martedì
09 Settembre 2025

Vaccini, completata la prima somministrazione delle case di riposo

Oltre 2.400 in provincia i degenti coinvolti. Il sindaco: «Fiducia per il futuro»

Vaccinazione Rsa Cervia 1Oltre 5.558 ospiti nelle strutture per anziani presenti sul territorio romagnolo (di cui circa 2.400 in provincia di Ravenna) hanno ricevuto la prima dose del vaccino, mentre nella giornata di venerdì è iniziata la somministrazione della seconda dose, agli ospiti che avevano ricevuto il primo vaccino nella giornata del 31 dicembre scorso e stanno proseguendo in questi giorni.

Restano ancora fuori dalla somministrazione le strutture interessate da cluster, 1.080 persone presenti in struttura, perché attualmente sono ancora  presenti focolai.

Per quanto riguarda gli operatori, 1.785 di loro hanno ricevuto il vaccino direttamente all’interno delle strutture, mentre gli altri, come da indicazioni date, sono ricorsi alla vaccinazione nei tre punti provinciali individuati dall’Azienda ( Ravenna, Pala De Andrè, Cesena/Forli, Fiera Cesena e Rimini, Fiera).

«Oggi riceviamo la buona notizia che è stata completata la prima somministrazione del vaccino nelle Cra e nelle strutture per anziani di tutta la provincia di Ravenna e che da venerdì comincia la somministrazione della seconda dose – commenta il sindaco Michele de Pascale –. Voglio ringraziare tutti gli operatori di Ausl Romagna impegnati nella campagna vaccinale che stanno lavorando intensamente per tutelare la comunità il più in fretta possibile, compatibilmente con l’arrivo dei vaccini. Dopo i medici e i sanitari, mettere in sicurezza le persone anziane e più fragili colpite duramente dal virus è una priorità assoluta. Prima bisogna difendere la parte più debole della popolazione e procedere il prima possibile con tutti gli altri anziani che si trovano fuori dalle strutture, poi vaccinarci e proteggerci tutti, quando sarà il nostro turno. Sapere che un primo passo concreto per uscire da questo bruttissimo momento è stato portato a termine, ci infonde coraggio e fiducia».

Covid, “solo” 29 nuovi casi a Ravenna (e 203 guarigioni) in 24 ore. Ma altri 5 morti

 

Si abbassa a 29 (su 1.483 tamponi) in 24 ore la quota di nuovi casi di positività al coronavirus registrati in provincia di Ravenna. Tra questi, 19 sono asintomatici, mentre 1 persona è stata ricoverata. Accertati però anche 5 decessi: 1 paziente di sesso maschile di 82 anni e 4 di sesso femminile di 75, 76, 86 e 93 anni. Sono state inoltre comunicate circa 203 guarigioni per la provincia di Ravenna.

IL BOLLETTINO REGIONALE DEL 26 GENNAIO

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 212.590 casi di positività, 993 in più rispetto a ieri (di cui circa la metà asintomatici), su un totale di 24.641 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 4%.L’età media dei nuovi positivi di oggi è 44,3 anni.

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 3.060 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 154.178.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 49.142 (-2.142 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 46.629 (-2.011), il 94,8% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 75 nuovi decessi: 6 a Piacenza (u a donna di 75 anni e 5 uomini rispettivamente di 77, 80, 84, 85, 86 anni); 4 in provincia di Parma (2 donne, di 80 e 97 anni, e 2 uomini di 84 e 88 anni); 4 nella provincia di Reggio Emilia (una donna di 90 anni e 3 uomini, rispettivamente di 77, 81 e 87 anni); 4 nella provincia di Modena (una donna di 97 anni, e 3 uomini rispettivamente di 62, 81 e 83 anni); 29 in provincia di Bologna (21 donne: 1 di 59 anni, 2 di 82, 2 di 83, 2 di 84, 2 di 86, 2 di 88, 2 di 89, 3 di 90, 2 di 94, 2 di 95, 1 di 98 anni; e 8 uomini: rispettivamente di 67, 69, 76, 84, 85, 89, 2 di 90 anni); 5 nel Circondario Imolese (3 donne di 84, 87 e 91 anni, e 2 uomini di 64 e 80 anni); 7 nel ferrarese (3 donne di 87, 91 e 92 anni, e 4 uomini: 1 di 67 anni, 2 di 72, e 1 di 83); 5 in provincia di Ravenna (4 donne, rispettivamente di 75, 76, 86, 93 anni, e un uomo di 82 anni); 11 in provincia di Forlì-Cesena (4 donne, di 81, 87, 90, 99 anni, e 7 uomini: 1 di 57 anni, 1 di 77, 2 di 80 anni, poi 81, 82, 84 anni). Nessun decesso registrato nel riminese.
In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 9.270.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 220 (-2 rispetto a ieri), 2.293 quelli negli altri reparti Covid (-129). Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 19 a Piacenza (numero invariato rispetto a ieri), 18 a Parma (+3), 20 a Reggio Emilia (invariato), 44 a Modena (invariato), 43 a Bologna (-1), 14 a Imola (-1), 26 a Ferrara (+1), 10 a Ravenna (-1), 1 a Forlì (invariato), 4 a Cesena (invariato) e 21 a Rimini (-3).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 18.070 a Piacenza (+83 rispetto a ieri, di cui 38 sintomatici), 14.937 a Parma (+54, di cui 32 sintomatici), 28.257 a Reggio Emilia (+95, di cui 41 sintomatici), 37.679 a Modena (+121, di cui 86 sintomatici), 42.074 a Bologna (+224, di cui 153 sintomatici), 6.690 casi a Imola (+17, di cui 12 sintomatici), 12.215 a Ferrara (+114, di cui 10 sintomatici), 16.165 a Ravenna (+29, di cui 10 sintomatici), 7.893 a Forlì (+48, di cui 39 sintomatici), 8.977 a Cesena (+63, di cui 44 sintomatici) e 19.597 a Rimini (+145, di cui 67 sintomatici).

In seguito a verifica sui dati comunicati nei giorni passati, sono stati eliminati 9 casi (5 Bologna, 3 Ravenna, 1 Cesena) in quanto giudicati non Covid-1

Ravenna ancora sulla stampa internazionale: secondo il Daily Telegraph è «da vedere»

Lungo approfondimento a firma di Nick Trend, ospite nel 2019 della Trilogia del Ravenna Festival

21 01 26 The Daily Telegraph Travel 1Lo scorso 22 gennaio il The Daily Telegraph ha dedicato un ampio articolo a Ravenna, definendola “la meta da vedere per prima come viaggio post-lockdown”.

Il prestigioso quotidiano britannico, fondato nel 1855 e che conserva ancora il formato originale, ha dedicato alla città bizantina un approfondimento firmato da Nick Trend, ospite nel 2019 alla Trilogia di Ravenna Festival con la collaborazione del Servizio Turismo del Comune di Ravenna. Durante il suo soggiorno ha potuto ammirare il meraviglioso patrimonio Unesco e rimanerne “abbagliato” – dazzling.

L’articolo, che sarebbe dovuto uscire prima, ma è slittato a causa della pandemia, illustra al lettore britannico i principali monumenti patrimonio Unesco di Ravenna, tutto rigorosamente in ordine cronologico; una vera e propria mini-guida alla scoperta di Ravenna.

L’assessore al Turismo Giacomo Costantini si è dichiarato «lusingato dall’attenzione che la stampa internazionale sta dedicando alla nostra città, frutto anche di ottime collaborazioni e relazioni messe in campo dal Servizio Turismo, dalla Regione Emilia-Romagna, da APT Servizi e in questo caso da un importante attore come il Ravenna Festival. Un prezioso lavoro svolto in sinergia e collaborazione che Ravenna è in grado di offrire. Nonostante il periodo complesso che stiamo vivendo, la nostra città si sta presentando al pubblico straniero, ci auguriamo come una delle mete più desiderate quando torneremo a viaggiare».

Nelle scorse settimane, infatti, Ravenna era finita sia sullo speciale della Lonely Planet, sia sul Times.

L’assessore scrive al ministro: «Lo sport deve ripartire, a rischio una generazione»

 

Fagnani Maratona
Fagnani durante la maratona di Ravenna

L’assessore allo Sport del Comune di Ravenna ha inviato una lettera al ministro per lo Sport Vincenzo Spadafora, sulla necessità di affrontare il tema delle riaperture di palestre, piscine e impianti sportivi.

