giovedì
26 Giugno 2025

Derby Liceo-Polo tecnico allo stadio di Lugo, la sindaca fa i complimenti agli organizzatori

Sono stati ricevuti in Rocca nel primo pomeriggio di mercoledì 11 giugno gli organizzatori del derby tra i ragazzi delle rappresentative calcistiche del Liceo e del Polo tecnico di Lugo, che lo scorso 2 giugno hanno giocato una partita allo stadio Muccinelli.

Alla fine ha primeggiato la squadra del Polo per 2-1, «ma a vincere davvero è stato lo spirito sportivo dei ragazzi che si è manifestato ancora una volta nel cuore di una città che vanta un grande e variegato numero di associazioni e realtà sportive», scrive il Comune. «Il derby tra Polo e Liceo è un modo per veicolare uno spirito di competizione sano e non si limita al calcio, perché ai primi di giugno si sono affrontate anche le rappresentative di pallavolo, basket e calcetto saponato dei due complessi scolastici».

La sindaca Elena Zannoni e l’assessore allo Sport Luigi Pezzi si sono complimentati con i ragazzi (Nicolò De Rienzo e Gabriele Di Candia del Polo e Maria Giulia Zampaglione del Liceo, tutti rappresentanti d’istituto) per «la brillante organizzazione di un evento complesso, che ha mobilitato centinaia di ragazzi ed è riuscito perfettamente, grazie all’impegno degli organizzatori, alla collaborazione degli uffici e delle società sportive coinvolte, e anche ai volontari che si sono proposti proprio a scuola, una dozzina dei quali hanno svolto anche il servizio d’ordine per l’evento».

«Avete regalato un bellissimo momento alla città e messo in grande luce le vostre scuole – ha commentato la sindaca Elena Zannoni -, un impegno tanto più encomiabile visto che l’avete fatto nell’anno della Maturità. Speriamo che, in futuro, chi verrà dopo di voi saprà fare tesoro della vostra esperienza. Una parte dei ragazzi impegnati nel derby hanno preso parte anche a eventi come lo Swap Party e LugOut, oltre che ai percorsi partecipativi di Emaldi20. Questa amministrazione crede nel coinvolgimento delle giovani generazioni e cercheremo di creare sempre più occasioni pensate per loro».

Nuovo sbarco di migranti a Marina di Ravenna. Il sindaco: «Scelta illogica e disumana del Governo»

Ravenna si prepara all’arrivo di una nave con a bordo 76 migranti. Si tratta del 21esimo sbarco dal 31 dicembre 2022. La nave Solidaire sbarcherà sabato 14 giugno alla banchina Fabbrica Vecchia di Marina di Ravenna.

«La nostra comunità – dichiara il nuovo sindaco Alessandro Barattoni – ha dimostrato da sempre un grande senso civico e anche questa volta è pronta ad accogliere con responsabilità ed umanità persone che arrivano dopo un viaggio drammatico. Nonostante questo non posso condividere questa scelta da parte del governo nazionale. La macchina organizzativa sarà quindi operativa ma resta lo sconcerto per la scelta di continuare a far approdare profughi e profughe in un porto distante dai luoghi in cui vengono soccorsi, costringendoli ad affrontare un ulteriore lungo viaggio prima del loro arrivo. In questo caso oltretutto il nostro porto è anche in una posizione molto distante dalla regione nella quale poi molte di queste persone verranno trasferite come destinazione di accoglienza».

Barattoni esprime «un sentito ringraziamento a tutte le istituzioni, le forze dell’ordine, gli operatori socio-sanitari, le organizzazioni di volontariato, la Croce Rossa e tutti e tutte coloro che si stanno adoperando con professionalità e dedizione per far sì che a queste persone possa essere garantita un’accoglienza umana ed efficiente, allo stesso modo credo sia giusto non abituarsi in silenzio a scelte illogiche ed evidenziare la disumanità di queste decisioni».

Al rigassificatore di Ravenna la discarica del primo cargo Gnl

È stata effettuata in tutta sicurezza, al largo della costa di Ravenna, la discarica del primo cargo commerciale di Gnl-Gas naturale liquefatto destinato alla BW Singapore – la nave rigassificatrice di Snam operativa dallo scorso mese di maggio nelle acque antistanti la città romagnola – e proveniente dal terminale di liquefazione di Plaquemines, negli Stati Uniti.

