domenica
28 Dicembre 2025

Tornano le fontane “pirodanzanti” in piazza San Francesco

Dopo l’allerta meteo che ha annullato le iniziative della vigilia, il centro di Ravenna si appresta a ospitare uno degli eventi più attesi di queste feste, l’ormai tradizionale spettacolo delle fontane “pirodanzanti”, uno spettacolo tra acqua, fuoco, musica e luci in programma sabato 27 dicembre in piazza San Francesco (ore 18.30).

Il giorno dopo, domenica 28, sempre in piazza San Francesco (nell’ambito del villaggio natalizio dei donatori di sangue dell’Advs), torna Billo Circus (dalle 15) con il suo spettacolo adatto a tutta la famiglia.

Le piene sono passate e ora i livelli dei fiumi sono in calo: non si registrano fuoriuscite o criticità in provincia

Una notte di paura, quella trascorsa in provincia di Ravenna, tra il 25 e il 26 dicembre. Erano otto i comuni della provincia dove sono state disposte evacuazioni precauzionali per le piene dei fiumi Senio e Lamone in particolare. Fortunatamente, non si sono registrate criticità. Gli argini hanno tenuto e ora i livelli dei fiumi sono in lenta discesa.

Non sono previste nuove precipitazioni e l’allarme è destinato a rientrare nel corso della giornata di Santo Stefano, così come stanno per essere annullate le varie ordinanze di evacuazione.

Frane, strade chiuse e famiglie isolate a Brisighella. Attesa per il passaggio delle piene dei fiumi

È atteso nelle prossime ore fino all’alba del 26 dicembre il passaggio dei colmi di piena nei fiumi romagnoli, i più interessati dall’ondata di maltempo di questi due giorni. In particolare, Senio, Santerno e Lamone stanno registrando livelli oltre soglia 3, sfiorata anche dal Montone. La situazione è in via di miglioramento per quanto riguarda l’Idice, nel bolognese dove il colmo ha già raggiunto Sant’Antonio a quota 13,65 metri.

In via di esaurimento anche le precipitazioni, che continueranno in modo debole e intermittente per le prossimi due o tre ore.

Da più di 48 ore è attivato tutto il sistema di Protezione civile. In pianura come in collina, dove a causa di alcuni movimenti franosi alcune strade sono state chiuse. Come a Brisighella, dove alcune famiglie sono isolate, seppur non in pericolo, e a Casola Valsenio, dove è stata registrata una precipitazione che ha superato i 200 millimetri di pioggia in poche ore.

Dal pomeriggio i sindaci hanno predisposto evacuazioni precauzionali nelle aree più a rischio dei Comuni di Faenza, Bagnacavallo, Castel Bolognese, Cotignola, Lugo, Solarolo, Fusignano e Alfonsine, nel ravennate. Già allestiti spazi di accoglienza dai volontari nei punti previsti in precedenza per situazioni di emergenza.

Resterà aperto tutta la notte il Centro operativo regionale (COR) nella sede di Bologna dell’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e di protezione civile, in contatto costante con sindaci, prefetture e il presidente della Regione, Michele de Pascale, che ha chiuso poco fa un nuovo briefing sulla situazione insieme alla sottosegretaria Manuela Rontini, al direttore dell’Agenzia, Massimo Camprini, operatrici e operatori. (comunicazione della Regione Emilia-Romagna delle 23.53 del 25 dicembre)

Aperto un varco in un argine del Senio realizzato da un privato senza autorizzazioni

Come annunciato dal sindaco di Castel Bolognese, per ridurre la pressione idraulica si è concluso nella serata di oggi, 25 dicembre, un intervento di apertura di un varco in corrispondenza dell’ansa dell’argine destro del Senio, subito dopo Tebano, che funge da soglia di sfogo. Il varco immette in un’ansa chiusa di circa venti ettari, di proprietà di un’azienda agricola (qui gli aggiornamenti)

L’intervento è stato disposto dal sindaco di Castel Bolognese congiuntamente a quello di Faenza, alla luce della criticità della situazione in evoluzione.

«L’arginatura in oggetto – spiegano da Castel Bolognese, dopo le polemiche di queste ore – risultava realizzata da un privato in assenza delle necessarie autorizzazioni e in modalità non conformi alla normativa vigente; alla luce delle criticità idrauliche riscontrate negli eventi precedenti, l’intervento si è reso necessario per garantire la sicurezza idraulica e un migliore deflusso delle acque, scaricando la pressione sull’argine sinistro».

