Continuano gli interventi della polizia locale di Ravenna a tutela del decoro cittadino, con particolare attenzione alle zone di interesse storico culturale. Dall’inizio del 2025 ad oggi, gli agenti dell’unità organizzativa sicurezza urbana hanno rimosso 337 biciclette lasciate in stato di abbandono in diverse zone della città.
Di queste, circa l’80% è stato conferito in discarica a Hera, perchè privo di parti essenziali come ruote, sellini o manubri, e non più recuperabile. I mezzi restanti sono stati invece trasferiti alla depositeria del Corpo, dove possono essere visionati per l’eventuale restituzione.
L’ultimo intervento in ordine di tempo si è svolto nella mattinata di oggi, 21 agosto, durante la sono state recuperate 16 biciclette in evidente stato di abbandono.
Intervento nella notte per la Polizia Locale, a seguito di un incidente stradale avvenuto in viale dei Navigatori, a Punta Marina. La segnalazione è arrivata alle 2.45 di giovedì 21 agosto dagli operatori del 118.
Sul posto si sono recati gli agenti dell’Ufficio Infortunistica, che hanno constatato come la fuoriuscita autonoma non avesse provocato feriti. A rimanere coinvolta è stata infatti una sola vettura, condotta da una 44enne che, dopo aver perso il controllo, ha urtato un’auto parcheggiata lungo la strada. La donna, sottoposta a etilometro, è risultata positiva con un tasso alcolemico ben oltre il consentito: 2,36 grammi per litro alla prima prova e 2,31 grammi per litro alla seconda, oltre 4 volte il limite previsto. Gli agenti hanno provveduto al ritiro della patente e alla denuncia della 44enne per guida in stato di ebbrezza, con le aggravanti dell’ora notturna e di aver provocato il sinistro.
Una camminata attraverso la campagna del forese per ricordare Elisa Bravi, giovane vittima di femminicio, scomparsa nel 2019 a soli 31 anni. Trail Romagna e il Comitato Uisp Ravenna-Lugo aderiscono all’iniziativa promossa dal gruppo Una Panchina per Elisa, con l’istituzione di due percorsi ludico-motori da 5 o 8 chilometri da affrontare a passo libero (corsa o cammino). L’appuntamento è sabato 23 agosto al Podere Sansoni di Bastia.
La passeggiata si snoderà lungo la campagna passando dalla panchina rossa posizionata a Massa Castello, all’ingresso del piccolo cimitero, e attraverserà la suggestiva Casa Masini. L’iniziativa fa parte di una serie di attività patrocinate dal Comune di Ravenna, mirate a mantenere vivo il ricordo di Elisa e a sensibilizzare sempre più persone al contrasto alle violenze di genere.
A rendere più vivo il ricordo, la presenza dei familiari, genitori e figlie di 9 e 12 anni, ai quali la comunità si stringerà in un unico, grande abbraccio. Per iscriversi è possibile visitare il sito o registrarsi in loco nella giornata dell’evento, dalle 17.
Torna per la quinta edizione “La Settimana di Teodorico”, una cinque giorni di aperture straordinarie dei luoghi legati all’imperatore, approfondimenti e visite guidate, realizzate grazie ai servizi educativi e al personale dei Musei nazionali di Ravenna. La rassegna, diventata ormai un appuntamento fisso dell’estate ravennate, si prepara a celebrare nel 2026 il 1500° anniversario della morte del re degli Ostrogoti Teodorico il Grande.
«Quest’anno – annuncia Andrea Sardo, direttore dei Musei nazionali di Ravenna – abbiamo pensato ai turisti che fino agli inizi di settembre continuano a scegliere la nostra città d’arte. Le visite dal mercoledì alla domenica sono principalmente rivolte a loro, per portarli alla scoperta di due importanti siti Unesco: Battistero degli Ariani e Mausoleo di Teodorico, oltre al suggestivo Palazzo. Ai residenti e agli appassionati di storia tardoantica è dedicata la serata di giovedì 28, con la presentazione del volume La sella perduta. L’oreficeria tardoantica a Ravenna a 100 anni dal furto della “corazza di Teodorico”».