«Dispiace e indigna – scrive Fagnani – che lo sport, a un anno dall’inizio dell’emergenza sanitaria, continui a essere considerato un settore ricreativo e di svago superfluo, quindi da mantenere in perenne lockdown». Sottolineando come invece lo sport sia «fondamentale» nella formazione e nell’educazione «non solo fisica», Fagnani lancia l’allarme: «Stiamo rischiando di perdere un’intera generazione di ragazzi e di ragazze che affidavano allo sport, all’allenamento, all’agonismo, non solo il proprio benessere fisico, ma anche il proprio futuro. Ignorando l’importanza dell’attività sportiva si producono danni che a un certo punto diverranno irreparabili».

Fagnani chiede quindi di considerare anche gli investimenti delle imprese sportive e il danno economico che stanno subendo, oltre che di aprire una discussione seria e approfondita per dare «qualche certezza» a un settore «produttivo anche dal punto di vista economico».

«Sono sicuro – termina la lettera dell’assessore – che nessun sportivo si sottrarrebbe a regole chiare, che venissero definite in caso di prossime riaperture».

Anche l’Università torna a fare lezioni in presenza, per il 50% degli iscritti

Resterà attiva comunque la didattica a distanza

UniversitaCon l’inizio del secondo semestre, a partire dal primo di febbraio gradualmente anche le università dell’Emilia-Romagna sono pronte a riprendere le attività in presenza: dal 1° febbraio negli atenei della Regione si inizia a tornare in aula nel rispetto dei protocolli di sicurezza sempre in vigore ed entro il limite del 50% degli iscritti per sede dell’ateneo. Il tutto sempre garantendo contemporaneamente il proseguimento delle lezioni a distanza.

La decisione è arrivata nel corso della Conferenza Regione-Università, a cui hanno partecipato l’assessore regionale all’Università Paola Salomoni, il collega alla Mobilità e trasporti Andrea Corsini e i rettori o i loro rappresentanti dell’Università di Bologna, dell’Università di Ferrara, dell’Università di Modena e Reggio Emilia, dell’Università di Parma e delle Università Cattolica e Politecnica di Milano, per quanto riguarda le sedi distaccate a Piacenza.

Le università si sono assunte l’impegno di adottare piani di organizzazione della didattica che prevedano al massimo il 50% degli iscritti in presenza, assicurato anche dai sistemi di prenotazione e sempre nel rispetto dei protocolli di sicurezza; ad avere la priorità saranno le attività laboratoriali e assimilabili e i tirocini curricolari interni e in alcuni casi i primi anni di corso. Le sedute di laurea e le proclamazioni, quando previste, si svolgeranno esclusivamente da remoto, per gli esami invece deve essere garantita agli studenti la possibilità di svolgerli a distanza con l’alternativa della presenza nel caso le condizioni lo permettano o quando sia previsto l’utilizzo di strumenti o spazi specifici.

Per quanto riguarda invece i tirocini curriculari da svolgere al di fuori degli atenei, potranno continuare ad essere effettuati in presenza, ma sempre nel rispetto delle indicazioni tecniche e operative definite dalle linee guida per la riapertura delle attività che ospiteranno gli studenti in tirocinio.

In merito alle Accademie di belle arti e i conservatori la Conferenza ha deciso di fare riferimento alle indicazioni previste dall’ultimo decreto del ministero dell’Università e della ricerca.

Ogni università riprenderà le lezioni secondo il proprio calendario didattico: c’è chi tornerà in aula già a partire dal 1° febbraio, almeno per quanto riguarda alcuni corsi di laurea, mentre in altri casi le attività ricominceranno a partire da marzo. Nella maggior parte degli atenei sarà data la precedenza, per ovvi motivi formativi, agli studenti dei primi anni.

A rendere possibile il ritorno in presenza degli studenti concorrono anche i significativi investimenti della Regione sul trasporto pubblico locale, tema su cui gli atenei si stanno contemporaneamente confrontando con le rispettive prefetture e aziende dei trasporti. Gli oltre 500 autobus aggiuntivi predisposti dall’Emilia-Romagna, che si aggiungono ai 3.200 ordinariamente in funzione, secondo i monitoraggi e le simulazioni tanto dell’ente quanto delle società di trasporto, interpellate anche dalle Università, saranno in grado di garantire pienamente le necessità di movimento degli studenti, anche in considerazione del fatto che non sono previste sovrapposizione di orari in entrata o in uscita con gli alunni delle scuole superiori.

«Zona rosso scuro? Solo un’ipotesi, lontana. Noi continuiamo a cercare positivi»

La precisazione dell’assessore alla Salute della Regione alla notizia della nuova mappa per i viaggi in Europa

5723564 Rosso1«Si sta parlando di un’ipotesi. E comunque, l’Emilia-Romagna, con i dati attuali, non correrebbe certo il rischio di entrare a livello europeo in zona rosso scuro, ammesso che l’ennesima sfumatura cromatica possa essere il miglior modo per contrastare l’epidemia. A oggi, infatti, il numero cumulativo di positivi ogni 100mila abitanti, sia nel corso della settimana tra il 18 e il 24 gennaio, sia nelle due precedenti – cioè tra il 4 e il 17 gennaio – ha fatto registrare cifre più basse della soglia di 500 indicata in questa proposta dell’Unione europea».

Lo precisa la Regione con l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, dopo la diffusione di notizie di agenzia secondo cui – dalla nuova mappa del contagio in Ue realizzata dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) – l’Italia sarebbe tra i Paesi con zone, appunto, a rischio rosso scuro: Emilia-Romagna, Veneto e Friuli Venezia-Giulia.

Dati alla mano, infatti, i casi di positività in regione si mantengono sotto quella soglia, sia considerando l’incidenza dell’ultima settimana (18-24 gennaio), quando sul territorio il rapporto è stato di 205 positivi su 100mila abitanti, sia quella relativa alle 2 settimane precedenti (4-17 gennaio), che hanno fatto registrare 486 positivi su 100mila abitanti.

«L’attenzione da parte della nostra Sanità pubblica e delle strutture sanitarie ospedaliere e territoriali è sempre al massimo livello, perché il virus continua a circolare – aggiunge Donini -. Allo stato attuale, però, si registra un decremento dei casi e dei ricoveri in ragione delle misure di contenimento adottate per le festività natalizie a livello nazionale e regionale.  Peraltro, l’emergere di nuovi casi di positività nella popolazione molto spesso è riconducile ad un’intensa attività di screening epidemiologici, di contact tracing e di protocolli di prevenzione e sicurezza nella scuola e nei luoghi di lavoro, che la nostra Regione porta avanti con convinzione. Noi continuiamo a cercare i positivi anche fra gli asintomatici come misura di prevenzione, e ne troviamo ogni giorno, proprio per contrastare la diffusione del virus. Non farlo – chiude l’assessore -, e quindi registrare poi un numero inferiore di positivi, vorrebbe dire solo favorire il contagio, non il contrario».

Nuove regole sui viaggi in Europa, l’Emilia-Romagna in zona “rosso scuro”

Secondo la prima simulazione mostrata dal commissario europeo per la Giustizia

Zona Rosso ScuroFriuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna e Veneto, insieme alla Provincia autonoma di Bolzano, sarebbero le tre regioni italiane a colorarsi di “rosso scuro” e ad essere sottoposte all’obbligo di test e quarantena per poter viaggiare nell’Ue. È quanto emerge da una prima simulazione sugli ultimi dati raccolti dall’Ecdc, risalenti al 17 gennaio scorso, e in base ai quali è stata disegnata la nuova mappa del contagio in Europa mostrata in anteprima dal commissario europeo per la Giustizia, Didier Reynders durante la conferenza stampa di oggi (25 gennaio).

La Commissione Ue propone che tutti i viaggi non essenziali siano “fortemente scoraggiati finché la situazione epidemiologica non sia migliorata considerevolmente”. Ciò riguarda specialmente le zone in “rosso scuro”. Per chi viene da quelle aree, gli stati devono prevedere un test prima della partenza e una quarantena all’arrivo. “Visto che la capacità di test è aumentata, gli Stati dovrebbero usare di più i test pre-partenza anche nelle aree arancioni, rosse o grigie”, scrive la Commissione nella sua proposta che aggiorna le regole sui viaggi. Chi rientra nel proprio Stato di residenza “dovrebbe invece poter fare il test appena arrivato”. Le indicazioni non si applicano ai transfrontalieri, che per lavoro o motivi di famiglia passano i confini molto spesso, e ai lavoratori del settore dei trasporti. La Commissione ha deciso di presentare le nuove proposte “alla luce delle nuove varianti del virus e gli elevati numeri di contagi”, e della necessità di evitare chiusure delle frontiere e divieti di viaggi diffusi. (ANSA.it)

Covid, 107 contagi in 24 ore in provincia di Ravenna. Accertati anche altri 10 morti

 

Sono 107 (di cui 32 asintomatici) su 937 tamponi i nuovi casi di positività al coronavirus registrati in 24 ore alle 12 di oggi, 25 gennaio. E sono altri 10 i decessi di ravennati comunicati dalla Regione, 6 uomini di età comprese tra 78 e 94 anni e 4 donne tra i 62 e gli 89 anni). Circa 80 le guarigioni accertate.

IL BOLLETTINO REGIONALE DEL 25 GENNAIO

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 211.606 casi di positività, 1.164 in più rispetto a ieri (di cui 561 asintomatici), su un totale di 10.436 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è dell’11%, dato che risente del minor numero di tamponi che vengono fatti la domenica, nella maggioranza dei casi su persone con sintomi e quindi con maggiori possibilità di esito positivo.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 51.289 (-68 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 48.645 (-110), il 94,8% del totale dei casi attivi.

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 1.156 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 151.122.

Purtroppo, si registrano 76 nuovi decessi: 5 a Piacenza (due donne, di 88 e di 92 anni e tre uomini, di 82, 91 e 92 anni); 5 in provincia di Parma (tre donne di 83, 85, 87 anni, e due uomini di 85 e 91 anni); 8 nella provincia di Reggio Emilia (tutti uomini: due di 80 anni, uno di 84 anni, due di 85 anni, uno di 86 anni, uno di 87 anni e un 90enne); 9 nella provincia di Modena (tre donne – di 72, 82 e 93 anni – e 6 uomini, rispettivamente di 64, 77, 83, 86, 87 e 91 anni); 20 in provincia di Bologna (13 donne – di 74, 75, 81, 86, 87 anni, quattro di 89, una di 93, una di 94, una di 96 e una di 98 anni – e 7 uomini, rispettivamente di 77, 78, 79, 84, 86, 94 e 95 anni); 11 nel ferrarese (4 donne – di 81, 90, 93 e 94 anni – e 7 uomini di 67, 80, 81, 82, 85, 91 e 95 anni); 10 in provincia di Ravenna (4 donne – di 62, 84, 88 e 89 anni; 6 uomini di 78, 82, 84, 85, 93, 94 anni); 4 in provincia di Forlì-Cesena (due donne di 91 e 92 anni; due uomini di 69 e 78 anni); 3 nel riminese (due donne di 38 e 88 anni, e un uomo di 77). Infine, si segnala il decesso di un uomo di 76 anni diagnosticato dall’Ausl di Rimini ma residente in provincia di Pesaro-Urbino.
In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 9.195.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 222 (+3 rispetto a ieri), 2. 422 quelli negli altri reparti Covid (+39).

Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 19 a Piacenza (+1), 15 a Parma (numero invariato rispetto a ieri), 20 a Reggio Emilia (invariato), 44 a Modena (-2), 44 a Bologna (+7), 15 a Imola (+1), 25 a Ferrara (-1), 11 a Ravenna (-2), 1 a Forlì (invariato), 4 a Cesena (-1) e 24 a Rimini (invariato).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 17.987 a Piacenza (+40 rispetto a ieri, di cui 27 sintomatici), 14.919 a Parma (+52, di cui 28 sintomatici), 28.162 a Reggio Emilia (+102, di cui 28 sintomatici), 37.558 a Modena (+200, di cui 125 sintomatici), 41.855 a Bologna (+274, di cui 136 sintomatici), 6.673 casi a Imola (+61, di cui 28 sintomatici), 12.101 a Ferrara (+92, di cui 31 sintomatici), 16.139 a Ravenna (+107, di cui 32 sintomatici), 7.845 a Forlì (+49, di cui 37 sintomatici), 8.915 a Cesena (+83, di cui 61 sintomatici) e 19.452 a Rimini (+104, di cui 70 sintomatici).

La provincia di Ravenna tra le ultime in Italia per tasso di crescita delle imprese

I dati del 2020 della Camera di Commercio sulla base del Registro: perse altre 372 aziende

Imprese assetate di liquiditàSono 1.634 le imprese nate nella provincia di Ravenna nel 2020, 301 in meno rispetto all’anno precedente. A fronte di queste, però, 2.006 hanno chiuso i battenti nello stesso periodo, 180 in meno rispetto al 2019. Il risultato di queste due dinamiche ha consegnato, a fine anno, un saldo tra entrate e uscite negativo per 372 imprese e, dunque, a fine dicembre 2020 lo stock complessivo delle imprese ravennati ammontava a 38.298 unità, proseguendo nel calo ininterrotto registrato di anno in anno dal 2009.

