giovedì
17 Luglio 2025

La Consar va a Siena con l’obbligo di vincere per allungare la serie dei quarti

I toscani si sono aggiudicati gara1 a Ravenna e ora hanno l’occasione di andare in semifinale per la promozione. Ravenna proverà a portare la sfida allo spareggio casalingo

RAVENNA 23/03/2025. VOLLEY PALLAVOLO. Consar Ravenna Emma Villas Siena.
VOLLEY PALLAVOLO. Consar Ravenna – Emma Villas Siena.

Per continuare a inseguire la promozione nella massima serie della pallavolo maschile la Consar Ravenna è obbligata a vincere oggi, 30 marzo, al Pala Estra di Siena in gara2 (si gioca alle 18) dei quarti di finale dei playoff per portare la sfida allo spareggio di mercoledì 2 aprile al Pala Costa. Dall’altra parte della rete c’è un’Emma Villas Siena lanciatissima da nove vittorie di fila e con la consapevolezza di avere un match ball da giocarsi per approdare in semifinale. La partita sarà visibile in diretta du Vbtv, la piattaforma streaming di Volleyball World, e in differita sul canale 78 di Tele Romagna martedì 1 aprile alle 15.

RAVENNA 23/03/2025. VOLLEY PALLAVOLO. Consar Ravenna Emma Villas Siena.
VOLLEY PALLAVOLO. Consar Ravenna – Emma Villas Siena.

«In gara1 Siena ha giocato una pallavolo di altissimo livello e ci aspettiamo farà altrettanto domani – evidenzia l’opposto della Consar, Tommaso Guzzo, terzo miglior schiacciatore della A2 in regular season con 490 punti totali – ma siamo sereni e convinti di poter allungare la serie. In settimana abbiamo analizzato a lungo ciò che non ha funzionato e adesso siamo focalizzati su gara2 sapendo che dobbiamo fornire una prestazione di maggiore qualità in quelle situazioni in cui siamo stati meno efficaci in gara1, cioè ricezione e attacco».

Nello spogliatoio del Porto Robur Costa c’è la convinzione di poter rimettere sui binari giusti la serie dei quarti di finale ma anche la tensione che caratterizza le sfide decisive. Portavoce di questo stato d’animo è il vice coach Saverio Di Lascio: «È un momento importante della nostra stagione, siamo nelle situazioni tipiche dei playoff, dove ogni gara può essere quella decisiva in un senso o nell’altro ma sappiamo benissimo come gestire questo tipo di emozione e di contesto. Siamo pronti e scendiamo a Siena con alte motivazioni e la convinzione di disputare un grande match. C’è molta voglia di riscatto e i ragazzi hanno lavorato in palestra per cercare di portare a casa quel risultato che ci permetta di tornare qui al Pala Costa mercoledì prossimo».

Auto fuori strada alle 5 del mattino, un ventenne è grave

La vettura ha percorso diversi metri nei campi e si è fermata in un fosso

Un ragazzo di vent’anni è ricoverato in ospedale, ferito in gravi condizioni, per le conseguenze di un incidente stradale avvenuto attorno alle 5 di stamani, 30 marzo, nelle campagne faentine nella zona di Reda, ai confini tra le province di Ravenna e Forlì-Cesena.

Il giovane era da solo a bordo di una Opel Corsa e percorreva via Corleto, poco distante dalla propria abitazione: nei pressi di un incrocio è finito fuori strada. La vettura ha percorso diversi metri nei campi e si è arrestata in un fosso. A dare l’allarme ai soccorsi sono stati dei conoscenti del giovane che occupavano una seconda vettura che seguiva quella del ferito. Sul posto sono intervenuti carabinieri, vigili del fuoco e 118 con l’elicottero da Bologna.

Ama Ravenna è la prima lista a presentare i candidati: età media 60 anni

Il più giovane ne ha 25 e il più anziano ne ha 88: in corsa ci sono nove pensionati e otto persone che hanno a che fare o hanno avuto a che fare con il mondo sanitario

Foto2 20250329 113439La prima lista a presentare i nomi dei suoi candidati al consiglio comunale di Ravenna è Ama Ravenna, una delle sei che compongono la coalizione di centrosinistra a sostegno di Alessandro Barattoni, segretario provinciale del Pd che si candida a sindaco. Al momento sono previste altre nove liste per gli altri cinque candidati.

Il capolista di Ama Ravenna è il fondatore Daniele Perini, ex dipendente Ausl e consigliere comunale dal 1988 (nel 2021 entrò con la lista civica di De Pascale), che ha aperto l’evento di presentazione pubblica stamani, 29 marzo, al Grand Hotel Mattei di fronte a un centinaio di cittadini e alla stampa: «Vogliamo essere vicino alle persone che hanno bisogno di sostegno e portare avanti progetti e politiche concrete nel segno della inclusione e della solidarietà, in un dialogo costruttivo con l’amministrazione comunale».

L’età media dei candidati è 60 anni (25 il più giovane, 88 il più anziano), nove sono pensionati, otto hanno avuto o hanno a che fare con il mondo sanitario (qui la lista completa).

