 città e dal giornalista e scrittore Michele Serra. Manifestazione che è stata anche al centro delle polemiche a causa del piano di riarmo europeo, contro cui protestano i pacifisti.

A colorare piazza del popolo anche bandiere arcobaleno della pace, bandiere dell’Ucraina, della Georgia e anche due bandiere palestinesi. Una testa di cartapesta raffigurante un Donald Trump che addenta delle banconote è stata presenza fissa sotto il palco.

«Decine di migliaia di persone. Per l’Europa – commenta Bakkali sui social -. Persone che la pensano diversamente su molte cose, ma che difenderanno sempre il diritto di ciascuna e ciascuno di esprimersi e avere uno spazio dove farlo. Tutta questa diversità, voglia di libertà e giustizia sociale ha una casa comune, si chiama Europa e vogliamo continuare ad abitarla. Ed è già un bellissimo punto di partenza per cambiare noi stessi e il mondo. Per costruire una Pace che non sia accompagnata dalla sopraffazione dei popoli e dei più fragili».

A Brisighella una frana aveva isolato 15 famiglie e un’azienda

Allagati anche il campo sportivo e il circolo tennis. Il sopralluogo della Regione

Sopralluogo della sottosegretaria alla presidenza della Regione, con delega alla Protezione civile, Manuela Rontini, sabato pomeriggio a Brisighella, il comune sulla collina ravennate che ha subito alcuni allagamenti e danneggiamenti a causa delle forti piogge di questi giorni che hanno causato la piena del Lamone. Ad accompagnare Rontini, la vicesindaca Marta Farolfi, l’assessore alla Protezione civile, Dario Laghi, e l’assessora all’Istruzione, Karen Chiarini.

Circa una sessantina di persone ha dovuto abbandonare momentaneamente le proprie case, invase parzialmente dall’acqua. Già in corso le operazioni di pulizia a cura dei volontari della Protezione civile di Ravenna, insieme ad alcuni operatori privati.
L’acqua ha allagato anche il campo sportivo e il circolo tennis: sempre i volontari, insieme ad alcuni operatori, sono già al lavoro per i ripristini. Per la riqualificazione del campo sportivo sono già approvati due progetti finanziati per 850mila euro. Colpita anche l’area termale.

Una frana in via Valnera ha parzialmente isolato una borgata abitata da 15 famiglie e un’azienda, ma l’accesso è stato garantito grazie a un restringimento di carreggiata. È già stato previsto un intervento in somma urgenza per lunedì per il ripristino del passaggio veicolare. Infine, sempre lunedì partiranno le operazioni di pulizia degli alberi e della vegetazione portata a valle dall’acqua del Lamone.

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