Il tasso di crescita della provincia di Ravenna è pari al -0,96 percento – quasi il doppio rispetto allo 0.49 percento dell’Emilia-Romagna – che la pone al 101esimo posto in Italia.

Tra le regioni, la crescita più sensibile si registra, ancora una volta, in Campania (con un tasso di crescita dell’1,09%) e nel Lazio (1,03%), seguite da Sardegna (+0,91%) e Puglia (+0,80%). Sul fronte opposto Marche (-0,58%), Friuli V.G (-0,58%) ed Emilia-Romagna (-0,49%) sono le regioni che hanno fatto segnare le contrazioni più rilevanti.

Si tratta della sintesi dell’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio di Ravenna sui dati del Registro delle imprese.

Tornando ai dati della provincia di Ravenna, crescono le società di capitali (+1,6 percento), che confermano l’orientamento – ormai consolidato – anche tra i neo-imprenditori, che, per affrontare il mercato, si affidano sempre più spesso a formule organizzative più “robuste” e strutturate, mentre diminuiscono imprese individuali (-1,6%) e società di persone (-1,8%), in particolare artigiane.

Dal punto di vista dei settori, a soffrire sono soprattutto il commercio (con un saldo pari a -144 contro -164 del 2019) e l’agricoltura (con un saldo pari a -144 contro il -150 del 2019). In territorio negativo anche manifattura (-51), costruzioni (-43), trasporto e magazzinaggio (-31), alloggio-ristorazione (-23) e, più a distanza, servizi alla persona (-9) e le attività finaziarie ed assicurative (-1).
Segnali positivi si rilevano dai servizi alle imprese, in particolare dalle attività di noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese (+35), dalle attività immobiliari (+14) e dai servizi di informazione e comunicazione (+10).

L’artigianato chiude il proprio bilancio annuale con 128 unità in meno, quando lo scorso anno la riduzione era stata di 167 unità. Tra i comparti artigiani, nel 2020, hanno fatto meglio le imprese di noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese (+7) ed il commercio con 1 unità in più. In rosso la manifattura (-39), l’edilizia (-35), le attività dei trasporti e magazzinaggio (-20), i servizi alla persona (-17), alloggio e ristorazione (-7), gli altri servizi alle imprese (-13) e le attività agricole (-4). Aumentano le unità locali diverse dalle sedi (nel 2020 +128 unità-locali), raggiungendo il valore di 9.466 e quasi il 60% ha sede in provincia.

Le imprese giovanili, pur rappresentando quasi un quarto del totale delle iscrizioni (24,8%) e appena il 10,6% delle chiusure complessive, riducono la loro consistenza passando dalle 2.571 unità del 2019 alle attuali 2.431 (140 in meno, riduzione più sostenuta rispetto allo scorso anno quando si era registrata una contrazione di -104 unità). Il saldo della movimentazione è largamente positivo (+193 unità, in calo rispetto al 2019 quando si segnarono +255 unità).

Per le imprese straniere, la differenza tra aperture e chiusure sempre positiva, risulta ancora in lieve discesa, segnando un +99 unità, quando nel 2019 il saldo era stato di +115. Il saldo del 2020 risulta il più basso dal 2011. Rallentano le nuove iscrizioni (340 del 2020, 404 del 2019 e 423 del 2018) e rallentano  anche le cancellazioni, passate dalle 294 del 2018 alle 289 del 2019 fino alle 241 dell’anno appena concluso. Ogni 1.000 imprese 122 non sono gestite da italiani, quando a livello regionale il rapporto è di 125 e in Italia di 104.

Per quanto riguarda l’imprenditoria femminile, l’andamento della movimentazione registra nel 2020 un saldo tra aperture e chiusure pesante (-67 unità, erano -11 nel 2019). La quota di imprese femminili in provincia rimane comunque elevata, con un valore pari al 20,9%, quota leggermente superiore a quanto rilevato in Emilia-Romagna (20,8%), ma ancora inferiore a quella in Italia (22,0%).

«Parliamo spesso – ha sottolineato Giorgio Guberti, commissario straordinario della Camera di commercio di Ravenna – delle piccole e medie imprese, senza tuttavia raccontare mai chi siano davvero i nostri imprenditori: 37.000 ravennati che non si rassegnano di fronte alle difficoltà e che contribuiscono, rischiando in proprio, alla creazione del Pil e all’occupazione provinciale. Serve – ha concluso Guberti – in particolare in questo momento storico, una presa d’atto convinta della centralità dell’economia reale e, dunque, del valore economico e sociale dell’impresa, tutelandone gli interessi ed elevandone la competitività. Gli imprenditori sono sfiduciati e arrabbiati; hanno bisogno di certezze, programmazione e di poter lavorare. La Camera di commercio sarà sempre al loro fianco».

Via ai lavori per la pista ciclabile tra Castrocaro e Lido di Dante, lungo il fiume

Intervento della Regione nell’ambito della sistemazione degli argini del Montone

Ponte Legno CastrocaroUna pista ciclabile che dalle colline di Castrocaro arriverà a lambire il mare Adriatico all’altezza del Lido di Dante, nel ravennate, correndo lungo la valle del fiume Montone.

Sono partiti i lavori di realizzazione della pista di circa 27 chilometri necessaria per le attività di controllo e monitoraggio nel corso delle piene, ma che potrà essere utilizzata da tutti anche per escursioni a piedi o in due ruote. Il cantiere è curato dalla Regione, attraverso l’Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile, nell’ambito della sistemazione degli argini lungo le sponde del fiume.

«Il tracciato in corso di costruzione completa la rete dei percorsi realizzati a partire dal 2008 lungo le difese spondali del Montone a monte e a valle della via Emilia, per una distanza complessiva di circa 55 km, alternando tratti di viabilità minore anche asfaltata, strade bianche e piste in terra battuta – spiega l’assessore regionale all’ambiente, Irene Priolo -. Si tratta di un bellissimo esempio di come la sicurezza del territorio può coniugarsi in modo intelligente con la valorizzazione dell’ambiente e della sua fruizione».

«Un’ opera- conclude l’assessore- che è indispensabile per un costante controllo del corso d’acqua, ma che rappresenta al tempo stesso un importante strumento di promozione territoriale a disposizione di cittadini e turisti».

In particolare, il cantiere aperto riguarda i 12 chilometri di argine che corrono verso monte, dalla via Emilia a Forlì fino a Castrocaro, e altri 15 chilometri a valle fino al confine con il ponte del Vico lughese, in località Prada, tra Forlì e Russi.

In tutto sono stati investiti 370 mila euro, resi disponibili con diverse ordinanze di Protezione civile per il potenziamento degli argini danneggiati a seguito della piena del 2019. Fanno parte del pacchetto di 640 mila euro messo a disposizione per l’intero circuito di 55 chilometri.

Ravenna, in 8 con torta e prosecco festeggiavano un compleanno in un bar: multati

Gli agenti hanno anche imposto la chiusura del locale per cinque giorni

Bar Tabacchi Segnali Di Fumo RavennaLa polizia locale ha multato otto persone sorprese a festeggiare un compleanno in un locale pubblico. Si tratta del bar-tabaccheria Segnali di Fumo di via Ravegnana, a Ravenna, sanzionato con una chiusura di cinque giorni.

Gli agenti sono intervenuti attorno alle 20 di sabato sera in seguito alla segnalazione di un passante. E hanno scoperto che dentro il locale (chiuso regolarmente al pubblico alle 18) si stava svolgendo una festa privata. In particolare il titolare stava festeggiando il compleanno di un cliente 51enne insieme ad altre sei persone, tra amici e parenti.

Le otto persone sono state sorprese con torta e prosecco. Inevitabile la multa da 400 euro prevista dal decreto anti Covid.

È morto a 48 anni a causa del Covid lo storico leghista faentino David Savorani

A ricordarlo sui social anche il segretario Matteo Salvini

David SavoraniPolitica faentina in lutto per la scomparsa di David Savorani, storico volto della Lega morto al Bufalini di Cesena a causa delle conseguenze del Covid. Aveva 48 anni. Aveva contratto il virus un mese fa.

Tantissimi i messaggi di cordoglio da parte del mondo politico locale e non solo. Sui social a ricordarlo anche esponenti di spicco della Lega nazionale come gli ex ministri Salvini e Calderoli.

Tra i messaggi sui social anche quello della consigliera regionale del Pd, Manuela Rontini, che lo definisce «gigante buono», e del patron del Mei Giordano Sangiorgi, che ricorda la sua passione per Vasco Rossi.

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