Perini ha poi aggiunto: «La nostra peculiarità è quella di occuparci delle persone, soprattutto quelle che hanno meno opportunità. È il tratto distintivo di tutti i nostri candidati quello di empatizzare con i più fragili e dedicare loro tempo ed energie: chi nel volontariato, chi nel proprio lavoro e chi, vivendo in prima persona una disabilità, è divenuto un esempio di positività e altruismo. Mettendo al centro questi valori, il nostro cuore e le nostre energie vogliamo fare di Ravenna una città dove nessuno si senta escluso o vittima di disagi, disservizi e intolleranza».

Presente all’evento anche Barattoni. Rivolgendosi al candidato sindaco, Perini ha lanciato una proposta: «Partecipare e ai bandi e ottenere il titolo di Capitale europea o italiana del volontariato sarebbe l’occasione per valorizzare questa forma di solidarietà sociale che appartiene al nostro Dna e per premiare la città dove è nata la prima consulta del volontariato a livello nazionale».

Il programma di Ama Ravenna (qui il testo integrale) va dalla rigenerazione urbana alla valorizzazione delle aree agricole, fino a un’attenzione alla sanità pubblica e al sistema dei servizi socioassistenziali. Ama Ravenna propone un modello di welfare radicato nel territorio, che promuove l’integrazione tra servizi sanitari e sociali, il potenziamento dell’assistenza domiciliare, il sostegno alle famiglie, la lotta alla solitudine degli anziani e nuove soluzioni abitative per le persone fragili. Un programma con una visione di comunità inclusiva, solidale e attenta ai bisogni reali.

“Fischia Immersione”: il legame tra Ravenna e i sottomarini in un libro e una mostra

Una settimana di appuntamenti per celebrare i 130 anni dell’entrata in servizio del primo sommergibile della Marina che operò anche da una delle due basi di Ravenna nella prima guerra mondiale. Il curatore dell’esposizione: «L’attività offshore del mondo oil&gas discende dalla Marina»

Un sommergibile classe F che sta ruotando su stesso nel canale Candiano a RavennaSono passati 130 anni da quando la Marina militare italiana mise in acqua il suo primo sottomarino. Il “Delfino” entrò in servizio l’1 aprile 1895: costò 300mila lire, imbarcava un equipaggio di 8 persone, era lungo 24 metri e largo 3 e scendeva fino a una trentina di metri. Nei 24 anni in cui rimase in servizio fu presente anche a Ravenna che ospitava due basi per torpediniere da cui partirono diverse missioni durante la prima guerra mondiale contro l’impero austro-ungarico.

Oggi Ravenna ospita l’evento “Fischia Immersione” che celebra la tecnologia e la storia delle attività subacquee, sia militari che civili: una mostra, convegni, presentazioni di libri e momenti di divulgazione tra il 29 marzo e il 6 aprile (in fondo all’articolo il programma completo).

Il coordinatore dell’evento è il ravennate Marco Mascellani che in Marina ha prestato servizio a bordo di tutti i tre sottomarini che oggi sono stati musealizzati: il “Dandolo” a Venezia, il “Toti” a Milano e il “Sauro” a Genova. «Quando avevo quarant’anni portai mia figlia a visitarne uno e lei mi disse che allora anche io ero da museo».

Dan26Mascellani, perché è stata scelta Ravenna per questo evento?
«La città di Dante e il territorio circostante hanno un legame forte con il mondo nautico che parte da lontano. Fino alla fine della prima guerra mondiale c’erano due basi per torpediniere:  una nel punto in cui il canale della valle Baiona si immette nel Candiano e l’altra in prossimità dell’attuale Almagia quando i sommergibili di Venezia vennero trasferiti a Ravenna dopo Caporetto. Da Ravenna partirono numerose spedizioni durante il primo conflitto mondiale, anche alcune non andate a buon fine: il sommergibile Argo era diretto a Pola con l’obiettivo di colpire le navi dell’impero austro-ungarico ma appena uscito dal porto si ruppero i motori e la missione venne annullata. Se fosse andata a buon fine, avrebbe anticipato di quasi 30 anni la prima missione degli incursori che è stata comunque una primogenitura italiana. Quel battello, poi, venne messo in disarmo e a distanza di qualche tempo il comandante Belloni lo chiese in affitto per andare a pesare perle nel Mar Rosso. Tutti aneddoti e informazioni riportati nel catalogo della mostra».

E poi Bagnacavallo diede i natali al celebre ammiraglio Luigi Longanesi Cattani…
«Per questo Bagnacavallo ha ospitato una sorta di anteprima della mostra di Ravenna. Longanesi Cattani è morto nel 1991 e tante persone che sono venute in visita avevano suoi ricordi. Nelle ricerche effettuate sono emersi documenti che raccontano la sua statura morale, accanto al carattere romagnolo che non la manda a dire, sottolineata dalla scelta di non unirsi alla Repubblica di Salò dopo l’8 settembre per restare a proteggere le duchesse di Aosta, uniche Savoia rimaste al nord e quindi possibile moneta di ricatto dei nazisti verso il regno al sud».

Longanesi BrinQual è la flotta di sottomarini in dotazione oggi alla Marina italiana?
«In servizio 8 sottomarini, di cui 4 all’avanguardia nel mondo, costruiti in collaborazione coi tedeschi e noti come U212A o classe Todaro. Sono battelli che, in una esercitazione, sono riusciti a “bucare” una task force americana. Gli altri 4 battelli sono della classe Sauro, ormai quarantenni e relegati a compiti di seconda linea per la loro vetustà».

Che ricordi ha dei suoi trascorsi a bordo dei sottomarini italiani?
«Ricordi meravigliosi, molti li ho riportati nel romanzo “Delfini d’Acciaio” e nel saggio “Fischia Immersione” scritto a due mani con Maurizio Licciardello. Ci sono stati momenti intensi, esercitazioni anche in nord Europa con le altre Marine con reciproci proficui scambi. Non è facile raccontare quella “band of brothers”, quella fratellanza, che si crea a bordo: sono amici che a distanza di decenni sono ancora a fianco come se ci fossimo salutati ieri».

212 ImmersoCome si diventa sommergibilisti?
«Per prima cosa bisogna entrare in Marina e questo avviene tramite concorsi sia per gli ufficiali, sia per i sottufficiali, sia per il personale di truppa. Per i primi due casi è richiesto un diploma di scuola superiore e a conclusione del percorso di formazione si arriva alla laurea. Per i marinai è sufficiente la terza media. A quel punto si fa domanda per entrare nella componente sommergibili e dopo un certo numero di visite mediche si frequenta il corso basico. Si tratta di tre mesi a terra per imparare cosa è un sottomarino e tre mesi a bordo per permettere all’allievo di capire l’ambiente e al comandante e all’equipaggio di valutare il nuovo arrivato».

Che funzioni svolge oggi la Marina?
«I compiti di difesa che ha sempre avuto rimangono tuttora. Ma gli impegni sono sempre più diversi e aumentano quelli a protezione delle infrastrutture sottomarine: gasdotti, oleodotti, elettrodotti, linee internet, piattaforme di ogni genere. Sono buona parte delle infrastrutture che consentono il benessere delle società moderne. Così come la protezione dei traffici marittimi che spostano merci e beni necessari alla quotidianità».

Ravenna ha un ruolo centrale nell’industriale oil&gas offshore. Questo settore quanto deve alla Marina?
«Considerando che solo le Marine militari avevano il know-how e le risorse per scendere nei fondali marini, e l’Italia è stata in molti casi all’avanguardia, l’oil&gas non può che esserne un discendente più o meno diretto. Dopo la seconda guerra mondiale la necessità di recuperare i preziosi metalli affondati per permettere la ricostruzione permise la nascita di tante ditte, che ovviamente assunsero il personale che non voleva o non poteva più rimanere o rientrare nella Marina in forte riduzione. La stessa Micoperi di Ravenna è stata fondata da incursori della Decima Flottiglia Mas e sommergibilisti e da loro gestita fino alla crisi del settore degli anni ‘80 che ne provocò il fallimento e la successiva rinascita ad opera di un imprenditore ravennate. La Saipem assunse, e talvolta ancora oggi assume, personale della Marina che, grazie alla sua formazione e forma mentis è estremamente prezioso».

Gli appuntamenti di “Fischia Immersione” tra Bagnacavallo e Ravenna

L’evento “Fischia Immersione” è nato in seno all’associazione Betasom (www.betasom.it) che raccoglie appassionati di simulatori di sommergibili e dal 2002 approfondisce storia e tecnica dei battelli. L’idea è stata proposta a luglio 2024 a vari stakeholder del porto: l’Associazione di Tecnica Navale (Atena), il Propeller Club, le Associazioni di Ravenna e Lugo dei Marinai d’Italia e l’Itis.

Bagnacavallo, città natale del celebre ammiraglio Luigi Longanesi Cattani, ha ospitato una sorta di anteprima con una mostra dal 15 al 23 marzo e nel weekend del 29-30 marzo cederà il testimone a Ravenna. Il programma dettagliato è consultabile sul sito www.fischiaimmersione.it.

Questi i principali appuntamenti in calendario.

A Bagnacavallo il 29 marzo alle 21 alla sala Oriani il concerto della fanfara della Marina. Il 30 marzo alle 11 a Palazzo Vecchio una conferenza su Longanesi Cattani tenuta dal professor Marco Gemignani, docente di storia all’Accademia navale di Livorno.

A Ravenna il 29 marzo a Palazzo Rasponi (piazza Kennedy) alle 12 inaugurazione della mostra alla presenza dei figli di Longanesi Cattani (la mostra sarà visitabile con ingresso gratuito fino al 6 aprile tutti i giorni dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 19).

«Con pannelli e materiale autentico – spiega il curatore Marco Mascellani –, la mostra racconta la storia e la tecnica dei sommergibili italiani e delle infrastrutture sottomarine, con particolare attenzione al territorio locale e impiegando documenti dell’epoca, divise, modelli e cimeli che aiutino a capire come i nostri nonni hanno vissuto l’esplorazione degli abissi, che ha molto in comune con l’esplorazione dello spazio». Una sezione ospiterà una serie di simulatori a disposizione dei visittori per apprendere i rudimenti del mestiere: saranno presenti sommergibilisti in servizio in Marina. Alle 18 la conferenza del professor Gemignani che verrà ripetuta il giorno seguente a Bagnacavallo.

Il 31 aprile open day per le scuole a Palazzo Rasponi: il comandante della flottiglia sommergibili, Manuel Minuto, racconterà ai giovani la vita degli abitanti degli abissi, cosa fanno al servizio della nazione e quali opportunità occupazionali sono disponibili.

Il 2 aprile nella sede dell’Autorità portuale un seminario sulle tecnologie per la sicurezza delle infrastrutture sottomarine.

A Marina di Ravenna il 29 marzo apertura straordinaria del Museo delle attività subacquee.

Numero unico emergenza 112 anche nei distretti telefonici con prefisso 0544 e 0546

Dall’1 aprile si completa la copertura di tutta la regione Emilia-Romagna: un solo numero per ogni richiesta di intervento. Ma restano operativi anche gli attuali numeri: 113, 115, 118 e 1530

2Il numero unico europeo di emergenza 112 sarà attivo in tutta la regione Emilia-Romagna dall’1 aprile 2025 quando coprirà gli ultimi tre distretti telefonici: Imola (prefisso 0542), Ravenna (0544) e Faenza (0546). Si conclude così il percorso in sette tappe iniziato il 3 dicembre 2024: finora erano stati 15 i distretti raggiunti.

Componendo il 112 si può richiedere l’intervento della polizia, dei carabinieri, dei vigili del fuoco, del soccorso sanitario e del soccorso in mare. L’introduzione del numero unico, con tempi diversi sull’intero territorio nazionale, recepisce la direttiva dell’Unione europea finalizzata ad armonizzare i servizi di emergenza e a permettere a chiunque si trovi sul suolo europeo di effettuare chiamate di emergenza componendo un unico numero di telefono valido in tutti gli Stati membri.

Dopo il completamento di questa prima fase di avvio, in base alla dotazione tecnologica e alla attivazione del servizio h24, sarà possibile includere anche le sedi della polizia locale tra gli enti di soccorso.

Il numero 112 non sostituisce, ma si affianca e si integra con gli attuali numeri di emergenza nazionali (112, 113, 115, 118 e 1530), che continuano a restare attivi: i cittadini possono chiamare il 112 per qualsiasi tipo di emergenza, oppure continuare a comporre i diversi numeri abituali.

La centralizzazione delle chiamate assicura, dal punto di vista organizzativo e operativo, una gestione coordinata e integrata tra le diverse forze coinvolte, la tracciabilità della chiamata, la risposta multilingue e l’accesso alle persone con disabilità, anche dell’udito.

Al 23 marzo, nei primi 110 giorni di operatività, nei distretti telefonici dove è stato attivato con date differenti, sono complessivamente 324.133 le telefonate ricevute, con una media giornaliera di 2.071 in quelli di Bologna (attivo dal 3 dicembre 2024), Rimini e Forlì-Cesena (dal 4 febbraio), Comacchio, Ferrara e Lugo (dal 4 marzo), 1.605 in quello di Parma e Piacenza (dal 21 gennaio) e Reggio Emilia (dal 18 febbraio) Modena, Mirandola e Sassuolo (dal 18 marzo). Per tutti i distretti telefonici il tempo medio di risposta al cittadino è di 4,7 secondi.

Quanto alle telefonate riguardanti attività ed eventi non inerenti ad emergenze, per i distretti di Bologna, Rimini, Forlì-Cesena, Comacchio, Ferrara e Lugo sono il 41%, pari a 92.972 telefonate. Sono, invece, 134.841 le telefonate inoltrate alle centrali di secondo livello: di queste, 64.456 riguardano emergenze sanitarie, 36.921 i Carabinieri, 24.859 la Polizia, 8.578 i Vigili del Fuoco e 27 la Capitaneria di Porto.

Per Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Modena, Mirandola e Sassuolo il filtro degli operatori, utile a liberare le centrali di secondo livello da chiamate che non richiedevano interventi urgenti, è pari al 47% (45.304 telefonate). Alle centrali di secondo livello sono state inoltrate 51.016 telefonate: di queste, 22.742 riguardano emergenze sanitarie, 15.042 i Carabinieri, 10.761 la Polizia e 2.471 i Vigili del Fuoco.

Il modello organizzativo messo a punto dalla Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con il ministero dell’Interno e i vertici delle Forze dell’ordine e dei Servizi di emergenza coinvolti, prevede che tutte le chiamate effettuate ai tradizionali numeri di emergenza nazionali (112, 113, 115, 118 e 1530) siano convogliate e prese in carico dalle due Centrali Uniche di Risposta (Cur), collocate una a Bologna e una a Parma, a seconda della provenienza della chiamata. Ogni Cur prevede 24 postazioni di lavoro, più 8 di riserva, sulle quali si alterneranno in più turni un totale di 90 operatori tecnici.

Il nuovo sistema di gestione delle chiamate permette alle CUR di ricevere in tempo reale l’identificativo e di localizzare in maniera rapida ed immediata la posizione geografica dell’utente, riducendo il tempo di intervista di chi chiama.

Maltempo autunno 2023: la Regione mette 266mila euro per 18 interventi nel Ravennate

Le opere fanno parte di una lista di 110 interventi che compongo il secondo stralcio del piano urgente

Frana Casola Valsenio 18 Settembre 2024
Una frana a Casola Valsenio (foto Emilia Romagna Meteo)

La Regione Emilia-Romagna ha approvato il secondo stralcio da 16,5 milioni di euro del piano per interventi urgenti da realizzare nei territori danneggiati dalle intense precipitazioni tra il 23 ottobre e i primi giorni di novembre 2023. Via libera a 110 nuovi interventi (di cui 18 in provincia di Ravenna per un totale di 266mila euro) per completare e integrare i lavori di recupero, consolidamento e messa in sicurezza di strade, corsi d’acqua, versanti. Gli interventi dovranno essere affidati entro 90 giorni e completati nell’arco di 18 mesi.

Anche queste opere, già approvate dal Dipartimento nazionale di Protezione civile, sono finanziate con le risorse assegnate dal Governo in seguito alla dichiarazione dello stato di emergenza nazionale, prorogata per tutto il 2025. Il piano di interventi, disponibile online, è stato predisposto dall’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile, in collaborazione con tutti i soggetti attuatori.

Nel comune di Brisighella, in località San Cassiano, è in programma il rifacimento delle barriere di sicurezza a bordo ponte in via Ginepri (30mila euro) e quelle di via Oriola a Marzeno (30mila euro).

A Casola Valsenio sono finanziati sei interventi. Quattro prevedono il ripristino di strade tramite movimentazione terra in via Cestina (30mila euro), via Chiesuola (45mila euro), via Cerro (40mila euro) e via Sommorio (10mila euro). In località Baffaldi sarà invece ripristinata la carreggiata lungo la Strada provinciale 306R Casolana al km 22+700 a seguito di evento franoso (31mila euro).

Infine, a Riolo Terme sono programmati lavori sulla strada in via Isola all’altezza del ponte Bailey (50mila euro).

Questa la programmazione nelle altre cinque province:

  • 12 interventi nel bolognese con un investimento di oltre un milione di euro;
  • 8 nel modenese con un investimento di un milione e 210mila euro;
  • 29 nel parmense per 5 milioni e 880mila euro;
  • 35 nel piacentino per oltre 5,5 milioni di euro;
  • 18 nel reggiano con un investimento di più di 2milioni e 700mila euro.

«Questo secondo stralcio completa e il Piano degli interventi urgenti per i danni dell’ondata di maltempo dell’autunno 2023, per il quale la Regione aveva immediatamente chiesto e ottenuto il riconoscimento dello stato di emergenza nazionale – ha evidenziato la sottosegretaria alla Presidenza con delega alla Protezione civile, Manuela Rontini -. Con il nuovo pacchetto di lavori salgono a oltre 28 milioni di euro le risorse messe in campo dopo l’emergenza, 11,8 milioni di euro nel primo stralcio deliberato lo scorso anno, per circa 286 interventi complessivi. Prosegue così senza sosta il lavoro per rendere l’Emilia-Romagna più sicura e resiliente agli effetti prodotti dal cambiamento climatico».

Nel futuro della darsena anche un altro centro padel e una cittadella di 8,5 ettari

Un convegno promosso dal Comune ha fatto il punto della situazione su cosa è stato fatto e su cosa potrebbe essere fatto a breve nel quartiere sull’acqua

WhatsApp Image 2025 03 29 At 11.38.35La trasformazione dell’area ex Fiorentina in una cittadella e la ristrutturazione di un edificio di mille mq per uffici. Sono due dei possibili interventi privati di riqualificazione che potrebbero vedere la luce nei prossimi anni nel quartiere della Darsena a Ravenna. Progetti di zone verdi, attività commerciali e sportive, studentati e spazi culturali: il convegno “Focus Darsena”, organizzato dal Comune di Ravenna il 28 marzo, ha visto la partecipazione di organizzazioni, imprenditori e cittadini per fare il punto della situazione.

Quello che è stato fatto nei nove anni dell’amministrazione De Pascale si riassume nel pontile di attracco (finito ma non ancora inaugurato), la passerella in legno lungocanale di 1,7 km sulla sponda destra, l’Orangerie (pronta ma non ancora inaugurata) e l’adeguamento della rete fognaria. Rimangono in stand-by per mancanza di finanziamenti l’hub intermodale della stazione e l’eventuale ponte che scavalca i binari per collegare il giardino Speyer e la testata del Candiano.

«La maggior parte delle iniziative concluse in Darsena sono con soldi provenienti da bandi o fondi sovracomunali come il Pnrr – commenta l’assessora all’Urbanistica, Federica Del Conte –. Intervenire su questo territorio non è facile per due motivi: tante aree, anche dismesse, non sono pubbliche ma private; inoltre è una zona che ha bisogno di bonifica che comporta costi notevoli. Il nostro desiderio è fare interventi complessi su grandi aree e interventi qualitativi su piccoli luoghi dismessi per attivare il tessuto socio-economico. Anche per la Darsena crediamo fortemente nel Pug che non è strumento solo tecnico ma ci permette di toccare tanti temi, da quello dell’abitare e del lavoro passando per cultura e turismo».

L’idea dell’amministrazione comunale attuale è da sempre quella di migliorare entrambe le sponde del Candiano. Per la sponda destra l’idea è “Ravenna che splende” con la presenza di attività commerciali. Mentre per quanto riguarda la sponda sinistra il progetto è “la città dei saperi” per essere attrattivo per turisti e cittadini.

L’assessora ha elencato anche alcuni dei progetti già approvati dal consiglio comunale con i fondi del Pnrr. Un palco e tribuna motorizzate per l’Almagià (600mila euro); efficientamento energetico del Pala de Andrè (1,4 milioni); intervento sismico ed energetico con eliminazione di barriere architettoniche alla scuola media Montanari (4 milioni); nuova mensa e aula magna alla scuola Pasini (1,6 milioni).

Una delle nuove realtà che si sta instaurando è quella dell’Urban padel, attraverso la ristrutturazione della struttura di via Cherso 19. «La nostra idea è sempre stata quella di ristrutturare ma in maniera conservativa, rispettando lo stato in essere di una struttura storica del 1967. Gestiremo ben duemila mq con al suo interno tre campi di padel, una palestra, un luogo di ristorazione ed uffici».

È intervenuta anche Monica Solito che di recente ha inaugurato il centro estetico “Momo” nella circonvallazione Piazza d’Armi. «Abbiamo preso un locale abbandonato da sette anni e l’abbiamo completamente restaurato. Abbiamo in mente di creare anche una acamedy dove formare giovani».

Sarà restaurata la sede dell’Autorità portuale grazie a 900mila euro di fondi europei che la renderanno ancora più ecosostenbile. Altri progetti dell’Autorità, che ha realizzato il pontile d’attracco accessibile a tutti, è quello di dotarsi di una nuova sala convegni e di allestire un museo.

Anche il noto gruppo Msc Italia arriverà in Darsena. I nuovi uffici dell’azienda navale saranno ospitati dalla struttura che si trova lungo il Candiano, oltre il Darsenale. «42 dipendenti dei nostri uffici di via Aquileia si sposteranno in questo luogo storico – afferma Roberto Viola –. Per noi trasferirsi e ristrutturare armonicamente questo luogo di mille mq è importante dal punto di vista simbolico: intendiamo recuperare il legame tra città e mare».

L’architetto Emilio Rambelli ha infine offerto una panoramica sul progetto di riqualificazione che riguarda l’area ex Fiorentina, sulla sponda sx del Candiano. L’idea dello studio di architettura, contattato dai proprietari dell’area, è quella di realizzare un nuovo quartiere con spazi residenziali, commerciali ed aree verdi. «Parliamo di una superficie molto grande di 8,5 ettari. Il nostro progetto è stato già discusso con l’amministrazione comunale e deve essere di equilibrio che sia quindi da una parte realizzabile e vendibile e dall’altro sostenibile economicamente. Abbiamo immaginato di far diventare questa area una piccola cittadella con uno studentato e nuove residenze, oltre ad una quota destinata a uso commerciale, che potrebbe ospitare uno sportello bancario, un piccolo supermercato, e diversi uffici. Un gruppo immobiliare di Roma ci risulta essere interessato a questa piccola città».

Tecnomat, protesta sindacale: «Lavoratori in ferie forzate, ma ne arrivano nuovi»

Presidio davanti al punto vendita di Fornace Zarattini per gli addetti della società La Fonte che gestisce portierato e accoglienza clienti

NGL 1456Con il presidio che si è svolto stamani, 29 marzo, nel parcheggio antistante il punto vendita di via Faentina a Fornace Zarattini, è cominciato lo stato di agitazione sindacale promosso da Cgil, Cisl e Uil per le difficoltà dei lavoratori della società di sicurezza La Fonte che gestisce il servizio di portierato e accoglienza clienti della Tecnomat di Ravenna.

Le sigle di categoria (Filcams, Fisascat e Uiltucs) segnalano che dal 13 gennaio cinque dei nove lavoratori impiegati nell’appalto hanno riduzioni dei salari perché sono stati posti in ferie forzate senza avere più la possibilità di riprendere l’attività lavorativa, nonostante le formalizzazioni e le messe a disposizione alla società. «Questa decisione è giunta successivamente ad una riduzione oraria unilaterale da parte dell’azienda nel mese di novembre, giustificata come una riduzione delle esigenze del servizi. La decisione è stata adottata senza alcun confronto con le rappresentanze sindacali, violando le più basilari regole di correttezza e trasparenza nelle relazioni industriali. La riduzione dell’orario di lavoro e la sospensione non giustificata contrattualmente ledono i diritti dei lavoratori e si configurano come un inadempimento contrattuale».

I sindacati però segnalano che, mentre cinque di nove lavoratori subivano tagli e limitazioni, nuovi addetti venivano inseriti da un’altra azienda: «Tale comportamento avvenuto senza alcuna comunicazione e in mancanza totale di trasparenza ha sollevato immediatamente seri dubbi sulla gestione dell’appalto e sulle motivazioni di tali scelte».

Gli incontri già svolti con l’azienda affidataria del servizio e con Tecnomat, per ottenere spiegazioni, non hanno soddisfatto le organizzazioni sindacali che hanno richiesto un tavolo di confronto in prefettura. «Il 5 marzo si è svolto un incontor all’Ispettorato del lavoro di Ravenna dove Tecnomat, La Fonte e Reina Management S. non hanno fornito risposte alle nostre domande».

Rifondazione comunista appoggia Iannucci: «Serve sostenibilità ambientale e sociale»

È ufficiale l’ingresso di Prc nella coalizione di sinistra che già contava Ravenna in Comune e Potere al popolo. A due mesi dal voto sei candidati sindaci e 15 liste

Iannucci
Marisa Iannucci

Ci sarà anche una lista con il simbolo del Partito della Rifondazione comunista (Prc) nella coalizione di sinistra che propone la candidatura di Marisa Iannucci a sindaca di Ravenna. La decisione è stata presa dal comitato federale di Prc che nella riunione di ieri, 28 marzo, ha approvato all’unanimità la relazione del segretario provinciale, Ilario “Iuri” Farabegoli, già in passato assessore comunale. La lista di Prc si affianca a quelle già note di Potere al popolo (Pap) e Ravenna in Comune (Ric).