Il Programma
Mercoledì 27 agosto è in programma l’apertura straordinaria del Battistero degli Ariani dalle 18.30 alle 22.30. Alle 20.30 sarà possibile assistere a una visita guidata gratuita con la direttrice Sandra Manara (ritrovo alle 20 davanti alla Libreria Longo, in piazzetta degli Ariani); Palazzo di Teodorico sarà invece aperto dalle 19.30 alle 23.30, una visita guidata gratuita alle 21.30. Giovedì 28 sarà il Museo nazionale ad osservare una serata di apertura straordinaria, dalle 19.30 alle 23.30. Alle 21 ospiterà la presentazione de La sella perduta, volume degli Atti della Giornata di studi organizzata dal museo nel 2024, dedicata al manufatto noto con il nome quasi leggendario di “Corazza di Teodorico”. Venerdì 29 agosto il Battistero degli Ariani e il Palazzo apriranno di nuovo dalle 19.30, alle 23.30, con visite guidate alle 20.30 (battistero) e 21.30 (palazzo). Sabato 30 e domenica 31 agosto sarà il Mausoleo di Teodorico ad essere aperto dalle 19.30 alle 23.30, con visita guidata alle 21.
Eventi e visite sono gratuite e senza obbligo di prenotazione; l’accesso ai monumenti avviene con regolare biglietto d’ingresso, acquistabile anche online. Per l’intera giornata del 30 agosto, in tutti i siti che compongono i Musei nazionali di Ravenna l’accesso è gratuito.
L’intelligenza artificiale al fianco del personale sanitario nell’assistenza agli anziani. Gli operatori del casa residenziale Busignani di Cervia riceveranno notifiche in tempo reale su smartphone o tablet ogni volta che uno dei 66 ospiti necessita di assistenza immediata in base alle valutazioni di sensori ottici intelligenti. Una app, inoltre, elaborerà report dettagliati per ottimizzare la gestione dei servizi e prendere decisioni basate su dati oggettivi.
L’Azienda pubblica di servizi alla persona (Asp) di Ravenna-Cervia-Russi realizzerà il progetto denominato Ancelia (della società TeiaCare) con un investimento complessivo di 90mila euro di cui 53mila grazie al sostegno del Comune di Cervia, della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna. L’installazione dei dispositivi e la formazione del personale sono previste per l’autunno.
La presidente dell’Asp, Fabiola Gardelli, ha sottolineato che le capacità umane sono insostituibili nel lavoro di cura: «Questo strumento tecnologico si integra con l’assistenza tradizionale, e permetterà agli operatori di lavorare con maggiore consapevolezza e serenità. L’innovazione è fondamentale per garantire la personalizzazione della risposta al bisogno e gli alti standard qualitativi che contraddistinguono l’Asp».
Lutto nel mondo della scuola a Ravenna: è morta la 62enne Elena Pagani, storica docente di mosaico al liceo artistico Nervi-Severini. La professoressa di Alfonsine, sposata e madre di due figli, è scomparsa ieri, 20 agosto, per le conseguenze di una malattia. «Abbiamo perso una grande docente, un’amica, un vulcano di idee e di iniziative per la scuola e la città», ricorda il dirigente scolastico Gianluca Dradi.
Pagani insegnava all’Artistico da una ventina d’anni. «Amata e apprezzata da colleghe e colleghi – prosegue Dradi nel suo ricordo pubblicato sulla pagina Facebook dell’istituto –, Elena si è ritagliata un posto nel cuore di generazioni di studenti per la sua capacità didattica e la continua disponibilità, che ha offerto a tutta la scuola nel complesso. Votata alla conoscenza e diffusione del mosaico, a scuola ha portato avanti una miriade di progetti, eseguiti con gli studenti nel laboratorio della succursale di via Pietro Alighieri, con la collaborazione della “sua” assistente tecnica Paola. Si è anche fatta promotrice di tanti progetti, fra cui una mappa del mosaico contemporaneo a Ravenna».
Il dirigente sottolinea l’apertura della docente verso un insegnamento sperimentale sia dal punto di vista delle idee, che di tecniche e materiali: «Ha realizzato copie da mosaici antichi e opere moderne, mosaici di invenzione dedicati a personaggi illustri, come il ritratto di Mazzini donato alla Domus mazziniana di Pisa, o destinati a personalità nazionali, come ad esempio il mosaico donato nel dicembre del 2023 al presidente Sergio Mattarella».
Numerose le opere eseguite con le classi e le colleghe che rimangono, fuori e dentro la città: «Fra queste il labirinto davanti al carcere di Ravenna, L’ultimo Arlecchino tratto dal dipinto di Gino Severini, la targa commemorativa del preside Gaudenzi, la Fiamma al comando della Guardia di Finanza, il Totò nel liceo, il monumento a fiore musivo per le donne vittime di femminicidio in piazzetta Ragazzini, il mosaico della Gazzella per il parco della Valle dei Templi di Agrigento».
L’Autorità portuale di Ravenna ha ricevuto106 proposte di progettazione per l’ampliamento della sede in via Antico Squero. L’ente statale che governa lo scalo ha lanciato un concorso pubblico per realizzare un nuovo edificio indipendente con un investimento di circa 4 milioni di euro. La notizia è riportata dal quotidiano locale Il Resto del Carlino.
All’inizio di aprile, poco prima della scadenza dei termini per la consegna delle proposte, Ravenna&Dintorniaveva illustrato i contorni di cosa dovrà sorgere sulla banchina sinistra della darsena di città.
È stato chiamato “edificio eventi”, da realizzare accanto alla sede attuale inaugurata nel 2008 (progettata dallo studio Sardellini-Marasca di Ancona). La nuova struttura potrà coprire una superficie complessiva di circa 1.200 mq, si svilupperà su non più di tre piani fuori terra (escluso il piano terra) e potrà, in alternativa, avere un piano interrato. Gli spazi dovranno ospitare una sala convegni per almeno 150 posti a sedere con locali di servizio, alcuni uffici e, a discrezione del progettista, anche un bar o un piccolo ristorante. Il progetto non presenterà nessun collegamento diretto con l’edificio principale, ma le proposte dovranno prestare attenzione all’inserimento nel contesto urbano, al rapporto con l’acqua e alla riconoscibilità come parte del complesso esistente di Ap.
Le ragioni dell’investimento sono specificate nei documenti del bando pubblico: «L’attuale sala convegni (nell’edificio ora presente, ndr) da è insufficiente per gli eventi dell’ente e gli spazi per uffici della sede, comparati con l’aumento del numero di dipendenti, hanno portato al collocamento di alcune risorse in un fabbricato a Marina di Ravenna. Un fabbricato per la nuova sala convegni nelle vicinanze della sede potrebbe comprendere anche ulteriori locali per uffici e comunque un nuovo spazio per eventi libererebbe dei locali nell’edificio esistente».
Il concorso di progettazione si concluderà con l’approvazione della graduatoria e la distribuzione del montepremi che ammonta complessivamente a 350mila euro (da 280mila per il vincitore a 15mila per il quinto). A fine settembre potrebbe essere aggiudicata la gara. La Commissione giudicatrice valuterà le proposte sulla base della qualità architettonica, della sostenibilità e della coerenza con i costi previsti. A seguito del reperimento delle risorse finanziarie, la stazione appaltante potrà affidare la progettazione esecutiva al vincitore del bando.
Il video di “recap” a cura del club della serata di presentazione in piazza del Popolo del 19 agosto, con i tifosi che hanno fatto festa alla squadra a pochi giorni dall’avvio del campionato di serie C.
Pubblichiamo un intervento sul tema della sicurezza urbana di Marina Mannucci, attivista ravennate per il clima e i diritti umani.
Un esempio di “architettura ostile”: spuntoni sotto a un ponte per evitare che vi trovino riparo i senzatetto
«Giove ci ha imposto due bisacce: dietro la schiena c’è quella piena dei nostri difetti, appesa al petto c’è la pesante bisaccia dei vizi degli altri. Per questo non possiamo vedere i nostri difetti, ma facciamo i censori non appena gli altri sbagliano» Fedro, Fabulae, IV 10
Violenza e insicurezza sono all’origine di una trasformazione radicale delle città contemporanee e delle abitudini dei suoi abitanti. Il rischio è che il controllo e le politiche della sicurezza incrementino la frammentazione spaziale e sociale. Molte ricerche segnalano che l’inadeguatezza dell’azione pubblica sulla criminalità può condurre a adottare misure restrittive che impattano negativamente sulla qualità della vita e l’accessibilità della città. Nei casi più estremi, lo spazio pubblico si trasforma nello “spazio della paura”, nel quale alcune figure sociali – spesso i poveri e gli emarginati – vengono considerate invasive o aggressive. Frammentazione e controllo possono produrre una spirale negativa, in cui lo spazio urbano non si presta a sostenere la formazione di legami sociali. Le politiche dirette sulla geografia sociale dei quartieri e sulla natura dello spazio pubblico, sulle quali l’urbanistica e il Governo del Territorio operano con responsabilità diretta, possono provocare obiettivi di inclusione o, al contrario, di esclusione sociale. Società, amministrazione, politica ed economia influiscono sul territorio a livello locale, regionale e nazionale ed è perciò indispensabile avere una conoscenza dei processi decisionali che, consapevolmente o inconsapevolmente, sono di rilievo per il territorio; analizzarne le caratteristiche, il funzionamento e i problemi di attuazione e avviare strumenti di controllo (ricerca sulla governance e la policy) è un processo indispensabile per comprendere chi e che cosa provoca cambiamenti.
La gestione della complessità sociale implica la comprensione delle interazioni tra individui, gruppi, istituzioni e sistemi, nonché la capacità di adattarsi a contesti in continua evoluzione. Nel 2024 è ricorso il centenario della nascita di Danilo Dolci, uno dei protagonisti italiani del rinnovamento in ambito sociale e educativo del dopoguerra che ha promosso lo sviluppo non violento e creativo della comunità. Ripercorrere alcuni tratti del suo pensiero e delle pratiche non violente di quel periodo è propedeutico a una “lettura” degli accadimenti di “ordine pubblico” e “sicurezza a rischio” di cui in questi giorni c’è un confronto aperto sulla stampa locale della nostra città.
«C’è pure chi educa, senza nascondere l’assurdo ch’è nel mondo, aperto ad ogni sviluppo ma cercando d’essere franco all’altro come a sé, sognando gli altri come ora non sono: ciascuno cresce solo se sognato». Danilo Dolci, Poema Umano, Messina, Mesogea, 2016
Danilo Dolci
Danilo Dolci nasce nel 1924 a Sesana, in Friuli-Venezia-Giulia. Studia Architettura al Politecnico di Milano, dove la frequentazione delle realtà operaie lo aiuta a comprendere l’importanza delle mobilitazioni collettive per i diritti e l’emancipazione. Nel 1950, poco prima della laurea, Dolci lascia la città per raggiungere Nomadelfia, villaggio fondato da don Zeno Saltini per ospitare gli orfani di guerra; nel 1952 si trasferisce a Trappeto in provincia di Palermo dove viene a contatto con una situazione complessa causata da disoccupazione, degrado, ignoranza, analfabetismo, cattiva politica e illegalità. Attraverso progetti partecipativi, inizia il suo lavoro di impegno trasformativo che va oltre l’assistenza, includendo la promozione della nonviolenza, la lotta alla mafia e lo sviluppo del territorio. Impegno scientifico e civile che gli viene diffusamente riconosciuto; riceve una laurea honoris causa in filosofia dall’Università svizzera di Berna, una in Scienze dell’Educazione dall’Università di Bologna ed è più volte candidato al Nobel per la Pace. Tra i suoi estimatori vi è il filosofo e sociologo Jürgen Habermas; il sociologo e matematico – fondatore del Peace Research Institute Oslo – Johan Galtung; lo psicologo e psicoanalista Erich Fromm; il politico, giurista, tra i fondatori del Partito d’Azione e tra gli artefici della Costituzione repubblicana Piero Calamandrei; il filosofo, giurista, politologo, storico Norberto Bobbio; lo psicologo, biologo, pedagogista Jean Piaget; il filosofo, scrittore, drammaturgo e critico letterario francese Jean-Paul Sartre; il poeta, scrittore, regista, sceneggiatore e drammaturgo Pier Paolo Pasolini; il filosofo, matematico, attivista, saggista e esponente del movimento pacifista Bertrand Arthur William Russell e il filosofo, politico, antifascista e educatore, tra i primi in Italia a teorizzare il pensiero non violento gandhiano, Aldo Capitini. Il rapporto tra Danilo Dolci e Aldo Capitini è caratterizzato da una profonda stima reciproca e collaborazione, testimoniata da una ricca corrispondenza, in parte inedita. Dolci vede in Capitini una figura di riferimento ideale, mentre Capitini segue con attenzione l’opera di Dolci, trovando ispirazione per i suoi studi e approfondimenti nel campo civile, educativo e politico. Pur operando in contesti e con modalità differenti, entrambi sono figure chiave nel panorama italiano nel campo del degrado sociale, ponendo l’accento sulla non violenza e sull’importanza dell’azione partecipativa per il cambiamento. Dolci, con la sua azione diretta e le inchieste a Palermo, si concentra sulla lotta alla mafia e alla povertà, promuovendo lo sviluppo economico e sociale della Sicilia. Capitini sviluppa una teoria della non violenza basata sulla “concentrazione” e sull’educazione alla partecipazione democratica, mirando a superare le disuguaglianze e l’oppressione. Le pratiche di non violenza, dal dopoguerra a oggi, si sviluppano come strumenti di cambiamento sociale e comprendono azioni dirette, come digiuni e manifestazioni, forme di resistenza passiva, come l’obiezione di coscienza e il boicottaggio. L’obiettivo è quello di promuovere la pace, la giustizia e il cambiamento sociale attraverso mezzi non violenti, rifiutando la logica della violenza e della guerra.
Gabriella Falcicchio
Arrivando ai giorni nostri è in questa direzione che ha indirizzato il suo lavoro di ricerca anche Gabriella Falcicchio, pedagogista, docente universitaria, attivista del Movimento Nonviolento e Operatrice della nascita del Melograno di Bologna (L’atto atomico della nonviolenza. Relazioni, stili di vita, educazione: Aldo Capitini e la tradizione nonviolenta, 2022, Profeti scomodi, cattivi maestri. Imparare a educare con e per la nonviolenza, 2018, entrambi editi dalle Edizioni La Meridiana di Molfetta).
Gli approcci pedagogici e sociali di Capitini, Dolci e Falcicchio sono un’interessante fonte d’ispirazione per chi cerca soluzioni innovative e partecipative ai contemporanei problemi sociali e di sicurezza urbana; dinamiche in cui è sempre più spesso il mercato a sancire inclusioni ed esclusioni, privilegi e privazioni. Le questioni che riguardano il tipo di città in cui vorremmo vivere sono strettamente collegate al genere di persone che vogliamo essere e alle modalità di relazioni interpersonali (di genere, di classe, ambientali ecc.) che vogliamo intrattenere. Una gestione urbana con metodi non violenti utilizza tendenzialmente un approccio che promuove la partecipazione attiva di cittadine/i, la coesione sociale e la riqualificazione degli spazi urbani; include interventi di prevenzione situazionale, azioni per contrastare la marginalità e l’esclusione sociale, nonché la creazione di spazi pubblici accoglienti e sicuri. Questi progetti mirano a prevenire e risolvere conflitti attraverso il miglioramento della vivibilità e del decoro urbano, riducendo marginalità ed esclusione sociale. Esempi specifici includono un’attenzione alla creazione e diffusione di spazi verdi, centri comunitari e programmi di prevenzione della criminalità che coinvolgono attivamente la comunità locale: un ambiente che promuova la responsabilità individuale e collettiva, invece di alimentare dipendenze. Un approccio che richiede la promozione di interazioni costruttive tra i cittadine/i, per superare le frammentazioni e favorire la coesione sociale.
Per quanto riguarda i processi partecipativi a Ravenna, negli ultimi decenni, si sono formate/i ottime/i professioniste/i per promuovere l’equità sociale, la tutela dei diritti umani, della cui competenza professionale non si tiene adeguatamente conto. Le politiche di sicurezza urbana integrate con politiche della “cura”, come ci insegnano Capitini, Dolci e Falcicchio (e molte/i altre/i) mirano a creare ambienti urbani più vivibili e sicuri, affrontando non solo la criminalità ma anche il degrado sociale e le cause della marginalizzazione. Sono processi difficili, sempre aperti, che richiedono specifiche competenze in grado di analizzare e comprendere le complesse interazioni tra diverse identità sociali e che prevedono diverse fasi, dall’ascolto del territorio alla restituzione pubblica dei risultati. Un approccio che si concentra sulla prevenzione, il coinvolgimento della comunità e la riqualificazione degli spazi, andando oltre la semplice repressione.
«L’esistenza, per sua natura ed essenza propria e generale, è un’imperfezione, un’irregolarità, una mostruosità» Giacomo Leopardi, Zibaldone di pensieri
Sara Errani e Andrea Vavassori si confermano campioni del doppio misto agli Us Open di tennis. La coppia azzurra ha battuto in finale 6-3 5-7 10-6 il duo testa di serie n.3 formato dalla polacca Iga Swiatek e dal norvegese Casper Ruud, importanti singolaristi.
Agli azzurri è bastato vincere quattro partite in due giorni per aggiudicarsi il massimo premio da un milione di dollari, un aumento enorme rispetto ai guadagni ottenuti a New York lo scorso anno in un formato che non aveva nulla a che vedere con quello di quest’anno, con decine di specialisti del doppio che sono stati fatti fuori dagli organizzatori a vantaggio delle stelle del singolare, nell’intento di spettacolarizzare la competizione.
«Questa vittoria – ha commentato la campionessa 38enne di Massa Lombarda durante la premiazione – è anche per tutti i giocatori di doppio che non hanno potuto giocare in questo torneo, questo è anche per loro».
Un’automobilista 26enne di nazionalità marocchina a bordo di una Mercedes ha colpito due auto in sosta in via Venezia a Ravenna, verso l’1.30 della notte tra il 19 e il 20 agosto, e poi si è allontanato a piedi e ha simulato il furto della sua vettura nel tentativo di non risultare al volante perché in stato di ebbrezza. Ma la polizia locale ha smentito la sua versione.
Il guidatore ha cercato di rendersi irreperibile, ma è stato poco dopo scoperto mentre si nascondeva, nelle vicinanze, sotto un veicolo in sosta. Messo di fronte alle evidenze, ha rifiutato di sottoporsi ai test per gli accertamenti sull’assunzione di alcol e droga.
Oltre alla denuncia per il rifiuto di sottoporsi a etilometro e drug-test, nonché per la guida in stato di ebbrezza è stato denunciato anche per simulazione di reato; sono state inoltre contestate numerose violazioni amministrative al Codice della Strada, per un importo complessivo di circa mille euro e la decurtazione di più di 50 punti sulla patente, che gli è stata ritirata, mentre il veicolo è stato sottoposto a sequestro.
L’amministrazione comunale di Faenza ha avviato l’iter per l’intervento di restauro e risanamento conservativo dello sferisterio comunale Oreste Macrelli. A causa delle alluvioni del maggio 2023, la struttura è stata gravemente compromessa, in particolare per la sua peculiare conformazione; i locali e l’area sportiva all’aperto si trovano infatti a circa quattro metri al di sotto del livello stradale. Durante l’evento del 16 e 17 maggio, l’area si è trasformata in un’enorme vasca colma d’acqua, causando ingenti danni agli impianti e ai locali dell’associazione che ne cura la gestione.
La struttura a ridosso delle mura cittadine nella zona di Porta Montanara è stata costruita nella seconda metà del ‘700 per ospitare l’attività del pallone-bracciale, disciplina sportiva una volta molto praticata in città, è oggi un punto di riferimento per numerosi appassionati e ragazzi, ospitando diverse attività da praticarsi gratuitamente come basket, calcetto, pallavolo e il ‘rapatennis’, gioco che fonde elementi di racchettoni, padel e tennis.
La Giunta comunale ha approvato il progetto di fattibilità tecnica ed economica per un primo lotto di lavori, per un costo complessivo di 500mila euro. L’intervento, finanziato con fondi dell’amministrazione comunale, è stato inserito negli strumenti di programmazione dell’ente.
La durata stimata dei lavori, dopo l’espletamento e l’affidamento alla ditta che si aggiudicherà la gara di appalto, il cui inizio è previsto entro l’inizio del 2026, sarà di circa otto mesi.
Il progetto prevede una serie di opere volte a ripristinare la salubrità e la sicurezza degli spazi. Tra gli interventi al piano strada, è prevista l’installazione di un nuovo ascensore, la realizzazione di una struttura vetrata a protezione dell’area d’ingresso e la sostituzione della caldaia con una nuova pompa di calore per il raffrescamento estivo. Nei locali al piano semi-interrato, i lavori comprendono la realizzazione di nuovi servizi igienici accessibili anche dalle persone con disabilità, l’adeguamento della zona-cucina, il ripristino degli intonaci danneggiati e il rifacimento del pavimento, l’impianto di riscaldamento, la ventilazione e l’impianto elettrico. A questi si aggiungerà l’intera sostituzione degli infissi. L’intervento adeguerà così l’edificio alle normative per l’abbattimento delle barriere architettoniche
A questa prima fase di lavori, ne seguirà una seconda, con risorse stanziate dalla Struttura Commissariale per la ricostruzione post-alluvione che interesseranno l’area esterna e gli spogliatoi.
«Un altro bene di proprietà pubblica, duramente colpito dalle alluvioni – sottolinea il vicesindaco Andrea Fabbri – sarà oggetto non solo di un intervento di ripristino strutturale, ma di un vero e proprio progetto di rigenerazione. L’obiettivo è dotarlo di nuovi servizi e funzioni, capaci di offrire ai ragazzi e a tutta la comunità occasioni rinnovate di aggregazione, crescita personale e partecipazione attiva alla vita cittadina, trasformando una ferita subìta in un’opportunità di sviluppo e coesione sociale».