Osservati speciali Senio e Lamone, evacauzioni precauzionali in otto comuni della provincia

In queste ore di allerta rossa che permane nelle pianure del bolognese, ravennate e ferrarese, l’osservato speciale è soprattutto il fiume Senio, che in provincia di Ravenna ha superato soglia 3 (rossa) a Cotignola e Tebano.

Il superamento di soglia 3 era previsto anche per il fiume Idice, come poi è successo, ma le insistenti precipitazioni – nella parte centrale dell’Emilia-Romagna si sono registrate cumulate fino a 190 millimetri in meno di 40 ore – hanno portato il Senio a dover fronteggiare una portata maggiore rispetto a quanto previsto.

Altro osservato speciale è il Lamone, il fiume che attraversa Traversara, dove al momento non sono previsti livelli di colmo allarmanti, sebbene il Marzeno, suo affluente in provincia di Faenza, abbia oltrepassato soglia rossa a Rivalta.

La situazione ha portato i sindaci di Bagnacavallo, il comune di cui è frazione Traversara, Castel Bolognese, Cotignola, Lugo e Solarolo (a cui si sono aggiunti poi anche Alfonsine e Fusignano), nel ravennate, a ordinare evacuazioni precauzionali degli abitanti nelle aree a rischio: la popolazione viene accolta negli spazi già previsti per situazioni di emergenza. A Faenza evacuate alcune famiglie a ridosso del Lamone. Altri Comuni stanno orientandosi allo stesso modo.

Il Centro operativo regionale (COR) è aperto h24 nella sede di Bologna dell’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e di protezione civile, in contatto costante con sindaci, prefetture e il presidente della Regione, Michele de Pascale, che ha chiuso poco fa un nuovo briefing sulla situazione insieme al direttore dell’Agenzia, Massimo Camprini, operatrici e operatori.

La sottosegretaria alla Presidenza della Regione, Manuela Rontini, si trova al Comune di Cotignola, collegata con il Centro coordinamento soccorsi (CCS) della Provincia di Ravenna.

«La situazione viene costantemente monitorata – si legge in una nota della Regione -, insieme all’analisi dei dati e della modellistica. Saranno ovviamente importanti le prossime ore e la nottata, quando sono attesi i picchi di piena sul Senio nei punti oltre soglia rossa».

I fiumi maggiormente sotto osservazione sono destinati a raggiungere colmi che è previsto rimangano all’interno degli argini, ma durante la notte la permanenza prolungata sopra soglia 3 potrebbe generare un potenziale indebolimento delle arginature. Le piogge sono terminate e non dovrebbero riprendere.

Il sistema regionale di protezione civile è al lavoro ormai da 48 ore. Numerosi i volontari attivi nell’avvisare la popolazione nelle zone interessate alle evacuazioni precauzionali. Volontari e operatori pronti a intervenire lì dove fosse necessario.

Fiumi sopra la soglia rossa, evacuazioni anche nei comuni di Cotignola e Bagnacavallo

Dopo Castel Bolognese, ordinanze di evacuazione anche nei comuni di Cotignola e Bagnacavallo, mentre Lugo sta comunque allestendo un hub al Pala Lumagni e chiamando le persone fragili residenti entro 300 metri dal fiume Senio.

I fiumi da monitorare sono in particolare il Senio che ha superato la soglia “rossa” a Cotignola e Tebano, così come il torrente Marzeno a Rivalta. Superata invece l’arancione dal Santerno a Sant’Agata e San Bernardino; dallo stesso Senio a Castel Bolognese, Ponte Felisio, Fusignano e Alfonsine; e dal Lamone a Strada Casale, Sarna, Faenza, Reda, Pieve Cesato e Mezzano.

«A causa delle forti piogge e dell’arrivo di un picco critico previsto verso le 22», il Comune di Cotignola emanerà un’ordinanza di evacuazione totale per chi abita entro 300 metri dal fiume. Chi abita entro 1 km dal fiume invece dovrà spostarsi al primo piano e tenersi pronto.

«Visto l’aumento dei livelli idrometrici del fiume Lamone che si sta registrando nelle ultime ore e alla luce del Piano speditivo in vigore per il territorio di Villanova e Glorie» anche il Comune di Bagnacavallo ha emesso un’ordinanza di evacuazione totale fino a 300 metri di distanza dal fiume Lamone per entrambe le frazioni. Dai 300 metri fino a 1 chilometro di distanza dal fiume Lamone c’è l’obbligo di salire ai piani alti delle proprie abitazioni. Per chi fosse impossibilitato a farlo, c’è l’obbligo di evacuazione.
Le persone evacuate, se non diversamente organizzate, potranno recarsi alla palestra delle Scuole elementari di Bagnacavallo, in via Cavour, dove i volontari del Gruppo comunale di Protezione Civile hanno allestito un punto di accoglienza che sarà aperto dalle 19.30. Un servizio di navetta sarà disponibile a partire dalle 19 con partenza da Glorie presso il centro civico e successiva tappa a Villanova presso il parcheggio del plesso scolastico in via Ungaretti.
Tutto il sistema di protezione civile è attivo e operativo nel monitoraggio di entrambi i fiumi del territorio bagnacavallese, Lamone e Senio, il Coc (Centro operativo comunale) è aperto ed è operativo il Centro di Coordinamento soccorsi (Ccs) della Prefettura.
Il passaggio del colmo di piena del Lamone nel territorio comunale è al momento previsto per la tarda serata di oggi.
Per informazioni è attivo il numero 333 2410137, attivo per tutta la durata dell’allerta. Per le sole emergenze è sempre attivo il numero verde della Polizia Locale 800 072525.

 

A Castel Bolognese prime evacuazioni. Il sindaco chiede di demolire un argine del Senio per migliorare il deflusso

Durante la riunione del Centro Coordinamento Soccorsi in prefettura, Arpae ha comunicato che nelle ultime ore le precipitazioni intense hanno causato un significativo aumento della portata del fiume Senio e a Tebano è previsto il superamento di soglia rossa nelle prossime ore (di oggi, 25 dicembre).
Per questo motivo, il sindaco di Castel Bolognese Luca Della Godenza ha richiesto a quello di Faenza di disporre, «come da me già preannunciato, la demolizione dell’arginatura destra del Senio, subito dopo Tebano, in corrispondenza dell’ansa». L’arginatura risulterebbe infatti realizzata senza le necessarie autorizzazioni e in modalità non conformi alla normativa vigente; «alla luce delle criticità idrauliche riscontrate negli eventi precedenti, il suo abbattimento si rende necessario per garantire la sicurezza idraulica e un migliore deflusso delle acque, scaricando la pressione sull’argine sinistro».
Nel frattempo è stata emessa un’ordinanza di evacuazione a Castel Bolognese, dove è stato allestito al Palazzetto dello Sport il centro per accogliere le famiglie evacuate dalle zone a rischio, che è quindi attivo da ora.
Anche il sindaco di Cotignola, Federico Settembrini, avvisa i propri cittadini, sottolineando come sia in arrivo un picco critico verso le 22. «Nelle prossime ore, in base ai livelli dei fiumi a monte, decideremo se emanare ordinanze di evacuazione per i residenti entro 300 metri dal fiume».

Il 26 dicembre l’allerta meteo diventa arancione nei comuni della Bassa Romagna

Mentre per la giornata di giovedì 25 dicembre è sempre in vigore l’allerta rossa, e sono in corso sui fiumi i monitoraggi delle piene attese nel pomeriggio, che sul Senio potrebbero arrivare anche a soglia 3, nella giornata di venerdì 26 dicembre l’Agenzia regionale di protezione civile ha emanato un’allerta meteo di colore arancione per criticità idraulica nel territorio della Bassa Romagna in provincia di Ravenna (D1).

Venerdì 26 continueranno a defluire i colmi di piena dovuti alle piogge dei giorni precedenti. In particolare, il Senio potrebbe permanere su livelli di innalzamento prossimi a soglia 3 fino alle prime ore della giornata.

In tutti i nove Comuni dell’Unione restano aperti i Coc (Centri operativi comunali), per monitorare attentamente l’evoluzione della situazione nelle prossime ore e il propagarsi delle piene a valle.

Nel resto della provincia (fatta eccezione per Solarolo, “arancione” come in tutta la Bassa Romagna), l’allerta meteo il 26 dicembre sarà “solo” gialla.

Il nutrizionista e la cucina italiana: «In Romagna siamo molto fortunati…»

Laureato nel 1979 in Medicina e Chirurgia all’Alma Mater Studiorum di Bologna, Marco Brancaleoni è medico specializzato in malattie cardiovascolari. Nel tempo, la sua attenzione scientifica si è orientata alla sfera della nutrizione e della medicina complementare, con laurea in omeopatia e fitoterapia all’università di Urbino, e un master in Scienze dell’alimentazione alla Sapienza di Roma. Oggi, Brancaleoni è attivo in Romagna e, negli ultimi anni, è in atto una collaborazione con il gastronomo ravennate Franco Chiarini (tra i fondatori di Slow Food e i responsabili del progetto CheftoChef) che ha portato a una pubblicazione a quattro mani sul tema delle liliacee (agli, cipolle e scalogno di Romagna). A partire dal prossimo anno, l’idea è quella di tradurre questa affinità in una serie di incontri sul territorio, volti a coniugare il gusto e la tradizione culinaria all’aspetto medico della nutrizione. «La sfida che attende gli chef nei prossimi anni sarà quella di lavorare il meno possibile le materie prime, preservandone le qualità organolettiche e rendendole al tempo stesso appetibili attraverso impiattamenti e abbinamenti» spiega il medico.

Dottor Brancaleoni, già prima del riconoscimento Unesco il gusto della cucina italiana era apprezzato anche fuori dal Paese. Ma quali sono invece le qualità della cucina tradizionale dal punto di vista nutrizionale?
«La cucina tradizionale italiana è sinonimo di grande qualità, e questo grazie anche alle sue materie prime. Negli ultimi anni è stato fatto un lavoro di valorizzazione importante, dalla riscoperta dei grani antichi alla lavorazione delle farine, sempre più “grezze” e integrali, fino all’attenzione al chilometro zero e alle tipicità del territorio. Pensando alla Romagna, possiamo dire di essere molto fortunati: mare e colline ci offrono una grande varietà di materie prime ed è bello vedere le generazioni più giovani ritornare a coltivare i campi, preferendo la qualità alla quantità, riscoprendo “luoghi balsamici e tempi balsamici”».

Quali piatti della tradizione, spesso etichettati negativamente, sono in realtà salutari?
«Capita sempre più spesso di vedere persone che rifiutano latte e latticini. Escluse determinate intolleranze o allergie, invece, si tratta di alimenti eccezionali. Ovviamente è bene valutare la qualità e la tipologia di formaggio: la ricotta di capra, ad esempio, ha caratteristiche invidiabili dal punto di vita organolettico, è priva di caseina e ricca di lattoferrina e emoglobina. Anche i formaggi stagionati hanno ottime proprietà e andrebbero inseriti in una dieta bilanciata, come alimenti naturalmente fermentati e ricchi di aminoacidi».

Quali invece sarebbe meglio limitare?
«Tutti quegli alimenti raffinati e ricchi di zuccheri, tra cui i nostri dolci della tradizione. Siamo tendenzialmente golosi e tendiamo ad abusarne, ma dovremmo preferire alimenti più difficili da assimilare, in modo da prevenire i picchi glicemici. Prendiamo la pasta ad esempio, caposaldo della tradizione italiana: un modo per consumarla limitandone le ripercussioni negative è quello di sceglierla di grano duro, cucinarla al dente, condirla con un filo d’olio e lasciarla raffreddare un po’ prima di assaggiarla. Per quello che riguarda gli spuntini dei più piccoli, anche a scuola, un frutto è un ottimo sostituto delle merendine confezionate».

Per quanto riguarda il consumo di carne invece, esiste un modo per coniugare tradizione, salute e sostenibilità?
«Evitare la carne di animali allevati in batteria in favore di quella proveniente da piccole aziende. L’uomo è onnivoro per natura, ma il consumo di carne andrebbe limitato per questioni ambientali e di salute, oltre che modulato in base a eventuali problematiche personali. Consumare carne bianca un paio di volte a settimana è perfettamente accettabile, così come lo è il consumo occasionale di carne rossa. L’importante è mantenere una sana rotazione, visto che ne abbiamo la possibilità. I legumi ad esempio sono un ottimo alleato: in Romagna tendiamo a considerarli come un contorno, ma se associati a uova, pesce o verdure diventano un alimento base di una dieta equilibrata e completa».

C’è qualche piatto tradizionale a cui sarebbe meglio prestare attenzione durante le feste?
«Di nuovo i dolci. È importante non abusarne, anche perché arrivano a fine pasto, quando siamo già sazi e continuiamo a mangiare per gola. In generale, sarebbe meglio mantenersi attivi e cercare di “spendere” le calorie ingerite con i pranzi festivi, magari con una camminata o un po’ di attività fisica. Se a mezzogiorno si è esagerato, il consiglio è anche quello di restare il più leggeri possibili alla sera, sostituendo la cena con una tisana calda».

Quando si parla di superfood invece si rivolge spesso lo sguardo a est, tra bacche di goji, alghe o miso. Ma esiste anche qualche superfood nostrano?
«Ne abbiamo tantissimi, ma come spesso accade ci dimostriamo più bravi a valorizzare ciò che viene dall’estero invece di quel che abbiamo in Italia. Sebbene le bacche di goji siano molto in voga, mirtilli, lamponi e frutti rossi dei nostri boschi hanno caratteristiche simili. In generale, dovremmo imparare a sfruttare al meglio le verdure del nostro territorio, seguendo la stagionalità. Nel periodo invernale spazio alle crucifere: broccoli, cavoli, cime di rapa, verze, ortaggi versatili e dalle proprietà antiossidanti che hanno poco o nulla da invidiare alle celebri bacche orientali…».

Come sono cambiate le abitudini alimentari degli italiani negli anni e come si evolveranno in futuro?
«Negli ultimi tempi sempre più famiglie scelgono cibi pronti, e la tendenza è destinata a crescere. I ritmi sono sempre più frenetici e il tempo per cucinare è poco. Le aziende che preparano questi pasti dovranno alzare sempre di più la qualità, cosa che sta già accadendo, e orientarsi verso scelte non solo gustose, ma anche salutari. Nei prossimi anni troveremo sugli scaffali pasti pronti più bilanciati, con carboidrati di difficile assorbimento e grassi prevalentemente insaturi. Per il resto, non sono richiesti grandi cambiamenti: la dieta mediterranea su cui si basa la nostra alimentazione è eccezionale, ma andrebbe rimodulata secondo il dispendio calorico odierno. Alcuni abbinamenti e quantità potevano funzionare negli anni ’60, quando il lavoro era principalmente fisico, oggi dovremmo restare più leggeri per assecondare lo stile di vita più sedentario e riscoprire il cibo non solo come nutrimento, ma come metodo di cura».

Parlando di vino invece, oggi messo spesso in discussione, è un aspetto della cultura italiana da tutelare o sarebbe meglio limitarne il consumo?
«È una tipicità da conservare. Anche qui però, qualità e quantità giocano un ruolo importante. A livello calorico un calice di vino conta dalle 90 alle 110 calorie. Non è poco, ma è comunque possibile consumarlo occasionalmente all’interno dei pasti. Il vino rosso poi è ricco di polifenoli, molecole organiche che fungono da antiossidante naturale. Così come per l’alimentazione la moderazione rimane fondamentale».

Piene dei fiumi, situazione sotto controllo in Bassa Romagna. «Ma resta il divieto assoluto di andare sugli argini»

Un Natale in allerta meteo rossa in particolare nella Bassa Romagna ravennate, dove al momento la situazione dei fiumi è comunque considerata sotto controllo. Le piogge previste per la notte tra il 24 e il 25 dicembre in collina stanno andando ad esaurimento quasi su tutti i bacini di interesse per i comuni della Bassa Romagna e «dalle valutazioni sui livelli non si evidenziano valori che possano evidenziare criticità nei passaggi delle piene a valle», rivela il sindaco di Alfonsine, Riccardo Graziani. «Anche su Senio e Santerno – prosegue Graziani, così come scrive anche la sindaca di Lugo Elena Zannoni – i livelli di piena derivati dalle piogge di ieri sono transitati senza problemi nella notte. È prevista qualche ulteriore precipitazione nei relativi bacini idrografici. La situazione è comunque in via di miglioramento in tutta l’area della Bassa Romagna, pur con alcuni passaggi di colmi di piena su Senio e Santerno ancora da attenzionare nella giornata di oggi, 25 dicembre, ma che non dovrebbero superare i livelli già toccati nella giornata di ieri».
«In ogni caso la situazione merita ancora la massima attenzione e permane il divieto assoluto di portarsi sugli argini», termina il sindaco di Alfonsine.

Il supermercato collaborativo Stadera apre le porte agli iscritti Cgil

Gli iscritti alla Cgil potranno servirsi al supermercato collaborativo gestito dalla cooperativa Stadera in via Antonio Cesari. Lo prevede un accordo siglato tra la Fp-Cgil di Ravenna e la cooperativa di consumo ravennate Stadera, che vende prodotti sostenibili provenienti dal territorio solo per i suoi soci.

Stadera non è un semplice supermercato, ma una realtà autogestita dove, per statuto, la vendita è riservata ai soli soci per garantire la piena partecipazione e lo scambio mutualistico. Grazie all’investimento della Funzione Pubblica Cgil, tutti gli iscritti al sindacato acquisiscono il diritto di fare la spesa nel punto vendita, accedendo così a prodotti sani, biologici e locali senza dover sottoscrivere una quota societaria individuale aggiuntiva, ma semplicemente esibendo la propria tessera sindacale.

«L’accordo nasce da una visione comune: valorizzare il territorio e garantire dignità a tutta la filiera produttiva», spiega una nota della Cgil. «Per suggellare questa unione, la Fp-Cgil Ravenna ha deciso di sottoscrivere 8 azioni della cooperativa Stadera. Un gesto concreto che, in virtù dello statuto della cooperativa basato sui principi di mutualità, apre le porte del negozio a tutti gli iscritti del sindacato. Lo scambio non è solo un vantaggio economico, ma una vera e propria alleanza culturale. La Fp-Cgil si impegna a promuovere presso i propri iscritti l’importanza della filiera corta, sostenendo i piccoli produttori locali che garantiscono qualità e rispetto dell’ambiente durante i propri eventi di aggregazione e iniziative pubbliche».

«Questa collaborazione rappresenta un passo naturale per la nostra organizzazione», dichiara Lisa Dradi, segretaria generale Fp-Cgil Ravenna. «Il sindacato tutela le persone nei luoghi di lavoro, ma il benessere passa anche da ciò che consumiamo e da come questo viene prodotto. Sostenere Stadera significa sostenere un modello economico che non schiaccia i produttori e rispetta l’ambiente, valori in cui la Cgil si riconosce pienamente».

Aggiunge il presidente di Stadera Fulvio Capacci: «Siamo felici di accogliere la grande comunità della Fp-Cgil nella nostra famiglia. La nostra cooperativa si fonda sulla partecipazione e sulla consapevolezza. Avere al nostro fianco una realtà così importante ci permette di diffondere con più forza l’idea che fare la spesa sia un atto politico: scegliere il locale e il giusto prezzo significa investire sul futuro del nostro territorio».

Le danze dei dervisci rotanti arrivano da Istanbul all’Alighieri di Ravenna

Al Teatro Alighieri di Ravenna arrivano le danze dei dervisci rotanti. L’appuntamento è sabato 27 dicembre alle 21 con i Dervisci Rotanti e il Mevlana Ensemble di Süleyman Erguner, il gruppo di Istanbul che collaborava stabilmente con Franco Battiato. Il maestro ha evocato questo ballo in una delle sue canzoni più note, Voglio vederti danzare, e si è esibito con Süleyman Erguner in uno dei suoi ultimi concerti in Turchia.

Quella dei dervisci è una danza-cerimonia antichissima che l’Unesco ha riconosciuto patrimonio dell’umanità. Si tratta di un movimento mistico fatto di vorticose giravolte al suono ipnotico di flauti e tamburi per simboleggiare il moto degli astri. Con dodici performer sul palcoscenico tra musicisti e danzatori, l’appuntamento con l’ensemble turco è un omaggio a Battiato che ne celebra la capacità di mettere in dialogo, attraverso la sua musica, culture e mondi sonori apparentemente distanti.

Il nome dell’ensemble di Süleyman Erguner si deve alla leggendaria storia di Mevlâna, ovvero Jalāl al-Dīn Moḥammad Rūmī, che fu leader dei dervisci rotanti dell’ordine Mevlevi e le cui spoglie si conservano nel mausoleo di Konya, tempio del sufismo, la filosofia all’insegna del superamento delle distinzioni di etnia, religione o lingua a favore della meditazione e della fratellanza. Ma Erguner non è un monaco, bensì un professore di musica che insegna ad allievi in tutto il mondo la pratica del ney, il tradizionale flauto della musica colta in molte zone del Medioriente, dalla Persia alla Turchia.

Il rituale danzato dei dervisci ha il nome di samā, un percorso di ascesa spirituale attraverso la contemplazione di quanto è “perfetto”: girando su se stessi, i dervisci desiderano oltrepassare il mondo e ascendere verso l’amore. Battiato era tanto affascinato da questa pratica che realizzò alcuni quadri dedicati a loro, oggi conservati nella sua casa di Milo.

Biglietti da 20 a 30 euro. Per info e prevendite: 0544 249244 – www.teatroalighieri.org

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