venerdì
26 Dicembre 2025

Il Cisim compie 15 anni e festeggia con due giorni di musica: dai live di Edda e Tonino 3000 ai dj set dance

Il Cisim si prepara a due giorni di musica e festa in occasione dei suoi primi 15 anni: venerdì 5 e sabato 6 dicembre al centro culturale di Lido Adriano sarà “Cisim BDay Party”, con i live di Edda e Tonino 3000, seguiti da un dj set per ballare fino a notte fonda. «Quindici anni sono un pezzo di vita importante: abbiamo in programma una grande festa per rappresentare le nostre diverse anime – commenta il direttore artistico Lanfranco Vicari -. Sotto molti punti di vista è un sogno che si realizza, la fedeltà a un patto umano e artistico stretto da ragazzini e che ci impegniamo a rinnovare ogni giorno».

Venerdì 5, Stefano Edda Rampoldi (in arte Edda), porterà sul palco di Lido Adriano il suo nuovo album Messe Sporche, che mescola alla cifra poetica surreale e commovente che lo contraddistingue una sorprendente anima rock. Con lui, il quartetto formato da Luca Bossi (basso, tastiere), Francesco “Killa” Capasso (chitarre) e Diego Galeri (batterista, anche nelle formazioni di Timoria e Miura). Al termine del concerto, via al dj set di Rumors, rivista nata nell’Ottobre 2017 (dal 2020 anche festival), che propone spunti musicali freschi e stimolanti. «Il ritorno di Edda nel ravennate ci rende felici – commenta Vicari -. ormai è un caro amico del Cisim, ma ricordo ancora il primo concerto qui, durante una rassegna pomeridiana: tutta la sala aveva gli occhi lucidi: è un gigante che sa arrivare al cuore di tutti. Ci lasceremo stupire anche questa volta». Sabato 6 invece sarà la volta del folk futuristico e scanzonato di Tonino 3000. Il fondatore del collettivo Falafel Fazz Familia si esibirà con microfono, computer e tastiera laser su «brandelli di brani africani rimescolati per comporre inni disperati e mantra incoraggianti». A mezzanotte partirà invece il vero e proprio party di compleanno del Cisim, accompagnato dal sound “danzereccio” del dj set di Iovivolapistola (Federica Francesca Vicari), che in consolle è armata davvero di pistola, ma spara solo bolle di sapone.

«Il compleanno del Cisim è un occasione per mescolare le carte, mettendo nello stesso festival linguaggi musicali molto diversi tra loro – spiega il direttore artistico -. La sfida è questa, uscire dagli schemi per rappresentare un’anima eterogenea e complessa come la nostra». In entrambe le serate, le porte del Cisim apriranno alle 21, con inizio dei concerti alle 22. I biglietti in prevendita sono già disponibili sulla piattaforma Dice.

Al termine dei festeggiamenti, il dicembre del Cisim presenta però qualche altra sorpresa, come il ritorno del Management del dolore post operatorio. Dopo una lunga pausa, il gruppo arriverà nel ravennate con una tappa del nuovo tour proprio nel club di Lido Adriano, sabato 13 dicembre: «Una data per cui c’è sicuramente moltissima attesa – conclude Vicari -. Ci prepariamo per un dicembre tutto da vivere, tra compleanno, Management, Dj Gruff, e live di Ivano Bisi, tutti in programma nelle prossime settimane».

Un seminario sulle “Vulnerabili” tra disagio sociale, disabilità e violenza

La Rassegna “Giornata internazionale contro la violenza maschile sulle donne”, promossa dall’assessorato alle Politiche di genere del Comune di Ravenna, ha programmato diversi eventi in collaborazione con numerose associazioni del territorio. Fra questi eventi si inserisce il seminario dal titolo “Le Vulnerabili: disagio sociale, disabilità e violenza” a cura di Femminile Maschile Plurale Aps in collaborazione con Villaggio Globale Coop. Soc. Il seminario si terrà venerdì 5 dicembre (dalle 15:30 alle 19) e sabato 6 dicembre (dalle 9:30 alle 12:30) presso la sala Buzzi in via Berlinguer 11 a Ravenna.

Il seminario si focalizza sulla violenza nei confronti delle donne reputate più vulnerabili (donne anziane, con disabilità, senza fissa dimora, con dipendenze, in situazione di povertà, soggette a tratta, con diverso orientamento sessuale, ecc.) e quali risposte – in termini di servizi sia pubblici sia gestiti da associazioni e/o organizzazioni – possono trovare per l’accoglienza, l’ascolto, l’accompagnamento all’uscita dalla violenza e verso una vita indipendente. Fra esempi positivi e criticità tuttora presenti si ascolteranno voci diverse, dati e ricerche, aprendo al confronto con chi vorrà partecipare portando il proprio ascolto, riflessione ed esperienza.

Il pomeriggio di venerdì, condotto da Piera Nobili, è dedicato alle relazioni che inquadreranno il tema del seminario, fra le relatrici si nota la presenza di Sara Boicelli esperta di diritti umani, Simonetta Lancioni responsabile del Centro nazionale Informare un’H e Nadia Muscialini attivista e dirigente psicologa esperta in contrasto e prevenzione della violenza maschile sulle donne.

Sabato mattina, condotto da Giovanna Piaia, il confronto si estende a esperienze di accoglienza di donne con disabilità, donne con disagio sociale, senza fissa dimora e prevede un confronto sulle pratiche assistenziali e di empowerment di Associazioni dedicate al rispetto di una vita dignitosa e alla esigibilità dei diritti sociali e civili, per prospettare, anche, azioni future.

Massa Lombarda, sale la tensione per la finale scudetto. Il presidente Errani: «Traguardo storico»

Un sogno a tinte verde, bianco e rosso è quello che sta vivendo il Circolo Tennis Massa Lombarda. La straordinaria cavalcata ha portato i ragazzi di capitan Montalbini fino alla finale scudetto di serie A1 maschile di tennis. Dopo aver dettato legge nel girone 3, centrando per la prima volta la qualificazione ai play-off del massimo campionato nazionale, nella semifinale con formula andata e ritorno la squadra massese è riuscita nell’impresa di eliminare il Tennis Club Santa Margherita Ligure, compagine dichiaratamente costruita per puntare al titolo. Domenica 7 dicembre, dunque, sui campi in sintetico indoor dello Stampa Sporting Torino (gli stessi che qualche settimana fa hanno ospitato gli allenamenti di Jannik Sinner e degli altri campioni impegnati alle Atp Finals) il team targato Oremplast sfiderà per il titolo il Match Ball Firenze, che nell’altra semifinale ha prevalso sullo Sporting Selva Alta Vigevano.

Sono ore di febbrile attesa nella cittadina della Bassa Romagna con meno di 11mila abitanti, partita dalla serie D1 25 anni fa. Ora la squadra che ha già scritto un pagina del tennis romagnolo comprende: Giulio Zeppieri, Francesco Forti, l’under 18 Jacopo Vasamì, i ‘vivaio’ Lorenzo Rottoli e Jacopo Bilardo, Peter Buldorini, Pietro Ricci, Alessio De Bernardis oltre allo slovacco Martin Klizan. Saranno un centinaio i tifosi che sosterranno Massa Lombarda nel capoluogo piemontese (il circolo ha organizzato anche un pullman) e molti di più quelli davanti alla tv a seguire le dirette di SuperTennis (canale 64).

«Si tratta di un traguardo storico, e forse irripetibile, per il nostro piccolo circolo, che però ha dimostrato di saper fare cose grandi – sottolinea il presidente Giorgio Errani, padre di Sara, da un paio d’anni alla guida del club – Merito dei nostri capitani Michele Montalbini e Alessio De Bernardis, ma soprattutto del gruppo di atleti, ma prima ancora uomini, straordinari che abbiamo l’onore di avere in squadra. Anziché scegliere di “accontentarsi” della salvezza, che è sempre e comunque per noi un obiettivo importante, hanno messo l’impegno e la voglia di provarci fino in fondo davanti ai loro interessi personali di atleti e si sono messi a disposizione totale della squadra. La dedica di questa finale scudetto va giocoforza ad Oreste Pagani, che ci ha sempre supportato e ha sempre sottolineato i principi più sani, nella vita e nello sport, che devono essere la nostra guida. L’orgoglio per questo traguardo è grande, ma non copre il dispiacere di non poterlo avere testimone di questo exploit in prima fila».

«Abbiamo sempre disputato i play-out nelle nostre partecipazioni al massimo campionato e sinceramente non ci aspettavamo di arrivare sino alla finale – riconosce il capitano Michele Montalbini – e proprio per questo non vediamo l’ora di vivere questa inedita avventura. Anche perché la nostra peculiarità è quella di essere un gruppo di amici che va a giocare la domenica soprattutto con il piacere di stare insieme, disposti a fare un sacrificio uno per l’altro. Non abbiamo un organico ampio come altri club, però in termini di compattezza e unione non siamo secondi a nessuno. Del resto cerchiamo di tenere nel tempo l’ossatura della squadra, inserendo ogni volta un tassello».

“Il Match Ball Firenze? E’ un avversario di spessore, con elementi di qualità e anche validi giocatori ‘vivaio’, altrimenti non sarebbe arrivato fin qui – afferma Montalbini -. Sarà una partita bella da giocare, dove a fare la differenza potrebbe essere la gestione della tensione per l’importanza della posta in palio. Vista la pianificazione degli allenamenti che ci ha comunicato la federazione, partiremo già venerdì per Torino e nelle due giornate di vigilia della sfida valuterò le condizioni dei miei atleti per poi effettuare le scelte di formazione. D’altronde siamo partiti dalla serie D1 25 anni fa, ed è un miracolo essere da 15 anni in A per noi che abbiamo cominciato tutto facendo sogni davanti a un piatto di cappelletti e a un bicchiere di vino. “

Trasporti, attività pomeridiane e piano formativo: l’eventuale settimana corta dell’Oriani fa discutere

Nel giro di due anni la comunità del liceo scientifico ravennate Oriani è stata sottoposta ad un sondaggio sulla “Sperimentazione della settimana corta”, cioè con lezioni da lunedì a venerdì che prevederebbero il sabato “libero”. Nel novembre 2023, il sondaggio non produsse, nel Consiglio d’Istituto, la maggioranza qualificata dei 2/3, necessaria perché la proposta passasse. I risultati sono più equilibrati nelle recenti votazioni di quest’anno, che hanno evidenziato come il “sì” è stato preferito da 51,3% degli studenti votanti (1.072), il 38,7% dei genitori (1.008), il 53,2% dei docenti e il 100% del personale ATA (22). La decisione finale è comunque nel consiglio d’istituto, dove nei prossimi giorni voteranno i rappresentati delle singole categorie.

Il vicepresidente del consiglio comunale Alvaro Ancisi, nonchè capogruppo di Lista per Ravenna chiede al Consiglio d’Istituto di definire e valutare quale sarebbe, con la settimana corta, il nuovo piano didattico/formativo offerto dal liceo agli studenti: «Si dovrà innanzitutto tener conto delle motivazioni didattico/formative, finora non conosciute, a favore della settimana corta, dato che le attuali sei ore di scuola, dovendo essere distribuite su cinque giorni, comporteranno per gli alunni mattinate più lunghe e faticose, con una materia in più da preparare nei pomeriggi per il giorno dopo».

La preoccupazione di Ancisi è anche quella di inserire le ore aggiuntive riservate alle attività pomeridiane facoltative, previste nel triennio: «Di grande interesse per i ragazzi ci sono i corsi di Storia Contemporanea Internazionale, di Filosofia Orientale, di Biologia con curvatura biomedica, di preparazione agli esami di certificazione della lingua inglese PET-FCE-CAE e, per le classi quinte, di potenziamento della matematica in vista dell’esame di maturità. Non da comprimere, inoltre, le attività di recupero obbligatorie che la scuola mette a supporto degli studenti in difficoltà».

Un aspetto fondamentale per il consigliere comunale è anche relativo agli studenti residenti nei comuni limitrofi: «I ragazzi che risiedono nel forese e anche nel comacchiese, già penalizzati da linee extraurbane di trasporto pubblico inadeguate, torneranno a casa alle 15.00 o alle 16.00? Con quale danno? E si è pensato alla possibile emorragia di studenti verso altre scuole superiori che garantiscono una scuola su sei giorni più a misura degli studenti e delle famiglie, oltreché più inclusiva? La decisione sarà sempre rispettata. Ma la chiarezza del piano educativo e la trasparenza dell’offerta scolastica sono dovute».

Speyer e piazza Baracca, rinnovata ordinanza antialcol e antidegrado: in 6 mesi 84 persone multate

Con l’obiettivo di contrastare fenomeni di degrado urbano e ambientale, tutelando la sicurezza e l’ordine pubblico, il Comune di Ravenna ha rinnovato dall’1 dicembre al 31 maggio le ordinanze antialcol e antidegrado nelle zone dei giardini Speyer e di piazza Baracca. I due provvedimenti prevedono il divieto di vendere (anche tramite distributori automatici) e somministrare bevande alcoliche e superalcoliche. È esclusa invece dal divieto la somministrazione negli spazi appositamente attrezzati dei pubblici esercizi e delle attività artigianali con consumo sul posto. È inoltre vietato il consumo di alimenti e bevande (anche analcoliche), con stazionamento su scalinate, marciapiedi, arredi urbani e, più in generale, stazionando sulla pubblica via, nelle aree verdi, nei porticati o in altre aree private a uso pubblico.

Le violazioni relative alla vendita sono punite con sanzioni amministrative pecuniarie da un minimo di 400 euro a un massimo di 500, mentre quelle relative al consumo con sanzioni amministrative pecuniarie da un minimo di 150 euro a un massimo di 450. Il Comune di Ravenna ha comunicato il dato delle multe comminate negli ultimi 6 mesi, senza però specificare quante di queste sono state pagate: 84 sono le sanzioni relative al consumo, mentre un esercizio commerciale di viale Farini è stato multato per la vendita (sui 10 totali interessati dall’ordinanza).

I divieti sono infatti in vigore nella zona della stazione ferroviaria, dei giardini Speyer e vie limitrofe, in particolare in via Candiano (tratto tra il passaggio a livello e l’incrocio con viale Pallavicino), in viale Pallavicino (tratto dall’incrocio con le vie Candiano e Alberoni a piazza Farini e viale Farini), in piazza Farini, in viale Farini, in piazza Mameli, in via Carducci, in via Monghini e in via San Giovanni Bosco; nella zona di viale Francesco Baracca dopo l’incrocio con via Oberdan, piazza Baracca, Porta Adriana e nel tratto iniziale di via Maggiore tra Porta Adriana e le circonvallazioni via Fiume Montone Abbandonato e via San Gaetanino.

Area Bimbi Mountain Bike: mancano 3mila euro per la realizzazione

Il progetto dell’Area Bimbi Mountain Bike al Ravenna Bike Park entra nella fase decisiva grazie anche alla Fondazione del Monte, che ha scelto di sostenere l’iniziativa impegnandosi a raddoppiare l’importo raccolto tramite crowdfunding fino a un massimo di 20.000 euro. Un contributo che avvicina il traguardo del budget complessivo di 40.000 euro e riconosce sia il valore del lavoro svolto dal Comitato Amici del Ciclismo Ravenna sia la grande partecipazione della comunità: oltre 100 cittadini e decine di imprese hanno già contribuito, portando la raccolta a 17.000 euro. Per concludere la raccolta mancano quindi solo 3.000 euro e il Comitato invita «cittadini, famiglie, sportivi e imprese a partecipare a questo sprint finale per portare a compimento un progetto destinato a diventare patrimonio dei giovani ciclisti ravennati e dell’intera comunità».

L’Area Bimbi Mountain Bike sarà realizzata nella zona tra il Pala Costa e le Scuderie e prevede un percorso che si sviluppa per oltre 300 metri all’interno della pineta, suddiviso in due tracciati distinti per fasce d’età e arricchito da cinque ostacoli progressivi progettati da Velosolutions, leader mondiale nel settore. La costruzione sarà affidata a Trail Up, azienda specializzata nella realizzazione di trail e percorsi off-road. Questa nuova area andrà a completare l’offerta del Ravenna Bike Park, che già oggi dispone di ciclodromo e pump track, creando un polo sportivo dedicato alle due ruote unico nel suo genere e adatto a tutte le età. Una volta completata, l’area sarà donata al Comune di Ravenna, proprietario del Polisportivo Darsena, così da diventare a tutti gli effetti un bene pubblico a disposizione della città.

Tra i principali sostenitori del progetto figurano Luca Barberini/Koko Mosaico, Lions Club Ravenna Bisanzio, Strenz i Dènt, Birra Bizantina, Albatros Ecologia, Compagnia Portuale, Sambi Team, Assicoop Romagna, Trovador Bikes, Autoscuole Andrea, FIAB Ravenna, Sambi Casa del Ciclo e la Polisportiva Ponte Nuovo. È possibile donare cliccando il seguente link: www.ciclismoravenna.it/areamtb

 

Quella passione di Chagall per il mosaico

Marc Chagall (1887-1985) – Moishe Segal o Mark Zacharovic Šagal secondo le rispettive declinazioni ebraica e russa – è uno dei grandi artisti del ‘900 la cui vita attraversa il secolo breve intersecandosi con le culture multiple delle società e i grandi rivolgimenti del tempo: dalla religione di stretta osservanza chassidica della famiglia – residente a Vitebsk e posta sotto il controllo della Russia imperiale – alla cultura ebraica dei quasi 5 milioni di ebrei tollerati in zone delimitate del territorio russo dopo i pogrom del 1881. Poi, via via attraverso i circoli intellettuali più avanzati di San Pietroburgo dove il giovane Chagall studia arte e frequenta Diaghilev e Nijinski mentre riflette sulle accese controversie di un paese diviso fra slavofili e chi vuole aprire all’Occidente. Con un’anima ancora legata al patrimonio delle origini, Chagall guarda con attenzione a ovest, alle mostre di Cézanne, Van Gogh, Matisse, Braque e Derain che vede nella capitale culturale. Nel 1910 inizia la prima permanenza a Parigi, la città esplosiva delle Avanguardie in cui si aggiorna sui lessici espressionista, cubista, futurista, raggista, sui vernacoli degli outsider come Modigliani e Soutine e dove frequenta l’intellighenzia internazionale riunita nel pulsare degli studi, dei salotti e locali. Ritornato in patria dopo quattro anni, vi rimane bloccato per lo scoppio della Prima guerra mondiale.

Segue la rivoluzione russa a cui Chagall aderisce con entusiasmo mettendo a disposizione tutta la sua professionalità. Eppure, nonostante l’attività e le relazioni con intellettuali come Majakovskij ed Esenin, scopre nel giro di pochi anni che la sua idea di arte “soggettiva” lo pone ai margini del sistema, in contrasto con i suprematisti Malevic ed El Lissitzky che sostengono un’arte “oggettiva”, totalmente al servizio del popolo.

Nel 1922 è costretto a prendere la strada dell’esilio: eletta la Francia come seconda patria, Chagall continua l’attività artistica stringendo rapporti con grandi artisti – Picasso e Matisse fra i tanti -, con collezionisti come Vollard, intellettuali come Breton. Nel 1941 – dopo vari viaggi in Spagna, Italia, Grecia, Egitto, Siria, Palestina, Olanda e Polonia – dovrà riprendere la strada dell’esilio per gli Stati Uniti in modo da sfuggire all’Olocausto e alla Seconda guerra mondiale. La permanenza oltreoceano è favorita da amici, artisti espatriati, galleristi internazionali: continua a lavorare con frenesia permettendosi solo una lunga pausa dopo la morte della sua diletta Bella, compagna di vita da trent’anni. Solo nel dopoguerra ritornerà in Francia, dopo una serie di belle retrospettive nelle maggiori città europee fra cui un’intera sala alla Biennale di Venezia. Si trasferisce definitivamente in Provenza dove sposa Vava Brodskij e raccoglie i frutti del proprio genio con inviti e commissioni in tutto il mondo.

A questo periodo maturo, di un Chagall quasi settantenne e sempre, costantemente al lavoro, si devono gli inizi della sua nutrita produzione a mosaico, tema principale della mostra inaugurata al Mar di Ravenna. Curata da Anne Dopffér, Gregory Couderc, Giorgia Salerno e Daniele Torcellini, la mostra Chagall in mosaico. Dal progetto all’opera passa in rassegna i piccoli e grandi cicli musivi affrontati da Chagall fra il 1954 e il 1985, anno della sua scomparsa, comprendendo alcune produzioni postume su commissione della famiglia.

L’esposizione – inedita per il taglio e la presentazione di mosaici, bozzetti, disegni, cartoni, fotografie e materiali documentari – si collega a Ravenna, culla di questa passione. A seguito di un viaggio in Italia nel 1954 – di cui una tappa è la stessa città – e grazie al progetto dei mosaici moderni di Bovini, all’intermediazione di Lionello Venturi, alla partecipazione del Gruppo Mosaicisti ravennati guidato da Salietti, nel 1955 Chagall spedisce un bozzetto di un gallo da eseguirsi a mosaico. I mosaicisti locali ne produrranno due copie, oggi in mostra assieme al grande bozzetto, che vengono eseguite da Romolo Papa e Antonio Rocchi. Poi, grazie alla Scuola di mosaico inaugurata a Parigi da Gino Severini e diretta dal ravennate Lino Melano, Chagall deciderà di continuare questa linea di produzione che conta altri 13 mosaici distribuiti fra Parigi, Nizza, Gerusalemme, Chicago e varie località della Costa azzurra. Gli apparati e il filmato in mostra chiariscono molto bene contesti, committenze, soggetti e collocazioni dei mosaici per cui vale la pena soffermarsi su alcune questioni generali. La prima è la versatilità di un artista che ha realizzato dipinti e sculture, arazzi, scenografie teatrali e costumi, illustrazioni, incisioni, pareti in ceramica e mosaici facendo di quella sperimentazione messa a punto fin dai primi anni durante la rivoluzione in patria, la cifra continuativa del proprio lavoro. Segue una considerazione sulla grande difficoltà di resa a mosaico del suo lavoro altamente pittorico, sfumato, delicato e poco lineare: nel suo diario ne parla Romolo Papa che accetta la sfida della traduzione riuscendone vittorioso.

Sicuramente la preparazione di Lino Melano, fondatore come Papa del Gruppo mosaicisti, doveva presentarsi altrettanto adeguata: sarà infatti lui – assieme all’esperta mosaicista Heidi Hoegger (1929-2014), nipote del pittore svizzero simbolista Ferdinand Hodler e futura moglie di Lino, e in seguito all’allievo Michel Tharin – a tradurre i bozzetti del maestro. Il che significherà applicare la tecnica ravennate ma con modifiche da inventare – tessere a varie dimensioni, materiali variabili, inclinazioni diverse a mano – per corrispondere alle indicazioni musicali di Chagall. Il linguaggio musicale infatti è quello utilizzato da Chagall che per la traduzione musiva, oltre alla vernice rossa sui cartoni, spesso impiega note e corrispondenze armoniche secondo un principio che lo pone in forte prossimità con Kandinskij. I due si conoscevano e per quanto il linguaggio liricamente astratto del secondo sia lontano dagli esiti figurativi di Chagall, l’assonanza con la musica e la dimensione fortemente spirituale dell’arte – che Marc definisce “uno stato dell’anima” – avvicinano i due grandi interpreti del ‘900.

Permane nei mosaici – quasi sempre collocati in esterni – il mondo figurativo di Chagall, fitto di riferimenti all’infanzia, figure in volo, animali e eroi mitologici, personaggi biblici, persone e oggetti della cultura ebraica, il tutto radicato nell’infanzia e nell’esperienza dell’esilio. Possiamo immaginare come la perdita cristallizzi i ricordi e risulta chiaro il motivo per cui Chagall – in visita in Russia nel 1973 – non sia voluto tornare nel paese natale, Vitebsk, fonte primaria del suo mondo figurativo interiore ma distrutto durante l’ultima guerra. Non è solo al pozzo della memoria a cui l’artista attinge: dal 1915 Chagall aveva partecipato al progetto etnografico corale coordinato da Shlomo An-sky che chiama numerosi artisti e intellettuali per documentare e salvare il patrimonio della cultura ebraica in Russia. Molte delle immagini di Chagall derivano da questa esperienza che collassa immagini realistiche ad associazioni analogiche libere e a sovrapposizioni mnemoniche. A onore di cronaca occorre ricordare che l’artista non voleva si usassero i termini di simbolismo o di fantasia per il suo lavoro. Il suo procedimento di creazione partiva piuttosto da una compressione semantica e poetica di figure che si caricano di riferimenti multipli, dando piena legittimità a una ricerca che egli voleva innanzi tutto formale – ma libera e illogica – e indirizzata a un unico scopo: aprire le porte dell’invisibile, quello stato che per lui appartiene al mondo interiore ed è più reale di quanto materialmente ci circonda.

Orari e prezzi

Fino al 18 gennaio 2026 al Mar – Museo d’Arte della città di Ravenna (via di Roma 13). Orario: dal martedì al sabato 9-18; domenica e festivi 10-19, lunedì chiuso. 
Aperture festive dalle 10 alle 19: 8 e 26 dicembre 2025, 1e 6 gennaio 2026.
Apertura straordinaria dalle 9 alle 18: 5 gennaio 2026 
Chiusura festiva: 25 dicembre 2025 
Ingresso: intero 10 euro, ridotto 8, studenti Accademia e Università 6 euro, omaggio bambini fino ai 14 anni e tutte le categorie aventi diritto. Servizio di audioguida: gratuito scaricando l’app MIX Museum Interaction eXperience.

 

Una convenzione con la mostra di Ferrara
La Fondazione Ferrara Arte e il Mar di Ravenna hanno siglato una convenzione per promuovere in sinergia le mostre che rendono omaggio a Chagall. Al Palazzo dei Diamanti di Ferrara, fino all’8 febbraio 2026, “Chagall, testimone del suo tempo” racconta in maniera esemplare – attraverso 200 opere – come l’artista sia stato capace di trasformare l’esperienza personale in una profonda riflessione condivisa e di farsi cantore della bellezza e della gioia di vivere. Al Mar di Ravenna, fino al 18 gennaio 2026, è in scena “Marc Chagall in mosaico. Dal progetto all’opera”, di cui parliamo in queste pagine. Grazie alla convenzione, i visitatori potranno usufruire di agevolazioni reciproche: presentando il biglietto della mostra ravennate alla biglietteria di Palazzo dei Diamanti si avrà diritto all’ingresso ridotto a 14 euro. Viceversa, chi presenterà il biglietto della mostra ferrarese al Mar potrà accedere con biglietto ridotto speciale a 5 euro (anziché 8). Intanto, venerdì 14 novembre alle 17 al Mar verrà presentata la mostra ferrarese e il catalogo della stessa, con Vasilij Gusella, conservatore delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara.

Visite guidate e laboratori per famiglie al Mar
Proseguono le visite guidate al Mar alla mostra “Chagall in mosaico. Dal progetto all’opera”. Accompagnati da guide esperte, i visitatori potranno scoprire la figura di Chagall, il suo legame con Ravenna e le collaborazioni con i mosaicisti della città. Le visite sono disponibili per singoli visitatori, con appuntamenti ad aggregazione libera sabato 15 novembre e domenica 16 novembre alle ore 16:30 (Costo 14 euro compreso biglietto d’ingresso). Per le famiglie sabato 15 novembre alle ore 16 una visita animata con laboratorio creativo dedicata ai bambini dai 5 agli 11 anni. Tutte le visite guidate e le attività per famiglie richiedono la prenotazione obbligatoria: 0544 482477 o prenotazionimar@ravennantica.org.

A Palazzo San Giacomo tre domeniche di eventi e mercatini natalizi. Si parte il 7 dicembre con i Lego

Il 7, 14 e 21 dicembre Palazzo San Giacomo, la storica dimora che fu dei Conti Rasponi e che domina incontrastata la campagna di Russi a partire dalla seconda metà del Seicento, aprirà nuovamente le sue porte in pieno inverno per tre domeniche tematiche, trasformandosi in una piazza al coperto addobbata a festa dove divertirsi con giochi, spettacoli, laboratori a tema, mercatini, degustazioni e tante iniziative per grandi e piccoli.

Promosso dal Comune di Russi in collaborazione con Coldiretti Ravenna e Campagna Amica e col supporto della Camera di Commercio di Ravenna e Ferrara, il “Palazzo di Natale” animerà il piano terra del complesso architettonico da mattina a sera con tre domeniche.

La novità di questa terza edizione è la tematizzazione degli appuntamenti. Si parte il 7 dicembre con il Palazzo dei Lego, una domenica tutta dedicata alla magia dei mattoncini, grazie alla collaborazione con l’associazione RomagnaLug e Lego Monobrand Store di Ravenna. Un’intera giornata, dalle 10 alle 20 tra area gioco libera attrezzata, esposizione di collezioni uniche e pezzi rari, set e diorami natalizi, laboratori a tema e area vendita.

Come sempre il Palazzo sarà aperto per consumare una colazione contadina, sfogliare i giornali, ma anche trovare originali idee regalo, comporre ceste e cassette dono con le eccellenze delle aziende agricole locali, degustare un aperitivo, visitare il Palazzo insieme a una guida e non mancheranno laboratori e spettacoli.

Domenica 14 dicembre sarà San Giacomo Vintage Festival – Christmas Edition, una giornata con uno sguardo retrò sulla contemporaneità, dalla moda all’oggettistica, ma anche arte e musica, promossa grazie alla collaborazione con Vintage Per un Giorno che curerà il vintage market allestito dentro al Palazzo. Da non perdere la mostra interattiva “Beat&Play dedicata a retro-games e strumenti musicali, ma anche i laboratori a tema e l’aperitivo danzante con il dj-set di Mambo dj.

Domenica 21 dicembre spazio al Natale contadino con le eccellenze agroalimentari del territorio e il mercato del #cibogiusto, ma anche market artigiano, l’arrivo di Babbo Natale, i giochi contadini e del riciclo, le note della Scuola di musica Contarini, il Presepe Vivente “Gli occhi dei bambini” a cura dell’Asilo Giardino Farini di Russi e per finire una grande asta agricola di beneficenza.

Durante le tre giornate sarà sempre attivo il punto food “CiboGiusto” a cura dell’azienda agricola e bottega Pattuelli di Russi.

L’ingresso al Palazzo di Natale e le attività sono gratuite (per i laboratori prenotazione consigliata al 347 8638450, anche WhatsApp).

Visita guidata del palazzo costo 10 euro a persona, gratuito fino ai 10 anni. Per prenotazioni, compilare contattare la guida turistica Monica Buldrini al 345 1722921 (anche WhatsApp). Per il turno di visita mattutino, possibilità di aggiungere al pacchetto la visita guidata alla mostra di Mattia Moreni, “Dagli esordi ai cartelli”, presso l’ex Convento di S. Francesco di Bagnacavallo.

Ravenna, dietro le quinte lavora anche un “referee manager”: «Preparo la squadra all’arbitro. Non deve mai essere un alibi»

Che con la gestione Cipriani il Ravenna abbia cambiato marcia è sotto gli occhi di tutti: divise Nike, pullman personalizzato, vip in tribuna, restyling dello stadio, attenzione al marketing. Ma che mister Marchionni sia dotato di uno staff di livello superiore è noto quasi solamente ai calciatori che navigano stabilmente nelle zone alte della classifica. Tra le figure che stanno contribuendo a questo salto di qualità c’è infatti una sorta di lusso per la Serie C: il referee manager, ruolo ricoperto da Nico La Posta, entrato in organico proprio in questa stagione dopo due anni passati al Rimini.

La sua figura rappresenta l’evoluzione naturale del vecchio addetto agli arbitri. «Siamo passati dal portare un caffè alla terna a preparare squadra e società a tutto ciò che riguarda il mondo arbitrale, che oggi è a tutti gli effetti la terza squadra in campo», spiega La Posta. Studiare gli avversari non basta più: occorre conoscere gli arbitri, le loro caratteristiche, i loro metodi decisionali, il regolamento e il modo in cui viene applicato.

Il lavoro di La Posta parte durante la settimana: analizza l’arbitro designato, prepara l’allenatore e i giocatori sulle sue peculiarità e interviene quando necessario con lezioni mirate sul regolamento. L’obiettivo è apparentemente semplice: ridurre proteste, nervosismi e perdite di lucidità. «Se un giocatore sa che quel fallo è corretto da regolamento, non spreca energie a lamentarsi. È una forma di prevenzione da dover comprendere anche sotto pressione: meno ammonizioni inutili, meno squalifiche, meno comportamenti evitabili».

Ma la stagione 2025/26 ha introdotto un ulteriore livello di complessità per gli addetti ai lavori: l’Fvs, la revisione tramite “card”, una sorta di tecnologia “light” rispetto al Var che mette a disposizione ad ogni squadra un massimo di due chiamate a partita. Anche su questo interviene La Posta, sia durante la settimana che in partita. «Sono sempre in panchina accanto a Marchionni, in casa e in trasferta. Il mister è l’unico che può chiamare la revisione, ma io lo consiglio: quando ha senso, quando è inutile, quando rischieremmo solo di sprecare una chance». L’esempio più recente è il rigore subito dal Ravenna contro il Gubbio, causato da Anacoura: «Il fallo era netto. Chiamare la revisione sarebbe stato inutile: l’arbitro avrebbe confermato la decisione e avremmo perso una card senza motivo».

Il referee manager non si limita però alla preparazione pre-partita. Analizza ogni episodio a gara conclusa e lo trasforma in materiale utile per la crescita del gruppo: «Vado a rivedere falli, ammonizioni, comportamenti. Cerco ciò che si può migliorare. Non parlo mai di colpe, ma di margini di crescita, sia per il giocatore che per il direttore di gara». È un lavoro che paga soprattutto nel lungo periodo: in entrambe le stagioni in cui La Posta ha lavorato al Rimini, la squadra biancorossa è stata la meno ammonita del girone. Tendenza positiva confermata anche dal Ravenna, che fino a questo momento ha collezionato 41 ammonizioni (2,5 di media a partita) e nessuna espulsione. «Le statistiche non mentono: non voglio che si eliminino i falli, ma cerco di ripulire quelli inutili, le proteste, le reazioni istintive. È lì che si fa la differenza».

Il suo sguardo sul mondo arbitrale è privilegiato: ex arbitro fino alla Serie D, poi osservatore Aia, La Posta conosce da dentro dinamiche e psicologie. Da qui nasce anche il suo libro, Come comunicare con l’arbitro e farselo amico. «Arbitri e giocatori sono come due binari paralleli: non si incontrano mai, ma senza entrambi il treno non va avanti. La mia filosofia è unire questi mondi».

E l’Italia, da questo punto di vista, paga ancora un enorme ritardo culturale. «Negli anni in cui ho arbitrato in Inghilterra mi invitavano al terzo tempo con le squadre. In Italia è impossibile. Da noi l’arbitro è ancora un alibi». Secondo La Posta è una scorciatoia per evitare di assumersi responsabilità: «Alle società dico sempre: io vi dirò la verità sulla prestazione arbitrale. Se ci sono errori, bene, analizziamoli. Ma non deve diventare una scusa: altrimenti non si cresce».

Lo stesso approccio è stato adottato anche in episodi delicati, come il gol annullato al Ravenna a Livorno per un fallo di Scaringi a inizio azione. «Ho chiesto chiarimenti all’arbitro durante l’intervallo e ho parlato con la Lega al termine della partita – spiega il referee manager -. Per protocollo tutto ciò che è accaduto è corretto. Siamo stati sfortunati perché da quella punizione è nato il loro gol. Ma la domanda è: come gestiremo meglio un episodio simile la prossima volta? Questo è costruttivo. Non dire “l’arbitro non capisce nulla”».

Intanto, sempre più società stanno comprendendo l’importanza della figura del referee manager: in Serie A realtà come Inter, Juventus, Lazio, Parma ne sono dotate, mentre in Serie C, nonostante il budget inferiore, si sta diffondendo rapidamente complice l’introduzione dell’Fvs. «Per ricoprire questo ruolo non basta essere stati arbitri – commenta La Posta -. Serve empatia, comunicazione, capacità di integrarsi in un gruppo. È un lavoro dietro le quinte. Le squadre che faranno lo switch mentale di vedere l’arbitro come una variabile da conoscere e non come un alibi saranno quelle che andranno più lontano».

Conselice, arrestato 39enne con due chili di hashish e 300 grammi di cocaina

Nella notte tra venerdì e sabato i carabinieri di Conselice, con il supporto del Nucleo Operativo e Radiomobile di Lugo, hanno arrestato un uomo straniero di 39 anni già noto alle forze dell’ordine. L’operazione ha preso avvio nella tarda serata di venerdì, quando le pattuglie erano impegnate in una serie di verifiche nelle vie centrali di Conselice, considerate aree di possibili attività legate allo spaccio di stupefacenti e reati contro il patrimonio. Durante la perlustrazione, i militari hanno notato un’auto con a bordo due uomini già conosciuti per precedenti di polizia. Il veicolo è stato fermato per un controllo, ma il comportamento particolarmente nervoso dei due ha insospettito gli operatori, inducendoli a ispezionare anche l’abitacolo. Proprio in quel momento il conducente si è dato alla fuga a piedi, riuscendo a far perdere le proprie tracce. Il passeggero, invece, è stato immediatamente bloccato.

All’interno dell’auto i carabinieri hanno trovato circa due chilogrammi di hashish e oltre 300 grammi di cocaina, materiale che sarebbe stato destinato allo spaccio. Sequestrati anche il veicolo e 600 euro in contanti trovati addosso all’arrestato. Il 39enne è stato condotto in caserma e successivamente alla casa circondariale di Ravenna. Sono invece in corso accertamenti per individuare il conducente fuggito e per ricostruire l’intera filiera dello spaccio.

Piazza Einaudi, arriva il bus “manifesto”: momenti di confronto per dire “no” alla violenza sulle donne

Dopo l’iniziativa della gratuità dei trasporti del 25 novembre nell’ambito della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, Start Romagna prosegue il proprio percorso di sensibilizzazione insieme ai Soroptimist Club con un programma di eventi che vedrà nelle piazze un vero e proprio bus “manifesto”. Mercoledì 3 dicembre dalle 10 alle 14 in piazza Einaudi a Ravenna, il bus Start diverrà spazio aperto di incontro, dialogo e informazione. Il veicolo porterà con sè un messaggio di attenzione e un richiamo alla necessità di un impegno costante nel contrasto alla violenza sulle donne, mostrando i contenuti delle campagne di sensibilizzazione dei Soroptimist Club e dell’azienda di trasporto pubblico locale.

A bordo del bus si terranno momenti di confronto dedicati alle campagne “Non lasciamo spazio alla violenza” di Start Romagna e “Orange the World – Read the Signs” promossa da Soroptimist International, con interventi di rappresentanti istituzionali, autorità locali e studenti delle scuole del territorio. L’iniziativa sarà inoltre l’occasione per presentare il sedile rosso, ora installato in modo permanente sui bus di Start Romagna come segno di consapevolezza e di presa di posizione pubblica per il contrasto alla violenza sulle donne.

Nuovo calendario di visite guidate al Teatro Alighieri

Dal 13 dicembre al 28 marzo prende vita il nuovo calendario di visite guidate del Teatro Alighieri di Ravenna. Offre a tutti un’ora alla scoperta di uno dei più eleganti teatri storici d’Italia, inaugurato il 15 maggio 1852.

Si ripercorrerà quindi la storia delle origini ai giorni nostri e si sveleranno segreti e aneddoti mentre si esplorano platea, palchi reali, sala del foyer, Sala Corelli, Sala del Camino e, quando possibile, il palcoscenico. Questi spazi hanno ospitato nella storia personalità e artisti da tutto il mondo, da Gabriele D’Annunzio e Eleonora Duse, spettatori di Tristano e Isotta a Maria Callas interprete de La forza del destino nel 1954. Il teatro progettato dei fratelli Tomaso e Giovan Batista Meduna si è trasformato, nel corso di quasi due secoli, in protagonista d’eccellenza della programmazione culturale della città, attraverso intense stagioni concertistiche, liriche, di balletto e prosa tra autunno e primavera, diventando in estate sede di alcuni dei principali eventi di Ravenna Festival. Oggi il Teatro Alighieri è anche il teatro più green d’Italia: un modello che combina storia e sostenibilità, grazie all’intervento di efficientamento energetico che ha visto la realizzazione di un impianto fotovoltaico sul tetto e la sostituzione delle luci interne e di scena.

Le visite, disponibili in lingua italiana e inglese e condotte dal personale del Teatro, possono essere prenotate online su www.teatroalighieri.org  (6 Euro per gli adulti, 3 Euro dai 6 ai 14 anni e omaggio fino a 5 anni). Il calendario e il percorso di visita possono subire variazioni dipendenti dalle attività del teatro.

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