All’evento ha assistito una delegazione dei vertici nazionali, regionali e locali dei Vigili del Fuoco, guidata dal Capo del Corpo, Eros Mannino, che ha visitato la nave acquistata da Snam nel luglio 2022 in risposta all’emergenza derivante dalla crisi russo-ucraina e dotata – come l’Italis Lng già in esercizio a Piombino – di una capacità di rigassificazione annua di 5 miliardi di metri cubi, a garanzia dell’ulteriore diversificazione degli approvvigionamenti energetici del Paese.

Il Gas naturale liquefatto, spiegano da Snam, «continua a fornire un contributo fondamentale per la sicurezza del sistema energetico italiano».

Nel 2024 sono arrivati 150 carichi, principamente da da Qatar (il 36%), Stati Uniti (il 34%), Algeria (il 20%), ma anche da Egitto, Spagna, Congo, Angola, Guinea Equatoriale e altre nazioni. Per quel che riguarda il 2025, il totale dei carichi di Gnl giunti in Italia da gennaio ad oggi ammonta a 95, provenienti prevalentemente da Stati Uniti, Qatar e Algeria, oltre che da altri Paesi africani e dalla Spagna. Le forniture di Gnl rappresentano oggi circa il 30% degli approvvigionamenti complessivi di gas del Paese.

Il Museo Civico delle Cappuccine dedica il laboratorio di incisione a Ermes Bajoni

In occasione dell’ultimo fine settimana di apertura della mostra “Qui, altrove. Omaggio a Ermes Bajoni” (prorogata fino a domenica 15 giugno) il Museo Civico delle Cappuccine di Bagnacavallo intitolerà ufficialmente il Laboratorio di incisione all’artista. La cerimonia è in programma per sabato 14, alle 11 nel chiostro del Museo. 
Ex direttore del Centro Culturale “Le Cappuccine” e promotore della costituzione del Gabinetto delle Stampe di Bagnacavallo, Bajoni è stato una figura fondamentale per la crescita delle istituzioni culturali cittadine.
Grazie alla donazione della moglie Maria “Lora” Tonini e dell’artista Roberta Zamboni, sua allieva, il Museo ha acquisito un torchio calcografico a stella appartenuto al Maestro: un contributo significativo per un luogo che intende proseguire nella valorizzazione dell’arte dell’incisione. Per questo motivo, lo spazio del laboratorio sarà intitolato a Ermes Bajoni, che utilizzava proprio quel torchio per stampare.
La giornata sarà anche occasione per assistere a una dimostrazione di stampa a cura dell’artista Serena Gattini, vincitrice del Premio per giovani incisori della terza Biennale di incisione “Giuseppe Maestri” #2022, per la quale Bajoni ha collaborato in qualità di membro del comitato scientifico e per scoprire con una visita guidata gratuita (ore 16) la collezione permanente del Museo, in uno degli ultimi giorni in cui sarà possibile farlo prima del nuovo allestimento. A partire da lunedì 16 giugno infatti inizieranno i lavori sull’edificio che comporteranno la chiusura del Museo Civico per circa un anno.
Per partecipare alla visita guidata è necessaria la prenotazione, ai numeri 0545 280913/910 oppure scrivendo a centroculturale@comune.bagnacavallo.ra.it.

Un contribuito da 500mila euro per la realizzazione della nuova palestra

Palestra Via Macello Vecchio
Il Comune di Lugo si è aggiudicato un contributo regionale di 500mila euro, che sarà destinato alla realizzazione della nuova palestra in via Macello vecchio, i cui lavori sono già in corso: Il finanziamento consente di calmierare l’onere dell’investimento, in precedenza interamente a carico delle casse comunali, e rientra nel bando per il miglioramento del patrimonio impiantistico sportivo regionale.
L’intervento di ristrutturazione del fabbricato di via Macello vecchio, in precedenza adibito a supermercato, ha un costo complessivo di 1.296.120 euro (comprensivi dell’acquisto dell’immobile) e consentirà di dotare la città di una ulteriore palestra comunale: nello specifico sarà messa a disposizione delle due società di judo che in precedenza occupavano gli spazi del nuovo auditorium (anch’esso in fase di ultimazione) e della Boxe Lugo oggi attiva in una frazione e che il prossimo anno festeggerà i cento anni di storia. I due ambienti avranno una superficie di 242 mq per il judo e 159 mq per la boxe, a cui si aggiungono spogliatoi, servizi igienici e docce.
Oltre agli spazi dedicati alle attività sportive sarà realizzata anche una saletta civica, con ingresso indipendente. La fine dei lavori è attesa entro la fine del 2025.