In vista del voto in calendario il 25-26 maggio, Prc ora chiede un tavolo di confronto – coordinato e diretto da Iannucci – tra tutte le forze che hanno dichiarato di sostenere la candidatura di Iannucci «perché si arrivi a formalizzare un programma di lavoro, condiviso e operativo, in grado di determinare un salto di qualità dal punto di vista sociale e ambientale per la città».

Per Prc il programma elettorale deve «disegnare un nuovo modello di sviluppo che consideri la sostenibilità ambientale e sociale come ricchezza e non come vincolo o, peggio ancora, come costo difficile, se non impossibile, da ammortizzare». L’obiettivo deve essere «proporre ai cittadini un nuovo modello di vita: più libero; più sano; più giusto; di pace, culturalmente vivo e attivo, più inclusivo e più umano».

Prc vede una città sempre più parcellizzata e divisa: «Tra centro e periferie; tra ceti e categorie sociali dove le divisioni si palesano a partire dalla conformazione dei quartieri e all’impossibilità concreta di spostarsi e vivere senza ricorrere al mezzo privato».

Queste le emergenze emerse in questi anni secondo Prc: «La dicotomia tra apparati produttivi e bisogni del territorio; tra sviluppo ed emergenza climatica; tra lavoro e profitto».

A poco meno di due mesi dal voto, quindi, lo scenario dell’offerta politica per i circa 125mila elettori è composta da sei candidati sindaci e 15 liste per un totale di quasi 500 aspiranti al consiglio comunale.

Omc: transizione e ruolo dei porti, 370 espositori da 26 Paesi e 80 relatori

L’appuntamento biennale di Ravenna, dedicato al mondo energetico del Mediterraneo, giunge alla 17esima edizione e comincia il 7 aprile con una anteprima all’Almagià. Dall’8 al 10 aprile negli spazi del Pala De Andrè. Attesi 15mila visitatori

DSC07524Sta per alzarsi il sipario a Ravenna sulla diciassettesima edizione di Omc, la fiera internazionale biennale nata attorno al settore oil&gas, ma gli organizzatori assicurano che mai come nel 2025 ci sarà spazio per i progetti che si occupano della transizione energetica da un sistema basato solo su fonti fossili a uno che punta di più sulle rinnovabili. Il tutto per tenere fede al cambiamento anche di denominazione dell’evento che ora parla di “energia nel Mediterraneo” e non più solo di metano e petrolio. L’appuntamento è dall’8 al 10 aprile negli spazi del Pala De Andrè: prevista una dozzina di panel di discussione con oltre ottanta ospiti, attesi 15mila visitatori (qui il programma dettagliato).

L’area espositiva si svilupperà su settemila mq distribuiti tra l’interno del palazzetto e l’area circostante, con l’uso anche del piazzale prospiciente a via Trieste. Sono attesi circa 370 espositori da 26 Paesi diversi e non mancheranno ministri e dirigenti degli Stati che affacciano sul Mediterraneo. Per la seconda edizione gli organizzatori sono costretti a fare i conti con le limitazioni di spazi imposte dal cantiere per la costruzione del nuovo palazzetto dello sport: «I lavori hanno imposto delle riduzioni di spazi, contiamo di risolverli per la prossima edizione», ha affermato la presidente di Omc, Francesca Zarri.

L’ambizione di Omc è essere una piattaforma strategica di dialogo tra industrie, istituzioni, mondo della ricerca e territori. I temi in agenda sono decarbonizzazione, sicurezza degli approvvigionamenti, innovazione tecnologica, sostenibilità economica e ambientale. «Servono alleanze concrete, che superino confini settoriali e geografici, coinvolgendo attivamente territori strategici come quelli del Mediterraneo, chiamati a essere protagonisti della trasformazione».

La giornata conclusiva del 10 aprile sarà dedicata a un tema inedito nella storia della manifestazione: il ruolo dei porti nella transizione energetica. «Non più semplici infrastrutture logistiche, ma protagonisti nella produzione, stoccaggio e distribuzione di energia. In particolare, il porto di Ravenna sarà al centro come esempio virtuoso di rigenerazione sostenibile e piattaforma energetica integrata».

L’edizione 2025 avrà anche un’anteprima nel pomeriggio del 7 aprile dalle 16.30 alle Artificerie Almagià, in darsena di città: i rappresentanti delle istituzioni nazionali e locali, le associazioni di categoria come Assorisorse e Confindustria Energia e le autorità di regolazione come Arera parteciperanno a due tavole rotonde, insieme a imprenditori e top manager di alcune tra le aziende partner più rilevanti del territorio, tra cui Rosetti Marino, Righini e Snam, per aprire il dibattito sulle grandi sfide del sistema energetico mediterraneo.

La nuova stagione di escursioni nel parco della Vena del Gesso: 27 appuntamenti

Il programma prevede 27 escursioni per ogni livello di difficoltà

Thumbnail VGR Archivio Ente Parchi Romagna (1)

 

Al via la nuova stagione di escursioni nel Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola con il programma “A piedi nel Parco della Pietra di Luna”. Dopo quello annullato venerdì causa maltempo, il primo appuntamento è stato domenica 16 marzo con partenza dalla Via degli Asini di Brisighella. Ma il calendario conta 27 escursioni da fine marzo a fine luglio e comprende percorsi per ogni livello di difficoltà. I partecipanti saranno accompagnati da un gruppo di professionisti che mettono la loro competenza a disposizione di chiunque voglia vivere esperienze in contesti naturali.

Il presidente dell’ente di gestione Parchi e Biodiversità della Romagna, Alfonso Nicolardi afferma: «Tra le migliaia di persone che lo scorso anno hanno visitato il Parco, sono state circa 300 quelle che hanno fruito la Vena del Gesso Romagnola grazie al programma “A piedi nel Parco delle Pietra di Luna”. La principale novità del 2025 è che il programma presenta una maggiore integrazione tra le proposte delle guide e il lavoro delle aziende agricole e degli agriturismi, con l’obiettivo di promuovere i prodotti tipici e l’enogastronomia locale sinergicamente alla valorizzazione e fruizione delle bellezze geologiche e naturalistiche dell’area protetta»

«Quest’anno il nostro obiettivo – conclude il presidente – è di fare conoscere ad ancora più persone i gessi del patrimonio mondiale, consentendo ai partecipanti di vivere esperienze significative insieme alle guide che collaborano con l’ente: veri e propri interpreti del nostro lavoro, con competenze in grado di mettere in luce i molteplici aspetti del territorio, dalla geologia alla biodiversità, dai caratteri antropologici e storici fino a quelli culturali».

Tutte le proposte di escursione e relative informazioni sono raccolte in un opuscolo consultabile e scaricabile dal sito www.parchiromagna.it. dove sono indicati i contatti delle guide necessari per iscriversi alle attività.

Servizio idrico in provincia: 190mila utenze, secondo Istat si perde un litro su 5

Il gestore è Hera fino al 2027 dopo la proroga concessa dalla Regione. Il consumo medio pro capite è di oltre 100 litri al giorno

Popilia

Se in casa aprite il rubinetto del lavandino e viene acqua è perché c’è un gestore del servizio idrico integrato. Per la provincia di Ravenna si tratta di Hera che ha ottenuto l’affidamento dall’ente pubblico: compra l’acqua dal produttore Romagna Acque (che è anche proprietario di parte delle infrastrutture) e la distribuisce ai cittadini che pagano le bollette per la fornitura.

Le utenze servite in provincia sono 190mila (di cui 168mila domestiche), un dato stabile: aumento dello 0,5 percento negli ultimi due anni. Hera misura un consumo medio pro capite di 110-115 litri al giorno (stimato nell’ambito di una famiglia di 3 membri). La media nazionale è 200. Il prezzo medio dell’acqua è 2,35 euro/mc. Il costo comprende tutto, sia le quote relative al servizio idrico integrato (acqua, fognatura e depurazione), sia l’Iva (10 percento), sia le componenti perequative, che il gestore incassa per conto dell’Arera, principalmente destinate per agevolare utenti colpiti da eventi estremi tipo alluvione e terremoto, per agevolare gli utenti deboli attraverso il bonus idrico, per finanziare la qualità tecnica e commerciale del servizio.

Secondo l’ultimo report reso disponibile dall’Istat, con dati riferiti al 2022, nella rete idrica della provincia di Ravenna va sprecato il 20,8 percento del volume immesso. Un litro su cinque si perde tra la fonte e il consumatore. E Ravenna è la provincia più virtuosa della regione: quella che perde più acqua è Parma col 37,1 percento, comunque al di sotto della media nazionale pari a 42,4.

Hera preferisce misurare l’indicatore delle “perdite lineari”, che indicano la quantità d’acqua persa per ogni chilometro di acquedotto. Il sistema di acquedotti che servono il ravennate (oltre 3.800 km) registra 5,86 mc per km al giorno: circa 22mila litri al giorno, al di sotto dei valori previsti da Arera per la classe migliore della valutazione. A Forlì-Cesena il dato è 5,62; a Rimini è 7,17. La media italiana è 17,9.

Hera sottolinea che si tratta di un indicatore e non un dato reale perché in primo luogo include sia la quantità di acqua effettivamente dispersa, sia gli usi legittimi non misurati da un contatore e che non dovrebbero rientrare nel novero delle perdite (es. idranti, acqua per i lavaggi delle strade o per l’irrigazione dei parchi pubblici); in secondo luogo non tiene conto di un elemento determinante, che è l’estensione della rete acquedottistica: «Qualsiasi infrastruttura è soggetta a dispersioni e fisiologicamente, più è estesa e maggiori saranno queste ultime».

L’affidamento del servizio a Hera scadrà alla fine del 2027 per effetto di una proroga di tutte le concessioni delle nove province decisa dalla Regione nel 2021. Il Governo aveva impugnato la proroga, a maggio 2022 la Corte Costituzionale ha espresso giudizio di legittimità.

«Siamo sempre stati convinti di aver agito con correttezza, proprio per realizzare quegli investimenti sul servizio idrico integrato che il Pnrr sta giustamente sostenendo – commentò l’assessora regionale all’Ambiente, Irene Priolo – L’obiettivo della Regione e dell’articolo di legge in questione non è affatto quello di alterare la concorrenza di mercato, né di ingerire nelle prerogative del legislatore nazionale, ma di permettere di investire sulle reti e sugli impianti del servizio idrico per la nostra collettività. Il cambio dei gestori, con gli interventi previsti nel Pnrr sulle infrastrutture idriche da realizzare, avrebbe comportato rallentamenti poco giustificabili».

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi