lunedì
18 Agosto 2025

Il Mar offre 3000 euro all’idea più originale per promuovere il museo

Lanciato il concorso dedicato alla nuova Arts & New Media room

Concorso Mar
Diego Miguel Mirabella, Vestiva inoltre una segreta felicità, 2024, tecnica mista e foglio d’oro, dimensioni ambientali, installazione site specific, Ravenna, MAR – Museo d’Arte della città di Ravenna, Photo courtesy: Studio DMM

Il Mar di Ravenna è alla ricerca di un’idea per aprire il museo al mondo. Questo è l’obiettivo del concorso creativo dedicato alla nuova Arts & New Media room, che ha messo in palio tremila euro per l’autore della proposta più interessante.

La partecipazione al concorso è gratuita e rivolta a designer, architetti, tecnici, studenti, creativi e visionari da tutto il mondo. Scopo dell’iniziativa è trasformare la nuova Arts & New Media room in un ponte tra il museo e il pubblico globale, grazie a idee creative e accessibili, rendendo l’arte contemporanea accessibile, inclusiva e internazionale.

Si può candidare la propria idea sia come singoli che come gruppi, anche interdisciplinari. Le proposte devono essere inviate tramite il sito dedicato contest.mar.ra.it. I finalisti saranno invitati all’evento finale al Mar, che sarà una maratona creativa durante la quale le idee prenderanno forma con il supporto di mentor ed esperti. Le idee saranno valutate da una giuria di esperti in cultura e innovazione.

Le piattaforme offshore al largo di Ravenna, un impatto pesante e un futuro incerto

Le strutture esistenti sono 42, ma i giacimenti sono in esaurimento. Per evitare i costi di smantellamento, Eni li utilizzerà per lo stoccaggio di CO2.

Piattaforma Angela Angelina Ravenna 1

Nei giorni scorsi Eni ha annunciato che entro due anni smantellerà una decina di piattaforme per l’estrazione del gas in alto Adriatico. Le strutture si trovano su giacimenti esauriti, pertanto l’azienda ha deciso di dismetterle. Non è noto di quali si tratti.

Le piattaforme per l’estrazione di gas metano sono una presenza tipica dell’orizzonte litoraneo ravennate. Alcune sono ben visibili, come Angela Angelina che si trova a meno di 2 chilometri dalla spiaggia di Lido di Dante; altre sono più piccole e lontane, altre ancora sono troppo distanti per essere avvistate dalla costa. Nelle acque al largo della nostra provincia ce ne sono 42, tutte di Eni, che è l’unico operatore presente nella zona. La prima fu costruita nel 1964 e misurava 5×5 metri. Oggi, invece, le più grandi strutture offshore tra Ravenna e Cervia hanno estensioni tra i 25 e i 165 metri per lato, con altezze superiori agli 80 metri, e possono ospitare fino a 40 lavoratori.

Il settore delle estrazioni di gas è molto sviluppato nel ravennate e ha connotato l’intero territorio. Le piattaforme generano circa tremila posti di lavoro in provincia secondo Unioncamere, ma anche gravi problemi ambientali come l’inquinamento, la subsidenza e l’erosione della costa. Una conseguenza evidente soprattutto a Lido di Dante, dove la spiaggia è ormai ridotta all’osso, nonostante le opere di difesa e di ripascimento a cui ha contribuito economicamente la stessa Eni, nel tentativo di compensare i danni provocati dalle sue attività. Inoltre il distretto energetico del fossile ha influenzato la percezione e la gestione della fascia marittima locale: in un’area geografica già sacrificata alle attività estrattive dei colossi dell’oil&gas, è più facile introdurre altre opere analoghe. Basti pensare all’esempio del rigassificatore di Punta Marina, che ha richiesto l’installazione di una piattaforma di 54×28 metri, del peso di 2800 tonnellate e a circa 8 chilometri dalla costa, per permettere l’attracco dell’enorme nave BW Singapore e delle altre imbarcazioni che la riforniranno. Insieme a una diga protettiva alta quanto un palazzo di quattro piani.

Lo scorso anno a Piombino, dove è stata prevista la costruzione di un’opera simile, ci sono state accese e partecipate proteste dei cittadini, tanto da costringere le autorità locali a chiedere lo spostamento del rigassificatore dal 2026 a Vado Ligure; dove a sua volta sono in corso delle mobilitazioni che non rendono affatto scontato il successo dell’operazione. A Ravenna, invece, l’opposizione contro il rigassificatore è stata minoritaria e pressoché ignorata: i lavori di costruzione sono in fase avanzata e la BW Singapore dovrebbe arrivare entro il prossimo febbraio. Addirittura, per un certo periodo il governo italiano avrebbe pensato di spostare proprio a Ravenna il rigassificatore tanto osteggiato nel Tirreno. Dove ne è stato già accolto uno, si pensa che se ne potrebbe piazzare un secondo.

In sostanza sembra che, in un territorio già alterato dalla presenza delle attività estrattive di fonti fossili, sia più semplice giustificare e far accettare la costruzione di altre infrastrutture pesanti. Questo anche oggi, nonostante le conseguenze della crisi climatica – provocata dall’inquinamento delle stesse fonti fossili – abbiano reso evidente la necessità della transizione energetica a favore delle rinnovabili. E nonostante proprio in Romagna, con le alluvioni, tali conseguenze siano più eclatanti che altrove.

Tuttavia, tornando alle piattaforme offshore per il gas, negli ultimi anni si è molto discusso sul futuro incerto di questo settore. Oltre alla transizione energetica, a mettere in discussione la vita di queste strutture c’è l’esaurimento naturale dei giacimenti. Al largo di Ravenna, i pozzi attualmente produttivi sono circa un centinaio; ma molti di più sono quelli abbandonati perché esauriti. Per Eni smantellare le piattaforme sarebbe un costo; e come tutte le aziende, se può, preferisce evitarlo. Per questo, alcuni giacimenti vuoti saranno utilizzati per lo stoccaggio dell’anidride carbonica. Avviata lo scorso settembre, l’operazione per ora sta catturando solo la CO₂ emessa dalla centrale Eni di Casalborsetti, stimata in circa 25 mila tonnellate all’anno; ma entro il 2030 sarà sviluppato un progetto industriale per stoccare fino a 4 milioni di tonnellate l’anno di CO₂ a 3000 metri di profondità, provenienti da ogni parte d’Italia. L’obiettivo è arrivare a sotterrarne 16 milioni all’anno nel decennio successivo: si tratterebbe di una parte consistente dei 410 milioni di tonnellate annue di CO₂ emesse nel nostro paese. In questo modo l’anidride carbonica, che è uno dei gas più climalteranti, non resterà più in atmosfera a contribuire al riscaldamento globale. E il distretto di Ravenna, dopo essere stato per oltre mezzo secolo uno dei principali produttori nazionali di fossile, diventerà il luogo dove le emissioni inquinanti del fossile stesso finiranno nella profondità della Terra. Ma ciò non basterà a invertire la rotta, finché non si smetterà del tutto di utilizzare gas e petrolio.

Ausl Romagna nomina 7 nuovi primari a Ravenna

I nomi e i profili dei professionisti che hanno assunto gli incarichi direzionali

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Ausl Romagna ha nominato 37 nuovi direttori di struttura, di cui 4 dell’ambito cesenate, 7 del ravennate, 6 del forlivese e 16 del riminese. Inoltre, 2 ricoprono un ruolo nell’ambito provinciale Forlì-Cesena e 2 nell’intero ambito romagnolo. Tra loro ci sono figure “anziane” di nomina, che ricoprono l’incarico già da tempo, e altre che invece lo hanno assunto solo di recente. Alcuni professionisti provengono da altre aziende sanitarie, altri stanno proseguendo la propria carriera professionale all’interno dell’azienda sanitaria romagnola, mentre alcuni professionisti sono arrivati nell’ambito della collaborazione avviata con l’Università di Bologna.

Per quanto riguarda l’ambito provinciale ravennate, ecco le nuove nomine:

  • Nicola Fabbri ha assunto l’incarico di direttore dell’unità operativa di chirurgia generale 2 dell’ospedale di Ravenna;
  • Ignacio Javier Fernandez è nuovo direttore dell’unità operativa di otorinolaringoiatria;
  • Anna Maria Magistà è direttrice dell’unità operativa pediatria di comunità;
  • Cinzia Moretti è direttrice dell’unità operativa di immunoematologia e medicina trasfusionale;
  • Paola Navacchia è direttrice dell’unità operativa igiene alimenti e nutrizione;
  • Luca Saragoni è direttore dell’unità operativa di anatomia patologica;
  • Maria Chiara Silvani è direttrice dell’unità operativa Assistenza Farmaceutica Ospedaliera.

Con queste ultime nomine, salgono a 128 gli incarichi della dirigenza medica, veterinaria e delle professioni sanitarie conferiti dopo le apposite procedure selettive, dal 2020 a oggi dalla direzione generale di Ausl Romagna, a copertura dei posti vacanti.

I profili

Nicola Fabbri. 59 anni di Massa Fiscaglia (Ferrara), arriva dall’ospedale di Lugo, dove ha già ricoperto il ruolo di direttore dell’unità operativa di chirurgia generale. Intende in particolare implementare la chirurgia mininvasiva laparoscopica/robotica in campo oncologico gastrointestinale; sviluppare il percorso chirurgico per specifiche patologie con le unità operative di ematologia, nefrologia ed endocrinologia e attivare la creazione di un percorso specifico per il trattamento chirurgico del paziente anziano.

Ignacio Javier Fernandez. Quarantanovenne, nato a Cordoba (Argentina), professore associato di otorinolaringoiatria al dipartimento di scienze mediche e chirurgiche dell’Università di Bologna. Arriva dal Policlinico Sant’Orsola e a Ravenna intende in particolare sviluppare la chirurgia endoscopica dell’orecchio medio e della base cranica laterale; attivare un percorso multidisciplinare per la diagnosi e trattamento chirurgico delle paralisi del nervo facciale e implementare il percorso multidisciplinare oncologico testa-collo.

Anna Maria Magistà. 52 anni di Putignano (Bari), già direttrice facente funzione del servizio, intende in particolare promuovere la cultura della prevenzione nella rete delle alleanze tra servizi socio sanitari, educativi e scuola, sostenendo percorsi formativi e progetti condivisi che rispondano ai bisogni di salute dei bambini e delle famiglie.

Cinzia Moretti. 54enne nata a Faenza, già responsabile del servizio, intende implementare gli ambiti di assistenza ai pazienti con anemia cronica e le attività di donazione e raccolta di sangue, plasma e cellule staminali, con particolare attenzione allo sviluppo dei percorsi per un ottimale impiego della risorsa sangue.

Paola Navacchia. 66 anni di Forlì, arriva da Bologna, dove aveva ricoperto il ruolo di responsabile dell’unità operativa di igiene alimenti e nutrizione nel dipartimento di sanità pubblica. Intende in particolare sviluppare e potenziare l’attenzione ai corretti stili di vita, per la prevenzione delle malattie croniche a tutte le età, a partire dall’infanzia.

Luca Saragoni. Bolognese di 58 anni, già direttore facente funzioni del servizio, è professore associato del dipartimento di scienze mediche e chirurgiche dell’Università di Bologna. Tra gli obiettivi del suo mandato, creare “expertise” dedicate alle varie patologie, soprattutto in campo oncologico, al fine di garantire un livello assistenziale di qualità; favorire una fattiva integrazione tra assistenza, didattica e ricerca.

Maria Chiara Silvani. 48 anni, ravennate, con già un incarico di facente funzioni del servizio, è impegnata in particolare allo sviluppo di progetti di farmacia clinica, nei quali il farmacista ospedaliero collabora attivamente in team multidisciplinari, anche nell’ambito dei dispositivi medici, per contribuire al governo dell’innovazione.

Consar Ravenna chiude il 2024 con la dodicesima vittoria in campionato

I bizantini battono Reggio Emilia al Pala De Andrè e tornano in vetta alla classifica

RAVENNA 29/12/2024. VOLLEY PALLAVOLO. Consar Ravenna Conad Reggio Emilia.
La gioia di Consar Ravenna al termine del match contro Reggio Emilia

La Consar Ravenna chiude l’anno con la dodicesima vittoria in questo campionato, la sesta consecutiva, e ritorna al vertice della classifica grazie alla concomitante sconfitta di Brescia. Il 3-0 rifilato dai bizantini alla Conad Reggio Emilia è il timbro a una prestazione di alto livello, sublimata dal primato di battute vincenti, ben 15, record stagionale dell’intera A2.

La cronaca della partita

Coach Valentini è ripartito da dove aveva terminato con la vittoria di Fano, con Zlatanov nello schieramento di partenza in coppia con Tallone. La formazione è stata completata dalla diagonale Russo-Guzzo, dai centrali Canella e Copelli e dal libero Goi.

Due muri di fila di Canella e Tallone determinano il primo scatto del primo set (4-2), subito rintuzzato dalla Conad Reggio Emilia per l’immediata parità a quota 4. Guzzo dai 9 metri fa saltare la ricezione ospite e fissa il nuovo +2 (11-9) e un errore in attacco della Conad decreta il +3 Consar (12-9) e il primo time out reggiano. Guzzo alimenta la fuga (14-10) e Ravenna si issa fino al 16-10. Fanuli prova a cambiare la diagonale inserendo Partenio e Stabrawa e Reggio sembra trarne beneficio, piazzando un parziale di 2-6 per il 18-16. Copelli con un potente ace allarga di nuovo il divario (21-17). Un altro ace di Zlatanov firma il 24-20, poi la Conad prova a reagire segnando due punti con Guerrini, ma ci pensa Canella a chiudere i conti per il 25-22 finale.

Il secondo set inizia punto a punto, poi un errore reggiano, Canella con un ace e Tallone a muro portano la Consar a +3 (8-5). Russo piazza l’ace del 10-6 e apre l’impressionante raffica di servizi vincenti – saranno 7 alla fine del secondo set – su cui la Conad alza bandiera bianca. È di Russo il punto che chiude il set.

La squadra reggiana prova a reagire nel terzo set, con coach Fanuli che schiera un sestetto con quattro cambi, con Partenio in regia e Stabrawa opposto, Sighinolfi al centro e Suraci in attacco. Il nuovo assetto sembra funzionare: la Conad vola sul 2-8 e poi allunga fino all’8-15, divario sancito da un muro di Sighinolfi. Ma sull’attacco di Copelli, Ravenna riaccende la luce: prima arriva un break di 5 punti con due ace di Guzzo e un muro di Zlatanov per il -2 (13-15), poi Feri a muro segna il -1 (16-17) e un errore ospite consegna la parità a quota 17. La parità resiste fino a quota 22, poi un errore della Conad e due ace di fila di Copelli chiudono set e partite.

«Dal punto di vista tecnico, il servizio questa sera è stato il fondamentale più importante», ha dichiarato coach Valentini al termine della partita. «Abbiamo fatto 15 ace: sono molto contento per questo dato, ma sono contento anche per il buon livello di gioco sviluppato dalla squadra fin dall’inizio. Dobbiamo rivedere qualcosa dell’inizio del terzo set, però i ragazzi hanno lavorato di squadra, hanno fatto bene nella correlazione muro-difesa e sono stati bravi a recuperare quello svantaggio».

Il tabellino

Ravenna-Reggio Emilia 3-0 (25-22, 25-10, 25-22)

Consar Ravenna: Russo 7, Guzzo 14, Canella 8, Copelli 10, Zlatanov 6, Tallone 10, Goi (lib.), Bertoncello, Feri 1. Ne: Selleri, Ekstrand, Grottoli, Pascucci (lib.). All.: Valentini.

Conad Reggio Emilia: Porro, Gasparini 6, Bonola 3, Barone 1, Gottardo 2, Guerrini 13, De Angelis (lib.), Signorini, Partenio 3, Stabrawa 2, Suraci 3, Sighinolfi 4. Ne: Zecca (lib.), Alberghini. All.: Fanuli.

Arbitri: Cruccolini di Perugia e Mesiano di Bologna.

Note

  • Durata set: 28’, 22’, 30’, tot. 80’.
  • Ravenna (15 bv, 10 bs, 7 muri, 7 errori, 41% attacco, 57% ricezione)
  • Reggio Emilia (4 bv, 6 bs, 5 muri, 13 errori, 35% attacco, 30% ricezione)
  • Spettatori: 623
  • Mvp: Guzzo.

Autovelox non omologati, annullati tre verbali a una donna ravennate

Dopo la decisione del giudice di pace, Ancisi (Lista per Ravenna) chiede di rimuovere le strutture

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Dopo l’annullamento, da parte del giudice di pace, di tre multe inflitte a una cittadina ravennate, Lista per Ravenna torna a chiedere la sospensione degli autovelox non omologati. A intervenire sul tema è il consigliere comunale Alvaro Ancisi, che ricorda di avere presentato un ordine del giorno lo scorso 2 maggio. Quest’anno le contravvenzioni prodotte dagli autovelox fissi situati nel territorio comunale sono state oltre 100 mila, quasi il doppio rispetto al 2023, anche a causa dell’installazione di due nuove strutture in via Reale a Mezzano e in via Bellucci in città.

«Questo “proficuo” risultato giustifica che la giunta de Pascale abbia previsto, nel bilancio comunale del 2025, lo stesso incasso del 2024 per le “attività di controllo e di repressione delle irregolarità”, all’incirca 13 milioni e 350 mila euro», sottolinea Ancisi. «Come se la Cassazione, organo massimo della giustizia italiana, non avesse stabilito, con ordinanza del 18 aprile 2024, che gli accertamenti eseguiti con autovelox e velobox privi di omologazione, compresi tutti quelli del Comune di Ravenna, sono fuori legge e le contravvenzioni che ne derivano illegittime».

Ancisi rende nota la storia di una cittadina ravennate, che aveva scritto a Lista per Ravenna per chiedere consiglio su come presentare ricorso contro tre verbali di contravvenzione ricevuti, di cui due dal Comune di Ravenna con l’autovelox di Mezzano e uno dal Comune di Alfonsine. La lista civica aveva assistito la signora nella presentazione del ricorso al giudice di pace di Ravenna, che lo scorso 8 e 9 dicembre le ha dato ragione, annullando i tre verbali di contravvenzione.

Conclude Ancisi: «Pur essendo stato bocciato il nostro ordine del giorno per sospendere l’attività dei velox non omologati, insistiamo almeno sull’altra nostra proposta, secondo cui l’iniziativa dei cittadini può anche esercitarsi, più semplicemente per entrambe le parti, attraverso una richiesta, rivolta al Comune stesso, di annullamento in autotutela dei verbali in questione, con obbligo (secondo la circolare del ministero dell’interno n. 66/1995) che gli atti siano trasmessi al prefetto perché proceda al loro annullamento. È ormai evidente che ognuno, in caso di non accoglimento della sua richiesta, può anche sollevare denuncia per omissione di atto d’ufficio. Insomma, se il Comune non vuole in via generalizzata sospendere l’attività dei velox finché non saranno omologati, quanto meno eviti che i cittadini debbano ricorrere in tribunale per avere lo stesso risultato invocato, sottraendo tempo ai suoi uffici, ma pure a quelli dell’amministrazione comunale, rinunciando anche a infierire con chi chiede solo la legge sia rispettata».

Crisi climatica, Ravenna seconda provincia più colpita da eventi estremi

La fotografia dell’Osservatorio città clima di Legambiente

Solarolo
Solarolo dopo l’alluvione di maggio 2023

Ravenna è la seconda provincia italiana per il numero di eventi estremi provocati dalla crisi climatica. Lo certifica Legambiente con il suo report di fine anno redatto dall’Osservatorio città clima.

A livello nazionale, sottolinea l’associazione ambientalista, il 2024 è stato segnato da 351 eventi meteo estremi che hanno colpito la penisola, un numero in costante crescita negli ultimi dieci anni. Nello specifico sono avvenuti 134 casi di allagamenti da piogge intense, 62 casi di danni da vento, 46 esondazioni fluviali che hanno causato danni, 34 eventi con danni da siccità prolungata, 30 danni da grandinate, 19 casi di frane causate da piogge intense, 9 danni alle infrastrutture, 8 da mareggiate, 2 al patrimonio storico e 1 caso di temperature record.

A livello regionale, quest’anno l’Emilia-Romagna è la regione più martoriata dalla crisi climatica, con 52 eventi, seguita da Lombardia (49), Sicilia (43), Veneto (41) e Piemonte (22). Tra le province svetta al primo posto Bologna con 17 eventi meteo estremi, seguita da Ravenna e Roma entrambe a quota 13.

Il Giubileo 2025 si apre anche a Ravenna, le foto della processione

Domani la marcia della pace, guidata dall’arcivescovo Ghizzoni

Si è aperto ufficialmente anche a Ravenna il Giubileo 2025, con una cerimonia in diocesi celebrata dall’arcivescovo Lorenzo Ghizzoni. La processione è partita alle 16.30 di ieri dalla basilica di San Giovanni Evangelista, passata per il Battistero Neoniano e terminata in duomo con la messa (nelle foto qui sopra, di Massimo Argnani).

La processione ravennate per il Giubileo 2025 ha avuto un rituale particolare, con una riproduzione della croce di agnello in mosaico realizzata dal laboratorio di Annafietta. La funzione si è aperta con il suono della campana di Bonifacio VIII. Datata 1300, l’anno del primo Giubileo della storia, venne donata dal pontefice all’ospizio di Primaro, un luogo di ospitalità per i pellegrini, ed è arrivata fino a noi conservata al Museo arcivescovile.

La processione e la messa per l’apertura dell’anno santo si sono svolte ieri mattina anche a Cervia, con partenza dalla parrocchia della Malva e arrivo nella Concattedrale.

Domani, 31 dicembre alle ore 15, partirà invece la marcia della pace, che sarà guidata sempre dall’arcivescovo di Ravenna-Cervia Lorenzo Ghizzoni.

Capodanno in provincia: dal concerto gospel di Ravenna agli acrobati di Lugo

Cervia festeggia tra dj e performance circensi, Faenza premia la musica locale e a Villanova torna la cena conviviale al museo

Magazzini del Sale a Cervia (foto Zani)

Non solo eventi nei locali e feste private per Capodanno: anche i Comuni del ravennate si preparano a salutare il vecchio anno con una serie di concerti e iniziative gratuite aperte alla cittadinanza.

Partendo da Ravenna, l’appuntamento è alle 23 in piazza del Popolo, con il grande concerto gospel della rassegna Christmas Soul. Sul palco The Inspirational Choir of Harlem, un gruppo dal sound versatile, che spazia tra gospel, jazz, pop e R&B, sotto la direzione di Anthony Morgan. Per festeggiare fino a tarda ora, la pista sul ghiaccio di piazza Kennedy resterà aperta fino alle 2 di notte e i locali del centro potranno diffondere musica fino alle 3.

A Lugo l’ultima notte dell’anno passerà tra luci e magia, con lo spettacolo di “danza verticale” ideato da Monica Maimone. Acrobati e ballerine danzeranno sospesi sulle mura della Rocca o in mezzo al pubblico della piazza, con enormi gonne luminose o usate come tela per il videomapping. L’appuntamento è alle 23 del 31 dicembre l’area vicina alla Rocca estense, ma sarà possibile assistere alle prove generali dello spettacolo lunedì 30 dicembre in piazza dei Martiri (ore 21).

Cervia si prepara a festeggiare con un doppio appuntamento: in piazza Garibaldi, dalle ore 21, il concerto dei Barboni di Lusso. L’area adiacente alla Torre San Michele ospiterà invece un dj set che a partire dalle 22 vedrà in consolle J.J. Vianello e gli Intoccabili (fino all’1) e Alessandro Piatto a seguire. Nella cornice offerta da Torre e Magazzini del Sale, in programma anche una performance circense con 12 artisti e spettacoli in acqua di hydrofly.

In piazza Martiri a Faenza (già piazza delle Erbe) i festeggiamenti iniziano dal pomeriggio, con le esibizioni di giovani artisti del territorio, tra cui Anna Sole Dalmonte, vincitrice dello Zecchino d’Oro e Riccardo Callegari e Sara Ghinassi, protagonisti di The Voice Kids (ore 16). Sempre nel pomeriggio, verranno consegnati i Faenza Music Awards, per celebrere i talenti musicali locali. Alle 17 si terrà un’asta di beneficenza di ceramiche artistiche, con opere messe a disposizione da rinomati artigiani locali. Il ricavato andrà in beneficenza alla Piccola Betlemme per sostenere le famiglie faentine in difficoltà a causa delle alluvioni. La pista del ghiaccio della piazza resterà aperta tutta la notte e dalle 21.30 la serata sarà animata dal gruppo faentino Mystic Doll. A mezzanotte, spumante e panettone saranno offerti gratuitamente dall’Amministrazione Comunale per il tradizionale brindisi.

Infine, non può mancare a Villanova di Bagnacavallo la tradizionale “Festa degli scartoz”, ospitata dall’Ecomuseo delle Erbe Palustri. Nel rispetto dello spirito ecologico e conviviale del museo, i partecipanti sono invitati a portare con sé una pietanza da condividere in un ricco banchetto “a sorpresa”, nell’attesa del falò di mezzanotte. La serata sarà animata dal trebbo di Vittorio Bonetti.

De Pascale: «I dati stanno crollando. Il governo inverta la rotta»

«L’Emilia-Romagna sarà in prima fila per cambiare nuovamente la tendenza». I dati della Regione oggi si attestano leggermente al di sopra della media nazionale

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Aumenta il numero delle persone in Italia che rinuncia a curarsi per problemi economici, tempi di attesa troppo lunghi o difficoltà a raggiungere i luoghi di cura. Secondo l’ultima relazione del Cnel (Consiglio nazionale dell’Economia e del Lavoro) il 7,6 percento degli utenti, (in pratica 4,5 milioni di persone), hanno rinunciato a usufruire delle prestazioni sanitaria nel 2023. L’Emilia-Romagna si posiziona leggermente al di sopra del panorama nazionale, insieme a Toscana, Campania, Friuli-Venezia Giulia e le Province Autonome di Trento e Bolzano, attestandosi su percentuali di poco inferiori al 6 percento.

Sul dato allarmante interviene il presidente della Regione Michele de Pascale: «I dati complessivi del sistema sanitario in Italia stanno crollando e sono in costante peggioramento nel nostro paese. Non solo la tendenza si sta invertendo, ma si sta aggravando: la situazione è ulteriormente preoccupante perché mette in luce una profonda assenza consapevolezza da parte del Governo rispetto al problema. Si continuano a dare cifre sui finanziamenti che non corrispondono alla reale misurazione delle risorse necessarie, e il sistema è sempre più in difficoltà. Questi dati devono far capire al Governo che la rotta che sta tracciando sulle politiche sanitarie è sbagliata – conclude il presidente-, va invertita al più presto e su questo l’Emilia-Romagna intende essere in prima fila».

Torna in città la “Marcia per la Pace”: sei tappe nel centro partendo da San Biagio

Il tradizionale “corteo silenzioso” vuole unire i rappresentanti della chiesa cattolica, quelli delle altre religioni presenti sul territorio e le istituzioni nel nome della Pace

Monsignor Lorenzo Ghizzoni

Torna il 31 dicembre la “Marcia per la pace” a Ravenna: la camminata organizzata dalla Diocesi è in programma per le 15 con partenza dal piazzale della chiesa di San Biagio e sarà guidata dall’arcivescovo di Ravenna-Cervia, monsignor Lorenzo Ghizzoni.

L’appuntamento, che ormai è una tradizione in città, vede camminare in silenzio i rappresentanti delle istituzioni, della chiesa cattolica e dei fedeli di altre chiese cristiane e delle altre religioni sul territorio, delle associazioni di volontariato, del mondo economico e produttivo per rappresentare, anche visivamente, che la pace si fa insieme. Al centro della marcia, il messaggio di Papa Francesco per la giornata del primo gennaio: «Rimetti a noi i nostri debiti, concedi a noi la tua pace».

Dopo aver lasciato San Biagio, il corteo proseguirà per le vie del centro, dove verranno letti passi del Messaggio di Papa Francesco per la Giornata della Pace, fino a raggiungere la chiesa dello Spirito Santo (in piazzetta degli Ariani), affidata alla comunità ortodossa romena, il cui parroco, padre Daniel Vesea, leggerà l’ultimo brano. Concluderà la Marcia l’intervento dell’arcivescovo monsignor Lorenzo Ghizzoni.

Il percorso prevede un totale di sei tappe: da San Biagio il corteo attraverserà via Maggiore, porta Adriana, via Cavour e via Barbiani fino alla chiesa degli Angeli custodi, dove si ritrova la comunità greco-cattolica ucraina: il primo brano del Messaggio sarà letto dal parroco don Volodymyr Voloshyn. Si proseguirà poi tornando in via Cavour per arrivare davanti al Mercato Coperto, in piazza Andrea Costa e coinvolgere nella lettura una rappresentanza del mondo produttivo. La terza sosta sarà in piazza del Popolo dove prenderà la parola il presidente del consiglio comunale, Massimo Cameliani. Attraverso via Cairoli e via Corrado Ricci si arriverà poi in piazza San Francesco, con l’intervento della comunità islamica. Si tornerà poi in piazza Garibaldi e, dopo aver attraversato via Diaz e via degli Ariani, l’ultima tappa sarà nel piazzale della basilica dello Spirito Santo.

De Pascale sul nuovo commissario: «Che sia competente nel settore, basta militari»

Il governatore avanza anche una richiesta promossa dalla sfidante Ugolini durante la campagna elettorale: «Nominiamo un tecnico della materia, serve una figura sul territorio. Il fatto di aver gestito tutto da Roma è stato un errore oggettivo»

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«Nel momento in cui non si sceglie una nomina politica, ma tecnica, almeno si attinga a professionalità che abbiano competenze specifiche nel settore». questa la richiesta del presidente dell’Emilia-Romagna, Michele de Pascale, come riportato da Ansa, sulla nomina del nuovo commissario per la ricostruzione post alluvione.
Già in campagna elettorale De Pascale aveva chiesto che il ruolo di commissario fosse attribuito al futuro presidente della Regione, ma il governo sembra intenzionato a sostituire Francesco Paolo Figliuolo con un altro militare. «Non capiamo perché insistere sulla scelta di un militare –  insiste de Pascale -. Così passa il messaggio che davanti alla gestione delle emergenze la Repubblica si affida a competenze della Difesa. E questo non riusciamo a capirlo. Ci aspettiamo di essere sentiti, qualunque sia la scelta».
Il governatore lancia anche una seconda proposta, rifacendosi alla richiesta fatta durante la campagna elettorale dalla sfidante di centro destra Elena Ugolini: «Almeno nominiamo un tecnico della materia se non il presidente della Regione. Una persona che se ne intenda di protezione civile, ricostruzioni, opere idrauliche, idrogeologiche. Penso che serva una figura sul territorio. Il fatto di aver gestito tutto da Roma, peraltro senza essere dedicati esclusivamente a questa attività, è stato un errore oggettivo. Questa è già la seconda proposta che faccio, Posso farne altre due se me lo si chiede, però non vorrei che il fatto che le faccia io le bruci».

Quasi 4300 famiglie hanno una casa popolare. Oltre tremila sono in lista di attesa

Più di 500 alloggi non assegnati perché vanno ristrutturati, ma ci sono risorse solo per la metà
I ritardi nei canoni valgono due milioni di euro in totale. Il gestore del patrimonio: «Nessuna occupazione abusiva»

 

Ci sono 524 case popolari in provincia di Ravenna non assegnate perché hanno bisogno di interventi di ripristino. Nella metà dei casi i lavori sono in corso, per l’altra metà invece mancano le risorse. Quelle assegnate sono circa 4.300 (per un totale di oltre 10mila persone di cui un quarto stranieri). Le graduatorie contano più di tremila famiglie che soddisfano i requisiti, ma sono in lista d’attesa perché una casa per loro non c’è.

I dati, sostanzialmente stabili negli ultimi anni, emergono dalla panoramica del 2023 (l’ultima disponibile) dell’Azienda Casa Emilia-Romagna (Acer) che ha la convenzione con tutti i 18 Comuni della provincia per la gestione degli immobili di edilizia residenziale pubblica (Erp) ed edilizia residenziale sociale (Ers).

«Nel 2023 abbiamo effettuato 279 ripristini per un costo totale di 1,7 milioni di euro – spiega l’avvocata Lina Taddei, in passato consigliera comunale Pd e da tre anni presidente di Acer a Ravenna -. Sono interventi che si fanno quando un nucleo familiare lascia un alloggio: va rimesso in condizioni efficienti per la riassegnazione, come accade alla fine di qualunque contratto di affitto tra inquilino e locatario. In alcuni casi può bastare una semplice tinteggiatura, in altri si valuta se sostituire gli infissi, in altri ancora è l’intera palazzina che ha bisogno di un intervento complessivo».

Le ragioni per cui un’abitazione si libera possono essere molteplici: per il decesso dell’inquilino, per la decadenza dei requisiti, per sfratto dovuto a morosità (10 nel 2023). Ma ci sono anche casi di abbandoni spontanei senza preavviso: «Capita che famiglie se ne vadano e lascino la casa senza dare spiegazioni e quindi l’abitazione viene assegnata ad altre famiglie».

Taddei ci tiene a sottolineare una circostanza che spesso emerge in tema di case popolari: «Non abbiamo casi di occupazioni abusive. E un tema che ho considerato centrale sin dall’inizio del mio mandato. Facciamo in modo di collaborare con capiscala e referenti dei condomini per intervenire prima che le situazioni possano radicarsi, se necessario installiamo le porte antintrusione. Dove ci sono degli appartamenti lasciati liberi per riqualificazioni, abbiamo organizzato anche dei sopralluoghi periodici con la polizia locale per vigilare».

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La morosità sui canoni nel 2023 si è assestata al 7,2 percento, un valore superiore a quello degli ultimi tre anni. In totale le morosità cumulate arrivano a 2,1 milioni di euro. «L’unica strada che possiamo percorrere è l’apertura di piani di recupero. Si fanno valutazioni specifiche per ogni caso, in base alle condizioni dei nuclei familiari e alle disponibilità concrete, considerato che abbiamo a che fare con fragilità». Il piano di rientro include anche un aspetto sociale che Taddei sottolinea come iniziativa nella missione dell’azienda: cogliamo le domande per la graduatoria, questo ci permette di conoscere se ci sono fragilità particolari. Acer gestisce anche gli uffici casa dei Comuni e così abbiamo un rapporto più diretto con le persone. Accanto al recupero del credito facciamo in modo di inserire l’impegno da parte dell’inquilino per il bene comune del patrimonio pubblico».

Piccoli lavoretti, come sfalcio di spazi verdi o pulizia di parti comuni: «Il principio è quello di disincentivare la morosità portando le persone a dedicare tempo per piccole manutenzioni, nel limite delle loro possibilità. Ovviamente non possiamo affidare in questo modo interventi tecnici complessi».

Per quanto riguarda le utenze domestiche (luce, gas, acqua) la panoramica è variegata. Per la corrente elettrica nell’alloggio la fornitura è sempre intestata all’inquilino, sono intestati a Acer i contratti di circa 400 contatori che servono le parti condominiali comuni e la spesa viene ripartita fra i condomini. Per il gas, invece, ci sono circa 3.400 appartamenti con riscaldamento autonomo e 1.400 serviti da impianti centralizzati e quindi le spese vengono ripartite.

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