Ruspa al lavoro tra i bambini in piscina: anche La Pigna si unisce all’indignazione

“Sconcerto e preoccupazione per quanto accaduto nella piscina comunale di Ravenna”

Anche la Lista Civica La Pigna si unisce allo sconcerto per quanto accaduto ieri (11 giugno) alla piscina Comunale di Ravenna: il video, diffuso questa mattina, mostra chiaramente una ruspa impegnata nei lavori per il nuovo impianto, mentre effettua manovre in un’area frequentata da bambini. L’episodio ha suscitato sgomento tra i presenti e ha rapidamente sollevato indignazione sui social.

«Il fatto evidenzia una sottovalutazione inaccettabile dei protocolli di sicurezza. È impensabile che un mezzo pesante possa accedere a un’area frequentata da persone, specialmente bambini e famiglie, mentre sono in corso attività di balneazione – commenta Veronica Verlicchi, Capogruppo La Pigna -. Questo evento è un campanello d’allarme che non può essere ignorato e che si inserisce in un quadro di gestione approssimativa e carenze inaccettabili. La sicurezza dei cittadini deve essere la priorità assoluta, e quanto avvenuto ieri dimostra una falla gravissima nel sistema di controllo e supervisione dei lavori. Chiediamo con forza che vengano avviate indagini immediate e approfondite per accertare le responsabilità e che vengano adottate misure urgenti e incisive per garantire che simili episodi non si ripetano mai più. Non è accettabile che la realizzazione di un nuovo impianto metta a rischio l’incolumità pubblica. La piscina comunale deve essere un luogo sicuro e sereno per tutti i cittadini. L’episodio  si inserisce in un contesto, quello della realizzazione della nuova piscina, che presenta vizi, falle ed aspetti che non hanno a che fare con quello che deve essere e rimanere l’obiettivo ultimo: fornire un servizio pubblico essenziale alla comunità. Resta poi l’annosa questione della gestione del nuovo impianto natatorio e il destino infausto che travolgerà le società di nuoto ravennati se non si interverrà cercando di salvaguardare il patrimonio sportivo della città».

C’è tempo fino al 23 giugno per candidare la propria tesi di dottorato al Premio D’Attorre

 

Invito D'Attorre
Pier Paolo D’Attorre

C’è tempo fino al 23 giugno per candidare la propria tesi di dottorato al Premio Pier Paolo D’Attorre, il riconoscimento biennale dedicato alla memoria del docente di Storia contemporanea all’Università di Bologna e Sindaco della città di Ravenna negli anni 1993-1997.

Possono concorre al bando tutti coloro che hanno redatto e discusso (in Italia o all’estero) una tesi di dottorato in Storia contemporanea sui seguenti temi: Economia e territorio e amministrazione pubblica nell’Italia contemporanea; Ceti dirigenti, forme di rappresentanza in epoca contemporanea; Rapporti fra Europa e Usa; Dimensioni del rapporto pubblico-privato nella società di massa; movimenti, partiti ed esperienze di governo della sinistra in Europa e nel mondo.

Sono accettati elaborati in italiano, inglese o francese, discussi tra gennaio 2023 e dicembre 2024. Sono esclusi invece i lavori che hanno già conseguito altri riconoscimenti economici in premi di studio.

Il premio è promosso dal Comune di Ravenna, dalla famiglia D’Attorre, dall’Istituzione biblioteca Classense, dalla Fondazione Casa di Oriani, dalla Fondazione Gramsci Emilia Romagna e dall’Università degli Studi di Bologna. Negli anni il bando ha coinvolto molti neodottori di ricerca provenienti da diverse università italiane, con tesi su temi cari a D’Attorre, come economia e amministrazione pubblica nell’Italia contemporanea, il rapporto pubblico-privato nella società di massa e le relazioni tra Europa e Stati Uniti.

Per l’edizione 2025, il comitato scientifico è composto da Valeria Deplano (Università di Cagliari), Ferdinando Fasce (Università di Genova), Anna Pellegrino (Università di Bologna), Silvio Pons (Scuola Normale Superiore di Pisa), Marica Tolomelli (Università di Bologna). Il vincitore si aggiudicherà un importo di 4 mila euro. La proclamazione sarà diffusa entro il 15 ottobre 2025 e la premiazione avverrà entro l’anno nel corso di una cerimonia pubblica.

Le tesi di dottorato non saranno restituite, ma saranno conservate in fondi specifici della Biblioteca di storia contemporanea Alfredo Oriani di Ravenna e della Fondazione Gramsci Emilia-Romagna, dove potranno essere consultate da parte degli utenti delle biblioteche nel rispetto delle norme di tutela dei diritti d’autore e del regolamento delle biblioteche stesse. La semplice partecipazione al concorso assicura l’accettazione di
tale clausola da parte dell’aspirante senza ulteriori atti formali.

Lavori alla piscina comunale di Lugo: due anni di cantiere, ma resterà sempre aperta

I lavori di ristrutturazione della piscina comunale di Lugo cominceranno il prossimo autunno e si faranno evitando la chiusura invernale per un anno, a differenza di quanto emerso inizialmente. Nessuna chiusura continuativa, quindi, ma solo possibili sospensioni temporanee. Lo ha deciso il Comune per salvaguardare l’attività delle società sportive e del nuoto libero (circa duemila utenti unici e 130mila accessi all’anno). Il progetto è stato rivisto in modo che l’impianto di via Toscana sarà accessibile a compartimenti e permetterà sia la fruibilità dell’impianto estivo, sia di quello invernale. Questo comporterà un aumento dei costi che ora sono di oltre 4,6 milioni di euro tutti a carico del Comune (circa 100mila euro in più rispetto a quanto precedentemente comunicato) e un allungamento dei tempi di cantiere, che saranno di circa due anni.

Il mantenimento del servizio pubblico sul territorio lughese e per tutta la Bassa Romagna «rappresentava una priorità per l’amministrazione comunale», viene sottolineato in una nota. Dopo aver valutato la sostenibilità economica di coperture temporanee della piscina esterna o l’utilizzo di impianti vicini, il Comune ha verificato la possibilità di un’importante variazione progettuale: costruire una nuova centrale di filtraggio sopra a delle nuove vasche di compenso, senza inizialmente smantellare la centrale esistente, così da avere simultaneamente due impianti funzionanti. Il passaggio dal vecchio al nuovo impianto avverrà in modo dilazionato nel tempo, sfruttando l’utilizzo stagionale delle vasche interne ed esterne. La nuova centrale di filtrazione entrerà in funzione prima della demolizione di quella attuale, consentendo quindi il continuo funzionamento degli impianti.

All’apertura del cantiere per prima cosa sarà realizzata la nuova struttura atta a ospitare i nuovi impianti di filtrazione; seguiranno quindi i lavori di ammodernamento della struttura, ovvero la realizzazione delle nuove centrali termica e idrica, la posa delle nuove tubature, il nuovo impianto di climatizzazione, il potenziamento della linea elettrica, la coibentazione degli spazi e poi a seguire altri lavori fino ai piani vasca e agli spogliatoi. I lavori sono definiti indispensabili per il pieno ripristino delle funzionalità della piscina, la cui struttura risale al 1973, soprattutto per impianti, solai e organizzazione interna.

Dal 13 giugno al 14 luglio sarà aperto il nuovo bando di gestione dell’impianto da aggiudicare per il mese di settembre, nel quale è stata inserita un’importante clausola sociale a tutela dei dipendenti. A bando vengono messi piscina estiva e invernale, stadio con tutte le sue strutture e ristorante Zia Pop, tutti parte dello stesso complesso. La concessione avrà la durata di sette anni, dal 15 settembre 2025 al 31 agosto 2032. È previsto un contributo annuo da parte del Comune di Lugo di 60mila euro più Iva e resta a carico dell’amministrazione la manutenzione straordinaria delle strutture. Tra le tante novità, c’è anche la possibilità di individuare sponsor per i vari impianti.

La piscina comunale di Lugo registra in un anno oltre duemila utenti unici (furono 2.210 nel 2022), di cui circa il 17% provenienti da territori fuori dalla Bassa Romagna. Vengono da Alfonsine il 3,3% degli utenti, il 14,8% da Bagnacavallo, il 2,9% da Bagnara di Romagna, il 2,6% da Conselice, l’8,5% da Cotignola, il 6,7% da Fusignano, il 7,1% da Massa Lombarda, il 3,5% da Sant’Agata sul Santerno. Sono lughesi il 33,8% degli utenti. Le presenze sono invece circa 130mila all’anno, con una media giornaliera di circa 360 accessi nel periodo invernale e circa 410 nella stagione estiva.

Al primo posto tra “I Luoghi del cuore” della Romagna una chiesa cervese

Il 12esimo censimento dei “Luoghi del Cuore” di Fai si chiude con 2 milioni 316 mila 984 voti: «Una straordinaria espressione di coinvolgimento attivo e coesione sociale per la cura e la valorizzazione dei luoghi italiani più amati» commentano dal Fondo.

Ad aggiudicarsi il primo posto in Emilia Romagna (e l’11esimo su scala nazionale) è il Santuario della Madonna del Pino di Cervia, con un totale di 22.767 voti. Tra i primi dieci in classifica anche la Commenda dei Cavalieri Gerosolimitani (Cavalieri di Malta) di Faenza, quinta in Romagna e 144esima in Italia con 4.756 voti.

Il Santuario della Madonna del Pino, affacciato sulla Romea nord, si presenta con una facciata tardo romanica, decorata da un portale in sasso d’Istria, dono della Comunità di Cervia nel 1557. L’interno, a navata unica con capriate scoperte, termina con una piccola abside. Sul fianco destro della chiesa si trova la Cappella della Vergine. Il santuario conserva al suo interno un dipinto della Madonna del Pino, una xilografia successiva all’originale, e una “Madonna con Bambino” secentesca, ispirata a un’icona bizantina.
Tra gli affreschi, spiccano una “Madonna in trono con Bambino” e un “San Rocco”, entrambi risalenti ai primi del Cinquecento. Fondato nel 1445 da Fra Girolamo Lambertini, il santuario, che secondo la tradizione proteggeva la città dai disastri sismici, è stato danneggiato gravemente dall’alluvione del maggio 2023 e da una tromba d’aria nel luglio dello stesso anno, risultando attualmente inagibile.
Il comitato “Amici della Madonna del Pino”, insieme ai volontari del gruppo Fai di Cervia, ha promosso la raccolta voti al censimento per sensibilizzare sulla necessità di interventi urgenti di ripristino per preservare e rendere nuovamente accessibile questo importante luogo di culto.

La Commenda dei Cavalieri Gerosolimitani invece, ubicata a pochi passi dal centro storico, si sviluppa attorno all’antico ospizio del Santo Sepolcro, sorto nel XII secolo per accogliere pellegrini in partenza verso la Terra Santa. Divenuto sede dei Cavalieri di Malta nel Quattrocento, l’edificio conobbe una nuova stagione sotto la guida del commendatario Fra Sabba da Castiglione, umanista e letterato che ne fece un centro di cultura e solidarietà. A lui si devono la fondazione di una scuola per bambini poveri, l’apertura di un ospizio, una ricca biblioteca e l’importante ciclo di affreschi tuttora conservati nella chiesa, tra cui spiccano le opere di Girolamo da Treviso e Francesco Menzocchi.
Oggi la Commenda è vissuta attivamente grazie al comitato d Borgo Durbecco APS, ma l’intero complesso necessita urgenti interventi di restauro e valorizzazione. Anche grazie alla partecipazione a “I Luoghi del Cuore”, si punta ora a riportare questo luogo identitario al centro della vita cittadina.

L’edizione di quest’anno ha visto ben 221 i luoghi (mai così tanti prima) ad aver superato la soglia minima di 2.500 voti che garantisce la possibilità di partecipare al Bando per sostenere progetti di restauro e valorizzazione culturale. Mai così tanti, inoltre, i luoghi che hanno superato i 10.000 voti, che si trovano in ben 13 diverse regioni.

«La forza de “I Luoghi del Cuore” è un inedito viaggio in Italia fatto di province, borghi, chiese, luoghi di natura che raccontano la varietà e l’identità del nostro Paese – concludono dal Fai -. un viaggio che consiste nella capacità di innescare un decisivo sviluppo di politiche sociali ed economie locali, ponendo sotto i riflettori luoghi poco conosciuti o a lungo trascurati, contribuendo alla loro valorizzazione culturale e turistica e portando innovazione e nuova conoscenza. Ma il programma è anche il mezzo per intervenire direttamente nel recupero di alcuni luoghi votati: da quest’anno i contributi messi a disposizione per il sostegno dei primi tre progetti più votati aumentano a 700 mila euro, 300 mila euro in più rispetto alle precedenti edizioni».

«La cultura come arma contro il degrado sociale»: “Il Trebbo in musica” torna a Cervia

Si rinnova per il sesto anno la collaborazione tra il Ravenna Festival e la città di Cervia, con la nuova edizione de “Il Trebbo in musica”, la rassegna che unisce musica e parole nei luoghi simbolo della cittadina costiera.
«Si parla spesso, forse troppo, delle tensioni che interessano la nostra città e che in fondo interessano un’intera generazione, favorendo una narrazione distorta e preoccupante. Credo che la buona occupazione dello spazio, fisico e culturale, possa essere una risposta a questo disagio – commenta il sindaco Mattia Missiroli -. Questa rassegna porta con sé tantissimi valori e un’importante dimensione di qualità, di di approfondimento, di sensibilità con la quale vogliamo identificare il nostro territorio».

I primi avvicinamenti tra l’istituzione ravennate e la Città del Sale risalgono a circa quindici anni fa, con l’allestimento dei primi spettacoli in collaborazione con la Cooperativa Bagnini, ma negli ultimi anni questa cifra si è consolidata prendendo ispirazione dalla tradizione del “trebbo” istituita negli anni ’50 da Toni Comello e Walter Della Monica, come un momento di riflessione, cultura e condivisione da vivere a stretto contatto con il mare. Nel tempo la rassegna è cresciuta arrivando a contare quest’anno sette appuntamenti dal 14 giugno al 9 luglio, tutti in programma all’Arena Stadio dei Pini dalle 21.30, con alcuni degli artisti più interessanti del panorama nazionale (da Dardust a Carlo Lucarelli) fino alla stella del folk/jazz pakistano Arooj Aftab.

«Crediamo che una città turistica sia forte quanto lo è sua comunità. È per questo che abbiamo consolidato negli anni l’abitudine a sostenere il Ravenna Festival, impegno che abbiamo già rinnovato anche per la prossima stagione» commenta Danilo Piraccini, della Cooperativa Bagnini di Cervia.

Ad aprire la rassegna sarà l’appuntamento di sabato 14 giugno con Aldo Cazzullo e Moni Ovadia, che ripercorreranno una delle delle più grandi storie mai raccontate: quella della Bibbia. Con Il romanzo della Bibbia, Cazzullo e Ovadia si trasformano in investigatori per tracciare le origini della nostra cultura e ripercorrere le vicende di uomini e donne vissuti sotto lo sguardo di Dio. Letture, canti e riflessioni saranno avvolti in musiche di tutti i tempi, dal repertorio sacro al contemporaneo, con Michele Gazich al piano, violino e viola, e illustrati dai disegni nella sabbia di Gabriella Compagnone.
Mercoledì 18 giugno si parlerà di Mediterraneo, le radici di un mito con lo scienziato e divulgatore televisivo Mario Tozzi. Ad accompagnare lo sguardo del geologo, le note del sassofonista sardo  Enzo Favata.
Martedì 24 giugno è in scena Dario Faini, ovvero Dardust, artista poliedrico che unisce le sonorità del neoclassicismo alla musica elettronica. Noto anche per la sua carriera da autore e produttore (molti dei successi della scena pop italiana portano la sua firma, dalle hit di Elisa e Elodie a quelle di Mahmood, Thegiornalisti e Angelina Mango), porterà a Cervia il lato più visionario del suo estro a Urban Impressionism.

In programma anche un omaggio a Pino Daniele a cura di Fabrizio Bosso e Julian Oliver Mazzariello, assi del jazz italiano, che offrono un ritratto inedito dell’artista con Il cielo è pieno di stelle. Gli appuntamenti di giugno si chiuderanno domenica 29, con La traviata sono io, un melologo che reimmagina la nascita dell’opera attraverso le lettere di Giuseppina Strepponi e del suo “adorato mostro” Giuseppe, interpretato da Alessio Boni su testo di Filippo Arriva e musica di Marco Salvio da Verdi, eseguita dal Duo Miroirs.

Luglio si apre con il “Signore del noir italiano”, Carlo Lucarelli, che mercoledì 2 porterà in scena Io le odio le favole. Storie che fanno paura ai bambini, un racconto in musica che prende spunto dagli aspetti più tenebrosi delle favole per esplorare l’animo umano e le sue paure più profonde. Con lui la performance live electronics Mattia Dallara e al pianoforte Federico Squassabia, autori delle composizioni con Marco Rosetti, che cura anche degli arrangiamenti.

L’itinerario del Trebbo si concluderà poi mercoledì 9 con il concerto di Arooj Aftab, figlia di un presente interconnesso da quella world wide web che le ha permesso di raggiungere il pubblico di cinque continenti, ma anche diviso da confini che lei, cantautrice pakistana, ha dovuto imparare ad attraversare. Nelle sue creazioni, come quelle per il suo più recente album Night Reign, convivono il misticismo asiatico e le dilatazioni formali del jazz, l’essenza più nobile della canzone del Novecento e le fughe in avanti della sperimentazione contemporanea, in equilibrio tra erudizione e totale libertà espressiva.

«Anno dopo anno, Cervia-Milano Marittima ha offerto a Ravenna Festival la scena ideale per esplorare quei territori dello spettacolo dal vivo dove le storie, dalle più antiche alle più attuali, dialogano con la musica – sottolineano Franco Masotti, co-Direttore Artistico e Antonio De Rosa, Sovrintendente di Ravenna Festival – D’altronde, una città che ha ospitato letterati come Grazia Deledda, Giuseppe Ungaretti, Mario Luzi e Giovannino Guareschi ha una naturale vocazione a farsi palcoscenico per narrazioni, memorie, prospettive. Ed è solo grazie a una progettualità condivisa che possiamo contribuire a quella vivacità culturale di cui i cervesi vanno giustamente fieri».

Gemos festeggia i suoi primi 50 anni superando per la prima volta i 100 milioni di euro di fatturato

Il 2025 segna il cinquantesimo anniversario dalla fondazione di Gemos, la cooperativa di produzione e lavoro nata a Faenza nel 1975.

In occasione della presentazione del bilancio di esercizio 2024, Gemos ha illustrato ai soci un quadro economico e sociale particolarmente positivo. Il fatturato ha superato per la prima volta la soglia dei 100 milioni di euro, attestandosi a 101.313.521 euro, in netto incremento rispetto agli 87 milioni del 2023 e ai 58 milioni del 2021. Un risultato che si accompagna a un aumento altrettanto rilevante dei pasti erogati, passati da 11 milioni nel 2021 a oltre 16,6 milioni nel 2024.

Assemblea Gemos

La forza lavoro è passata da 1.340 nel 2021 a 1.820 persone nel 2024, con una crescita costante e strutturata. In parallelo, cresce anche la componente mutualistica: oggi il 60% dei lavoratori e delle lavoratrici è anche socio della cooperativa. Un altro dato che esprime l’identità di Gemos è quello legato alla presenza femminile: le donne rappresentano l’87% del personale, un valore rimasto stabile nel tempo.

«La soddisfazione per questi risultati è grande – commenta la presidente Mirella Paglierani – perché ogni numero racconta persone, storie, famiglie. Il cinquantesimo anniversario vuol essere la celebrazione concreta dell’impegno e del lavoro condiviso da coloro che, nel tempo, hanno contribuito a dare forma alla nostra realtà. È un punto di slancio verso il futuro, per continuare a crescere insieme, con uno sguardo sempre orientato alla comunità e ai valori della cooperazione».

Nel corso dell’assemblea annuale, oltre al bilancio, sono stati illustrati nuovi progetti sociali rivolti ai lavoratori, alle lavoratrici e alle loro famiglie. Tra questi, “Gemos Baby Box – Un abbraccio per te”, un kit di benvenuto che offre il corredino base per i primi mesi di vita dei neonati delle lavoratrici della cooperativa.

Anche quest’anno saranno inoltre conferite le borse di studio ai figli e figlie dei soci iscritti alle scuole superiori e alle università, con attenzione inclusiva anche a Dsa e Bes.

«Migranti, diritti e dignità calpestati per propaganda politica»

Il tema dell’immigrazione è stato al centro del dibattito di questi giorni, anche perché legato a quello della cittadinanza, argomento di uno dei cinque referendum abrogativi dell’8-9 giugno. Per chiarire alcuni aspetti di una materia complessa, abbiamo rivolto alcune domande a Filippo Miraglia, responsabile nazionale di Arci Immigrazione, che è stato ospite a fine maggio alla festa provinciale di Arci.

Partiamo dalle basi: quando si parla di immigrazione in Italia, di chi si parla? Chi sono le persone che emigrano verso il nostro Paese?
«Sul nostro territorio oggi si trovano circa 5 milioni di stranieri che vengono da Paesi diversi, sia Ue che non. Gran parte sono lavoratori e lavoratrici, sono persone che si sono regolarizzate tardi, per esempio fu Berlusconi solo nel 2002-2003 a regolarizzare in massa 650mila stranieri. Ma ne rimangono ancora molti in difficoltà. Buona parte di quei 5 milioni sono giovani, hanno salari più bassi degli italiani e molti di loro hanno una famiglia, vivono qui con un permesso di “lungo soggiornanti”, ottenibile con reddito, una casa e una famiglia. Altri ancora sono in Italia mediante il canale di “ricongiungimento familiare”. È tutta gente che contribuisce allo sviluppo della nazione, ma non è italiana. La legge sull’immigrazione è un testo unico che il governo Meloni ha modificato 24 volte, più di ogni altro esecutivo. A ogni modifica si complica un po’ di più la vita a chi cerca di mettersi in regola».

Come funziona la gestione di un programma così ampio come Arci Immigrazione?
«Negli ultimi 30 anni la componente immigrazione e asili è divenuta un settore molto importante tra i nostri circoli e le nostre sedi, dagli anni ‘80 abbiamo sempre più a che fare con l’inserimento sociale e culturale di persone straniere. Il nostro è un impegno ad ampio raggio su accoglienza, lotta al caporalato e allo sfruttamento. Io coordino da Roma le attività e rappresento istituzionalmente Arci negli incontri tra associazioni, parti politiche ed eventi».

Quali sono le attività di Arci nell’accoglienza?
«L’accoglienza riguarda i rifugiati e i richiedenti asilo. Oggi il fenomeno è molto politicizzato, si parla solo di loro dal 2011 circa, ma rappresentano meno del 10 percento del flusso migratorio verso l’Italia. Gli altri lavorano, studiano o sono in ricongiungimento familiare. Oggi sono circa centomila i richiedenti asilo con successo, attraverso i programmi chiamati Sai, Cas e Corridoi Umanitari. Arci cerca di instradare all’autonomia personale gli oltre cinquemila stranieri che è stata in grado di accogliere: vengono dati loro le chiavi di un alloggio e risorse da gestire individualmente, non abbiamo molte strutture collettive, né staff che se ne occupi. Attraverso circoli e comitati avviamo all’inclusione linguistica, quindi sociale e culturale, anche dove non è obbligatorio per legge. Gestiamo inoltre un Numero Verde gratuito che conta migliaia di utenti e risponde in 15 lingue e la piattaforma digitale Juma Map che offre sostegno e servizi di ogni genere sul territorio di interesse, grazie a un censimento nazionale di locazione».

Quali sono i problemi principali che incontrano le Ong nell’attività di salvataggio nel Mediterraneo? Come è attiva Arci?
«Il governo Meloni-Piantedosi e in generale le nazioni Europee ostacolano le operazioni: il governo italiano fa affari col governo libico, che compra esseri umani per barili di carburante dalla gendarmeria tunisina per poi mandarli a essere sfruttati e affamati nei lager, o a essere stuprate nel caso delle donne, chiedendo ingenti somme alle famiglie dei prigionieri per la liberazione. Nonostante abbiamo centinaia di testimonianze, noi europei sosteniamo Libia e Tunisia di fronte alle accuse di Ong e organismi sovranazionali. Ci troviamo di fronte a diritti e dignità calpestati per propaganda politica. Arci non fa più parte di Mediterranea Saving Humans, ma abbiamo da poco istituito il Tom, “Tutti gli Occhi sul Mediterraneo”: un progetto di monitoraggio delle acque tra Libia, Malta e Lampedusa. Cerchiamo di obbligare le autorità italiane, dalla guardia costiera ai carabinieri a intervenire sui salvataggi. Oggi vediamo un progressivo diminuire di attività di questo tipo, pertanto cerchiamo di investire in quel braccio di mare che fa più morti in Europa. Abbiamo due imbarcazioni a vela, 13 e 17 metri, con le quali si sono già effettuati due salvataggi: sono ormeggiate e gestite in Sicilia a Licata e una volta al mese usciamo in mare».

Quali miglioramenti potrebbero essere introdotti sia per i rifugiati e sia per i milioni di stranieri in Italia?
«Pensiamo che l’amministrazione dei permessi vada sottratta al ministero e vada data agli enti locali. Sono vent’anni che le prefetture e le questure sono sommerse da pratiche e hanno un personale sottodimensionato. Proponiamo accordi che permettano alle persone di rivolgersi agli Stati e non ai trafficanti. Dopo la strage di Cutro, febbraio 2023, è passato un nuovo decreto che fa sì che la “protezione speciale” non possa più diventare permesso di lavoro. Questo colpisce ampie fasce di stranieri con un contratto a tempo indeterminato: si vedono costretti a non poterlo accettare perché non avendo più il permesso di lavoro devono rinnovare la protezione speciale e non è detto che abbiano ancora i requisiti dopo due anni. Abbiamo presentato proposte di legge e progetti, ma finché la politica sfrutta la questione per fare propaganda le cose sono solo destinate a peggiorare».

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi