martedì
08 Luglio 2025

Pallavolo A2, il campionato della Consar comincia in casa con la neopromossa Fano

Squadre in campo alle 18 del 6 ottobre al Pala De Andrè. Coach Valentini: «Uno dei nostri obiettivi deve essere quello di portare sempre più gente al palazzetto»

RAVENNA 18/09/2024. VOLLEY PALLAVOLO. Amichevole Consar Porto Robur Costa Ravenna Fano
Il campionato di pallavolo 2024-25 di A2 della Consar Ravenna – allenata da Antonio Valentini, tornato a Ravenna dopo tre stagioni – parte dal match casalingo al Pala de Andrè contro la matricola Virtus Volley Fano il 6 ottobre alle 18. 

Il capitano Goi e compagni si affacciano a questa sfida dopo un precampionato scandito da cinque test amichevoli in crescendo, con tre sconfitte e due vittorie, una delle quali proprio contro i marchigiani.

La Smartsystem Essence Hotels porterà in campo il suo entusiasmo per avere riconquistato la A2 dopo 23 anni di assenza, la Consar getterà sul terreno del Pala de Andrè la voglia di iniziare con un successo e di ravvivare subito quel grande entusiasmo del pubblico emerso soprattutto nella parte finale della scorsa stagione e nella appassionante serie di playoff.

RAVENNA 5/06/2024. CONSAR PORTO ROBUR COSTA RAVENNA VOLLEY. Presentazione Di Antonio Valentini Nuovo AllenatoreCoach Valentini ha fatto leva anche sulla storia: «In settimana ho voluto ricordare ai giocatori cosa significa questo impianto, la storia di questo palazzetto, come e da chi è stato costruito, chi ci ha giocato. E ho anche ricordato ai ragazzi che uno dei nostri obiettivi deve essere quello di portare sempre più gente al palazzetto, perché giocare qui con tanto pubblico non è facile per nessun avversario».

La partita Ravenna-Fano è anche e soprattutto una sfida tra ex. In casa marchigiana ci sono Manuel Coscione, pochi mesi in maglia giallorossa nel 2022/23, e Stefano Mengozzi, che a Ravenna è nato e cresciuto e con Ravenna ha disputato 11 stagioni complessive. Nelle fila della Consar, prima gara da ex per Alessio Tallone, che nella Virtus Fano è cresciuto e ha esordito in A3. «La squadra è completamente nuova rispetto ai tempi in cui giocavo io là ormai tanti anni fa – sottolinea il neo schiacciatore della Consar –. Ci troveremo di fronte una compagine esperta con molti giocatori che hanno già disputato la A2 ma anche con alcuni giovani promettenti».

Anche per questa stagione si potrà assistere alle partite della A2 attraverso Volleyball World Tv, unica piattaforma che offre la possibilità di seguire tutte le partite di ogni giornata del campionato. E si rinnova la collaborazione con TeleRomagna che trasmetterà in differita alle 15 le partite di campionato della Consar sul suo canale sportivo Tr78, ogni martedì successivo al match della domenica.

Sparatoria davanti a un night club con un’arma rubata: un ferito e un arrestato

Lite fra due uomini poi spunta la pistola calibro 9×21: tre-quattro colpi sparati e la vittima riesce a disarmare l’aggressore che scappa a piedi. Rintracciato a casa dalla polizia

 DSC0145Sparatoria in strada all’alba di oggi, 5 ottobre, nei pressi di un night club in via Emilia a Castel Bolognese. Sono stati esplosi tre-quattro colpi con una pistola semiautomatica calibro 9×21 rubata. Un uomo è rimasto ferito di striscio e un altro è stato arrestato dalla squadra mobile della polizia poche ore dopo nella sua abitazione nel Faentino. In carcere si trova un 49enne straniero, non in regola con le norme di soggiorno, e deve rispondere di tentato omicidio, porto abusivo di arma e ricettazione.

È stato l’uomo ferito a fornire i primi elementi utili a ricostruire l’accaduto. Secondo la sua versione, si trovava all’uscita del locale quando è arrivato il secondo uomo con cui è nato un litigio per ragioni ancora da accertare. Il secondo uomo ha estratto la pistola e ha fatto fuoco in direzione del primo e poi è fuggito a piedi dopo che l’altro è riuscito a disarmarlo. Le indagini svolte dalla squadra mobile con il commissariato locale, i rilievi tecnici eseguiti dalla polizia scientifica e l’acquisizione delle immagini delle telecamere di sorveglianza, permettevano di individuare il presunto responsabile.

Italia under 19 in amichevole a Ravenna: anche il gioiellino Camarda tra i convocati

Il 10 ottobre al Benelli contro il Galles ci sarà anche l’attaccante 2008 che ha già esordito in A con il Milan. Il raduno degli azzurrini a Milano Marittima il 6 ottobre

Francesco CamardaIl commissario tecnico dell’Italia under 19, Alberto Bollini, ha comunicato le convocazioni per la doppia amichevole contro il Galles che vedrà gli azzurrini giovedì 10 ottobre (ore 15, diretta Vivo Azzurro TV) allo stadio “Bruno Benelli” di Ravenna. Il bis domenica 13 ottobre (ore 14) al “Valentino Mazzola” di Santarcangelo di Romagna.

I 22 calciatori convocati sono tutti classe 2006 a eccezione di tre 2007 (Mattia Liberali, Emanuele Sala e Mattia Mosconi) e due 2008 (Francesco Camarda e Andrea Natali). Il raduno è in programma per domani, 6 ottobre, a Milano Marittima.

L’elenco dei convocati

Portieri: Renato Bellucci Marin (Roma), Tommaso Martinelli (Fiorentina);
Difensori: Niccolò Fortini (Juve Stabia), Giovanni Leoni (Parma), Vittorio Magni (Milan), Andrea Natali (Bayer Leverkusen), Filippo Pagnucco (Juventus), Matteo Giuseppe Plaia (Perugia), Filippo Reale (Roma), Lorenzo Tosto (Empoli);
Centrocampisti: Andrea Bonanomi (Atalanta), Federico Cassa (Atalanta), Mattia Liberali (Milan), Leonardo Mendicino (Cesena), Lorenzo Riccio (Atalanta), Emanuele Sala (Milan);
Attaccanti: Francesco Camarda (Milan), Jeff Ekhator Osayuki (Genoa), Giacomo De Pieri (Inter), Seydou Fini (Excelsior Rotterdam), Mattia Mosconi (Inter), Diego Sia (Milan).

I Geologi: «Basta polemiche, siamo in emergenza: vanno sbloccati i piani speciali»

Le parole del presidente dell’Ordine professionale della regione Emilia-Romagna dopo un sopralluogo a Traversara di Bagnacavallo

La zona rossa di Traversara raggiunta dall'acqua anche il 4 ottobreL’Ordine professionale dei geologi dell’Emilia-Romagna lancia un appello per sbloccare i Piani Speciali di ricostruzione e iniziare la vera ristrutturazione della Romagna con opere che riducano il rischio alluvione. «Ma soprattutto – afferma Paride Antolini, presidente dell’Ordine regionale che ieri, 4 ottobre, ha visitato i luoghi colpiti dall’alluvione a Traversara – è ora di smetterla con le polemiche e remare insieme per uscire dalla tempesta. Il momento è di assoluta emergenza».

Antolini si mantiene sulla metafora della nave: «Quando si deve affrontare una tempesta, tutti remano nella stessa direzione, tutti concorrono ad azioni che possano mettere in salvo la nave. Purtroppo, qui sta succedendo il contrario, mi riferisco alle polemiche conseguenti ai fatti di Traversara, dove la tracimazione di settembre provocò il collasso dell’argine, le case distrutte, un paese in ginocchio, i singoli giudizi di quanto accaduto a secondo della propria convinzione. L’impegnativa ricostruzione dell’argine è avvenuta in coincidenza di un evento di piena che ha causato una trafilatura con la conseguente fuoriuscita di acqua da un argine appena abbozzato, ed ecco di nuovo le polemiche».

Da tecnico, Antolini dice di avere ban chiaro quanto sia difficile l’operazione di ricostruzione di un argine con la piena incombente: «La ricostruzione della nostra Romagna non è facile, arriva l’autunno, arrivano le piogge e i cantieri, quando si lavora nel movimento terra, vanno in difficoltà, che siano argini che siano frane».

Cos’è il Piano speciale da 4,5 miliardi per la ricostruzione post alluvione

Il Piano speciale per la ricostruzione in Emilia-Romagna è un documento previsto dal governo dopo l’alluvione del 2023: redatto dalla Regione, manca l’approvazione del commissario Figliuolo. Vale 4,5 miliardi di euro, dai ponti alle casse di espansione

La riparazione dell'argine del Lamone a Traversara dopo l'infiltrazione del 4 ottobreLa ricostruzione in Romagna dopo le alluvioni di maggio 2023 doveva passare – in base al percorso definito da norme e autorità – dalla stesura di un documento chiamato Piano speciale con le strategie di intervento e gli indirizzi di pianificazione. Uno strumento considerato necessario dal decreto del governo per fronteggiare l’emergenza poi convertito nella legge 100/2023. Ma il 19 settembre scorso in provincia di Ravenna è arrivata la terza alluvione, a sedici mesi dalla seconda, e il documento è arrivato solo all’approvazione della versione preliminare di maggio 2024.

Uno specifico gruppo di lavoro coordinato dall’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, in collaborazione con la Regione, lo scorso luglio ha elaborato una versione definitiva che comprende anche l’elenco delle opere e degli interventi strutturali e non strutturali e sarà da riferimento per la predisposizione di cinque piani tematici speciali.

L’approvazione spetta alla struttura del commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo. Secondo quanto riportato dal quotidiano online Il Post nelle prime ore successive alle inondazioni, i documenti sono fermi al ministero dell’Ambiente. Il ministro Nello Musumeci (Protezione civile) ha giustificato i ritardi al ministero dell’Ambiente (quindi non il suo, ma quello retto da Gilberto Pichetto Fratin) definendo «molto laborioso» l’esame da fare sul piano prima di approvarlo. Non sono però state fornite più informazioni né stime precise su quando potrà essere pronto.

L’incontro del 24 settembre tra Figliuolo e la presidente della Regione, Irene Priolo, sembra possa aver definito un’accelerazione. La Regione in pochi giorni invierà alla struttura commissariale l’elenco delle prime opere straordinarie dei Piani speciali da anticipare rispetto ai tempi previsti: alcune di ambito idraulico e altre relative a ponti che ormai rappresentano situazioni insostenibili rispetto al deflusso regolare delle acque. Il commissario  ha garantito che, ricevuti i pareri necessari, darà il via libera al documento, che dovrà poi essere finanziato dal governo.

La falla nell'argine sinistro del Lamone a Traversara la mattina del 4 ottobrePost alluvione: il Piano speciale per l’Emilia-Romagna vale 4,5 miliardi

Si tratta di un piano di ampio respiro, con tempi di messa in pratica anche superiori a dodici anni e che riguarderà la realizzazione sia di opere urgenti sia di opere da terminare nel medio e lungo periodo. Il piano stima la necessità di  4,5 miliardi di euro per la realizzazione di opere idrauliche e non solo. La Regione – secondo le parole pronunciate a luglio dalla presidente Irene Priolo – conta già sui 2,5 miliardi nella disponibilità della struttura commissariale e sui 375 milioni del fondo di solidarietà europeo, ma mancano ancora 1,2 miliardi.

Cosa prevede il Piano speciale dell’Emilia-Romagna per la ricostruzione dopo l’alluvione

Il piano speciale prevede, in primo luogo, una serie di opere idrauliche volte al miglioramento del deflusso e alla gestione delle piene. Ma anche interventi sul reticolo minore dei canali di competenza dei Consorzi di Bonifica. Non meno importanti sono le opere legate alle infrastrutture ambientali e ai sistemi di raccolta di acque meteoriche, un lavoro da fare sui centri abitati. Si punterà al miglioramento del deflusso dei corsi d’acqua, al potenziamento della laminazione, alla gestione delle piene superiori alla portata limite di progetto nonché al recupero morfologico nei tratti di fondovalle collinare montano.

La zona rossa di Traversara raggiunta dall'acqua anche il 4 ottobreCasse di espansione per allagamenti controllati

Il Piano chiede di porre particolare attenzione alla realizzazione e al completamento delle casse di espansione: sono confermate le opere già previste, il piano aggiornato dirà se queste sono sufficienti. Poi l’abbassamento dei piani golenali nei tratti arginali maggiormente pensili e la tracimazione controllata al di fuori delle arginature principali.

Gestire flora e fauna negli alvei dei corsi d’acqua

Tra gli indirizzi individuati anche quelli per la gestione della vegetazione ripariale mediante programmi di gestione a scala di asta fluviale in grado di definire le tipologie e la distribuzione spazio-temporale degli interventi necessari a mitigare il rischio idraulico e geomorfologico, tutelando laddove possibile il valore naturalistico e paesaggistico. E poi gli indirizzi per la gestione degli animali fossori con il censimento delle specie, la definizione di densità obiettivo e della crono programmazione degli interventi e l’avvio del monitoraggio e delle azioni di controllo.

Traversara si allaga ancora: in alcuni punti dove i lavori di ripristino dell'impermeabilizzazione erano in via di completamento si è determinata una infiltrazione dell'acqua tra i massi che è risalita fino alla testa delle palancole trafilando in esterno (foto Robert Gavrelescu)Ponti e strade

Un altro degli aspetti chiave affrontati dal Piano è quello degli indirizzi per ponti e manufatti di attraversamento dei corsi d’acqua esistenti e di progetto con annessa valutazione di compatibilità idraulica, adeguamento o miglioramento delle infrastrutture, e manutenzione dell’opera e dell’alveo. In generale, gli interventi relativi alle infrastrutture viarie concorrono, oltre che al rispristino della funzionalità dei collegamenti, anche alla risoluzione di problematiche di natura idrogeologica. Nei territori collinari-montani gli interventi stradali possono essere strettamente correlati al ripristino dei versanti, e quello dei manufatti di attraversamento di corsi d’acqua può essere connesso alla riduzione del rischio idraulico.

Frane

Il piano prevede di definire le principali misure di intervento. Quelle non strutturali, come le attività di previsione, sorveglianza e monitoraggio; la regolamentazione dell’uso del suolo nelle aree interessate da fenomeni di dissesto di versante in atto o potenziale; il mantenimento delle condizioni di assetto del territorio e dei sistemi idrografici nel territorio collinare montano. Ma anche misure strutturali, come la gestione del deflusso delle acque meteorica; la stabilizzazione dei versanti; il mantenimento o il ripristino delle condizioni di equilibrio geomorfologico del reticolo idrografico e delle sue fasce fluviali, ma anche la valorizzazione del paesaggio.

Depurazione

Il Piano speciale per le infrastrutture ambientali pone particolare attenzione agli impianti di depurazione e di collettamento fognario. Comporta un miglioramento, nell’ambito del servizio idrico integrato, del sistema di drenaggio urbano per il deflusso delle acque meteoriche, alleggerendo le reti urbane. Inoltre, sono state individuate soluzioni il più possibile tese al superamento delle interferenze tra canali di bonifica o reticolo idrografico superficiale e le reti fognarie esistenti sul territorio regionale, attraverso un coordinamento con i gestori del servizio idrico e le autorità idrauliche competenti. Questo, individuando interventi per mitigare gli apporti dei flussi delle acque piovane garantendo al contempo l’immissione nei canali di scolo.

Cofari chiede il concordato: la vendita della sede per recuperare le risorse

La storica Cooperativa facchini riuniti di Ravenna è in stato di crisi da 13 anni

CofariLa ditta Cofari di Ravenna ha presentato la richiesta di concordato al giudice delegato del tribunale che potrebbe stabilire se ammetterla o meno in circa sei mesi. La notizia è riportata dal quotidiano il Resto del Carlino nell’edizione odierna, 5 ottobre, con un articolo di Carlo Raggi.

Come noto, solo pochi mesi fa è emersa la difficoltà economica in cui versa da anni la storica Cooperativa facchini riuniti: da tredici anni l’azienda è in stato di crisi che comporta la decurtazione di tredicesime e quattordicesime fino al 30 percento e la rinuncia alla retribuzione di sei ore di lavoro ogni mese. C’è chi, con una lunga carriera in azienda, ha calcolato un mancato introito complessivo di 20-30mila euro.

Se la richiesta di concordato sarà accolta, per la storica coop di facchinaggio si aprirà un nuovo capitolo con l’obiettivo di completare il ristoro dei creditori e, se possibile, garantire la continuità aziendale.

Secondo quanto riporta il Carlino, la proposta concordataria si regge soprattutto sul valore di mercato dei beni immobili di proprietà di Cofari: l’edificio nella zona artigianale Bassette dove la società ha sede e il capannone adibito a officina.

La piscina di Lugo riapre il 7 ottobre dopo il ripristino dei danni per l’alluvione

Serviranno anche interventi più complessi che verranno pianificati nei prossimi mesi

Estate Piscina LugoLa piscina comunale di Lugo riapre dal 7 ottobre 2024 dopo aver ripristinato i danni causati dall’alluvione del 19 settembre. Il gestore Sport Ravenna ha ultimato le pulizie dei locali alluvionati e i primi ed essenziali ripristini degli impianti che ne consentono la ripartenza. Saranno ora pianificati i lavori più complessi e meno urgenti, che saranno completati nei prossimi mesi, così come la conta complessiva dei danni.

Il calendario non ha subito variazioni e manterrà la chiusura dal 22 dicembre al 12 gennaio  compresi per le festività natalizie: il ponte consentirà inoltre di effettuare alcune operazioni di montaggio pompe, che possono essere effettuate solo a impianto fermo.

Maggiori informazioni sono disponibili scrivendo a piscinalugo@gmail.com o contattando lo 0545-24282 (anche Whatsapp).

Tra cibo e storia, alla riscoperta del borgo San Rocco

Tour guidati e punti ristoro con gli chef di Ravenna Food. Piazza Magnani senz’auto

Cibovagando Mulner '23

Torna per il secondo anno “Cibovagando diPortainPorta”, l’appuntamento organizzato da Trail Romagna e Cheftochef emiliaromagnacuochi nell’ambito del progetto “Per un Borgo San Rocco” tra antiche osterie, storiche attività commerciali, vicoli e orticelli.

Il 5 ottobre, piazza Anna Magnani si libererà delle auto per tornare a essere aperta a tutti, per una festa del borgo alla riscoperta di luoghi iconici e misteriosi e l’assaggio di piatti gourmet preparati con ingredienti della tradizione, di stagione e a km0. Il tutto accompagnato da musica, spettacoli, approfondimenti e tour guidati.

In programma tre diversi percorsi tematici di circa due ore ciascuno, che si concluderanno con 5 tappe gastronomiche in altrettanti punti ristoro. Il primo partirà alle 16.30 e, grazie alla guida della studiosa Paola Novara, si concentrerà sulla Ravenna Medievale vista dalle storiche mura. Il secondo tour, con partenza alle 17 andrà alla scoperta dei luoghi misteriosi del Borgo insieme all’archeologa Giovanna Montevecchi. Infine alle 17.30 si visiteranno le Porte di Ravenna, tra cui quelle del Borgo (Sisi, Mamante e Portonaccio) con la guida turistica Mauro Marino.

Anche quest’anno le tappe gastronomiche saranno curate dai soci di CheftoChef emiliaromagnacuochi – RavennaFood:  gli chef Omar Casali, Daniele Baruzzi, Matteo Salbaroli, Mattia Borroni, Marco Luongo e Gaetano Latino presenteranno un menù speciale dedicato alla fine del fermo pesca estivo che riporta in cucina i grandi pesci dell’Alto Adriatico.

Tra gli eventi collaterali il concorso di pittura di Scuola di cucina Saperi e Sapori, i laboratori di pasta fresca per bambini a cura di Laboratorio81, il momento di musica live a cura degli studenti del Mama’s Club, la proiezione di film storici di Tivuemme Ravenna, organizzata in serata all’interno del cinema Jolly, e la tavola rotonda dal titolo “Il pesce dell’alto Adriatico al termine del periodo di fermo pesca”.

Inoltre, le osterie e le botteghe (Farcia piadineria, Cantina Spinetta, San Rocco Caffè, Tirolo Gourmet, La Schiccia Mercato Coperto, Venerdì13, Enoteca Bastione) saranno aperte con diverse proposte gastronomiche, prodotti artigianali, vino e birra.

È richiesta invece la prenotazione sul sito www.trailromagna.eu per i tour guidati.

Esplosione metanodotto nel Vicentino: «Sempre più rischi per la sicurezza»

Il coordinamento ravennate “Per il Clima – Fuori dal Fossile”: «Pensiamo alla Linea Adriatica, con tubi di un metro e venti…»

Gallio Vicenza Esplosione
La casa incendiata a Gallio

Nei giorni scorsi una persona (l’ex medico del paese Luigi Rossato) è morta a Gallio, nell’altopiano di Asiago, per l’esplosione di un metanodotto a causa di una fuga di gas provocata da un escavatore impegnato nella posa di alcuni cavi nel sottosuolo. L’esplosione ha poi causato il crollo di un’intera abitazione.

Il coordinamento ravennate “Per il Clima – Fuori dal Fossile”, nel porgere le condoglianze alla famiglia, in una nota inviata alla stampa lancia quindi un nuovo allarme per «il soffocante reticolo di strutture deputate a perpetuare il mortifero sistema delle fonti fossili», che «comporterà sempre più rischi per l’incolumità e la salute delle persone, oltre che un legame sempre più stretto con la dipendenza dal profitto dei colossi dell’estrattivismo, anziché la costruzione dell’alternativa ecologica, fondata sul risparmio, l’efficientamento, il convinto e celere passaggio alle rinnovabili, il rispetto dei territori, del suolo e delle popolazioni».

«Si tenga conto che il gasdotto esploso è una conduttura di diametro di forse dieci centimetri, al servizio di una frazione abitata – continua la nota -. Ben altre dimensioni incontriamo se esaminiamo altre infrastrutture deputate al trasporto del metano: il gasdotto al servizio del rigassificatore che arriverà a Ravenna fra pochi mesi consiste in un tubo del diametro quattro o cinque volte superiore, che circonderà Ravenna per quaranta chilometri, passando anche in prossimità di abitazioni e in zone di pregio come i reperti archeologici di Classe. E ancor più, pensiamo al gasdotto della Linea Adriatica attualmente in costruzione, proveniente da sud (attualmente l’opera è ferma in Abruzzo) e che attraverserà diverse regioni, fra cui la Romagna e l’Emilia, percorrendo alcune decine di chilometri in territorio ravennate, un tubo di un metro e venti di diametro, che necessita di profonde escavazioni e di un “corridoio” di servitù della larghezza media di quaranta metri. Un’opera la cui utilità è quanto meno dubbia, dal momento che il consumo di gas da anni sta continuamente calando, e che comporta spese ingenti e un costo ambientale enorme (si pensi alla necessità di abbattere milioni di alberi, e danneggiare un’infinità di aree agricole, per fare posto al tracciato). Mentre i rischi di incidenti gravi (con buona pace di Snam che parla tranquillamente di opera  altamente sicura) sono ampiamente dimostrati da importanti eventi occorsi negli anni in varie strutture similari, in Russia, in Austria, in Iran e in altri luoghi ancora, comprese regioni del nostro Paese anche di recente».

«Mentre i cantieri della Linea Adriatica, senza rispettare la sentenza del Consiglio di Stato che indicava la necessità di ripetere le procedure di valutazione di impatto ambientale, continuano a sventrare le nostre campagne – continua la nota del coordinamento -, le istituzioni locali hanno fatto ben poco per rendere edotta la popolazione del reale impatto di quest’opera, e chi, come la Campagna “Per il Clima–Fuori dal Fossile”, ha cercato e sta cercando di svolgere un’opera di contrasto e di informazione si è scontrato contro un vero e proprio muro di gomma. Lo scorso sabato 28 settembre il nostro Coordinamento aveva in programma di tenere una manifestazione di protesta su uno dei cantieri della Linea Adriatica, quello che attraversa la Statale San Vitale nei pressi di Russi. Questa iniziativa non è stata autorizzata, adducendo opinabili motivi di sicurezza stradale. Per non innalzare inutilmente la tensione abbiamo responsabilmente deciso di annullare l’appuntamento, ma tutto si inserisce nel quadro di torsione autoritaria e repressiva in atto contro l’espressione del dissenso in generale, in linea con il Disegno di Legge 1660 (cosiddetto Decreto Sicurezza) e – guarda caso – soprattutto di chi si muove nell’ambito della giustizia climatica, forse perché i colossi dell’estrattivismo e i loro profitti sono i veri “padroni del vapore” della vita civile».

«Le istituzioni e le forze politiche locali farebbero solo bella figura (anche in vista di prossime tornate elettorali) se mostrassero la disponibilità a iniziare un ripensamento delle scelte fin qui compiute, e contemporaneamente avviare un ragionamento sulla necessità di una profonda trasformazione del mercato energetico, che trasferisca l’energia dall’ambito del profitto a quello dei beni comuni. È necessario un altro modello di produzione, distribuzione e gestione, decentralizzato, efficiente, basato soprattutto su impianti di energia rinnovabile di piccola scala, che avvicini la produzione al consumo, riducendo la necessità di grandi linee di trasmissione, e che preveda l’effettiva partecipazione delle comunità locali nei processi decisionali di pianificazione, senza danneggiare la salute delle persone  e l’ambiente».

Ci sono nuovi contributi di Autonoma Sistemazione per l’alluvione del 19 settembre

Nel comune di Ravenna possono essere richiesti per un solo giorno: 13 euro per chi abitava da solo

Polizia Locale Alluvione
Sopralluoghi della polizia locale di Ravenna

I cittadini che hanno dovuto abbandonare le proprie case e che hanno trovato un alloggio alternativo (ad esempio presso parenti o amici oppure in roulotte e camper) durante gli eventi meteorologici dello scorso mese di settembre possono presentare domanda di contributo al Comune di residenza entro il 31 ottobre prossimo.

È stato infatti approvato il decreto regionale 136 dell’ 1/10/2024 relativo al primo stralcio del piano dei primi interventi urgenti di protezione civile, che ricomprende la direttiva per il Contributo Autonoma Sistemazione (Cas) dei nuclei familiari sfollati.

Per quanto riguarda Ravenna sono interessati i nuclei familiari che risiedevano anagraficamente e dimoravano abitualmente in un’abitazione evacuata con l’ordinanza sindacale 1438 “Ordine evacuazione totale per i residenti nel perimetro delineato da Strada provinciale 24 via Basilica, via Reale Statale 16, confine comunale e canale destra Reno”, a nord del territorio comunale di Ravenna, per gli eventi verificatisi a partire dal 19 settembre. L’ordinanza è stata revocata il giorno dopo. Il contributo è rapportato al periodo di evacuazione, che nel caso di Ravenna, è pari a una giornata (a titolo di esempio per un nucleo composto da un solo componente la somma spettante e di 13,3 euro (ossia 400 euro diviso 30). Il contributo pieno infatti sarebbe di 400 euro mensili per il nucleo con un componente, 500 euro per il nucleo con due componenti, 700 euro per il nucleo con tre componenti, 800 euro per il nucleo con quattro componenti, 900 euro per i nuclei con cinque o più componenti ed è aumentato di 200 euro mensili per ogni componente di età superiore a 65 anni, portatore di handicap o disabile con una percentuale di invalidità non inferiore al 67%.

Le domande vanno presentate all’indirizzo pec del Comune comune.ravenna@legalmail.it oppure a mano negli uffici decentrati di Mezzano, in piazza Della Repubblica 10, e di Sant’Alberto in via Cavedone 37, dal lunedì a venerdì, dalle 8 alle 13 e al sabato dalle 8.30 alle 12.30.

Per maggiori informazioni e per scaricare il modello di domanda è disponibile il link https://www.comune.ra.it/news/contributi-per-chi-ha-dovuto-abbandonare-la-propria-casa-in-seguito-agli-eventi-meteorologici-di-settembre-2024/

I contributi possono essere richiesti anche nei Comuni di Brisighella, Faenza e della Bassa Romagna, dove gli ordini di evacuazioni sono durati anche più giornate, con un conseguente ricalcolo della cifra.

«Il 14 percento delle nuove assunzioni riguarderà la sostenibilità ambientale»

I dati di Fattore R, il forum andato in scena all’Alighieri di Ravenna. Le aziende “green” sono più dinamiche sui mercati esteri: «Il 36 percento esporta»

Gruppo Partecipanti E Organizzatori

L’impegno ambientale, sociale e di governance (Esg) è stato il tema al centro dell’ottava edizione di Fattore R, il Romagna Economic Forum, momento di incontro e riflessione per imprese, istituzioni e associazioni di categoria andato in scena al teatro Alighieri di Ravenna davanti a una platea di oltre 450 imprenditori dalla Romagna.

Il forum è organizzato dalle Camere di Commercio congiunte (Romagna insieme a Ferrara-Ravenna), da Cesena Fiera e Bper Banca, con il supporto e la collaborazione delle principali associazioni di categoria.

Ad aprire la giornata è stato Giorgio Guberti, presidente della Camera di commercio di Ferrara-Ravenna, che ha tracciato un primo quadro sulla sostenibilità sul territorio. «In Romagna sono poco meno di 10mila le aziende che, nel 2024, hanno puntato sulla sostenibilità, scegliendo di inserirla tra gli obiettivi delle proprie strategie di business: all’economia sostenibile la Romagna deve oltre il 15% del valore aggiunto prodotto e più del 14% delle assunzioni previste dalle imprese per il prossimo anno riguarderà figure professionali legate alla sostenibilità».

Guberti ha poi evidenziato i vantaggi per le aziende nell’essere sostenibili: «Presentano un dinamismo sui mercati esteri nettamente superiore al resto del sistema produttivo, tanto che esportano nel 36% dei casi, a fronte del 27% di quelle che non investono nel verde. Nel 24% dei casi, inoltre, sviluppano nuovi prodotti o servizi, contro il 10% delle imprese non investitrici».

Secondo Guberti, in definitiva, «lo sviluppo sostenibile è l’obiettivo cui bisogna tendere. La sostenibilità non riguarda soltanto i necessari equilibri dell’ambiente: sostenibile è una crescita che include, che rafforza la coesione nella società, che riduce le diseguaglianze e che allarga la rete della integrazione e della cooperazione».

A seguire Carlo Battistini, presidente Camera di commercio della Romagna, ha evidenziato come l’adozione di pratiche sostenibili rappresenti un fattore di sviluppo e di crescita per il territorio. «Nel settore manifatturiero 7 imprese su 10 adottano azioni di sostenibilità. Tra queste 56,2% in ambito ambientale, 60,9% di responsabilità sociale e 39% di sostenibilità economica. Oltre nove grandi imprese su dieci svolgono azioni di sostenibilità, dato che si riduce al 46,7% in quelle di piccole dimensioni». Rimanendo al dato delle imprese di grandi dimensioni (oltre 500 addetti e 40 milioni di ricavi) che hanno ottenuto il requisito di sostenibilità Esg, in linea con le normative europee (Csrd), questo il quadro tracciato da Battistini: «In Romagna, ad oggi, hanno tale requisito 271 imprese con oltre 80.000 addetti, quasi 45 miliardi di fatturato e quasi 36 miliardi di totale attivo patrimoniale».

Infine, uno sguardo alla green economy. «In Romagna vi sono 1.817 imprese attive nella green economy, 8.041 imprese dotate di certificazioni (di cui 1.384 ISO 14001 sulla gestione ambientale e 1.400 ISO 45001 sulla salute e sicurezza del lavoro), 1.870 aziende agricole biologiche. Le imprese femminili sono in linea con il dato regionale (21,5% in Romagna, 21,4% in Emilia-Romagna), mentre l’occupazione femminile è leggermente inferiore al dato regionale (61,9% in Romagna, 64,6% in Emilia-Romagna)».

Stefano Caselli, direttore della Sda Bocconi, si è concentrato sul tema della sostenibilità. «Dobbiamo prendere coscienza che la sostenibilità non ha alternative dal momento che qualunque parametro che utilizziamo (inquinamento, risorsa acqua, mutamento climatico…) ci indica che stiamo peggiorando. O si fa una chiara scelta di campo a favore della sostenibilità oppure mi arrendo, faccio “game over”. La sostenibilità è l’unica risposta che il genere umano deve darsi se vuole continuare a esistere. Detto questo, è chiaro che non siamo davanti a una passeggiata, non basta un semplice click: la sostenibilità è costosa, richiede dei cambiamenti, delle assunzioni di responsabilità. In una parola delle scelte politiche dove non è possibile accontentare tutti».

Chiusa l’infiltrazione a Traversara. La Regione: «Nessun rallentamento nei lavori»

L’acqua, proveniente dal Lamone, ha iniziato a trafilare verso le 3.30, penetrando in alcuni campi e in una zona del borgo, raggiungendo un’altezza di una decina di centimetri

Il fiume Lamone a Traversara con il ponte di via Palazza
Traversara dall’alto il 4 ottobre

Migliora la situazione meteo in Emilia-Romagna. L’allerta resta gialla oggi solo a scopo precauzionale per le criticità idrauliche dovute alle intense piogge dei giorni scorsi, mentre per domani (sabato 5 ottobre) non sono previsti fenomeni meteorologici significativi.

Intanto, i lavori di ripristino di queste ore hanno permesso di chiudere l’infiltrazione di acqua che ha causato un nuovo allagamento nella frazione di Traversara di Bagnacavallo, in un’area molto più limitata rispetto al fenomeno dello scorso 19 settembre.

«Alla luce delle previsioni meteo e visti i tempi ristretti – spiegano dalla Regione -, il cantiere di Traversara ha consentito comunque di sopportare una grossa sollecitazione trafilando acqua attraverso le palancole. Questo ha  permesso di non far collassare l’argine compromettendo l’intera opera con danni più importanti di quelli che si sono verificati. In questo modo si sta riuscendo, in breve tempo, a far defluire le acque attraverso la rete consortile dei consorzi di bonifica».

L’acqua, proveniente dal Lamone, ha iniziato a trafilare questa mattina (4 ottobre) verso le 3.30, penetrando in alcuni campi e in una zona del borgo, raggiungendo un’altezza di una decina di centimetri. Le ditte, già allertate da ieri di questa possibilità, hanno lavorato ininterrottamente posando nuovi massi ciclopici fino a fermare la trafilatura.

«Non corrisponde al vero – sottolineano dalla Regione – che il cantiere di messa in sicurezza aperto lo scorso 19 settembre, a seguito dell’imponente sormonto dell’argine che ha allagato e pesantemente danneggiato la frazione, abbia subito rallentamenti: i lavori sono proseguiti senza sosta, seguendo le indicazioni tecniche, e stanno proseguendo tuttora, mentre defluisce lentamente la piena della scorsa notte del Lamone».

Questa mattina si sono recati in un sopralluogo a Traversara la presidente facente funzioni della Regione Irene Priolo e il prefetto di Ravenna, Castrese de Rosa, insieme al sindaco di Bagnacavallo, e hanno anche incontrato i residenti.

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